Cuckold 4

Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

Luc: “Così pensi di lasciarmi? Quel cornuto di Maurizio non ti avrà- Tu oramai mi appartieni e solo io sarò il padrone della tua figa. Anzi, stasera verrai a casa mia e ti farai scopare tutta la notte!”
Luciano, preso evidentemente dall’esaltazione che gli procurava il suo uccello, non aveva assolutamente capito nulla di Beatrice che era uscita trasformata dalla notte passata con Giuliano e che a quelle parole si sentì rivoltare.
Bea: “Ricordi che ho ripreso Maurizio reo di aver protestato a fronte di uno schiaffo che mi avevi rifilato? Ora mi rendo conto di quanto avesse ragione e di come io sia sta ingiusta con lui.”
Luciano sogghignava: “Ma smettila con quel cornuto! Tu sei la mia puttana, lo ribadisco, e da stasera sarai anche una delle mie amanti. Da ora non mi basta più solo toccarti la figa: ora ti penetrerò e se Maurizio vorrà assistere sarà il benvenuto purché si lasci legare alla sedia.”
Quindi, senza attendere risposta, le mise una mano sul pube solleticandole la figa.
Bea: “Togli immediatamente la mano di li!”
Per tutta risposta lui velocemente raggiunse la vita della ragazza, dove la camicetta si inoltrava nella parte inferiore del vestito e spingendo con forza arrivò a contatto del perizoma e quindi della figa,
Bea: “Ti ho detto di toglierti immediatamente, o ti faccio fare una di quelle figure che non dimenticherai più”.
Lui, per tutta risposta, cominciò a manipolare quell’organo fiducioso che la ragazza, prima o poi avrebbe ceduto.
Sal: “Ho detto che stasera ti chiavo! Questo è solo un primo assaggio.”
Beatrice, a voce altissima: “AIUTOOO, AIUTOOOO, UNO SFIGATO STA TENTANDO DI VIOLENTARMI.”
Il primo ad accorrere fu il responsabile della ditta che, resosi conto di quanto stava succedendo, prese Luciano alle spalle, strappandolo dalla ragazza e gettandolo contro il muro.
“Ma questa è la mia ragazza!” piagnucolò Luciano riconoscendo il superiore.
“Dalle grida non si direbbe proprio,” sostenne l’uomo: “Comunque qui siamo in ufficio, se volete scopare fatelo pure in un altro posto più appartato e non durante l’orario di lavoro, So che vi piace scoparvi le colleghe, la signorina Beatrice non lo è più: quindi si scusi e la preghi di non denunciarla alla polizia. Questa è una ditta seria e non deve certo affrontare uno scandalo per via di un dipendente imbecille. Quando avrà finito di scusarsi venga immediatamente nel mio ufficio, che discuteremo la sua prossima destinazione.”
Bea: “Grazie signore, se le mi garantisce che trasferirà questo sfigato abbastanza lontano da non darmi più fastidi, non andrò alla Polizia.”
Poi di fronte a tutte le persone accorse ad assistere alla scena disse
Bea: “Non so che farmene delle scuse di un imbecille che pensa di costringere una donna al suo letto colla violenza” quindi rivolta nuovamente al dirigente
Bea: “Ho detto che non lo denuncerò, per ora. Ma se mi capiterà ancora tra i piedi la denuncia sarà duplice: sono stara chiara?”
E, girati i tacchi, abbandonò per sempre quegli uffici.
Ora era imperativo affrontare Maurizio, con un colpo di telefonino lo fece venire a casa sua e si recò, come al solito. Nella sua camera ad attenderlo.
Dopo cinque minuti Maurizio era trafelato davanti a lei.
Bea: “Ho molte notizie Maurizio, alcune buone ed altre cattive”
Mau: “Va bene Beatrice, sono tutt’orecchi, ti ascolto ma prima dammi almeno un bacio sulla guancia.”
Beatrice si attendeva almeno una filippica per quanto era successo nella notte, stupendosi per l’assoluto silenzio di lui.
Bea: “Fino a quando hai potuto seguirmi? Ho lasciato il cell acceso tutta la notte e stamane era assolutamente scarico.”
Mau: “Solo fino al punto in cui hai accettato il nuovo lavoro affermando di doverti dimettere dalla ditta attuale. Il sapere che non avresti più avuto Luciano, il tuo ragazzo, tra i piedi, mi ha tanto rilassato che mi sono immediatamente addormentato. Quando mi sono svegliato si sentivano solo dei miagolii indistinti. A me i gatti non interessano per cui mi sono riaddormentato sino a stamattina, ma il tuo telefono era muto,”
Bea; “Certo che era muto, non lo ho spento prima di dormire.” Mau: “Avevo ragione ad essere tranquillo. Un vecchietto come Giuliano cosa avrebbe potuto farti? Ahh quei gattacci!”
Bea: “Se sai già tutto tu per quale motivo devo parlare io?”
Mau: “Come sempre hai ragione Beatrice, Ora mi taccio e ti prometto di ascoltarti in religioso silenzio,
Bea: “Come hai sentito ieri sera stamane mi sono recata a presentare le dimissioni. Il dirigente era un po’ dispiaciuto ma mi ha congedato velocemente. Quindi ho ritenuto giusto passare pure a salutare i colleghi.”
Maurizio ascoltava attento: “Hai fatto bene, sembra giusto anche a me.”
Bea: “Però sono capitata anche nell’ufficio di Luciano. Lui non immaginava di essere stato messo in stand-by. Dapprima sorridente mi ha detto che avrei dovuto smettere di frequentarti e che stasera mi avrebbe scopata facendo di me una delle sue amanti.”
Mau: “Lo immaginavo che quel ragazzo, IL TUO RAGAZZO, avrebbe potuti rivelarsi pericoloso, e tu non hai mai voluto darmi retta. E allora? Vuoi lasciarmi?”
Bea: “Non proprio. Per inciso, non è più il mio ragazzo, ha cercato di palpeggiarmi ed io, dapprima con le buone, poi con le cattive, mi sono messa ad urlare accusandolo di stupro, Il Direttore generale è intervenuto a difendermi e ad implorarmi di non trascinare la ditta in uno scandalo, Risultato? Ora Luciano è in viaggio per chissà dove, e certo non interferirà più nelle nostre vite.”

Fine ?

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi. In caso di racconti a puntate, la successiva sarà pubblicata unicamente se qualcuno lo chiederà-