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Come scegliere la cucina , parte seconda


di Kanda
05.01.2012    |    17.566    |    1 9.4
""Signora grazie, effettivamente stavo anche per fare alcuni errori di configurazione" le dico e riappariamo uno dopo l'altro sul corridoio centrale,..."
Era stata una scopata pazza, in piedi contro il muro tra i mobili, era venuta copiosa e io l'avevo farcita come un bignè. Non so cosa mi aveva preso e come fossi stato così sicuro del risultato, anche se lei mi aveva detto "amo mio marito" era come se non avessi sentito, avevo in qualche modo intuito che c'era altro.
Quando siamo saliti è venuta contenta alla mia scrivania per firmare la impegnativa di acquisto e mi ha chiesto espressamente se sarei venuto io a prendere le misure della cucina. "Certamente" le ho risposto.
Ma il lunedi si ripresenta con un marito incazzatissimo, lei con occhi bassi e visibilmente turbata, io preoccupato di possibili reazioni scomposte del cornuto, ma in realtà è incazzatissimo perchè lei ha comprato senza che ci fosse lui e che lui voleva vedere e scegliere, non solo sua moglie. La cosa rende il titolare del negozio un pò nervoso, non gradisce che vengano annullati gli ordini e sembra che io abbia fatto passare un ordine seminventato. Si mette quindi in mezzo e offre al marito di annullare l'ordine, ma a condizione che scelga una nuova cucina e dispone i vari cataloghi sul tavolo. "Signora però per annullare ho bisogno che lei mi confermi esattamemte i modelli e colori che aveva scelto, può venire con me per confermar?" le dico. Il padrone mi guarda con fare interlocutorio, dai suoi occhi comprendo la sua domanda muta "che cazzo dici? abbiamo tutto sull'ordine", ma sta zitto, crede che sia una mossa per ingraziarsi la signora e comunque per mantenere l'ordine. Lei si alza e mi accompagna mentre il marito continua a discutere e guardare il catalogo. "Va bene, vi raggiungiamo subito così mostriamo anche al sig. XXXX le nostre cucine dal vero" dice il padrone.
Il reparto cucine non è vicinissimo, c'è un lungo corridoio perpoi sparire a sinistra nel reparto cucine, ho tempo quindi di chiederle cosa è successo. "Era arrabbiatissimo, non sò perchè, ne avevamo anche parlato, mi ha anche messo le mani addosso" mi dice. "Stronzo rispondo", poi arriviamo giriamo l'angolo ed io la branco spingendola contro un angolo. "Sei matto?" mi guarda sorpresa. "Si di te! Quel cornuto mi ha fatto incazzare", la bacio e le alzo la gonna andando diritto alla figa, pochi preamboli, poco tempo. La tocco ed in pochissimi secondi è bagnata. Il mio desiderio, la situazione l'hanno scaldata a velocità fulminea. "Anche io ti ho sognato e pensato in questi giorni, mi hai sconvolto la vita" mi dice. Io non perso un istante, abbasso la patta e tiro fuori l'aquilone. "Apri le gambe e mettitelo dentro, abbiamo pochi minui e li voglio usare". Lei mi guarda il cazzo lo prende in mano si mette in posizione, sposta le mutandine, senza levarle, e lo punta diretto alle labbra della sua figa. Un colpo diretto, poderoso e sono dentro di lei, ma è una posizione rischiosa. "Stai attaccata a me", le dico e poi la alzo con il mio cazzo dentro, è leggera, e la porto più avanti dove non possono vederci subito girato l'angolo, in fondo al reparto cucina. E qui la appoggio su un ripiano, ora mi e più facile spintonare. "Lo volevi? Ti è mancato il mioccazzo troia?" le dico spintonando e lavorandomela con tutto il mio cazzo. "Si, sei matto che mi fa fare cose pazze, ti ho sognato tutte le sere". "Ti sei fatta sbattere anche dal cornuto, troia?" rimando. "Si, ma non è la stessa cosa, ora ho conosciuto il tuo affare..". "Si chiama cazzo troia, ripeti". " Cazzo, cazzo, scopami, fammi tutto quello che vuoi". Ed io la sbatto con forza ed energia, pochi minuti e sentiamo un parlare in lontananza, si irrigidisce ed io continuo sbatterla. "il cornuto si sta avvicinando" le sussurro, "ma io non smetto finche ti ho riempito di nuovo la figa". Ed infatti nonostante il parlottio non mi fermo, so che i sono molte cucine da illustrare e 10 minuti li ho prima che arrivino a noi. Anche lei si rende conto della situazione e mi stimola. "Sborra, riempi la tua troia, falla felice alla faccia di quel cornuto". Ed io aumento il ritmo, ho paura che i rumori si possano sentire, ma ormai non me ne frega un corno di niente ed infine mi scarico i coglioni nella sua figa. Lei non è venuta, ma mi sorride contenta lo stesso. Velocemente lo rimetto in patta e lei si tira giù la gonna , ritorniamo presentabili allora iniziamo a parlare con voce più alta. "Signora grazie, effettivamente stavo anche per fare alcuni errori di configurazione" le dico e riappariamo uno dopo l'altro sul corridoio centrale, il marito ed il padrone sono poco distanti. Li raggiungiamo ed iniziamo a parlare della cucina che piace a lui. Sembra tutto normale ed infatti tutto è a posto per una mezzoretta, nel frattempo lei ha chiesto di andare in bagno. Una volta terminato la illustrazione della cucina ed aver effettuato l scelta torniamo alle scrivanie, nel corridoio centrale lei mi avvicina e sottovoce dice "ho dovuto corre in bagno per tamponare con carta igenica, mi stava colando dalle gambe..." Io sorrido.
Alla scrivania terminiamo l'ordine e poi li salutiamo, ora lui è contento, ma anche lei lo è....
Una volta usciti il padrone mi guarda e mi dice: "Le misure vengo anche io a prenderle, voglio scoparmela anche io!" Sorrido e gli dico "Perchè no! Chiediamoglielo"
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