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Prime Esperienze

Michela e la verdura


di ringo00
03.12.2017    |    24.419    |    7 9.0
"" Michela fu scossa da un orgasmo devastante, di come non ne aveva mai avuti prima d'ora; si lasciò cadere sui cuscini, ansante, lo sguardo al..."
-ATTENZIONE- QUESTO RACCONTO E' UN'OPERA DI FANTASIA. QUALSIASI RIFERIMENTO A FATTI O PERSONE ESISTENTI E' PURAMENTE CASUALE

Michela sospirò: era di nuovo sola. Suo marito, impiegato per una grande compagnia, era spesso lontano da casa, anche per settimane, a volte mesi: si sentiva trascurata, come moglie e donna. Osservò l'immagine che le restituiva lo specchio alla parete: una donna di trentasei anni, dal viso grazioso, i capelli castani legati in una treccia, fisico morbido, fianchi larghi, cosce formose, sedere invitante che attirava lo sguardo dei maschi che incontrava e un bel seno abbondante, due belle mammelle grandi, rosee e soffici. Era questo uno dei motivi per cui suo marito l'aveva sposata: anche da fidanzati amava prenderla distesa sulla schiena, affondando la faccia tra i suoi seni mentre la scopava appassionatamente.
Le sue dita sfiorarono inconsciamente il seno: Michela sospirò ancora, ma questa volta era un sospiro di desiderio, carico di voglia. Scrollò il capo, cercando di levarsi quei pensieri dalla testa. Per distrarsi incominciò a fare le pulizie, e una volta finito si accinse a preparare il pranzo, una bella insalata mista. Aperto il frigorifero, il suo sguardo si posò sulla vaschetta delle carote: una la colpì particolarmente, una bella grossa, spessa e quasi perfettamente dritta. Michela ebbe un fremito, sentendo le guance arrossire: non aveva mai fatto giochini strani, suo marito era sempre riuscito a soddisfarla appieno, però... Ora era sola, in preda al desiderio sessuale, e quella carota era così invitante... Deglutì: che fare? Laggiù la micia fremeva, miagolando dal desiderio, la sentiva inumidirsi poco a poco. Al diavolo, si disse, afferrò la carota e si diresse nella sua camera da letto. Sfilò la gonna che cadde al suolo con un morbido fruscio; la pelle scoperta fu scossa da un leggero brivido. Michela sentiva l'eccitazione crescere sempre di più: prese un preservativo dalla confezione nel cassetto del comodino, lo calzò sulla carota e se la portò alle labbra, succhiando e leccando voluttuosamente. Nel frattempo la mano libera si spostò sui bottoni della camicia, sbottonandoli, portandosi sotto al reggiseno bianco e liberando una bella tettona rosa dal capezzolo già eretto e fremente. Lo afferrò tra pollice e indice e tirò leggermente: oh, come le piaceva! Tenendo la carota tra i denti scoprì anche l'altra, cominciando a toccarsele, palpandole energicamente, giocando con entrambi i capezzoli.
"Mmmmm..." gemette. Era ormai al punto di non ritorno: le mani giunsero all'elastico delle mutandine, che vennero sfilate lentamente. La sua intimità era bollente, chiedeva a gran voce di essere soddisfatta. Michela portò la carota all'imbocco del suo fiore, che accolse voglioso quel gradito ospite.
"Ooohhhhh... sììììì..." mormorò. La carota entrava e usciva, entrava e usciva, era proprio della misura giusta. Finalmente, dopo tanta astinenza il meritato godimento! Michela portò le dita alle labbra, le inumidì per poi accarezzarsi il clitoride, reso sensibile dall'eccitazione. Stava godendo come una porca, ma non le bastava, ne voleva di più: si sentiva calda, mostruosamente eccitata.
Decise di andare oltre, esagerare: senza ricomporsi tornò in cucina, la carota sempre ben inserita nella fica. Dal frigo pescò proprio ciò che le serviva, una bella zucchina grossa e dura.
Mise un profilattico anche su questa e sfilò la caruta dal suo sesso, avvicinandovi invece la zucchina; bastò una leggera pressione e questa entrò agevolmente nella sua fica bollente e bagnata.
Michela emise un gridolino di goduria, mentre l'ortaggio si faceva strada dentro di lei. Cercò a tastoni il buchino dietro: aveva dato il culo al consorte una sola volta, ma lui l'aveva aperto per bene. La carota trovò una leggera resistenza, ma entrò lo stesso; Michela gemette forte: si sentiva bella piena, riempita da quegli ortaggi. Iniziò a muoverli insieme, dento e fuori, sentendo entrambi i buchi soddisfatti allo stesso tempo. Stava godendo come non le capitava da tanto, forse nemmeno suo marito aveva saputo dare di meglio. Sentiva l'orgasmo vicino, la zucchina emetteva un sonoro ciack-ciack ogni volta che entrava dento di lei. Quando raggiunse il limite, accolse l'orgasmo con un grido godurioso:"Ohhhhhhh, sììììììì, vengoooooooo..."
Michela fu scossa da un orgasmo devastante, di come non ne aveva mai avuti prima d'ora; si lasciò cadere sui cuscini, ansante, lo sguardo al soffitto. Emise un ultimo lungo sospiro, mentre la voglia si placò leggermente.
"Voglio... voglio un cazzo..." mormorò.

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