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Marisa


di MissSerena
21.08.2022    |    17.113    |    12 9.8
"” Adesso la strozzo sul serio questa stronzetta, ma chi si crede d’essere per parlarmi così..."
Propongo alle amiche e amici di A69 questo mio vecchio racconto, un misto fra comico ed erotico, dove ricordo a modo mio un fatto accaduto una quindicina d'anni fa.
Come al solito i nomi sono stati cambiati per tutelare la privacy, e dico subito che non c'è seguito, ma del resto non ho neanche più rivisto 'Marisa'.

Se c’è una cosa che ho sempre odiato è lo squillo del telefono mentre mangio, a volte lo lascio suonare, ma quasi sempre finisco col rispondere, come quella volta.
“Pronto chi parla ?”
“Serena sono Mimma.”
Oddio la più rompipalle delle mie amiche, di sicuro ha bisogno di un piacere.
“Mimma dimmi subito che ti serve.” taglio corto
“Senti, dovresti andare a prendere mia figlia e una sua amica all’aeroporto, a me si è rotta la macchina e Luca è fuori per lavoro.”
Cazzo !
Fuori fa freddo, sono già in tenuta da casa e questa mi chiede una cosa del genere ! Ma si sa c’è chi nasce fessa, come me, e non sa dire di no.
“A che ora arriva la piccola ?”
“Alle nove, Serena sei un angelo.”
“Lasciamo perdere che è meglio, tanto saprò come farti sdebitare.”
So che non è vero, ma almeno ci provo.
Così torno alla mia cena da rosticceria e dopo mi rivesto per uscire, destinazione aeroporto.
Spero solo che le due ragazze non abbiamo tanto bagaglio, ho la vecchia cara 500 non una station wagon. Comunque arrivo in anticipo e mi metto davanti agli arrivi internazionali in attesa di Fulvia e la sua amica.
Quando annunciano l’arrivo da Parigi mi alzo e inizio a cercare quel volto noto fra le persone che mi passano vicino, ma non la vedo. Alla fine rimane solo una ragazza, ferma come una statua che inizia a guardarmi. Ha il classico aspetto della puttanella dei giorni d’oggi, mini, maglietta attillata tanto per far vedere che ha il seno ed un trucco decisamente volgare.
Non sapendo che fare decido di chiederle se è l’amica di Fulvia o se almeno ha sue notizie.
“Sono Marisa e sono la compagna di Fulvia, solo che c’è stato un gran casino così io sono partita mentre lei è rimasta un’altra notte a Parigi in attesa del volo di domattina. Se ci penso al culo che ha avuto m’incazzo ancora adesso…”
Cazzo di nuovo !
Non solo sono uscita, ma non c’è neanche la persona che aspettavo, comunque cerco di fingere d’essere calma.
“Senti dimmi dove abiti così ce ne andiamo a casa tutte e due.”
“I miei non ci sono e non ho la chiave, quindi portami nel centro storico che mi cerco una camera per la notte.”
“Ma sei scema ! Li minimo ti stuprano !”
“La solita esagerata e poi dimmi tu hai una soluzione diversa ?”
Cazzo e tre !
E ora che faccio ? Come se non lo sapessi, finisco di fare la brava samaritana anche se questa ragazzina meriterebbe davvero d’essere violentata, magari così dopo sarebbe meno arrogante e presuntuosa.
“Stasera dormi da me, ho una camera libera e non dire di no o ti mollo qui all’istante.”
Lei sbuffa, ma poi prende il suo zaino e mi segue fino alla macchina.
“Caspiterina che bolide ultimo modello ! Con questa di certo non hai paura degli autovelox !”
Ora la strozzo, come osa insultare il mio macinino, se prima mi era solo antipatica ora la odio proprio. Finiamo col caricare lo zaino e saliamo in macchina, il viaggio lo facciamo in silenzio, si vede che non siamo proprio fatte l’una per l’altra. Non provo neanche a mettere un po’ di musica, sicuramente mi darebbe della vetusta solo perchè non ascolta quella schifezza da discoteca che va tanto di moda.
Arrivate a casa le mostro la stanza degli ospiti, o almeno quella in cui c’è un letto e non è per me. Poi mi ricordo di dover rifare il mio e stranamente lei si offre d’aiutarmi. Solo che come entriamo in camera mia la prima cosa che si vede è un dildo, il ricordo della sera prima in cui mi sono masturbata guardando un lesbo-porno. Per un attimo spero che lei non lo veda e che riesca a nasconderlo in tempo, ma è solo utopia.
“Ma non ce l’hai un uomo, in fondo mica sei inscopabile.”
Ma tante grazie del complimento!
“No al momento sono single per colpa degli altri” le rispondo cercando di fare la simpatica.
Lei intanto ha già preso il dildo in mano, non credo sia il primo che vede, ma l’osserva con un certo interesse.
“Però mica male il gingillo. Non sapevo che ce ne fossero di così morbidi, di certo ti tratti bene durante l’astinenza.”
Adesso la strozzo sul serio questa stronzetta, ma chi si crede d’essere per parlarmi così. Ma non ho neanche il tempo di reagire che lei si avvicina fino a trovarsi ad un palmo da me.
“Dimmi Serena l’hai mai fatto con una donna ?”
La fisso come se fosse E.T. in persona guarda, guarda non ci fosse davvero una giustizia divina !
“No ma che dici.” le rispondo cercando di mentire in modo credibile “Non sono mica una pervertita !”
“Per me hai solo bisogno di godere ed io ho proprio voglia di fartelo capire.”
Mi bacia a bocca aperta, la mia rimane chiusa per un po’, in fondo devo fingere che sia la mia ‘prima volta’. Poi però non resisto e l’apro per ritrovarmi la sua lingua dentro che cerca la mia ed inizia a giocarci.
Però !
La puttanella non è male, ci sa fare. Mentre ci baciamo con sempre più trasporto mi apre la camicetta e mi sfila la gonna senza staccarsi dalla mia bocca.
“Wow che intimo di lusso ! Chissà quanto costa !”
“Perchè pensi non me lo meriti ?”
“Pensavo come potesse stare a me !”
“Magari se m’insegni bene ci esce un bel regalo che dici ?”
“Come dire di no, in fondo non rischio nulla.”
Si allontana di un palmo giusto per togliersi la maglietta e la mini mostrandosi in peri e reggiseno da bancarella, ma è ugualmente molto sexy ed ora sono io a cercare lei.
“Allora maestra cosa vuoi farmi ?”
Mi bacia di nuovo e mi scopre il seno, poi delicatamente mi spinge sul letto per poi mettersi sopra di me.
“Tu rilassati e pensa solo a godere, al resto penso io.”
Sento la sua lingua sul collo, per un attimo temo che mi voglia fare un succhiotto, ma poi mi prende fra le labbra il lobo dell’orecchio e capisco che nonostante l’età non è proprio inesperta. Inizio a sciogliermi quando la sua bocca arriva sul mio piccolo seno, è delizioso come giri intorno al capezzolo che ormai tradisce le mie voglie, finché non lo prende dolcemente fra i denti tirandomelo un po’ ma senza farmi male. Sa farsi attendere, la sua discesa verso il mio monte di Venere è lenta, si sofferma a lungo sull’ombelico prima di sfilarmi le ormai inutili mutandine in pizzo.
“Ma sei un lago ! Te l’avevo detto che avevi solo bisogno di una bella goduta !”
“Si Marisa sei fantastica….fammi quello che vuoi !”
Mi succhia le grandi labbra una alla volta, poi prendendole insieme leccando quello che ha in bocca, la lingua si muove con lentezza, con dei movimenti che corrono sul bordo di quella parte della mia passera. Quando arriva al clito questo è ormai gonfio e duro neanche fosse un piccolo pene in erezione, lei lo prende fra le sottili dita massaggiandolo con cura prima di prenderlo fra le labbra. Poi apre del tutto la bocca e mi penetra con la lingua, quello che mi fa provare ha dell’incredibile, sembra quasi che mi stia scopando tanto ce l’ha dura. Raggiungo quasi l’orgasmo che trattengo a stento, voglio vedere fin dove si spinge questa giovane maialina.
“Che ne dici se uso questo ?” mi chiede riprendendo il dildo in mano.
“Basta che fai piano.” le rispondo continuando a recitare la parte della timida.
Marisa s’inginocchia fra le mie gambe e inizia a bagnarlo con la saliva mostrandosi nuda, ma ero tanto presa da lei da non rendermi conto che si era spogliata del tutto. Quando s’abbassa inizia ad infilarmi dentro quel gioco da donne, lo fa con tutta calma, poi una volta che è tutto dentro, accende la vibrazione. Quando inizia a masturbarmi riprende anche a leccarmi ed è semplicemente favolosa, non ha alcuna fretta come del resto neanch’io, ma alla fine non riesco più a trattenermi.
“Sii vengoo….non ti fermare…ahh.”
Ho un orgasmo dolce per l’amore che c’ha messo Marisa e violento per come mi fa sobbalzare sul letto in preda ai suo spasmi. Lei smette d’usare il dildo, che però lascia ben dentro di me, ma non smette mai di baciarmi la fica finché non ha finito di bere tutto il piacere che da essa sgorga.
Quando ritorno in me non so cosa fare, insomma avrei una voglia pazza di saltarle addosso e dirle che l’ho presa per i fondelli, ma mi viene in soccorso la fantasia.
“Accidenti Marisa sei una bomba, solo ora permetti all’allieva di ricambiare.”
Lei mi guarda con un misto di malizia e superiorità che mi fa ricordare quanto l’abbia detestata, ma poi si sdraia al mio fianco e mi sfiora le labbra con un dito.
“Vuoi che ti spieghi come si lecca una fica ?”
“Lasciami provare da sola, poi se non ti piace mi dici tu come fare.” le rispondo facendo l’impacciata.
“Ok inizia.”
“Solo chiudi gli occhi, se sento che mi vedi mi metti in imbarazzo !”
Ma come sono stronza ! Ci manca solo che arrossisca per essere perfetta.
Lei però ci casca e si sdraia sulla schiena, io le allungo le braccia verso la testata del letto e comincio a baciarla timidamente. Poi mi metto in ginocchio sopra di lei, allungo una mano verso il primo cassetto del comodino e prendo un paio di manette che tengo sempre li, e con un veloce gesto gliele metto ai polsi passandole intorno al testaletto. Marisa sentendosi legata apre subito gli occhi non capendo più nulla.
“Ma cosa fai ! Slegami subito o inizio a gridare !”
“Stai tranquilla o t’imbavaglio, non voglio farti alcun male, solo dare una lezione alla tua presunzione.”
“Che cazzo dici ? Quale lezione ? Ma chi sei tu per poter dire questo ?”
“Solo una vecchia lesbica.” le rispondo col mio miglior sorriso.
Marisa per un attimo si tranquillizza, quando la bacio di nuovo lo faccio in maniera ben diversa, ficcandole tutta la lingua dentro come se volessi afferrare la sua in una morsa. Mi rimetto a cavalcioni su di lei per poterla guardare meglio, ha un bellissimo seno di certo più grande del mio, anche se non è che non è che ci voglia molto. Ma sono i suoi capezzoli ad eccitarmi di più, ha grandi aureole molto scure e non resisto a non prenderli fra le dita. Li stringo piano con pollici e indici fino a farli diventare duri come due chiodi, ma soprattutto molto lunghi come non ne avevo mai visti. Avrei una gran voglia di baciarli ma m’accorgo che la porcellina si è già ben bagnata in mezzo alle gambe, si vede che svanita la paura iniziale, sta iniziando a godere delle mie attenzioni. Così porto le mani sulle sue cosce, le sfioro con le dita facendole anche un po’ il solletico, ma non si lamenta certo, piuttosto apre le gambe come a volermi invitare ad arrivare in mezzo a loro. Solo voglio torturarla ben bene prima di farla godere, non con la violenza, ma con l’attesa.
Così continuo a massaggiarle le gambe sfiorandole ogni tanto la fica coi pollici, giusto per tenerla su quella sottile linea che è l’eccitazione continua. Quando sento che è bella carica le stringo le grandi labbra come prima avevo fatto coi capezzoli e mi ritrovo le dita bagnate dei suoi umori. Con un movimento lento mi porto quelle della mano destra alla bocca e le succhio con tutta calma, hanno un sapore dolcissimo che gusto a lungo.
“Vuoi assaggiare anche tu ?” le chiedo con voce languida.
“Sii.”
“Però non muovere la testa.”
Lei sembra non capire così prendo la sinistra e le appoggio le dita sulle labbra, lei tira fuori la lingua e inizia a girare intorno alle mie falangi.
“Brava, così mi piaci.”
“Mm, sei una strega, ma buona…”
“Allora stasera ci divertiamo ragazzina.”
Porto le mani vicino al suo pube in modo da sfiorarlo mentre le tocco le cosce, la sento fremere sotto i polpastrelli ma non ho nessuna fretta. Voglio farle pagare la sua arroganza facendole attendere il piacere, le negherò l’orgasmo fino a quando sarà lei a chiedermi di farla venire.
Così quello che era un massaggio sensuale diventa per lei una dolce tortura, adesso è un fiume che non riesce a straripare, i miei pollici sono sempre molto vicini alla sua fica, ma mi guardo bene dall’entrarci dentro finchè non decido di stuzzicarla ancora di più.
“Vedo che gradisci il mio tocco….” le chiedo facendo un po’ la tonta.
“Lo sai che sto esplodendo…ti prego fammi venire.”
La sua non è una risposta ma una supplica, proprio quello che volevo sentire.
“Vorresti forse due dita dentro ?”
“Sii non resisto più.”
Le dita le entrano dentro, ma solo per prenderle il clito e stringerlo un po’, è durissimo il che mi eccita ancora di più.
“Ma come siamo vogliose, sembra un cazzetto.”
Lei non risponde così m’abbasso in mezzo alle sue gambe e prendo a morderlo piano tirandolo verso di me.
“Noo così è troppo !” esplode Marisa.
“Vuoi che ti scopi ?”
“Si fottimi come vuoi ma fallo !”
“Allora girati !”
Mentre lei si mette col culo all’aria indosso uno strap-on abbastanza grande con una piccola protesi interna, giusto per non farmi mancare anche quel piacere. Poi prendo il pollice e lo faccio passare più volte in mezzo al suo spacco prima di puntarlo sul suo buchetto.
“No li no.” mi supplica “L’ho fatto una volta e ho sentito solo un gran male.”
“Tranquilla è solo per ricordarti di non prendere strane iniziative.”
Prendo con l’altra mano la punta dello strap-on e la sfrego sulla sua fica ben aperta, Marisa non osa spingersi all’indietro attendendo con ansia che inizi a farla godere sul serio. Alla fine la penetro con decisione, una sola spinta ed il fallo sparisce nella sua passera. Al terzo affondo arriva all’orgasmo tanto atteso, lo urla a pieni polmoni tanto è forte e violento diventando come di marmo fra le mie mani. Mi fermo per farglielo gustare fino in fondo poi riprendo a scoparla con più calma fino a che lei non inizia a muoversi un po’ troppo per i miei gusti. Così le spingo il pollice nel suo bel buchetto ma Marisa non dice nulla, anzi continua a spingere all’indietro facendo godere anche me.
“Allora sei proprio una porcellina…”
“Con te è diverso, mi stai facendo godere come non c’era mai riuscita nessuna, e neanche nessun uomo a dire il vero.”
Decido che il gioco è finito, mi sfilo da lei e le tolgo le manette.
“Se vuoi posso continuare e farti capire che prenderlo dietro è solo una questione di dolcezza.” Lei mi guarda stupita, poi mi dice quello che desideravo dicesse.
“Ok però se mi fai male smetti subito ?”
“Certo, fammi solo prendere l’olio.”
Dal solito cassetto prendo il flacone dell’olio che cospargo in abbondanza sul suo buchetto, lo penetro di nuovo con un dito e poi con due facendo ben attenzione di non farle male.
“Marisa è meglio che ti tocchi, così ne avrai quasi voglia.”
Lei obbedisce ben volentieri e comincia a masturbarsi facendo presto entrare due dita nella fichetta. Ungo anche lo strap-on prima di puntarlo verso il suo sfintere, faccio un bel respiro e inizio a farlo entrare dentro. Marisa non dice nulla, solo s’irrigidisce un pochino, ma bastano due schiaffetti sulle chiappe per farla tornare morbida. Mi rendo conto d’averlo messo tutto dentro solo quando sento il suo culo premermi contro.
“Ti ho fatto male ?” le chiedo come a scusarmi.
“No ma fai piano lo stesso, mi brucia un po’ ma è troppo bello !”
Ma sentila la ragazzina !
Avrei un gran voglia di darle una mazzata dentro da romperla per bene, ma sento che il suo piacere è anche il mio, così spingo pian piano dicendole di tenere lei il ritmo che preferisce. All’inizio si muove anche lei con cautela ma poi prende ad andare avanti ed indietro con sempre maggior decisione, non dico che sia una cavalcata infernale, ma di certo c’ha preso gusto.
“Mm che bello…come mi piace…ora però scopami tu, voglio godere ancora di più.”
“T’accontento subito piccola mia.”
L’afferro per i fianchi e le fotto il culo come merita, o meglio dire vuole, uscendo lentamente per poi rientrare quasi con violenza ma senza esagerare.
“Sii godoo, non smettere adesso.”
“Sto venendo anch’io…ahh.”
L’orgasmo arriva insieme per entrambe bloccandoci ancora una dentro l’altra. Quando Marisa si riprende alza le spalle girando la testa e mi da un lungo bacio pieno di passione. Come cerco di muovermi lei mi blocca.
“Rimaniamo ancora così ti prego…”
“Come vuoi tu.”
Restiamo ferme continuando a baciarci come due ragazzine, lei forse lo è ancora, io mi ci sento fino in fondo.
Poi finisce com’è giusto che sia e dopo qualche chiacchiera ci mettiamo a dormire. L’indomani mattina l’accompagno a scuola anche se lei non ne ha alcuna voglia. Nella pausa pranzo faccio una fuga in centro e torno davanti al suo istituto dove consegno un pacchetto al bidello pregandolo di darglielo al termine delle lezioni.
La sera sono di nuovo sola, ho consumata l’ennesima cena precotta, che sono riuscita a rovinare lo stesso, quando suona il campanello.
E’ Marisa.
Indossa un lungo spolverino che le arriva quasi ai piedi.
“Ciao mi fai entrare ?”
“Certo, ma che ci fai qui.”
“Sono venuta per ringraziarti del regalo e per fartelo vedere meglio.”
Si apre lo spolverino e lo lascia cadere a terra, sotto ha solo la guepiere nera col perizoma e le calze che le ho regalato oggi.
“Vero che sto bene ?” mi dice sorridendo “Solo stasera niente manette, la lezione l’ho imparata e anche bene !”
Andiamo dritte in camera da letto e facciamo l’amore tutta la notte. Lei mi chiede d’essere sodomizzata come la sera prima, ed io l’accontento facendole conoscere tutte le variazioni del sesso anale.
Da quella sera non l’ho più rivista, ma di certo non la potrò mai dimenticare, la mia ragazzina troppo presuntuosa ma anche molto vogliosa.

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(quelli volgari saranno subito cestinati)
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