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QUELLA ZOCCOLA DI MIA SORELLA


di gianfrancesco
26.05.2022    |    59.764    |    15 9.5
"Finito di parlare di scuola io gli dico: "di quale corso completo, parlavi stamattina?"..."
Voglio raccontare un fatto di circa 10 anni fa.
All'epoca, avevo circa 18 anni, da compiere, ed abitavo con i miei genitori ed una sorella più grande, 22 anni.
Avevo un ottimo rapporto con mia sorella, lei mi coccolava da piccolo ed anche ora che sono cresciuto, mi protegge ed a volte, nasconde le mie marachelle con i miei genitori.
Crescendo assieme non avevamo problemi a vederci nudi, poi chiaramente con l'andare avanti degli anni, siamo diventati più riservati, più lei che io, che continuavo a sbirciarla mentre si vestiva oppure quando faceva la doccia.
Confesso che mi piaceva molto mia sorella, era molto bella e prosperosa, capivo benissimo che era mia sorella, ma non potevo fare a meno di pensare che avrei messo le mani volentieri sul suo bel seno...
Lei non faceva nulla per alimentare la mia torbida passione, il maiale ero io, e mi segavo in bagno oppure in letto, pensando a lei.
Gli ronzavano attorno parecchi ragazzi, non sapevo nulla dei suoi amori ma ero molto curioso, ed anche geloso.
Volevo sapere di più.
L'occasione mi venne data un giorno in cui lei, uscendo, lasciò il telefono a casa, non mi sembrava neppure vero.
Presi il suo telefono e cominciai a guardare tutto sul telefono.
Non l'avessi mai fatto. Mi si aprì tutto un mondo.
Tra messaggi piuttosto spinti, fotografie e video, vedevo in quel telefono, il vero volto di mia sorella.
Una vera zoccola, divoratrice di cazzi, molto disinvolta a passare da un ragazzo all'altro.
Non la presi tanto bene. La mia sorellina, la mia dolce sorellina, era invece una donna con una carica sessuale molto alta, specialmente per la sua giovane età.
Ci rimasi un po male ma non potevo farci nulla.
A lggere e vedere il telefonino anzi, mi sono eccitato, ed in men che si dica il cazzo è diventato duro e cosi mi sono segato ed ho sborrato come non mai.
Tutto continua normalmente, io ancor di più divento guardone seriale nei suoi confronti ed il finale era sempre lo stesso, mi menavo il cazzo furiosamente.
E fu così che un giorno mi beccò lei in camera mia, entrando senza bussare.
Non si scompose più di tanto.
"E bravo il fratellino, che si fa le seghe...".
"Ma dimmi, pensando a chi?":
Rimasi in silenzio, ero imbarazzato. Ero diventato di mille colori in faccia.
Senza nessun turbamento lei si avvicina, io cercavo di coprirmi, mi solleva il lenzuolo, e dice: "ma guarda un po che bel cazzo ha questo porcellino".
Senza scomporsi, allunga una mano e mi prende il cazzo in mano.
"Cosa fai? sei scema?".
"Ma se non vedevi l'ora che succedesse, cosa credi che non ti vedevo mentre mi spiavi in bagno?".
Rimango ancora di più di merda.
Cerco di reagire.
"Ma perchè allora non ti chiudevi per bene?".
Allunga una mano sulla testa, mi scuote un po la stessa e poi mi dice:
"hai ragione, ma mi piaceva vederti come non vedevi l'ora di guardarmi, e poi in fondo sono tua sorella".
"Si sarai mia sorella, ma il cazzo mi viene duro lo stesso".
"Non ti preoccupare, ci penso io", dice.
Lentamente, con molta maestria, mi comincia a fare una sega.
Mi rilasso, non voglio pensare a niente.
Il sogno si era avverato,
Un mare di piacere mi arriva al cervello, non capisco più niente, sorella o non sorella, stavo gustandomi la mia prima sega fatta da una donna.
Non ci volle molto a godere, un mare di sperma uscì con forza, andando sulla mano di mia sorella ed una parte sul lenzuolo.
Allunga un dito, ne prende una goccia e la porta alla bocca, l'assaggia, e si lecca il dito.
"Buona molto buona".
Mi canzona un po', mi prende in giro e poi: "ti sei sporcato tutto, lascia fare a me che ti pulisco".
Neanche il tempo di capire, e si accuccia con la bocca sul mio cazzo sporco di sborra, quasi ammosciato.
Mai più rigenerazione fu così fulminea. Si raddrizzò in un attimo.
In un colpo solo sega e pompino.
Lei galvanizzata dal risvegliarsi del cazzo cominciò a spompinarmi, risvegliando in me le emozioni che avevo avuto prima.
Le emozioni di prima erano nulla confronto a quelle nuove del pompino, cosa posso dire, emozioni che pensavo non esistessero, che per me erano sconosciute.
Il pompino andò avanti per un bel po, d'altronde la vera zoccola sa, che per fare un buon lavoro deve arrivare ad avere il suo premio in bocca.
Io da parte mia, non avevo nessuna intenzione che la faccenda durasse poco, e quindi cercavo di resistere sino all'ultimo, poi stremato mi lascio andare, e pensando si togliesse, sborro sborro sborro.
Tutta la ingoia, sino all'ultima goccia. Insomma, capisco che gli piace la sborra.
Finisce il servizio con molta professionalità, per cosi dire, mi pulisce e poi mi da un bacio.
L'abbraccio calorosamente.
"Ho capito, porcellino, ti è piaciuto tanto".
Mi alzo, mi fiondo in bagno e una doccia ristoratrice mi riporta sulla terra.
Cerco di ragionare, sicuramente non è bello quello che abbiamo fatto, tra fratello e sorella, ma il piacere ha preso il sopravvento e noi non abbiamo fatto nulla per fermarlo.
Cerco di non pensarci. Penso invece al piacere che una donna può darti.
Mai avrei pensato a tanto.
Passa una giornata, tranquilla per fortuna e l'indomani mattina saremmo rimasti nuovamente soli in casa.
Volevo parlare con mia sorella. Avevo tanti interrogativi.
Mi alzo e vado in cucina, faccio due caffè, metto due biscottini su un vassoio e vado in camera sua.
Non busso neanche alla porta, apro ed entro.
Sembrava una statua, bella, sinuosa, morbidosa, insomma una bella figa...
Appoggio il cabaret sul comodino, apro un po di persiane per far si che entri un po di luce, allora si sveglia, mi guarda e dice:
"Cosa ci fai te qui?".
"Sei venuto a darmi un altra razione di cazzo in bocca?".
Rispondo con calma.
"In primo luogo quando vuoi il mio cazzo in bocca sai come fare, lo hai dimostrato ampiamente, in secondo luogo ho pensato di farti una cortesia portandoti un caffè".
Si solleva, si avvolge nel lenzuolo, mi dice di avvicinarmi, e mi da un tenero bacio.
Gli porgo il caffè ed il biscottino, lo gradisce tanto.
Si alza dal letto ed allora io gli dico che vorrei parlargli.
"Fammi fare la doccia e poi parliamo, però in fretta che devo andare all'Università.".
Cosi fa. Si doccia per bene, io la osservo, il cazzo mi si fa duro ma capisco che quella mattina avrei dovuto arrangiarmi.
"Allora, cosa vuoi dirmi?".
"Sai, ho pensato molto a quello che è successo l'altro giorno, non mi sembra una cosa bella".
"Perché, non ti è piaciuto?":
"Non prendermi in giro, mai provato sensazioni simili, solo che sei mia sorella".
"Va bene, non ti consumare dietro a questi pensieri, non abbiamo fatto nulla di male, tutte e due eravamo capaci di intendere e basta che tutto rimanga tra di noi".
"Per questo nessuna preoccupazione, ci mancherebbe".
"Allora tranquillo, vedrai che ci divertiremo ancora...".
"Ancora?".
"Certamente, non ho finito di farti il corso completo, stai sereno, ma ora lasciami andare, sai che non mi piace arrivare in ritardo".
"Va bene".
Finisce di vestirsi e di corsa esce di casa.
Io avevo voglia e non rimane altro che farmi una sega, non prima di aver preso dal cestone della roba da lavare, un suo paio di mutandine.
L'odore delle sue mutandine mi faceva impazzire.
Ho sborrato evitando di farlo sulle mutandine, poi le ho rimesse dove erano.
Pensavo a quel "non ho finito di farti il corso completo", cosa voleva dire?
Ora ho capito... Voleva essere scopata?
No, questo no, pensavo, però deve essere proprio bello....
Mi tolgo questi pensieri dalla testa, mi faccio una doccia ed esco.
Vado a scuola dove sarei entrato due ore più tardi e mi concentro sullo studio.
Mancava poco alla fine dell'anno, e mi sarebbe toccata la maturità.
All'uscita andiamo in tre, fedelissimi amici, a casa di uno dei tre, la madre ci aveva preparato qualcosa da mangiare e poi cominciavamo a prepararci per l'esame.
Il pomeriggio trascorre velocemente e poi ognuno a casa propria.
Arrivo a casa, i miei erano già rientrati, mia sorella da li a breve.
Viene l'ora di cena, mio padre ci teneva a farlo sempre tutti allo stesso orario, e noi cercavamo sempre di accontentarlo.
Il discorso va sul mio prossimo esame e mia madre chiede come va, io rispondo abbastanza bene, ero deficitario un po in italiano.
"Potresti farti aiutare da tua sorella, lei in quella materia è molto brava".
"Lo so" rispondo, "lei è brava in tante materie".
Mia sorella mi lancia un occhiata che se poteva mi avrebbe incenerito.
"Si", risponde, "lo aiuto io senz'altro".
Finita la cena andiamo in camera di mia sorella dove potevamo vedere come ero messo sull'italiano.
"Sei proprio un bastardo", mi dice, "di quali materie parlavi?".
L'abbraccio forte e tutto finisce li.
Parliamo effettivamente di italiano, mi aiuterà.
Finito di parlare di scuola io gli dico: "di quale corso completo, parlavi stamattina?".
"Quello che ancora non hai fatto, soltanto alcune lezioni hai preso, te ne devo fare altre".
"Insomma, cosa vuoi dire?".
"Bambino mio", mi dice, accarezzandomi la testa, "ancora penso, non hai mai bagnato il biscottino nel caffellatte".
Avevo indovinato. Voleva scoparmi, oppure voleva essere scopata da me.
"Capisco, effettivamente mai fatto, sono un po imbranato".
"Non ti preoccupare, ti porto io per mano".
Oramai avevo perso ogni inibizione e volevo chiavarla.
Obietto che però a casa nostra era molto pericoloso, guai se i nostri genitori si fossero accorti di qualcosa.
"Lo so, abbiamo un altra alternativa".
"Quale?".
"Quel ragazzo con cui scopo ora, ha una casetta, ed io posso andare quando voglio senza dover dire niente a lui".
"E lui sa, che ti vedi con altri?".
"Siamo liberi, tutti e due".
"Importante che lui non sappia che io sono li con te a scoparti".
"Per ora no, in seguito lo saprà e ci sarà una piccola sorpresa per te".
Decidiamo quella sera quando sarebbe avvenuto il nostro incontro e decidiamo di farlo tra due giorni, quando i nostri genitori sarebbero andati via per conto proprio.
Cosi facciamo.
Arriviamo nel posto ognuno per conto proprio, lei prima , io dopo.
Suono la porta, mi apre, ed entro.
La casetta era isolata, nessuno vicino. Proprio un bel posto per fare le nostre porcherie.
Entro in casa, andiamo in cucina, beviamo una Coca e poi lei mi prende per mano e mi porta in camera da letto.
Mi fa sedere, comincia a spogliarmi, ero nelle sue mani, completamente.
Mi spoglia tutto, nudo come un verme, poi lentamente si spoglia lei.
Ormai l'avevo già vista, ma è ancora una emozione forte.
Bella, sembrava una statua, seno bellissimo, grosso, dritto, coscie lunghe, una vera dea dell'amore.
Mi si avvicina e mi abbraccia, mi bacia in bocca, rispondo al suo bacio, allungo le mani e le poso sul seno.
Lo accarezzo, lo tocco, poi scendo più giù verso la fica, mi prende le mani e me le toglie dicendomi che era ancora presto.
Mi fa sdraiare sul letto e comincia a torturarmi con la lingua, prima il collo, poi il petto, poi piano piano scende verso l'asta, già in stato di allerta.
Mi comincia a spompinare, lentamente, io le accarezzo i capelli, lei si gira, ed io scopro per la prima volta, la posizione del '69.
Mi avvicino alla figa, la comincio a leccare, non so da dove iniziare, metto dentro la lingua, lei con le mani sulla testa cerca di farmi trovare la posizione migliore.
Comincio a capire dove leccare, mi sembra di aver trovato il punto giusto, sento che sobbalza, ed intanto lei mi spompina come una vera zoccola.
Duriamo un po di tempo, poi io comincio ad ansimare, lei accelera il pompino e le vengo in gola, mentre anche lei sento che gode.
Ci scostiamo, mi abbraccia e mi dice che l'avevo fatta godere.
Sono contento di essere riuscito.
Ora mi prende per mano e mi dice che adesso è l'ora di fotterla.
Siamo li per farlo, quindi facciamolo.
Con molta delicatezza, molta dolcezza, mi fa mettere sopra di lei, mi prende il cazzo, duro come il ferro, lo porta verso la figa, già bagnata, e con far suo se lo mette dentro.
Mi sembrava di essere in un parco giochi, una sensazione che mi toglieva il respiro, comincio a chiavarla, lei mi da il ritmo, su e giù e cosi iniziavo la mia prima vera chiavata con la mia adorabile sorellina, tanto adorabile quanto zoccola.
Ormai non mi interessava molto. Volevo solo chiavare, chiavare ed ottenere il massimo godimento.
Prima di chiavarla mi aveva fatto indossare un preservativo. Una giusta precauzione.
Cosi cercavo di durare il più possibile, ma ero troppo eccitato e dopo un po raggiungo il massimo piacere.
Mi prende la testa con dolcezza, mi dice che tutto va bene, che con il tempo avrei saputo trovare il giusto movimento per far arrivare la compagna al godimento assieme.
Capisco quello che dice, con il tempo avrei migliorato.
Ci rinfreschiamo un po, parliamo, e dopo un po ritorniamo sul letto, avevo ancora tanta voglia, e soprattutto volevo far godere lei.
Dopo esserci baciati per un bel po mi invita ancora una volta a farle sentire il cazzo, proprio cosi, mi dice.
Questa volta cambieremo la posizione.
Mi vuole vedere in faccia mentre la scopo.
Mi siedo sul letto, e poi lei si impala, letteralmente, sul mio cazzo, faccia a faccia, e cominciamo a chiavare.
Lei mi invita ad aumentare il ritmo, a diminuire, proprio come una vera maestra del sesso.
Tutto funziona a meraviglia e cosi arriviamo a godere assieme.
Entrambi appagati, dopo esserci rimessi in sesto facciamo ritorno a casa.
Decidiamo di mangiare una pizza insieme ad una delle birre che nostro padre portava a casa, era un vero appassionato ed intenditore.
Tranquillamente ceniamo, ascoltiamo un po di musica assieme, e poi, come due innamorati andiamo a letto, nello stesso letto.
Lei si mette tre le mie braccia, l'abbraccio leggermente, niente sesso, ne avevamo già fatto abbastanza per quel giorno.
Passa la notte, la mattina mi alzo e preparo la colazione, la facciamo assieme.
"Allora, il corso è terminato, sono stato un buon alunno?".
"Si, molto bravo come alunno, di tanto in tanto ti farò dei corsi di aggiornamento, personalmente, però...".
"Però cosa?".
"Il corso bene, ma ora ci vuole un esame finale per completare tutto".
"Cazzo stai dicendo?".
"Si, un bell'esame finale è proprio quello che ci vuole".
Non so cosa si deve ancora inventare, mi sembrava di aver fatto tutto con lei.
Dopo esserci vestiti, usciamo ed andiamo ognuno alle proprie occupazioni.
Passano un paio di giorni, i nostri genitori sono rientrati,ed una sera mia sorella, con la scusa dell'italiano, mi fa andare in camera sua.
"Domani pomeriggio, verso le tre, fatti trovare nella nostra casetta, così facciamo l'esame".
Non dico nulla, lei non mi dice nulla.
L'indomani comunque sarei andato là, alla peggio me la sarei scopata nuovamente, ne avevo voglia eccome.
Arrivo nella casetta, suono, mi viene ad aprire mia sorella, in abiti non-abiti...
Era più bona che mai. Il cazzo si erge subito.
Mi fa entrare e vedo che non è sola.
Mi presenta un ragazzo.
"Lui è Massimo, un mio amico, e lei", rivolgendosi ad una ragazzina, "è Mara".
Saluto tutti e due tranquillamente.
"Cosa vuol dire" chiedo.
"Questa è la prova di esame" e scoppia a ridere.
"Massimo e Mara sono fratelli come noi, e fanno quello che facciamo noi".
"Ovvero?", faccio l'indiano.
"Scopano, fottono, proprio come noi".
Divento rosso in viso.
Massimo mi si avvicina e mi dice: "non ti preoccupare, è un segreto che rimane tra di noi".
"Comunque adesso io e tua sorella scopiamo, tu e mia sorella vedete voi cosa volete fare".
Si prendono per mano e vanno verso la camera da letto, finendosi di spogliare.
Non ci vuole molto per sentire i loro versi mentre fottono.
Io e Mara andiamo in cucina e parliamo un po.
Mara era una ragazza molto minuta, niente confronto a mia sorella, ma molto bella.
Capelli neri corvini, occhi grandi, un seno piccolo ma ben fatto.
Cominciamo a parlare, aveva piu o meno la mia stessa età.
Senza chiederle nulla, mi dice che è sempre stata molto attratta dal fratello, e che facevano sesso regolarmente da un po di tempo.
Certamente non ero io quello indicato a giudicare, dico che anche io lo faccio con mia sorella, quindi eravamo tutti e due nella stessa situazione.
Parliamo, abbiamo molte cose in comune, la prima era la maturità che dovevamo fare entrambi.
Decidiamo di magari vederci, poteva nascere chissà...
Intanto quei due maiali nella camera ci davano dentro come se non ci fosse un domani, come fossero soli, e così decidiamo che per noi non era ancora ora, e di uscire per girare un po.
La prova di esame, come la intendevano i nostri due fratelli, era fallita, avrebbero voluto che partecipassimo alle loro evoluzioni sessuali, in compenso ho trovato una ragazzina della mia età che mi piaceva e forse in seguito...
ma sarà tutta un'altra storia








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