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QUELLA ZOCCOLA DI MIA SORELLA (seconda parte)


di gianfrancesco
09.06.2022    |    19.331    |    9 9.8
""Vedrai, seria, per ora si, ma ci vorrà del tempo, comunque fai bene, mi sembra una brava ragazza"..."
Dopo aver fatto il corso di sesso, con mia sorella, ed aver conosciuto Massimo e Mara, fratelli fra loro, ed anche loro maialini come noi, conosco più bene Mara.
Una ragazzina come me, con gli stessi interessi e con gli stessi interrogativi.
Entrambi ci eravamo accostati al sesso aiutati dai nostri fratelli.
Ora però, usciamo assieme, ci frequentiamo, insomma, stava sbocciando una nostra storia, la prima seria per entrambi.
Non eravamo ancora alla ricerca estrema del sesso, qualche bacio, qualche carezza e qualche palpatina.
Ci eravamo prefissati obiettivo di fare sesso quando lo avremmo ritenuto opportuno.
Per essere sincero, quando avevo degli eccessi di voglia, ci pensava, come al solito, quella zpccola di mia sorella.
Sembrava non gliene bastasse mai, ogni occasione era buona per farsi chiavare da me.
Ora, a volte, lo facevamo a casa nostra, correndo dei rischi, ma quando avevamo voglia, non perdevamo tempo.
Io ero perso dietro a lei, ero una marionetta nelle sue mani, solo a vederla mi veniva duro.
Mi aiutava a preparare l'esame di maturità, ma era un supplizio, io quando l'avevo vicina ero irrequieto, il cazzo mi faceva male da quanto era duro, e poi, non riuscivo a concentrarmi, insomma, altro che studiare.
Quando eravamo soli, prima di cominciare, mi segava, mi faceva un pompino, si faceva toccare il seno, la figa, insomma, mi faceva sborrare, e così, dopo, studiavo d'impegno, anche perchè avevo promesso ai miei genitori di fare un bell'esame.
Lei voleva sapere come andava con Mara, io rimanevo sempre nel vago.
"Dai, non fare il timido, te la sei scopata?".
"Cazzo dici, non è mica come te o suo fratello, che non pensate altro che a scopare".
"Si, tu invece, sei un santo, mi monteresti dieci volte al giorno, sempre con il cazzo duro".
Aveva ragione, da che pulpito veniva la predica.
Comunque, tra una scopata, un po di studio, trovavo il tempo di uscire con Mara.
Giorno dopo giorno, facevamo passeggiate, giri nel centro, programmavamo di andare via qualche giorno, dopo gli esami, se i nostri genitori, avrebbero voluto.
Mi parlava spesso dei suoi nonni, che abitavano in un alra regione, proprio in campagna, e sarebbero stati felici sicuramente, di rivederla.
Dopo gli esami, sperando andassero bene per entrambi, ne avremmo parlato.
Qualche volta, ci eravamo appartati in un parco che frequentavamo, ci eravamo baciati, eravamo proprio in sintonia, avevo cercato di allungare le mani, ma lei mi aveva bloccato.
La sua promessa era, che quando si sentiva pronta, sarebbe stata mia.
Non vedevo l'ora, ma accettavo la sua decisione.
Entrambi avevamo parlato ai nostri genitori, che ci frequentavamo.
Avevamo omesso, come ci eravamo conosciuti, e come i nostri due fratelli, scopavano.
Passano i giorni, facciamo l'esame, abbastanza bene per me, speravo meglio, ma tutto sommato bene.
Mara ha un bel punteggio, invece, meglio del mio.
Ora eravamo tranquilli, avevamo superato il nostro primo vero esame della vita.
Le nostre uscite si intensificano, cominciamo ad andare al mare.
Giorni sereni e spensierati.
Naturalmente intercalati, per me, con sempre più scopate con mia sorella.
Quasi tutti i giorni.
Un giorno, dopo aver scopato mi dice: "hai avuto quasi tutto da me, ti manca ancora, una sola cosa".
"Cosa mi manca, oramai so tutto di te".
"Lo so, non ci pensi, ma ti voglio dare il mio culo, vedrai che ti piacerà".
"Hai ragione, non ci avevo mai pensato, ma non mi tiro indietro, oramai comandi tu".
"Si, però non qui a casa, ma nella nostra casetta, dobbiamo essere tranquilli e poi vedrai ti farò andare in paradiso".
"Con te sono arrivato già su Marte ed anche su Plutonio, il primo uomo".
E giù a ridere ed ad abbracciarci.
Intanto Mara aveva parlato con i suoi, mi volevano conoscere, e poi avrebbero parlato con i nonni, per andare a trovarli.
Il giorno arriva, mi preparo per bene, mia sorella che sapeva tutto, mi canzona: "vai dai tuoi suoceri, e se va bene, non gliela hai neppure toccata".
"Lascia stare, con Mara è una cosa seria".
"Vedrai, seria, per ora si, ma ci vorrà del tempo, comunque fai bene, mi sembra una brava ragazza".
Insomma, lei mi scopava, ma guardava me sempre con l'occhio della sorella maggiore, mi voleva bene.
Vado dai genitori di Mara, c'è anche il fratello, una bella famiglia, non fosse per loro due, come noi, che scopavamo tra fratelli.
Ceniamo tutti assieme, si vede che gli ho fatto bella impressione, e mi dicono che parleranno con i nonni, e poi, eventualmente, ci porteranno loro, cosi vedono i loro "vecchi".
Cosi li hanno chiamati.
Andiamo un po nella sua camera, la bacio.
Mi prende per il collo, mi accarezza, e mi dice: "ora sono pronta, quando vorrai, sarò tua".
Un bacio suggella questa promessa.
Ora bisognava cercare il posto.
C'era sempre la casetta che adoperavano mia sorella e Massimo, ma volevao essere distanti da quei due, chissà cosa avrebbero combinato appena lo sapevano.
Purtroppo, non riusciamo a trovare niente, avremo dovuto avere le chiavi di quella casetta e li, possibilmente soli, avremmo fatto l'amore per la prima volta.
L'amore, non solo sesso.
Parlo con mia sorella, gli chiedo le chiavi, vuole sapere per quando mi serve la casa.
Non volevo durgli il giorno preciso, ma non avevo scelta.
Lei mi spaventava, sarebbe stata capace di qualche sorpresa.
"Mi serve domani pomeriggio, ma vogliamo stare tranquilli, capito?".
"Perché, cosa pensi ti possa succedere, tutt'al più mi scopi ancora...".
Aveva sempre la battuta pronta, e non solo, anche la figa sempre in calore.
L'indomani pomeriggio, ci vediamo con Mara, e dopo poco arriviamo nella nostra "casetta".
Eravamo tutti e due un po agitati, ma consapevoli di quello che volevamo fare, insomma ci eravamo innamorati.
Era la prima volta per tutti e due.
Io ero gentile e premuroso, volevo si sentisse a proprio agio.
Oltre ad essere innamorati, era la prima volta, per entrambi, esclusi i nostri fratelli.
Entriamo, parliamo, tergiversiamo ancora, infine lei prende l'iniziativa.
Le donne hanno una marcia in più, mi sembra.
Mi prende per mano, mi porta in camera da letto, ci sediamo, poi lei mi toglie la maglietta, io faccio lo stesso con lei, con la camicetta, poi, indumento dopo indumento, rimaniamo nudi, tutti e due.
La guardo, era bella, non ancora formosa del tutto, ma bella.
La accarezzo, la bacio delicatamente, e lei mi tira verso di lei e mi bacia.
Mi bacia come mai prima, l'atmosfera si scalda, sono tutto un calore, delle vampate mi salgono dalle gambe, mi lascio andare.
Rispondo al bacio, con le mani frogo dappertutto, il seno era la mia meta preferita.
Comincio a baciarla, sul collo, sul seno, sui capezzoli, sente parecchio la mia lingua, si agita, capisce che le piace, forsev ha paura di farsi vedere che gode, la tranquillizzo, le sussurro parole dolci, la invito a lasciarsi andare, a non aver paura a far vedere che gode, e così, si lascia andare completamente.
Ora è mia, nelle mie mani, sono al settimo cielo.
Arrivo pianom piano alla sua fighetta, bella, appena con un leggero pelo, comincio a baciarla, è già bagnata, trovo la giusta collocazione della lingua, e la faccio godere.
Urla di piacere, mi invita a continuare, e poi, in ultimo, di farla sua.
Il cazzo era in completa erezione, turgido, già un po bagnato, un attimo ad infilare un preservativo, ci mancherebbe qualche casino, e senza difficoltà lo metto dentro.
Un burro, un pozzo di piacere, sensazione diversa da quella che avevo provato con mia sorella, una sensazione nuova.
Ora, con calma, ma con un ritmo lento, la chiavo, lei mi abbraccia, mi scopa anche lei, continuiamo per un po.
Gli dico che vorrei godere assieme a lei, ci proviamo.
Ancora un po, e poi, come una liberazione godiamo quasi assieme.
Io un attimo prima, e poi lei subito dopo.
Mi abbraccia forte forte, mi stringe: "ti amo, tanto tanto".
Una vera dichiarazione d'amore.
Avevamo fatto quello che volevamo, con i nostri tempi, pensavo sarebbe stata la prima scopata di una lunga serie.
Ora forse, dico forse, non avrei cercato più mia sorella...
Ma lei, la zoccola, mi avrebbe lasciato un po' in pace?
Certo era ingeneroso il mio pensiero, visto che io non ci avevo pensato tanto a chiavarla, mo ora con Mara avevo raggiunto un mio equilibrio.
Siamo distesi sul letto, ci facciamo le coccole, ci facciamo delle promesse, insomma veramente innamorati persi, non sentiamo neppure la chiavatura della porta, e come un apparizione, appare sulla porta mia sorella.
"Cazzo ci fai qua?".
Ero incazzato, gli avevo detto che volevo essere lasciato tranquillo, che era una cosa seria, ma lei niente, zoccola come era, voleva sempre essere in prima linea, la prima a prendere cazzi.
"E poi, chi cazzo è, quella?", rivolgendomi ad una ragazza, per cosi dire, dietro di lei.
Ho detto ragazza, ma era un altra cosa, un pezzo di figa come poche, molto abbronzata, capelli neri corvini, due bombe al posto del seno....
"Rilassati", mi dice, "sono qua perché oggi devi perfezionare il corso, ti eri dimenticato, giovanotto".
"E lei, caro mio, è una mia amica di merende e non solo".
Lei aveva un potere su di me non da poco, Mara mi dice di calmarmi che non è successo nulla.
Mi tranquillizzo, ci rivestiamo con qualcosa, andiamo in cucina, lei apre il frigo e ci offre da bere.
Aveva pensato a tutto.
"Cosa intendevi prima" dico, "mi prendi per i fondelli?".
"Più che per i fondelli, ti voglio prendere per il cazzo, amore mio".
"Non sono il tuo amore, lo so io chi è il mio amore", replico stizzito.
Si alza dalla sedia, mi prende la testa tra le mani, mi bacia, vinceva sempre lei.
Riprendiamo a parlare con più calma.
"Dimmi veramente cosa sei venuta a fare".
Mi risponde con molta calma.
"Intanto, voglio ricordarti la tua promessa, mettermi alla pecorina e chiavarmi il culo, quello che tu, giovane maiale, hai sempre desiderato".
Divento rosso, guardo Mara, ma aveva perfettamente ragione.
"Si è vero, ma prima di conoscere Mara".
"Mara capirà benissimo, con tua sorella non è un tradimento".
"E lei?", rivolgendomi alla mora.
"Intanto lei ha un nome, si chiama Francesca, ci frequentiamo, facciamo sesso assieme, e se capita, qualche volta, ci spolpiamo qualche uomo".
"Insomma, con rispetto parlando, due belle zoccole".
Invece di incazzarsi, si abbracciano e si baciano.
"Si, siamo due zoccole, non è un offesa, è la pura verità".
Aveva vinto lei.
"Comunque ora, non mi va di fare sesso con te", dico a mia sorella.
La presenza di Mara mi inibiva, ma avevo voglia eccome di fare sesso con lei, e lei lo sapeva benissimo.
"Non ti preoccupare per Mara, starà in compagnia di Francesca, vero Mara?".
Mara non sapeva cosa dire, ed alla fine, rassegnata dice: "va bene, con lei soltanto, guai se mi fai le corna con un altra".
Mia sorella mi prende per una mano, io facevo finta di fare resistenza, e mi porta in camera da letto.
Mi butta sul letto, mi spoglia di quei pochi vestiti, e come al solito, si butta sul gelato, quasi inerte sino ad allora, ma appena sente la sua lingua ha un balzo di vitalità, sembrava uno sprinter centometrista, per la velocità di rialzarsi.
In quel momento dimentico tutto, comincio anche io a toccarla, seno, culo, gambe.
In trenta secondi eravamo già in sintonia.
La faccio girare e comunciamo un 69 come sempre, più leccavo più si bagnava.
Gemeva eccome, le precedenti lezioni erano servite, gli piaceva tanto ed aumentava il ritmo, con le mani le faccio capire di rallentare, non volevo ancora godere, ma lei era ansiosa di bere, e non si dava per vinta, insomma accelera e le sborro in bocca, un fiume di sborra, non ne perde una goccia, ed intanto anche lei mi viene in bocca, diversamente dalle altre volte, quasi come uno schizzo.
Non faccio tanto lo schizzinoso, ingoio anche io tutto, d'altronde eravamo tutta una famiglia, di maiali, ma sempre una famiglia.
Mi abbraccia, e mi dice "come ti faccio godere io non ti farà mai godere nessun'altra donna, sei mio e resterai mio per sempre".
Una specie di sortilegio, un dolce sortilegio.
La bacio sulla guancia, sui capelli e l'abbraccio.
Ci aggiustiamo un po ed andiamo in cucina.
Non c'è nessuno.
Dove sono finite Francesca e Mara?
Andiamo nell'altra camera e ci troviamo davanti uno spettacolo bellissimo.
Mara nuda sul letto, Francesca con la testa dentro la figa, letteralmente dentro la figa, Mara ansimava, si copre la faccia con una mano, quasi si vergognasse.
"E brave le due porcelline", dice mia sorella.
Francesca incurante di noi, continua a mangiare la fighetta di Mara, che in quel momento gode.
Gode, altro se gode. Urla di piacere, niente in confronto a prima con me.
Francesca solleva la testa e con tranquillità: "come potevo perdermi una fighetta così?".
"La fine del mondo, meravigliosa".
Insomma non avevo sbagliato a dire due zoccole.
Lasciamo le due nella camera, chissà, a quel punto, cosa avrebbero combinato, ed andiamo in cucina, beviamo qualcosa, parliamo un po, mia sorella ha voglia di cazzo, si struscia, il cazzo reagisce, anche se quel giorno aveva dato abbastanza, ed allora, via in camera, avrei avuto il mio regalo.
Ancora una volta è lei a condurre il gioco.
Prima mi mangia tutto, gambe, cazzo, palle, petto, orecchie, poi mi dice che la devo inculare, proprio cosi...
Si posiziona a pecora, io avvicino il cazzo, lei si appoggia, e non sono io a chiavare lei, ma lei spingendo il culo, si fa entrare tutto il mio cazzo, bello duro.
"Ora prendimi per i fianchi e spingi, spingi forte, mi raccomando, mi devi fare sentire i coglioni".
Non aveva limiti. Io eseguivo, godevo, me la scopavo.
Vado giù senza nessuna pietà, forte forte, lei incita come uno scaricatore di porto.
Gode, altro se gode, io resisto, anche perchè avevo già sborrato due volte, lei era un continuo.
Si fa sbattere per un venti minuti buoni.
"Ora me lo devi fare provare a smorzacandela, devo vederti in faccia mentre godi".
Era zoccola ed anche esigente.
Mi siedo sul letto, lei senza nessun problema si siede con il culo sul mio cazzo e scende sino in fondo, mi abbraccia e mi dice: "ora cavalca la tua troia, fagli sentire il cazzo".
Questa posizione mi aveva mandato in estasi, non capivo più nulla, eseguivo, chiavavo, e lei era tutta un mare di godimento.
Ormai anche io ero vicino a godere, lei lo sente, mi bacia in bocca, con un lungo bacio, mi abbraccia forte e mi lascia godere come non mai.
Svengo quasi dal piacere.
Mi bacia teneramente e poi: "valeva la pena, stronzetto, fare tutta quella scena, se non vedevi l'ora di rompermi il culo?".
Ancora una volta aveva avuto ragione lei.
Oramai esausto non rimane altro che andare in doccia e fare ritorno a casa.
"Andate via ora voi due", dice rivolgendosi a me e Mara, io devo parlare un po con Francesca".
"Ci vediamo a casa, maialino...".
Questa era mia sorella, la mia zoccola, colei che mi chiavava come voleva, che mi aveva fatto diventare uomo, mi aveva portato alla soglia dell'eros, quello più spinto, e da quale io non sarei mai andato via.
Altre scopate ci aspettavano ed altre novità, da quella mente perversa che era mia sorella.

(se il racconto piace, scriverò altre puntate, signori miei)












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