Racconti Erotici > Gay & Bisex > Si può sapere chi sei?
Gay & Bisex

Si può sapere chi sei?


di FinnTanner
12.06.2018    |    12.628    |    10 9.7
"Niente che potesse fornirgli indizi concreti..."
Il rumore di passi sul pavimento di marmo distolse Alessandro dal libro poggiato sulle sue ginocchia. Di solito a quell’ora la biblioteca della scuola era deserta, e lui aveva finito per considerare un suo privilegio personale potersene stare lì per i fatti suoi, indisturbato. Corrugò appena la fronte, pronto per tornare alla sua lettura.

I nuovi arrivati però risvegliarono il suo interesse, e, pur senza mettere via il libro, raddrizzò la schiena, osservandoli.

Il più anziano lo conosceva bene; era Biante, uno dei professori, un uomo decisamente sovrappeso, con gli occhi porcini e lo sguardo freddo e severo. L’altro invece era un ragazzo della sua età, slanciato e dal fisico definito, seguiva l’uomo corpulento a una certa distanza, misurando i passi, si muoveva come un felino; il suo mezzo sorriso era allo stesso tempo incredibile e inquietante, quasi come una contrazione dovuta al dolore, ma sul viso di una creatura divina. Il ragazzo sconosciuto era alto e straordinariamente attraente e indossava ancora gli abiti civili. Sembrava risplendere debolmente nella penombra fra gli alti scaffali colmi di libri.

«Alessandro.» Lo chiamò all’improvviso il professore. «Cercavo proprio te. Questo ragazzo è un nuovo studente, ansioso di iniziare i suoi studi qui con noi. Mostragli la scuola e prestagli assistenza finché ne avrà bisogno.»

Il professor Biante accennò una dura occhiata in direzione di Alessandro – che non si era mosso dalla sua sedia – poi si rivolse al ragazzo sconosciuto. «Leonardo, ti affido a… a un tuo compagno di corso. A nome della scuola, sono orgoglioso di darti nuovamente il benvenuto. In caso di necessità, non esitare a rivolgerti a me o ad uno degli altri tuoi professori.»

Poi senza aggiungere altro uscì a passo svelto dalla biblioteca, quasi impaziente di andare via. Lasciando i due ragazzi ad approfondire da soli la reciproca conoscenza.

Alessandro rimase immobile per qualche secondo, intento a scrutare lo sconosciuto davanti a sé.

«Benvenuto.» Disse alzandosi in piedi quando si accorse che il silenzio prolungato iniziava a diventare imbarazzante. “Piacere, Alessandro, puoi chiamarmi Alex…”

Il libro che teneva sulle ginocchia volò sul pavimento con un tonfo secco. Si chinò subito per raccoglierlo, arrossendo lievemente per la sua goffaggine. Ma prima di riuscire a raggiungerlo un’altra mano afferrò il libro e glielo porse.

«Leonardo,» disse il ragazzo nuovo con una voce calda e profonda.

Aveva un leggerissimo accento straniero che Alex non riuscì ad identificare.

«Ti interessi di mitologia?» Gli chiese Leonardo indicando con un cenno del capo il libro che aveva appena raccolto.

«Grazie,» disse Alex, irrigidendosi in imbarazzo, sorpreso per la rapidità con cui l’altro si era avvicinato.

Il mezzo sorriso che increspava le labbra di Leonardo si fece più teso. «Scusa,» disse stringendosi nelle spalle. «Non volevo spaventarti.»

Alex distolse rapidamente lo sguardo, non voleva rischiare di perdersi negli occhi di smeraldo dell’altro ragazzo. Posò il libro su un tavolo già ingombro di volumi e si impose di mantenere un tono rilassato. «Ti faccio fare un giro,» disse facendo del suo meglio per sembrare tranquillo. «Se ti va…» Aggiunse velocemente.

Leonardo inarcò un sopracciglio e per un attimo il suo sorriso parve aprirsi. «Certo.»

Non parlarono molto lungo i corridoi. Alex si limitò ad indicare in modo sbrigativo i luoghi d’interesse mano a mano che ci passavano accanto, la biblioteca dove si erano incontrati, le aule, i punti ristoro, le palestre e infine i dormitori. Per quanto possibile evitava di incrociare lo sguardo dell’altro ragazzo, che da parte sua non mostrava molto interesse per quella che probabilmente sarebbe stata la sua casa per i prossimi anni. Anche se più che disinteressato sembrava distratto.

«È sempre così… silenzioso qui?» Chiese Leonardo dopo aver svoltato l’angolo per l’ennesimo corridoio deserto.

«Oh… no, no, certo che no. C’è una partita oggi, sono tutti lì.» Rispose Alex rendendosi conto all’improvviso che per tutto il tragitto non avevano incontrato nessuno.

«Eccetto te.» Disse Leonardo, senza però farlo sembrare un rimprovero o un accusa.

«Beh, a dire il vero gli sport di squadra non fanno per me, credo di essere un tipo solitario…» Alex si sorprese di essere tanto loquace con un perfetto sconosciuto e cercò di cambiare argomento. «Ci vuoi andare? Ti accompagno. Possiamo finire il giro turistico più tardi.»

«Per questa volta passo.» Leonardo sorrise tra sé, senza dare segno di aver fatto caso alle parole dell’altro.

«Ti hanno già assegnato un alloggio?» Gli chiese alla fine Alec con un sospiro malcelato. Non vedeva già l’ora di allontanarsi il più possibile da quel ragazzo troppo avvenente con cui non poteva fare a meno di parlare troppo. «Ti accompagno…»

«Si.» Rispose Leonardo senza dare il tempo all’altro di finire. «Blocco C, secondo piano, stanza numero cinque.»

Alex si immobilizzò, la sua pelle già pallida sbiancò in modo preoccupante. Prima di girarsi però si impose di respirare e rilassarsi. «Quello è il mio alloggio.» Disse sorprendentemente calmo. «Allora vivremo insieme… che coincidenza.»

Leonardo si limitò ad alzare le spalle, apparentemente incurante, ma aveva una specie di nuova luce negli occhi.

Le camere degli studenti erano tutte perfettamente identiche. Nell’ampio ingresso con un’enorme finestra che affacciava sul giardino interno, si aprivano le porte delle stanze da letto, poste una di fronte all’altra, e quella del bagno in comune. In ogni stanza c’erano un letto, un grande armadio, una scrivania spaziosa e una sedia imbottita. Ogni mobile era nuovo, comodo ed essenziale, secondo la filosofia della scuola. E sempre tutto perfettamente pulito e in ordine.

Leonardo trovò una parte dei suoi bagagli accanto al letto nella camera di destra.

«E i miei vestiti?» Chiese allarmato avvicinandosi a passo svelto all’unico borsone rimasto, si rilassò solo dopo averci frugato dentro.

«Non puoi usare abiti civili mentre sei qui.» Alex era sorpreso che nessuno lo avesse avvisato. «C’è un pannello elettronico integrato nello specchio del bagno con cui richiedere quello che ti serve. Uniformi, biancheria e cose del genere.»

«Ho capito,» disse Leonardo senza voltarsi. «Grazie per l’aiuto.»

Alex tirò un sospiro di sollievo. Forse, anche se all’improvviso aveva un compagno di stanza, non sarebbe stato costretto a stravolgere le sue abitudini. Dopotutto, sembrava un tipo solitario tanto quanto lui.

Accennò un saluto e andò in camera sua chiudendosi rapidamente la porta alle spalle, attento a non sbatterla. Per non dare troppo l’impressione di alzare dei muri. Una volta rimasto solo nella sua camera si lasciò cadere sul letto frustrato. Perché il suo nuovo coinquilino doveva essere così attraente? Anche se lo conosceva da meno di un’ora, gli era già difficile toglierselo dalla testa.

Non era la prima volta che si invaghiva di qualcuno, anzi capitava spesso. Ma questa volta sembrava in qualche modo diverso. Per tutto il tempo, fin dal primo istante in cui i loro sguardi si erano incrociati aveva sentito verso di lui un attrazione quasi quasi dolorosa. Fissando il soffitto bianco della sua camera si diede dell’idiota per aver essersi illuso, anche se per un solo istante, che un ragazzo come quello potesse interessarsi a lui.

«Ale!» Gridò Leonardo.

Erano passati solo pochi minuti e sentire il suo nome lo riscosse bruscamente dal suo sogno a occhi aperti.

«Ehi, riccioli d’oro, sei ancora qui?» Il tono di voce del suo nuovo compagno di stanza sembrava impaziente. «Il pannello in bagno non fun… ziona.»

Leonardo aveva fatto irruzione nella sua stanza senza bussare, e per un attimo rimase congelato non potendo fare a meno di notare l’erezione sotto i pantaloni della divisa di Alex, sdraiato sul letto.

«Oh,» esclamò sorpreso, tornando prontamente sui suoi passi e richiudendosi la porta alle spalle. «Scusa amico, pessimo tempismo.»

Alex arrossì violentemente. A parte l’asciugamano stretto intorno alla vita Leonardo era piombato nella sua camera completamente nudo e aveva ancora i capelli ancora bagnati dopo la doccia. Era esattamente come se l’era immaginato, con tutti i muscoli al posto giusto. Ricacciando indietro i suoi pensieri, inclusi i propositi omicidi e suicidi, chiamò a raccolta le forze, si alzò dal letto e con finta disinvoltura andò incontro al suo destino.

Quando uscì dalla camera, a sorpresa, Leonardo non si stava rotolando dalle risate sul divano della zona giorno. Invece lo stava aspettando in piedi accanto alla finestra, scuro in volto.

«Cosa stai facendo?» Lo accusò bruscamente.

«Cosa?» Alex era senza parole, dopotutto quello arrabbiato avrebbe dovuto essere lui. «Tu sei entrato senza bussare. La porta era chiusa per un motivo.»

«Tu mi stai facendo qualcosa.» All’improvviso Leonardo sembrava confuso. «Da quando ci siamo incontrati mi sento strano, mi stai bloccando?»

«Che cosa?» Alex era sbalordito, per lui l’altro ragazzo diceva cose senza senso.

«Spogliati.» Disse Leonardo di punto in bianco.

Alex rimase immobile e per un istante si chiese se avesse sentito bene. «Sei pazzo?»

«Lo sapevo!» Lo sguardo si Leonardo si accese di curiosità. «Tu mi stai bloccando. Si può sapere chi sei?»

«Tu sei pazzo, vado a chiamare un professore.» Alex non riusciva a seguire quelle parole senza senso. Si era anche chiesto se per caso Leonardo non avesse intuito l’attrazione che provava nei suoi confronti. Forse quello era il suo modo contorto di chiedergli spiegazioni. Ma scartò subito quell’ipotesi.

«No… no, aspetta… scusa…» Adesso Leonardo sembrava solo confuso anziché fuori di testa. «Parlo a vanvera, sono stanco per il viaggio. Tranquillo.»

Alex corrugò la fronte, indeciso se correre a chiamare un professore o concedere il beneficio del dubbio a quello strano ragazzo dall’aspetto fenomenale e decisamente matto.

«D’accordo, ma non chiamarmi mai più riccioli d’oro!» Disse alla fine lasciandosi cadere sul divano.

Leonardo si rilassò un pò, e per la prima volta il suo sorriso si aprì mostrando i denti bianchissimi. «Oh, sì, certo… e a proposito, bel cazzo!» Disse accennando col mento proprio in quella direzione.

Alex si irrigidì e si ritrovò di nuovo ad arrossire.

«Non ti preoccupare,» disse Leonardo, dopo qualche secondo. «Ho notato come mi guardi, e spero di non aver frainteso… perché anche tu mi piaci!»

«Che cosa?» Alex quasi si strozzò per la sorpresa.

«Beh, mi sei piaciuto subito. Però mi fai sentire strano, e non ho ancora capito perché.» Leonardo lo stava fissando intensamente, studiandone ogni minimo particolare del volto, come se questo avesse potuto aiutarlo a capire qualcosa. Alex aveva la pelle chiare, profondi occhi blu e capelli del colore del grano molto corti. Niente che potesse fornirgli indizi concreti. In compenso erano tutte caratteristiche che contribuivano a farglielo piacere di più in quel senso. Si era trattenuto dal provarci subito solo perché aveva la sensazione che in quel ragazzo ci fosse qualcosa di diverso dalle persone comuni che aveva incontrato fino a quel momento.

I secondi scorrevano e nessuno dei due ragazzi sembrava intenzionato a rompere il silenzio imbarazzato che si era venuto a creare.

Leonardo iniziò ad agitarsi, temendo di essersi spinto troppo oltre o di aver frainteso qualcosa.

«No… voglio dire, io… anche tu mi piaci.» Disse nervosamente Alex alla fine, superando a fatica il nodo che gli si era formato in gola.

Una volta rassicurato, Leonardo si fece più vicino chinandosi in avanti e poggiando le mani sui braccioli del divano. In modo che il suo viso e quello di Alex fossero solo a pochi centimetri di distanza. Tanto vicini da sentire il suo respiro caldo sulla pelle.

«Ti piaccio davvero?» Gli chiese a bassa voce.

«Si…» Alessandro ingoiò rumorosamente la saliva.

«Non sono gentile,» disse Leonardo con la voce già spezzata per l’eccitazione. «È una vita che non faccio sesso.»

Alex si ritrovò ad ingoiare nuovamente a vuoto nel giro di pochi secondi. Avrebbe voluto darsi un pizzico per essere sicuro che non stesse ancora sognando.

«Io non l’ho mai fatto…» Disse a voce talmente bassa da essere quasi impossibile sentirlo.

Ma Leonardo colse ogni sillaba e sopraffatto dall’eccitazione si fece ancora più vicino poggiando le labbra su quelle inesperte dell’altro ragazzo. E lo baciò con passione.

Alex impiegò un attimo per capire che la pressione e il calore sulle proprie labbra erano causati dalle labbra dell’altro, che aspettavano la sua reazione. Lentamente rispose al bacio, prima con timidezza poi con sempre maggior trasporto, finché non si ritrovò a trattenere la testa di Leonardo fra le mani, mentre le loro lingue si intrecciavano in una danza incessante. Avrebbe quasi voluto essere ingoiato per intero da quelle labbra, in modo che quel bacio durasse in eterno.

Una leggera pressione sulle spalle fece capire ad Alex che il suo compagno voleva tirarsi indietro, e subito gli lasciò andare la testa rompendo il bacio. Approfittando di quel momento anche per riprendere a respirare.

«WHOA,» esclamò Leonardo piacevolmente sorpreso. «Sei sicuro di non averlo mai fatto?»

Alex si maledisse per la sua tendenza a lasciarsi trasportare.

«Non trovi ingiusto che io sia l’unico praticamente nudo?» Gli chiese Leonardo appena tutti e due ripresero fiato.

Alex annuì inconsciamente, senza nemmeno ascoltare.

«Andiamo in camera mia.» Disse Leonardo deciso, tirandolo a sé.

E Alex lo seguì senza esitazione.

Qualche secondo dopo erano avvinghiati sul letto di Leonardo. Alex si ritrovò sdraiato sulla schiena e allargò un poco le gambe in modo che Leonardo potesse mettersi sopra di lui senza schiacciarlo. Ricominciarono subito a baciarsi.

Leonardo gli accarezzò la guancia con la punta delle dita, approfondendo il bacio, mentre Alex aveva le mani libere di esplorare per la prima volta il corpo di un altro. Ne approfittò per far scorrere lentamente le dita sulla pelle liscia delle spalle, poi sui muscoli tesi della schiena verso la vita. Quasi sorpreso da l’inizio della curva dei glutei, alla fine sfiorò l’asciugamano che ancora cingeva i fianchi del ragazzo sopra di lui. Lentamente, seguendone i bordi , si apprestò a sciogliere goffamente il nodo che lo teneva stretto.

Nello stesso momento, Leonardo quasi gli strappò di dosso la giacca dell’uniforme scolastica e un attimo dopo i pantaloni, gettando tutto sul pavimento in un groviglio disordinato.

Leonardo non si fece attendere, e ricominciò a baciare con ardore le labbra di Alex, spostandosi poi sul collo, sul petto e soffermandosi sul capezzolo, facendolo rabbrividire. Scivolò rapidamente sul ventre ricoprendolo di baci e sempre più in basso fino all’asta pulsante che svettava fra le gambe. Ne prese in bocca la punta, giocandoci con la lingua. Poi la lasciò andare, giusto il tempo di afferrare l’asta alla base con la mano per riaccompagnarla con più decisione tra le sue labbra. Leonardo continuò a succhiare finché Alex non gli gli strinse le mani sulla nuca e inarcò la schiena con un gemito soffocato, costretto a mordersi le labbra per evitare di gridare. Stava impazzendo di piacere e prima che fosse troppo tardi costrinse Leonardo a fermarsi.

Tornarono a baciarsi, poi Alex provò a imitarlo e scese a baciargli il collo, il petto muscoloso e giù lungo l’addome scolpito fino al nuovo centro del suo universo. Appena se lo ritrovò davanti sgranò gli occhi e riportò sorpreso lo sguardo al viso di Leonardo.

Il cazzo di Leonardo era decisamente più grosso del suo e stava pulsando davanti ai suoi occhi, fremente di attesa. Lo strinse con una mano per saggiarne la consistenza, quasi a volesse assicurare che fosse reale, poi avvicinò le labbra sfiorando il frenulo. Iniziò con bacio e poi sempre con maggior foga fino a ritrovarsi l’intero glande in bocca. Provò a giocarci con la lingua e fu ricompensato da un gemito soffocato di Leonardo che un attimo dopo gli strinse la nuca, imponendogli di iniziare a succhiarlo.

A causa delle dimensioni non era facile adattarsi. Nonostante questo e i modi bruschi del suo compagno, però, Alex si accorse subito di non essere mai stato tanto eccitato in tutta la sua vita.

Approfittando di un gemito particolarmente profondo di Leonardo, Alex si lasciò sfuggire la cappella dalle labbra. Ammirò quel cazzo maestoso per un momento e iniziò a leccarlo dalla base fino alla punta seguendone ogni vena con la lingua, lasciandosi dietro una scia bagnata. Allo stesso tempo gli accarezzare le palle facendole scivolare delicatamente fra le dita. Riprese in bocca la cappella, diede ci giocò con la lingua e scese subito giù a leccargli le palle sode. Poi ritornò alla cappella senza mai staccare la lingua da quell’asta bollente e ricominciò a succhiare con passione, facendo impazzire di piacere Leonardo che alla fine fu costretto ad allontanarlo dal suo cazzo per non venire troppo in fretta.

Ricominciarono a baciarsi freneticamente senza smettere un attimo di far strusciare i loro corpi l’uno sull’altro.

Ormai però erano si erano spinti troppo oltre, e un semplice bacio, per quanto appassionato, non poteva soddisfarli. Leonardo si tirò su e spinse con decisione Alex a tornare sotto di lui, bloccandolo con il proprio corpo. Prima di tornare a baciarlo si sputò sulle dita.

Alex comprese all’istante le sue intenzioni e fece del suo meglio per rilassarsi mentre Leonardo usava le dita per lubrificare il suo buchetto posteriore.

«Sei pronto?» Sussurrò Leonardo senza quasi staccare le labbra dalle sue.

Alex riuscì solo ad annuire, un po’ spaventato ma allo stesso tempo eccitato e impaziente.

Allora Leonardo lo baciò e contemporaneamente spinse. All’inizio con gentilezza e una volta apertosi la strada con più decisione mentre il ragazzo sotto di lui soffocava un grido. Alex voleva piangere per il dolore mentre il cazzo dentro di lui iniziava a muoversi piano.

I corpi dei due giovani amanti erano talmente avvinghiati da essere praticamente fusi fra loro e non ci volle molto prima che l’incessante sfregamento di corpi portasse Alex a dimenticare il dolore.

Leonardo approfittò del momentaneo spaesamento del suo compagno per farlo girare pancia sotto e avere così un accesso profondo a quel buco strettissimo che gli stava regalando tanto piacere. In quella posizione entrambi raggiunsero l’apice nello stesso momento, Leonardo riversando il suo sperma nelle profondità del corpo del ragazzo sotto di lui, e Alex fra le lenzuola, stimolato come non lo era mai stato.

Fu proprio nel mezzo del piacere che Leonardo notò il tatuaggio dietro la spalla di Alex. Continuò a fissarlo mentre il suo cazzo si sgonfiava e iniziava a scivolare lentamente fuori. Solo dopo un po’ si rese conto che non era un tatuaggio, ma una specie di voglia dalla forma particolare. Qualcosa che gli riportava alla mente un lontano ricordo.

Sfinito, Leonardo si lasciò cadere sul letto accanto ad Alex con un sospiro.

Alex poggiò la fronte sul petto dell’altro, accoccolandosi. «È stato bello.» Disse a bassa voce, incerto, sentiva il battito accelerato del cuore di Leonardo rimbombargli nelle orecchie.

«È stato fantastico!» Disse Leonardo. «Tu sei fantastico.»

Alex si strinse ancora al suo corpo, rilassandosi completamente. Non ci volle molto prima che sopraggiungesse il sonno.

Leonardo aspettò che Alex fosse addormentato profondamente, poi si alzò dal letto senza fare rumore. Raccolse la borsa a tracolla dal pavimento e sfilò con cautela un pesante volume rilegato dall’aspetto antico. Lo aprì sulla scrivania e iniziò a sfogliarlo con apprensione finché non si ritrovò davanti quello che cercava.

La riproduzione esatta vergata in inchiostro nero e oro della voglia sulla spalla di Alex campeggiava minacciosamente in rilievo sul frontespizio della pagina e la descrizione a caratteri cubitali non lasciava spazio a nessun dubbio.

***

.: Sterminatori :.

Sono cacciatori naturali le cui straordinarie capacità si manifestano spontaneamente.

Per natura sono immuni agli artifici comuni. Se addestrati possono sopportare senza danni anche artifici di grado elevato.

Sono stati documentati dei casi di resistenza ad artifici di massimo livello, anche se a costo della vita.

Fino alla Convenzione erano sfruttati come guerrieri nelle guerre magiche.

Non si hanno notizie di sterminatori in vita.

***

Leonardo imprecò tra se e con un sospiro chiuse a chiave il pesante volume in un cassetto della scrivania. Poi tornò silenziosamente a letto e strinse forte a sé l’inconsapevole e pericolosissimo sterminatore di cui si stava innamorando.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Si può sapere chi sei?:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni