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Il furgone azzurro


di Membro VIP di Annunci69.it maturoamodena
29.12.2017    |    8.046    |    17 9.7
"Appoggiato sulla sua coscia sinistra l’uccello, sebbene barzotto, è già di notevole dimensione..."
Giovedì 20 luglio 2017 - ore 07,50 - Temperatura esterna 25°

Sono settimane ormai che perdura questo caldo eccezionale, da decenni non se ne ricorda uno uguale.
Come tutte le mattine arrivo nel parcheggio alle porte della città. Mi guardo attorno alla ricerca di un posto anche parzialmente all'ombra altrimenti, alle 13, uscito dal lavoro, la macchina sarà un forno inaffrontabile.
Là in fondo, tra il muro di cinta ricoperto di edera selvatica e quel furgone azzurro, ci starò? Ci provo accostandomi tutto a destra.
Nell'aprire lo sportello controllo d'avere lo spazio sufficiente per passare e mi accorgo così che il furgone è molto malandato, qua e là arrugginito. La portiera sembra essere stata manomessa tant'è che non è completamente accostata.
Facendo finta di trafficare con la borsa d'ufficio cerco di sbirciare all'interno.
Ma sono due piedi quelli che s'intravedono? E' un corpo d'uomo quello? Non faccio a tempo a formularmi mentalmente la terza domanda Non sarà mica morto? che il piede del "cadavere" si muove facendo scorrere l'intera portiera mentre una voce mi dice "Ciao"
Sussulto senza lasciarlo vedere.
Chi ha parlato è un giovane uomo certamente ancora non quarantenne. E' praticamente nudo se non per un paio di calzoncini ginnici in maglina grigia che, data la postura, gli scivolano morbidamente lungo le cosce arrotolandosi all'altezza del pube, scoprendo, così, due gambe pelose, nerborute e snelle e lasciando intravedere parte dello scroto. Anche il corpo è asciutto ma muscoloso di quella potenza dovuta alla fatica più che alla palestra. Addominali definiti, pettorali pronunciati, bicipiti sviluppati. Il pelo che ricopre il busto è corto ma perfettamente disegnato, la carnagione è ambrata, i capelli cortissimi neri, così come quell'ombra di barba che gli parte da sotto gli occhi profondi e scuri sovrastati da folte sopracciglia. Non c'è dubbio, un esempio di straordinaria bellezza del Maghreb.
"Tutto a posto?" gli chiedo "pensavo fossi morto" sorrido anche per nascondere l'evidente sguardo d'ammirazione che certamente ho dipinto sul viso.
"Sono ancora vivo, Inshallah. Je suis dèsolè se ti ho spaventato, ma questa è la mia casa. Non preoccuparti per l'auto, questo furgone non cammina. Te la guardo io, tranquillo"
E' gentile, si esprime correttamente con un leggero accento francese, ispira fiducia.
"Ma è troppo caldo per vivere qui dentro, come fai? non hai altro posto?"
"Non ho più una casa e poi sono attrezzato vedi?
Alza un braccio mostrando un'ascella pelosa; facendo così un'infinità di muscoletti del torace sembrano guizzare sotto la pelle. Mi indica un piccolo ventilatore a pale che non capisco con cosa sia alimentato. L'interno del furgone è ordinato, una stuoia riveste il fondo e qualche cuscino è poggiato qua e là, intorno alle pareti sono disposte delle scatole e qualche immagine abbellisce il tutto; rimango colpito: sembra quasi un monolocale.
"Non è da sempre che vivo così. Sono stato sfrattato e nessuno vuole darmi casa. Sono regolare, ho permesso. Al mio paese ho studiato economia, ma qui lavoro in fabbrica. Per guadagnare di più faccio sempre il turno di notte, così al mattino posso fare la doccia in stabilimento, poi vengo a dormire un po’ e quando è troppo caldo vado al parco o in un centro commerciale con l'aria condizionata. Tu parcheggi tutte le mattine qui, n'est-ce-pas? Ti vedo sempre quando arrivi e qualche volta ti ho visto davanti al tuo ufficio quando passo dal centro...fai un lavoro importante tu".
Sono senza parole! Io non mi sono mai accorto di nulla e lui conosce la mie abitudini e persino dove lavoro.
Gli dico che non sono una persona importante tant’è vero che devo fare in fretta se non voglio fare tardi. Sorride ancora mentre richiude lo sportello nello stesso modo in cui l’aveva aperto.
Il mattino mi scorre senza che ripensi all’accaduto. Me ne ricordo solo quando vado a ritirare l’auto, ma non c’è nessuno e la portiera è chiusa con un improvvisato lucchetto esterno.

Venerdì 21 luglio 2017 - ore 07,42 - Temperatura esterna 26°

Anche oggi si preannuncia una giornata torrida, è già caldissimo.
Entro nel parcheggio e senza esitare mi dirigo verso il muro di recinzione. Il furgone c’è, ma sembra deserto. Prendo tempo trafficando con le chiavi, tossisco un paio di volte.
Ed ecco che la portiera scorre e la stessa voce profonda mi dice:
“Ciao! Ti stavamo aspettando” è semidisteso nella stessa posizione di ieri. Una kefiah a quadretti in mille morbide pieghe gli copre la regione pubica. È, se possibile, ancora più bello.
“Ciao” gli rispondo “caldo anche oggi eh? Mi stavate aspettando chi…non sei da solo?” E butto un occhio dentro il furgone.
“Noi due” mi risponde e facendo così allontana il panno che lo ricopre. È completamente nudo!!!!
Sfacciato, imprudente, arrogante. Appoggiato sulla sua coscia sinistra l’uccello, sebbene barzotto, è già di notevole dimensione. È chiaramente circonciso con la cappella scura e leggermente appuntita.
Sono ipnotizzato. Non riesco a staccare gli occhi anche perché, sotto il mio sguardo voglioso, a piccoli scatti lo vedo indurirsi e portarsi verso l’alto. Sorride mentre con la mano mi fa segno d'entrare.
Ho il cuore in gola. Mi chiedo se ho preso la pillola contro l’ipertensione perché in testa ho un martello che batte sempre più forte, sembra scoppiare.
Mi guardo intorno, ma la posizione è davvero nascosta alla vista di chiunque. La tentazione è troppo forte…Sono cinquant’anni che vivo di rimpianti. Decisione, ci vuole decisione, bisogna correre qualche rischio ogni tanto… Poggio un ginocchio sul fondo del furgone e col dorso della mano sfioro quell'uccello meraviglioso. Un guizzo e si erge ancora di più aderendo contro l'addome e arrivando all'ombelico. Gli accarezzo il ventre, continuo fino allo sterno, arrivo fino ai pettorali facendo scorrere le dita nel fitto del suo morbido pelo.
Mi afferra la mano e con risolutezza mi attira dentro. Intralciato dalla mia borsa, dal telefono e dalle chiavi rovino su di lui, che, sempre utilizzando il piede, chiude la portiera e fa scattare un chiavistello. Il suo corpo è caldo, profuma di bagnoschiuma al pino.
Poggia entrambe le mani sulla mia testa e con una spinta che non ammette rifiuti mi guida verso il suo membro facendolo aderire sul viso. Ne gusto la fragranza, la consistenza, la setosità.
La ragione mi suggerisce di andare via, i sensi mi trattengono...E se avesse un complice? e se adesso qualcuno mi fotografa e poi mi ricatta per tutta la vita?
Nel frattempo s'impugna il cazzo e deciso me lo appoggia sulla labbra forzandole. Ne saggio il gusto in punta, lo succhio facendo roteare la lingua, lo bagno abbondantemente di saliva, lo spingo in gola finché posso, lo tiro fuori completamente sostituendolo con un testicolo, poi con l'altro, infine con entrambi. Sospira, capisco che gli piace, riprendo la successione mantenendo un ritmo più o meno regolare ed ogni volta cresce il suo ansimare. Ad un tratto m'imprigiona la testa stringendola fra le cosce. Grugnisce. Faccio appena in tempo a sfilarlo di bocca che fiotti di sperma schizzano dappertutto colpendo addirittura il tetto dell'abitacolo per poi colare giù. Il corpo squassato da violenti spasmi s'inarca in preda all'orgasmo. Poi un ultimo gemito, crolla respirando profondamente, si rilassa, chiude gli occhi. Lo guardo per un po’. E' sudato, le sopracciglia aggrottate, le narici larghe. L'aria che proviene dal piccolo ventilatore gli muove lievemente i peli del corpo umidi di sudore e di sperma. Mi ricompongo come posso. Raccatto la mia roba e mi giro per scappare via.
"Ne t'en va pas...non andare...vieni qui" Mi afferra la mano tirandomi verso di lui. E qui mi sorprende.
Poggia le sue labbra sulle mie, con tenerezza. Infila la lingua, me la rotea in bocca, cerca la mia, mi prende per la nuca per aderire maggiormente. E' un bacio, un vero magnifico cocente appassionato bacio. Naturalmente rispondo e sento nelle mutande l'erezione che cresce.
Mi dice "Tu non sei venuto, scusa, ma avevo troppa voglia, non ho potuto trattenermi" e cerca il mio inguine con la mano. Mi stacco a malincuore dicendogli che è tardi e purtroppo devo andare in ufficio.
"Ok...io adesso dormo...ho lavorato tutta la notte. Ci vediamo domani, ok mon ami?"
La portiera si richiude alle mie spalle e sento la sua voce dall'interno che dice: "Ne t'inquiète pas...c'est notre petit secret"
Ed invece sono preoccupatissimo. Piccolo segreto un cazzo! Dov'è il trucco? Ma come m'è capitata 'sta cosa?
Mi allontano in fretta eccitato, confuso, sbalordito.

Sabato 22 luglio 2017 - ore 07,39 - Temperatura esterna 26°

Stamattina mi sono alzato presto, ho fatto una lunga, curatissima doccia non trascurando nemmeno le parti interne.
Oggi il parcheggio è deserto. Saranno andati tutti al mare per il fine settimana, ma io mi dirigo direttamente al mio ormai solito posto.
La portiera è semiaperta. Lui è nella medesima posizione. Completamente nudo. Aspetta me. Mi vuole. Io voglio lui.
Sorride mentre entro. Nessuna parola tra di noi. Mi abbraccia e mi bacia sulla labbra...come ieri entra con la lingua nella mia bocca e me la scava. Le sue mani intanto trafficano con il bottone dei jeans...li apre...infila la mano. Volutamente non indosso biancheria. Se ne accorge e sorride nella mia bocca. Mi afferra l'uccello mentre io impugno il suo ormai decisamente eretto. Aiutandomi con i piedi mi libero dei mocassini così lui può togliermi i pantaloni mentre io mi strappo quasi la camicia. Adesso siamo entrambi completamente nudi. Ci abbracciamo. Il suo corpo è duro, muscoloso, caldo. Sento i suoi peli che solleticano la mia pelle. Rovescio la testa all'indietro mentre appoggia le labbra sul mio capezzolo e lo sugge. Le sue mani scorrono lungo la mia schiena, accarezzano i lombi, si fermano sui glutei, li stringono. I nostri cazzi si affrontano strusciando l'uno contro l'altro, competono per rigidità. Con un guizzo dei reni mi rivolta e sbattendo contro il fondo del furgone, mi ritrovo sdraiato sulla schiena. Adesso è a cavalcioni su di me. Il mio uccello è fra le sue natiche nel cui solco già umido di sudore se lo fa scorrere andando su e giù. Sento che lo dirige contro il buco...ne avverto l'arrendevolezza. Si sputa sulla mano. Mi bagna la punta...risputa e s'insaliva la fessura. Torna a puntarselo. Stavolta cede, si apre accogliente. Mi ritiro prima che sia troppo tardi. A tentoni individuo i jeans, ne estraggo una manciata di profilattici. Lui capisce, ne apre uno con denti e sempre guardandomi negli occhi me lo srotola sull'arnese. Un ulteriore sputo e stavolta giù deciso, centimetro dopo centimetro fino in fondo. Solo allora si ferma. Poggia la fronte contro la mia, respira il mio respiro. Muove il bacino ruotando a volte in un senso altre volte in quello opposto, a volte spingendolo in avanti e indietro, cercando di farlo entrare il più possibile. Fra un cambio e l'altro si ferma e contrae i muscoli anali facendomi provare sensazioni straordinarie. M'ero fatto l'idea che fosse soltanto attivo ed invece lo vedo che si gode, come la più calda delle spose, il mio cazzo che gli ravana il culo e questo mi eccita tanto quanto mi attizza vedere il suo pitone teso e duro da cui gocciola del liquido vischioso.
Non resisto più, sono due giorni che ho voglia di sborrare. Gli dico "fermati un attimo...vengo...sto per venire" ma lui accelera il movimento e spinge perché entri ancora più in profondità. E' un attimo. Gli sborro dentro agitandomi come un forsennato e trattenendo a stento l'urlo che sembra partire dal profondo della mia gola. Rallenta la roteazione e nel frattempo si mena la nerchia nodosa. Sborra. Un'infinità di schizzi che mi colpiscono il viso, il collo, il torace. Sborra emettendo un muggito. Sborra con ancora il mio uccello duro dentro. Poi si piega su di me e mi bacia. Nel farlo evidentemente mi passa in bocca un po’ del suo sperma perché ne avverto il gusto aspro ma gradevole. Restiamo qualche minuto così. Sfiniti, sudati, appagati. Si sfila piano il cazzo dal culo.
Poi mi porge una salvietta bianca. Sa di pulito. Cerco di togliermi tutto quella roba da dosso mescolata al sudore. Lui ride e mi aiuta. Rido anch'io imbarazzato.
Mi rivesto più presto che posso. Devo andare in ufficio e vorrei ripulirmi prima che i colleghi si possano accorgere di qualcosa.
"Tu en vas?" mi chiede "Devo andare, sono in ritardo" allungo il collo per dargli un bacio, risponde con passione.
"Ci vediamo domani?"
"No domani è domenica...forse lunedì...ma ne sei sicuro?"
"Voglio scoparti anch'io, cherie" dice in modo crudo
"Allora ci vediamo lunedì...cerco d'arrivare prima così abbiamo più tempo...con me dovrai avere pazienza"
"T'aspetto con ansia...au revoir"

Mercoledì 13 dicembre 2017 - ore 07,40 - Temperatura esterna 3°

Sono passati quasi cinque mesi da quando ho conosciuto Omar.
Ci siamo rivisti spesso da allora. L'ho aiutato a trovare un monolocale in centro città offrendomi da garante col padrone di casa.
Quest'estate è venuto a fare dei lavori a casa mia. Ha imbiancato la cucina, sostituito qualche piastrella in lavanderia, cambiato le guarnizioni del rubinetto in bagno. Così si è guadagnato qualcosa (sebbene non volesse essere ricompensato) e conquistato la fiducia e la simpatia della mia famiglia che non esita a chiamarlo tutte le volte che ce n'è necessità.
La nostra, pertanto, non è più un'amicizia clandestina, non è raro che passi alla sera e si fermi a cena.
Tant'è che abbiamo prenotato un volo per andare assieme in Marocco. Sarò ospite a casa sua. I suoi familiari sono ansiosi di conoscere il suo benefattore italiano. Dormiremo nella stessa casa e, se saremo discreti, chissà, potremo anche dividere il letto.
Questa situazione è comoda per entrambi: lui frequenta un uomo sposato e quindi non da adito a sospetti. Addirittura forse i connazionali pensano che si faccia mia moglie. Io passo per un uomo che si prende cura di chi è più sfortunato.
In realtà ci vogliamo bene e non riusciamo a far passare due giorni senza vederci.
Anche adesso sto andando a casa sua.
Ha fatto il turno di notte in fabbrica e so che lo troverò nudo e profumato di bagnoschiuma al pino.
Non so chi scoperà chi oggi, ma non fa differenza, il nostro rapporto è paritario ed è bello soprattutto per questo.
Dalla scorsa settimana le temperature sono scese parecchio. Ho comprato un piumone per Omar...e per me.

Dimenticavo...il furgone azzurro lo abbiamo rottamato.
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