Tinto Brass - Uno sguardo libero
arte 25.02.2016 11 | Canali: tinto brass erotismo arte film porno
“La vita è semplice, è complicata dalla paura che le persone hanno della libertà”. Lo sa bene il Maestro della cinematografia pornografica nostrana Tinto Brass che, nel corso della sua lunga carriera, ha sempre incontrato l’ostilità della critica e delle istituzioni. Un regista di fama internazionale che ha passato più tempo in tribunale che dietro la macchina da presa, lottando affinché le sue pellicole vedessero la luce: ventisei film su ventisette censurati e pellicole bloccate per anni prima di poter arrivare nelle sale.
Il suo esordio da regista risale al 1963 con “Chi lavora è perduto”, una critica al lavoro come alienazione dell’individuo che, presentato alla Mostra di Venezia, gli causa i primi forti problemi con la censura. Sin dagli albori della sua carriera il promettente autore si scontra con un ostruzionismo a tutto campo; si cimenta allora con diversi generi - dalla commedia, al western, al giallo, al noir - per sperimentare a tutto tondo il linguaggio cinematografico. Si trasferisce a Londra, dove consacra la sua fama di regista maledetto. Ma la svolta concreta della sua carriera arriva solo negli anni’80, quando viene finalmente lasciato libero di dare forma alle proprie visioni erotiche.
Oggi, a quasi 83 anni, Tinto Brass si prende la sua piccola rivincita con una mostra monografica al Complesso del Vittoriano di Roma. Il viaggio espositivo Tinto Brass - Uno Sguardo Libero (dal 24 febbario al 23 marzo) parla di trasgressione, provocazione, erotismo, sensualità, sperimentalismo e libertà di espressione e comprende documenti inediti, sceneggiature, bozzetti di scenografie e costumi, manifesti, fotografie e filmati.
La mostra vuole celebrare il genio creativo di un uomo che ha sedotto generazioni di italiani. Nessuno è immune al suo fascino controverso, neppure le varie attrici che hanno incarnato le sue visioni erotiche: da Stefania Sandrelli a Claudia Koll, da Debora Caprioglio a Serena Grandi.
“Le ho corteggiate tutte" - racconta il regista - “E nessuna ha mai rifiutato categoricamente una mia offerta di lavoro.” Le faceva spogliare e recitare qualche battuta improvvisata sul momento; così ne intuiva il potenziale, così le scritturava. Ed oggi, che sta pensando ad un nuovo film “ambientato su un’isola deserta dove vive solo una donna" - confessa che sarebbe curioso di dirigere il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. “Perché i film erotici non sono una diminutio rispetto ai film più politici: sono la continuazione, per me più onesta, dello stesso discorso”.
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