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io lei e sua madre


di nellopisello
26.04.2023    |    10.504    |    5 8.8
"Una cavallona, coscia lunga, bionda, vestitino sbracciato corto alla coscia, calze a rete tacco 12 e guardandola l'avevo gia messa incinta con il solo..."
Tempo fa, ritrovandomi in compagnia di amici e parlando del più e del meno, uno di loro, che
chiamerò Mario, di recente, insieme alla sorella che chiamerò Federica, si era imbarcato
nell'apertura di un locale in una zona non troppo idonea per un'attività notturna.

Dopo un breve periodo dall'inaurugazione, Mario e Federica, facevano fatica a far decollare
questo locale.
Avendone aperto uno insieme tempo addietro, mi chiese aiuto per un breve periodo, il tempo
di farlo funzionare almeno un pò, poi ci avrebbero pensato loro.
Siccome per me, l'amicizie ha un valore, decido pur avendo un'altra attività, di dargli una mano.
Quindi, di giorno lavoravo per me, poi il tempo di prepararmi, mangiare e sarei andato nel locale
a dargli una mano fino alle 02.00 circa.
Prima sera, arrivo al locale, erano le ventidue, c'era musica soffusa, le luci tenue, un tipico
pub per coppie.
Mario si allontano dalla cassa e mi venne incontro, Federica che è un'amica da diversi anni, usci
dal bancone e anche lei ci raggiunse.
Tutti e due mi fecero vedere il locale, orgogliosi di quel che avevano costruito.
Poi un drink insieme, ricordando i vecchi tempi passati insieme a mario e aggiornamenti con Federica
che pur essendo un'amica non vedevo da diverso tempo.
Dopo poco Federica mi portò dietro al bancone per farmi vedere dove erano posizionate le varie
birre, bicchieri, schecher, etc etc...
La serata passava tranquilla, Mario alla cassa una ragazzina in sala, Io e Federica dietro al piccolo
bancone e a me non dispiaceva.
Federica, era una donna di 40 anni, alta, curata sia nel fisico che nell'abbigliamento con
lunghi capelli biondi che quella sera, sciolti, gli arrivavano alle natiche fino a coprire
parzialmente la gonna nera a tubo che le fasciava il sedere, rotondo sodo, che ogni volta
lo si vedeva, veniva voglia di palpalro a piene mani.
Sinceramente, la presenza di tutti e due dietro quel piccolo bancone, non era proprio necessaria
e un pò scomoda.
Ma essendo la proprietaria assieme a Mario, certo non mi permettevo di dirgli nulla, se non
battute, per passare il tempo nei ritagli tra un'ordinazione e l'altra.
Ammetto comunque che ci sapeva fare e la vedevo meglio li che in sala.
Seconda serata, Mario non c'era, io arrivai un bel pò in anticipo per preparare, visto
che la sera prima le cose erano andate un po a rilento, causa mancanza di organizazzione.
Federica era seduta ad un tavolino mentre beveva un caffè, quello che io chiamo di servizio
perche riservato al personale del locale.
Quella sera la trovai vestita come la sera prima, stessa gonna, camicetta bianca, non la stessa,
con una piccola differenza, indossava dei collant nero velato con riga posteriore e dei decolte
nero lucido tacco 10.
Mi fermai ad osservarla, tipo bava alla bocca.
La conosco, sempre elegante, una fem fatal...
Poi penso, sicuramente è una facciata per attirare clienti nel locale...
La salutai, rigoroso bacio sulla guancia da parte sua, nel farlo, mi butta le braccia al collo,
i seni che mi pigiavano contro, inutile dire che rimasi sorpreso, ci eravamo visti la sera
prima, cosa era questo modo di fare?
Ripeto la conoscevo bene, era espansiva, a volte ingenua, ma mi si accese un campanello.
Nella foga mi fece male con il ferretto del regiseno bianco a balconcino, che si era rotto
nell'abbraccio, si scusò e ingenuamente slacciandosi alcuni bottoni della camicetta
per metterlo a posto in qualche maniera, si videro i seni ancora sodi e con dei capezzoli
rosei perfettamente tondi, mi casco subito l'occhio e lei se ne accorse e arrossì, sorrisi,
e tutti e due facemmo finta di nulla.
Controllo il bancone, faccio una lista di quel che avevamo consumato la sera prima, poi scendo
in cantina per fare il carico e per nascondere quel rigonfiamento imbarazzante in mezzo alle
mie gambe, dovuto all'abigliamento e al suo modo di fare.
Dopo poco, sento i tacchi di lei picchettare sugli scalini, stava scendendo, forse per darmi
una mano.
Invece era per chiedermi di prendere qualcosa messo in alto su uno scaffale, perchè Mario
non aveva voglia di farlo.
Mi prestai volentieri, prendo una sedia e la avvicino allo scaffale, stavo per salire, quando
mi fermò mettendomi una mano sulla spalla dicendomi, ci penso io...
La guardai stranito, lei unì le gambe, si tirò su la gonna all'altezza delle natiche,
scoprendo quel sedere sodo e rotondo, le calze autoreggenti e un paio di brasiliane di pizzo nero.
Mi guardò, questa volta per nulla turbata, senza vergona, mi chiese di avvicinarmi, sempre con
la mano sulla mia spalla, appoggiò un piede sulla sedia, le mutandine avevano preso una piega
che faceva leggermente uscire un labbro roseo e umido, mi riguardò, sembrava volesse essere
posseduta lì,in quell'istante, in quella posizione, tra scatoloni e odori di muffa.
Poi di scatto, con un colpo di reni e usandomi come sostegno, salì in piedi sulla sedia,
rivolgendo di fronte la mia faccia la sua figa profumata.
Si girò verso lo scaffale dandomi ora quel sedere favoloso.
D'istinto mi avvicinai, dopo avergli dato un paio di buche anni addietro, quella sera e in quella
situazione, l'avrei scopata volentieri, ma mi fermai al suo, mi tieni per i fianchi, ho paura
di cadere.
Poi, come se nulla fosse, come un interruttore acceso o spento, trovato quel che voleva se ne andò.
Sinceramente mi dette fastidio, era una bella donna, non mi aveva mai interessato particolarmente
poi essendo la sorella di Mario, la cosa mi bloccava un pò.
Ma quella sera e in quella situazione, l'avrei scopata volentieri...
Comumque in quel periodo le donne non mi mancavano e pensavo, uscito da li alle due, visto come
ero combinato, sarei andato a passare il resto della notte da un'amica...
Mentre tornavo su continuavo ha pensare quanto fosse stata stronza, il motivo di quel comportamento?
Sicuramente era dovuto a tutte le volte che l'avevo rimbalzata.
Comumque appena su, vidi Mario alla cassa e Federica dietro al bancone, incominciavano ad arrivare
i primi ordini, tutta gente assetata...
la serata continuava tra chiacchiere ordini e doppi sensi.
Fu verso mezza notte che non si sa perchè, ma Federica icominciò ad accendersi.
Con ogni scusa, si piegava, una birra, qualcosa che faceva cadere apposta...
Facendo ben attenzione che fossi dietro di lei, facendomi vedere il culo o spudoratamente
strusciandolo contro il mio uccello, che non gli e le mandava certo a dire....
Oppure, abbassandosi dietro il bancone, tirandosi via il regiseno, con la scusa che quel benedetto
ferretto non voleva stare tranquillo e ormai rotto, era meglio toglierlo del tutto...
Fu solo intorno alla una e mezzo che si presentò Laura con un amico, il secondo personaggio
di questa storia.
Una cavallona, coscia lunga, bionda, vestitino sbracciato corto alla coscia, calze a rete
tacco 12 e guardandola l'avevo gia messa incinta con il solo pensiero...
Appena entrata si diresse alla cassa salutando calorosamente Mario, poi si diresse verso
Federica abbracciandola e baciandola, e tutte e due si avvicinarono verso di me.
Federica ci presentò dicendo: lei e Laura, mia figlia, sapevo havesse una figlia, ma non l'avevo
mai conosciuta e non pensavo fosse cosi gnocca.
I soliti convenevoli e poi, vista l'ora e la scarsità di clienti, ci sedemmo tutti al famoso tavolo
di servizio, io, Federica, Laura, e il suo amico.
Dopo breve, mi accorsi di un certo interessamento da parte di Laura, battutine, sorrisini, occhiate,
per altro ricambiate.
La cosa non mi dispiaceva, ma le feci notare che comumque era accompagnata e non era proprio
carino quel comportamento, mi rispose lui dicendomi, che era solo un amico occasionale
con cui faceva del sesso.
Lo confesso, ci rimasi...
Mentre pensavo, tale madre tale figlia, le cose e i discorsi si fecero sempre più allusivi
da parte sua, mia e del suo amico.
E da buon..... certo non mi tiravo indietro.
la serata finì con una sua frase: tu sei fortunato che siamo nel locale di mia madre.
la mia risposta fu pronta, e le dissi, tu, sei fortunata che siamo nel locale di tua madre.
le sere successive, continuarono tranquillamente, Federica si era spenta o cosi sembrava...
Ma non mi preoccupava, non potevo tornare tutte le notti a casa con il cazzo in gola...
Non pensavo nemmeno più a Laura, finche una notte, squillò il mio cellulare, era Laura...
Un'ora insolita per telefonarmi, avendo un problema nel bagno e parlando con Mario era venuta
ha sapere che facevo anche l'idraulico e mi chiese se potevo dare un'occhiata.
A me sembrò tanto una scusa, ma accettai e mi presentai a casa sua il giorno dopo nel pomeriggio.
Con lei abitavano, il figlio sedicenne e Federica, che a differenza di Laura, girava per casa
a piedi scalzi e mezza nuda.
Laura mi portò in bagno facendomi vedere un rubinetto dell'età di Carlo Cudega che chiedeva aiuto,
il rubinetto...
Mi offro di cambiarglio, essendo tra l'altro un buon idraulico e un buon elettricista.
Due giorni dopo puntuale, mi ripresento, il locale era chiuso, il ragazino era ospite di un amico.
Si presentò alla porta proprio Federica, vestita di sole calze a rete, brasiliane e regiseno.
Il solito saluto con un bacio...
In quel momento vedendo la situazione, Laura in camera da letto, Federica cosi vestita...
Mi sono fatto un paio di film e che bei film...
Ma Federica si stava solo preparando per uscire con delle sue amiche e Laura si stava cambiando
mettendo lo stesso vestito di quando ci eravamo conosciuti.
Federica tornò in camera sua borbottando, ma tu lavori sempre vestito a festa...
Laura usci dalla sua stanza, mi salutò, confermando quel che Federica aveva appena detto.
Il tempo di fare quattro chiacchiere, cambiare il rubinetto e Federica era pronta, gonna nera
alla coscia con un vistoso spacco e camicia attillata nera, tacco 12, sembrava un corvo se non
per un chiodo bianco.
Scherzosamente le dissi se era sicura che uscisse con delle amiche...
Fece una leggera smorfia e rispose: fate i bravi voi due mentre non ci sono, per tutta
risposta feci un sorrissino e un gesto tipico milanese con la mano, indicando di andare...
Federica ricambiò il sorriso con una linguaccia, dicendo che sarebbe rincasata per l'una,
massimo le due.
Oramai erano le dieci meno un quarto, tardi per andare a mangiare qualche cosa fuori.
Laura mi invitò ha restare da lei, avrebbe preparato qualcosa di veloce e cosi fu.
Finito di mangiare ci mettemmo sul divano, la televisione era accesa, davano qualcosa che non
interessava a nessuno dei due.
Come una gheisca pronta a sodisfare qualsiasi richiesta, si alzò e si sdraiò, la sua testa
era adagiata sulle mie gambe.
Mi guardava e le venne idea di riprendere i discorsi fatti al locale quella sera, andando
più a fondo, chiedendomi particolari sul modo di fare con altre donne, ribattendo e ascoltando
a occhi chiusi i miei racconti, finche, mentre parlavo, lei con un gesto che ancora non ho capito,
si liberò delle spalline, abbassando il vestito.
Afferrò i suoi capezzoli tra pollice e indice e cominciò a massaggiarli delicatamente.
Girò la testa verso il mio cazzo ancora dentro i pantaloni, lo annusò, lo morse, mentre i massaggi
ai capezzoli si facevano più intensi, e furiosi.
Le mie mani si appoggiarono sulle sue, accarezzando e stringendo i capezzoli come a lei piaceva.
E mentre mi trovai con i capezzoli tra le mie dita, le sue mani scivolavano sul suo vestito
arrivando tra le cosce.
Puntando i piedi e inarcando la schiena si tolse gli slip fradici dei suoi umori, li portava
alla bocca, leccandoli e annusandoli.
Mentre con l'altra mano sulla mia, stringeva un seno con tutta la forza che aveva...
Lei con le gambe aperte, ormai, persa nei gemiti e nell'imaginazione di quel che gli stavo
raccontando, si era accorta di avere la mia mano tra le cosce, le dita scivolavano tra le sue labbra
umide, prima solo uno, poi due, poi tre ed infine quattro dita che si faceva strada dentro di lei,
gemeva, mordendo gli slip come una cavalla morde il freno.
In un attimo sembrava essere tutto finito, si era alzata di scatto, ma solo per prendermi per mano
e portarmi nella sua camera, dove mi buttò sul letto per sedersi a cavalcioni tra le mie gambe.
Mi toglse la camicia accarezzarmi, prendendomi la testa da dietro e spingendola tra i suoi seni,
mentre si dimenava sul mio cazzo.
Via pantaloni e slip, tutti e due nudi, io sdraiato con la verga dritta e in bella mostra, lei
stringeva con due mani il mio cazzo e portava la cappella alla bocca, sbavandogli sopra
spalmandolo della sua saliva.
Bello fradicio, si mise a smorza candela, senza farlo entrare o per lo meno infilandone
solo una parte.
Saliva e scendeva lentamente, prendendo la rincorsa per poi impalarsi di colpo, gemendo ogni
qual volta lo aveva tutto dentro e questo per un bel dieci minuti.
Essendo scomodo e volendo condurre io le danze, la feci alzare e la misi alla pecora
con la faccia rivolta alla porta a vetri della camera.
Ormai avevo capito cosa le piacesse e come gli piacesse farlo, incominciai a leccargli la figa,
cercando a breve il clitoide che massaggiavo tra le labbra mordicchiandolo ogni tanto dolcemente
con i denti e a cui regolarmente seguivano urletti e gemiti, ma mai spostata da quella posizione.
A seguire sculacciate e fisting, si alternavano e le urla di piacere, soffocate ormai
non si contavano più.
Tra un gemito e l'altro, singhiozzando e con voce spezzata dagli orgasmi copiosi, continuava
a ripetere, dammi il cazzo, dammi il cazzo...
E sempre a pecora, nella giusta posizione, con la testa rivolta di lato con le sue mani
che allargavano le chiappe facendo aprire il culo che si era inumidito e con l'esperienza di chi
ne ha da raccontare, voleva essere sodomizata...
Non me lo feci ripetere due volte, adoro il culo, con la saliva inumidii solo la cappella
è cosi che mi piace, lo appoggiai e spinsi.
Pian piano fin a farne entrare una minima parte, nel mentre, noto un'ombra...
Il panico, era il figlio o era Federica?
Tutte le luci erano spente, un leggero venticello attraversava le stanze, forse erano le tende
che si muovevano...
Mi fermai un momento e mi piegai su di lei con dentro ancora il cazzo, tenni la testa contro
le lenzuola per non fargli vedere la porta, non era il vento...
L'ombra si muoveva lentamente, la porta si apri lentamente e intravidi la sagoma di Federica
che era rientrata, fecci un sospiro di solievo, almeno non era il figlio.
Con la mano libera le faccio cenno di andarsene, ma lei nulla èra immobile ferma nel buio, facevo
anche fatica a distinguerla.
Feci un secondo gesto, ma lei nulla mentre Laura boffonchiava e mi incitava a continuare.
Sempre in quella posizione spinsi il mio cazzo dentro di lei e puntualmente lei gemette...
Vista la situazione, Laura che non si era accorta di nulla, anche perchè gli avevo bloccato la
testa dalla parte opposta della porta, Federica che immobile assisteva in silenzio alla scena...
Ragionai velocemente, Laura sta godendo, Federica sta zitta e immobile, vado avanti?
Poi ripensavo a come Federica si era divertita al locale, ora era il mio turno.
Era tutto surreale e allo stesso tempo ecitantissimo, mi muovevo lentamente obligando Laura
a tenere le chiappe ben aperte con le mani per poterglielo far sentire in tutta la sua lunghezza.
A Federica era caduta la borsetta che ancora teneva in mano, io continuavo a piantarlo nel culo
di Laura con colpi secchi e decisi, Laura urlava e godeva.
Vedevo i contorni di Federica muoversi nel buio mentre si alzava la gonna e allargava lentamente
le gambe.
Con colpi secchi continuavo a sfondare Laura che ora aveva il culo talmente largo che ormai
il mio cazzo ci ballava dentro.
Avevo l'impressione che Federica volesse partecipare, quindi lasciai la testa di Laura, feci
un gesto secco ed esclamai, RESTA FERMA.
Laura mi dissè no no, non mi muovo ma tu continua, Federica si avvicinò lentamente per non farsi
scoprire allo stipite della porta, con la gonna che oramai era arrivata all'altezza del seno.
Si appoggiò contro e tenendosi con le mani allo stesso, incominciò a strusciarlo tra le cosce,
scendendo e salendo lentamente come fosse un cazzo enorme.
Io continuavo a piantarlo a lAURA fino ai coglioni e lei era ben contenta di prenderlo.
E a ogni sussulto di Laura, anche Federica aveva una reazione di ecitamento.
Quando rienpita per bene e stremata, Laura scivolo sulle lenzuola impregnate del nostro sperma.
Mi posizionai di fronte a Laura con il cazzo ancora duro e ricoperto di sperma.
Gli e lo misi in bocca, con la mano fece il gesto di non volerlo, ma io insistente tenendogli
i polsi la obbligai...
Federica lentamente raccolse la borsetta, ci guardò uscendo dalla stanza ed entrò nella sua.
Dopo avermelo fatto ripulire fino ai coglioni, usci dalla stanza anche io.
entrai in quella di Federica e la vidi alla debole luce di una bagiour, sdraiata a cosce spalancate
mentre si infilava la mano nella figa completamente dilatata.
Le brasiliane erano strappate le cosce, a tratti rosse colorate da un rigolo di sangue, un probabile
incidente causato da una scheggia dello stipite dove poco prima si strusciava vogliosa.
I nostri sguardi si incrociarono per qualche secondo mentre lei si divertiva da sola, mi girai
uscendo dalla stanza, raggiunsi Laura che ormai si era addormentata.
Mi sdraiai anche io sul letto e abbracciando teneramente Laura, mi addormentai anche io.

La mattina seguente come se nulla fosse successo, come se fosse normale che abbia dormito li,
mentre Laura era in bagno, Federica mi portò il caffè a letto con il sorriso sulle labbra...
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