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Zio Raffaele e i suoi amici (Storia vera)


di Stellatroia
13.04.2023    |    15.762    |    32 9.8
"In quel momento svanirono tutte le mie paure ed ero veramente felice, mi guardavo allo specchio e assumevo atteggiamenti da pin-up, vanitosa e sicura di me..."
L'estate finì ma con zio Raffaele continuai a vedermi e a scopare ogni volta che potevamo e ogni occasione era buona per fargli un pompino o per farmi sfondare.
A volte ci davamo appuntamento nella piazza del paese, lui passava a prendermi e mi portava in qualche stradina di campagna, oppure in parcheggi molto isolati e lontani dal centro abitato e lì si scatenava. Era sempre focoso, irruente, duro, quasi come se non sborrasse da settimane e invece poi scoprivo che aveva scopato il giorno prima o addirittura la mattina stessa con la moglie.

Per me zio era diventato un chiodo fisso. Avevo sempre voglia di lui e del suo bel cazzone e mi eccitavo solo al pensiero di essere posseduta e usata da lui. Ero diventata la sua schiavetta, succube di lui non solo fisicamente, ma soprattutto mentalmente.
Il suo essere porco, autoritario, dominante, mi aveva completamente ammaliata e avrei fatto, anzi facevo, qualsiasi cosa lui mi chiedesse.
Ormai ero diventata la sua puttanella fissa e io non avrei voluto di meglio, ero completamente appagata e non cercavo altri cazzi.

Spesso, quando sapevo che era a casa, andavo da lui sperando di trovarlo solo.
All'epoca non avevamo cellulari per cui non era semplice organizzarsi, ma io origliavo le telefonate tra mia madre e mia zia e cercavo di capire se era l'occasione buona per incontrarlo.

Zio lavorava come rappresentante di attrezzature per officine e ricambi per auto e barche per cui gestiva il suo lavoro come voleva, non aveva orari fissi.
A volte passava intere mattinate a casa, anche se poi rientrava tardissimo la sera, e io ne approfittavo per andare da lui.
Spiavo gli spostamenti di mia zia, mi appostavo nei pressi di casa sua e quando lei usciva per commissioni o per fare la spesa mi precipitavo da lui e lo facevo sborrare. Zio aveva capito la mia tattica e sembrava sapere quando sarei andata da lui, infatti mi aspettava sempre in accappatoio e nient'altro addosso.

Una volta mi propose di accompagnarlo nel suo giro, mi disse che doveva andare da alcuni clienti fuori regione per cui avremmo avuto tutta la giornata per stare da soli.
Non potevo assolutamente dirgli di no pure perché lui non accettava un no come risposta quindi prendemmo appuntamento per la mattina presto al solito posto e andai con lui.

"Ciao puttanella, come stai?"
Eh si, zio in privato mi chiamava così, e a me piaceva molto, anzi mi piaceva tantissimo essere chiamata puttanella.
"Bene zio, grazie, sto bene"
"Ottimo" rispose lui e continuò "Stasera faremo tardi, hai avvisato i tuoi?"
"Certo zio, ho detto che andavo all'università, che avevo anche dei corsi nel tardo pomeriggio e poi in serata dovevo andare ad una festa in discoteca per il compleanno di un amico, per cui avrei fatto tardissimo"
"Brava la puttanella, pur di pigliare cazzi faresti di tutto, eh?" e scoppiò a ridere.
Poi divenne serio, mi parlò un po' del suo lavoro, e mi disse che dovevamo fare un paio d'ore di auto.
Aveva appuntamento con tre clienti diversi ma più o meno nella stessa zona.
Con i primi due era una cosa veloce perché doveva solo chiudere degli ordini, con il terzo invece, che era anche un suo vecchio amico, avremmo anche pranzato.

Era passata quasi un'ora e si stava parlando del più e del meno e io ero veramente eccitata a stare a fianco a lui. In genere non riuscivo a non toccarlo subito ogni volta che lo incontravo, per cui stare così vicini come due persone qualsiasi era una vera tortura per me. Era una situazione veramente strana, inconsueta, quindi non mi trattenni, allungai una mano e gli toccai una gamba iniziando un piccolo massaggio che faceva intendere la mia eccitazione, la mia voglia di cazzo.

"Vedo che la puttanella è in calore oggi" mi disse sorridendo, "Brava la troietta, mi piace che prendi l'iniziativa ogni tanto" e dicendo ciò prese la mia mano e se la portò sul cazzo.
"Brava puttanella, continua dai"
Bhe, non me lo feci ripetere due volte ovviamente e, mettendomi comoda, continuai con il massaggino, poi mi abbassai con la testa tra le sue gambe e iniziai a mordicchiare delicatamente il suo cazzo barzotto ancora chiuso nei pantaloni.
Accarezzavo vogliosa e continuavo a mordicchiare finché divenne veramente duro, di marmo.
Ci andavo piano, non osavo nemmeno aprire la patta dei pantaloni, stava guidando anche ad una velocità piuttosto sostenuta per cui avevo paura di provocargli un orgasmo e rischiare un incidente.
Lui, sempre più eccitato urlò
"Fai uscire il cazzo, succhiamelo troietta"
" No zio, dai, stai guidando, accosta prima"
Lui con tono più tranquillo
"Ok, forse hai ragione tu, so io dove andare" mi disse.
Io mi ricomposi, lui accellerò e dopo pochi minuti entrò in una stazione di servizio.
"Scendiamo, presto, vieni con me seguimi".

Si diresse all'interno dell'autogrill, conosceva bene quel posto perché andò sicuro subito verso i bagni, io lo seguivo un po' impaurita perché non l'avevo mai fatto in un bagno pubblico.
Entrò, apri le porte dei vari bagni, si assicurò che non ci fosse nessuno e, prendendomi per un braccio, mi fece entrare in uno a caso.
"Siediti sul cesso e stai zitta" mi disse.
Richiuse la porta dietro di lui, si abbassò i pantaloni e mi mise il suo cazzo in bocca ancora duro.
Sussurrando disse "Succhia troia, dai, fammi sborrare".

Finalmente pensai, lo desideravo da stamattina.
Inutile dire che quel pompino durò veramente pochi minuti infatti dopo qualche profonda e veloce discesa del suo cazzo nella mia bocca, lo zio mi bloccò la testa con le mani e mi riversò in gola una gran quantità di sborra densa e calda. Nel farlo sentii dei versi strani, tipo quelli di un animale, tipo un orso. Stava godendo appunto come un animale senza preoccuparsi minimamente di me, non riuscivo nemmeno a respirare con il naso perché ero praticamente attaccata al suo ventre e sentivo sul mio viso solo i peli del suo cazzo.
Pensai solo a rilassarmi, l'unica cosa da fare in quel momento. Quando finalmente aveva scaricato tutto cominciò ad allentare la presa e io a respirare nuovamente.

Ci sistemammo un po', prendemmo un caffè e ripartimmo.
Eravamo entrambi più rilassati per cui rimanemmo in silenzio per il resto del tragitto ad ascoltare un po' di musica.
Arrivammo dal suo primo cliente
Io preferii rimanere in auto, poi dal secondo, tutto in meno di mezz'ora.
Erano circa le 11 quando arrivammo finalmente all'officina del suo amico.
Zio mi disse di rimanere in auto e che mi avrebbe chiamato lui.
Infatti dopo pochi minuti, uscì dall'officina insieme al suo amico e mi fece cenno di seguirli.
Io scesi, chiusi l'auto e feci come disse.
Giriammo intorno al fabbricato ed entrammo in una grande veranda che era evidente essere la casa del suo amico.

"Gianni" disse mio zio "questa è la mia puttanella, come vedi le promesse le mantengo"
Divenni rossa come il fuoco, non mi aspettavo fosse così esplicito né tantomeno pensavo avesse raccontato di me ai suoi amici, il bastardo.
"Carina" disse Gianni facendomi girare su me stessa per guardare e palpare il mio culetto "Una giovane troietta e un gran bel culetto. Sicuramente sarà molto contento anche Ezio. Sicuramente ci divertiremo oggi" e scoppiarono entrambi in una risata fragorosa.
Io non riuscivo a capire o forse non volevo capire, avrei dovuto farmi scopare da altri due?
Non ero per niente tranquilla e si notava dalla mia faccia perché zio accarezzandomi il viso disse "Non preoccuparti, ti divertirai anche tu, dopo ti spiego tutto io"
Gianni allora continuò "Adesso devo tornare in officina altrimenti i miei operai battono la fiacca, organizzo il lavoro e vi raggiungo" e andò via.

"Zio mi spieghi per favore" dissi io.
Zio mi disse che Gianni e Ezio erano due suoi "amici di merenda" e quando potevano organizzavano incontri per scopare insieme, trav, gay e a volte anche coppie.
Gianni un sessantenne molto porco, era scapolo e viveva solo per cui non aveva problemi ad ospitare, oltretutto il posto era piuttosto tranquillo visto che era in campagna e non aveva vicini.

Ezio invece era un quarantenne e faceva l'operaio in un'officina poco distante sempre della zona.
Zio quindi mi portò in una camera, apri un armadio e prese alcune cose per me.
Un paio di calze autoreggenti, un perizoma, una parrucca e scarpe nere con tacchi alti.

"Puttanella, stavolta ti voglio trav, sarai sicuramente molto bella, preparati che intanto io vado a parlare un po' con Gianni"

Ancora intimorita e titubante per ciò che mi aspettava non sapevo cosa fare.
Meccanicamente cominciai a prepararmi con calma, indossai il perizoma, le calze bellissime con la fascia in pizzo, la parrucca e, alla fine i tacchi.
In quel momento mi sentii diversa, veramente donna.
Mi guardai allo specchio e quasi non mi riconoscevo, camminavo e sculettavo per la camera come fossi in passerella.
Non avevo mai indossato prima tacchi così alti ma, con mia sorpresa, li portavo divinamente, era come se lo avessi sempre fatto.
In quel momento svanirono tutte le mie paure ed ero veramente felice, mi guardavo allo specchio e assumevo atteggiamenti da pin-up, vanitosa e sicura di me.
Intanto non mi ero accorta che zio era rientrato e stava assistendo alla scena sorridendo, "Wow, che gran troietta che sei" si avvicinò a me, mi prese alle spalle e mi baciò sul collo mentre con la mano accarezzava eccitato il mio culetto, poi mi fece girare e mi ritrovai con la sua lingua in gola. Fu stupendo, mi baciò con passione come mai aveva fatto prima.
Mi prese per mano e mi condusse nel salone perché a breve sarebbe tornato Gianni e ci avrebbe raggiunto anche Ezio.

Nell'attesa zio aprì una bottiglia di prosecco per brindare in dolce intimità sul divano continuando a farmi complimenti. Era molto arrapato ma voleva aspettare gli altri per poter iniziare, infatti pochi minuti e anche Gianni ci raggiunse.

"Cazzo" disse appena mi vide "Che puttanella che sei" e nel dire questo mi prese una mano e se la portò sul cazzo "Dai datti da fare, troietta".
Io guardai zio che mi rassicurò sorridendo.

Gianni mi spinse verso il basso, mi voleva in ginocchio e io non mi feci pregare, aprii la cerniera dei pantaloni e cominciai a baciare e leccare delicatamente il suo cazzo. Ci volle poco a farlo diventare duro nella mia bocca.

Eccitato come un toro, mi mise le sue mani in testa e accellerò l'andatura, mi stava scopando la bocca in modo abbastanza violento anche perché incitato da mio zio
"Vai Gianni, vai. Faglielo sentire bene il cazzo in gola a questa puttanella, le piace essere violentata da veri uomini".

Gianni evidentemente ascoltò le sue parole perché diventò più irruente e dopo pochi minuti non resistette, mi prese il viso con le mani costringendomi a guardarlo e con un paio di colpi di mano mi sborrò in faccia, poi con la cappella raccolse la sborra dal mio viso e mi imboccò aiutato da mio zio intervenuto per tenermi ferma la testa.

Avevo della sborra negli occhi e non riuscivo a tenerli aperti quindi mi alzai velocemente e andai in bagno a lavarmi il viso.
Ormai ero stata battezzata e tornai in salone con l'intento di fare la puttana quale ero.
Volevo godermela veramente, volevo dare il meglio di me e soddisfare tutti i cazzi che mi sarebbero stati offerti.

I due porci erano nudi, seduti a gambe aperte sul divano con i cazzi in bella vista. Era il turno di zio pensai ma in quel momento sentimmo un auto parcheggiare, era Ezio.
"Vai tu ad aprire" mi disse Gianni.
Aprii la porta come se fossi una puttana che riceveva un cliente e in modo sfrontato lo salutai "Ciao bel maschione" e lui "Ciao Troiona, ma complimenti" e salutando i due compari disse
"Vedo che avete già iniziato. Bene, allora adesso tocca me" e ridendo mi si avvinghiò come una piovra, mi prese da dietro, con un braccio intorno al collo per bloccarmi, mi toccò dappertutto e mi infilò due dita nel culetto.
Era focoso il maschione, era lui il più focoso pensai.

Ezio era un bel pezzo di maschio, molto alto, magro ma tutto muscoli, rasato con un filo di barba e faccia da duro.
Io intanto con una mano gli massaggiavo il cazzo, era già duro e molto più grosso di quello di Gianni.
Senza lasciare la preda, aprì la zip e sentii la sua verga che premeva contro il mio buchetto ancora chiuso.
Con forza mi spinse verso il divano, mi mise a novanta gradi e io per non cadere mi aggrappai alle gambe di zio Raffaele.
Avevo a portata di bocca il cazzo di zio mentre Ezio spingeva il cazzo nel mio buchetto e mi apriva la fighetta. Non fu gentile per niente perché ci volle poco per penetrarmi completamente.
Io cercavo di aprire il più possibile il mio buchetto per facilitare il cazzo di Ezio ed limitare il dolore che provavo e, nel mentre, zio eccitato dalla scena mi infilò il cazzo in bocca spingendolo sempre più in gola.
Ezio mi chiavava come un toro, un forsennato, come una trivella, mi stava veramente sfondando.
Io ero in estasi e succhiavo come una pazza, la prova erano i risucchi che emettevo con la bocca piena di saliva.
"Senti come succhia la zoccola" disse Gianni ridendo.
"Voglio metterglielo anche io in bocca" disse Ezio "Raffaele, diamoci il cambio, inculala tu, adesso"
Cambiarono di posto ma la sensazione era la stessa, un cazzo in culo e uno in bocca.
Non mi risparmiai, volevo dimostrare a Ezio che ero brava a fare pompino e quindi ci davo dentro e lui apprezzava particolarmente "diavolo, ma questa mi risucchia anche l'anima".

Zio mi inculava più forte del solito, colpi forti, secchi, ripetuti, ormai ero stata allargata e io godevo come una troia.
Gianni che intanto si era ricaricato, ce l'aveva di nuovo duro e si stava smanettando accanto a me gustandosi la scena, voleva partecipare e quindi me lo mise di nuovo in bocca insieme a quello di Ezio.

Andammo avanti per quasi un'ora e i tre ogni tanto si scambiavano di posto tanto che a volte non capivo di chi era il cazzo che avevo in culo.
Alla fine zio volle prendermi a gambe all'aria come una donna che viene scopata nella figa, gli altri due di lato mi tenevano con le gambe alzate e si alternavano nella mia bocca.
Erano tutti arrivati al limite, non riuscivano più a trattenersi e zio propose
"Ragazzi, sborriamo tutti insieme dai, riempiamola di sborra a sta zoccola" e così fu.
"Sborro, si sto sborrando prendila tutta la mia sborra vacca" disse zio che mi riempì la figa e gli altri due lo seguirono, sborrandomi quasi contemporaneamente in faccia e sul petto.
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