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Oh Cielo! Mio marito è una Trav (Cap. 1)


di Virnissima
06.12.2021    |    11.332    |    3 9.9
"Sicuramente lei avrebbe apprezzato la cosa, ma non in questo caso..."
“Quanto si è disposti a fare per amore? Fino a che punto si è disposti a spingersi per il bene della propria compagna/compagno?” Questi e altri erano i pensieri che affollavano la mente di Raffaella seduta sul divano davanti alla televisione senza guardarla.
Tutto era iniziato un pomeriggio mentre riassettava i vestiti appena stirati e, nel riporre i calzini del marito, si imbatté in un paio di slip rosa da donna sapientemente occultati nel fondo del cassetto. Quell’indumento non lo aveva mai visto, sicuramente non era il suo. Lei non aveva biancheria rosa, era un colore che proprio non le piaceva. Le venne un tuffo al cuore e il primo pensiero andò a un tradimento. “No, non era possibile” si disse. Conosceva bene suo marito e non l’avrebbe mai e poi mai tradita, ne era sicura.
Raffaella e Alessio erano sposati da dieci anni a cui si aggiungevano quattro di fidanzamento. Si erano conosciuti all’università e inizialmente lei non lo aveva considerato con un possibile suo partner. Sicuramente era un bel ragazzo, alto biondo e con un fisico longilineo, ma un po’ troppo timido e riservato. A quei tempi, come tutte le sue coetanee, era attratta da ragazzi dall’aspetto più rude e muscoloso, con caratteri forti, decisi e intraprendenti. Insomma, quelli che molte donne definiscono “stronzi”. Aveva avuto anche qualche relazione con loro ma con il tempo si accorse che non riuscivano a dargli quello che cercava.
L’incontro con Alessio avvenne quasi per caso. Era nella segreteria universitaria intenta a raccapezzarsi, con non poca difficoltà, con i vari moduli che le erano stati dati, le venne un crisi di nervi che la fece imprecare ad alta voce. Alessio le si avvicinò e, con fare premuroso, si offrì per darle una mano a districarsi con quegli ostici formulari. I giorni successivi si incrociarono spesso nei corridoi, ma lui salutandola cordialmente, non si fece mai avanti per iniziare una conversazione. Raffaella inizialmente trovò strano quel suo comportamento, in quanto era consapevole di essere una bella ragazza tant’è che quando camminava per strada quasi tutti gli uomini si giravano a guardarla facendo cadere, spesso e volentieri, il loro sguardo sul suo fondo schiena alto e pronunciato. Qualche settimana dopo fu lei a fermarlo e, dopo qualche convenevole, decisero di andare a prendere qualcosa in un bar. Da quel giorno nacque una bella amicizia. Si incontravano spesso per studiare e, di tanto in tanto, per qualche serata al cinema o in qualche locale di quelli frequentati dai loro coetanei. Dopo una lunga frequentazione, Raffaella ebbe modo di apprezzare i modi dolci e premurosi di Alessio. Quando lei aveva bisogno di qualcosa lui era sempre presente. Fu così che una sera d’invero, di ritorno da una locale in cui avevano bevuto un po’ più del solito, riaccompagnandola a casa, salì da Raffaella, che aveva una camera in affitto con altre studentesse, e in un attimo di tenerezza, si ritrovarono a fare l’amore sotto le coperte. La loro relazione andò avanti fino a quando non decisero di sposarsi.
Il sesso con Alessio non era di quelli da far le capriole sotto le lenzuola, ma era comunque appagante. Era dolcissimo e sempre attento ai bisogni di lei. La riempiva di baci, prima, durante e dopo e nonostante la sua dotazione era appena nella norma, era in grado di farle provare piacere grazie all’amore che metteva in tutto ciò che faceva. Anche nelle faccende di casa era molto disponibile. Raffaella rientrava da lavoro ben oltre l’orario a cui tornava Alessio. Quanto tornava a casa quasi sempre trovava il letto rifatto, la cucina, le camere e i pavimenti puliti e qualche volta anche i panni stirati. Insomma era un marito perfetto.
Tutte queste cose non collimavano con la figura del marito traditore. Loro si amavano e lei non riusciva a dare una spiegazione del perché lui avesse avuto la necessità di trovare un’altra donna. Inoltre, per quanto ci pensasse, non riusciva a scorgere, nei comportamenti del marito, la benché minima traccia di una eventuale infedeltà. Era pur vero che rincasava dopo lui, ma le faccende domestiche in cui era impegnato era certa occupassero tutto il suo tempo. Inoltre, a parte la sua passione per il ciclismo, a cui dedicava un’oretta due o tre volte a settimana, non usciva mai da solo e tutti gli altri impegni li vedevano sempre insieme.
“Forse è proprio quando esce in bici che si ritaglia il tempo per degli incontri clandestini” si disse. Iniziò a frugare fra le sue cose e arrivò persino a controllare il suo cellulare per vedere se vi erano chiamate o messaggi “sospetti”. Nulla, non aveva neppure un pin di sicurezza per l’accesso al telefono. Per un attimo si sentì in colpa. Il loro rapporto era sempre stato basato sulla fiducia reciproca ma quegli slip nel suo cassetto continuavano a roderle come un tarlo nella testa. Un sabato mattina in cui Alessio prese la bici per fare il solito giro, decise di seguirlo. Mentre indossava il completino da ciclista, gli disse che sarebbe scesa un attimo al supermercato di fronte casa e, una volta in macchina, lo seguì a debita distanza. Per un lungo tratto la cosa fu alquanto semplice, anzi le venne quasi da ridere e le fece tenerezza il suo corpo esile che arrancava su quei pedali nel suo lento incedere. Poi, però, si infilò nella stretta pista ciclabile che conduceva al parco, a cui lei non poteva accedere, e ne perse le tracce.
Tornò a casa sconfortata e il cuore le pulsava forte in petto in attesa del suo ritorno. Quell’ora scarsa le sembrò un’eternità e l’immagine di lui disteso tra le cosce oscenamente aperte di un’altra donna la tormentava. Si sentì anche infastidita dal bacio sulla guancia che lui le diede al suo ritorno e in quel frangente provò anche ad annusarlo al fine di percepire un qualche profumo di donna che poteva essergli rimasto addosso. Ancora una volta nulla, solo l’odore acre del suo sudore. Quasi in lacrime corse in camera mentre lui faceva la doccia, aprì il cassetto, spostò il suo contenuto alla ricerca degli slip con l’intento di metterlo davanti al fatto compiuto ma purtroppo non c’erano più.
Quella sera si sottrasse anche al suo desiderio adducendo la più classica delle scuse, un mal di testa. Non riusciva nemmeno a prendere sonno, e quando si girò verso di lui e lo vide dormire con i suoi capelli biondi sparsi sul cuscino con quel viso dolce che tanto amava, una lacrima le solcò il volto. “Forse avrebbe dovuto parlargli. Forse una spiegazione logica c’era. Ma voleva sapere davvero?”
Il lunedì successivo, visto che quel pensiero la stava ossessionando e non trovava il coraggio di parlagli, chiamò Marco. Prima di conoscere Alessio aveva avuto una storia con lui ma era finita quasi subito. Era una ragazzo troppo pieno di sé, alto, bello e tenebroso che negli anni di Università aveva un discreto successo con le sue coetanee per via di una voce che circolava a proposito delle dimensioni del suo sesso. Raffaella aveva avuto modo di appurare la veridicità di quelle voci ma il sesso, per quanto appagante, non bastava a costruire una relazione salda. Quando seppe che Marco aveva messo su una agenzia investigativa si disse che quello era il lavoro giusto per lui, visto che in fatto di tradimenti era un vero esperto. Marco l’accolse con grande calore e per un po’ parlarono dei tempi passati e di quanto avevano costruito dopo essersi laureati.
“Come posso aiutarti Raffaella?”
“Ho il sospetto che mio marito mi tradisca.”
“Ma chi Alessio? Non ce lo vedo come un traditore e se te lo dico io che faccio questo mestiere da un po’ di anni puoi fidarti.”
“A dirti la verità anche io stento a crederci, ma se sono venuta è perché qualcosa non mi convince. A dirti la verità mi sento anche in colpa ad essere qui, ma ho bisogno di sapere.”
“Vuoi che lo pedini? Hai bisogno che registri filmati, audio, fotografie? Insomma ti servono prove per un eventuale divorzio?”
A quella parola Raffaella rabbrividì. Non aveva neppure pensato a cosa l’avrebbe portata scoprire un tradimento di Alessio. “No, no” disse con voce spezzata dall’emozione. “Mi basta sapere se scopri qualcosa. Mi fido della tua parola e vorrei che seguissi personalmente la cosa in ricordo della nostra amicizia.”
“Ok, va bene. Che tempi ti vuoi dare? Una settimana un mese?”
“Non lo so, quanto tempo è necessario?”
“Difficile a dirsi. A volte bastano pochi giorni a volte di più. Diciamo che se entro un mese non esce nulla dovresti essere sicura che ti è fedele.”
Non era sicura di riuscire a tirare avanti per un mese ma si rassegnò. “Ok, va bene un mese. Quanto pensi che mi costi?”
“Diciamo che ti farò un prezzo di favore a cui aggiungeremo una cena in nome della vecchia amicizia” disse Marco con un sorriso sornione che gli illuminò il viso.
“Ci stai provando Marco? Non è carino che tu lo faccia in questo momento in cui sono così fragile. Questo lo sai, vero?”
“Va beh dai, non ti preoccupare per la parcella, in un modo o in altro risolveremo la cosa.”
I giorni che seguirono furono interminabili. Ormai non sapeva neppure come sottrarsi alle attenzioni di Alessio che come sempre erano frequenti e generose. Per ironia della sorte fu lui a divenire sospettoso tanto che le chiedeva spesso se c’era qualcosa che non andava, ma lei con aria di sufficienza gli diceva che era un periodo di forte stress per via del lavoro. Questa scusa non fece altro che accrescere le attenzioni che lui aveva per lei nell’intento di starle vicino. Sicuramente lei avrebbe apprezzato la cosa, ma non in questo caso. Di tanto in tanto chiamava Marco per sapere se ci fossero sviluppi ma puntualmente lui la rassicurava descrivendo le giornate di Alessio così per come lei le conosceva.
Arrivò stremata a fine mese. Si recò in agenzia per fare il punto della situazione e per pagare quanto dovuto.
“Non ne abbiamo cavato nulla” disse Marco con voce pacata. “Tuo marito conduce la vita più noiosa che io abbia mai potuto vedere. Casa, lavoro, casa. I suoi unici momenti di svago sono quando è con te ed era inutile seguirvi visto che tu eri presente. Come ultimo tentativo posso darti una telecamera da nascondere in casa, anche se non penso che si porti un’amante nel vostro letto. Ti consiglio di guardare anche nel suo pc in quanto non potevo certo introdurmi in casa vostra per controllare.”
Raffaella abbassò gli occhi. Si sentì nuovamente in colpa per aver sospettato ma alla fine prese la telecamera e pagò quanto dovuto. Per l’ennesima volta glissò sull’invito a cena di Marco anche se fu tentata di accettare per spirito di rivalsa.

Continua...
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