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In giro in moto con Mario


di cosmopoli
26.08.2013    |    10.844    |    4 9.5
"Quando stavo con lui l’uccello mi faceva male, tanto premeva nei jeans aderenti: era la mascolinità fatta persona con quella testa rasata e mi pareva che noi..."
Da qualche mese avevo preso l’abitudine di andare in giro in moto con Mario, un poliziotto: era più vecchio di me aveva sui 40anni, io facevo il primo anno di università ed ero piuttosto timido in fatto di sesso. Lo avevo conosciuto a un matrimonio di una cugina: aveva altezza media, cranio lucido, piuttosto corpulento. Mi rivelò di avere una grande passione per la moto e mi invitò il giorno dopo a vederla: lui mi accolse vestito in tuta di pelle da motociclista, che gli evidenziava gambe robuste e il pacco. Il suo mezzo era nero, possente, una BMW non più nuovissima e mi propose subito di fare un giro con lui. Da allora diventammo amici per la pelle. Quando stavo con lui l’uccello mi faceva male, tanto premeva nei jeans aderenti: era la mascolinità fatta persona con quella testa rasata e mi pareva che noi due insieme sapessimo di cazzo…eravamo entrambi amanti del sapone, ma un non so che emanava da noi due: la moto, i pantaloni di pelle, il sorriso beffardo di lui e d’intesa fra noi due, ed infine il pacco gonfio ad entrambi valorizzato dai pantaloni. Ed era inevitabile che si parlasse di sesso. Lui mi raccontava alcune delle sue esperienze, io avevo ben poco da raccontare se non storielle poco soddisfacenti, considerata la mia imbranataggine, con le ragazze.
“Te lo sei mai fatto ciucciare l’uccello da un travestito?” Mi chiese una sera che uscivamo da una birreria
“No non ho mai provato dicono che..”e mi interruppi imbarazzato.
“ Ti fanno delle pompe da urlo…ne conosco una, Moana, che ha una vera passione per il cazzo giovane tipo te…ha sui 45 anni, non è un bellezza, ma quando si attacca al tuo uccello ti fa sbarellare….mi tira il cazzo ora che ne dici se andiamo a trovarla… ci presentiamo come zio e nipote e ce lo facciamo puppare insieme” e mentre mi faceva la proposta, si toccava il pacco nei pantaloni di pelle.
Non so se fossi lucido in quel momento, tuttavia l’idea mi faceva avvampare di eccitazione: avrei infilato il cazzo nello stesso buco dove lo infilava Mario, avremmo condiviso lo stesso sborratoio, stessa bocca, forse stesso culo
“Muoio dalla voglia…è tutta la sera che mi tira” e mi adeguai al suo linguaggio, strizzandomi anch’io come aveva fatto lui il pacco nei jeans
Prima di salire in moto, lui afferrò il cellulare e fece un numero.
“ Ehi Moana, troietta, come te la passi…mi fa piacere…sono qui con un ragazzo, un mio nipote, giovane…siamo carichi…vorremmo svuotarci le palle….se vi va veniamo a farti fare il pieno di cazzo…” era stato franco, diretto, maschio, com’era nel suo stile: so bene che nella vita reale, al di fuori dei giochi del sesso, non era una persona cosi. Anzi: era civile, educato, rispettosissimo, persino un po’ timido,,,,ma quando si gioca, si getta via la maschera ed è questo che tutti cerchiamo, forse più di ogni altra cosa, al di là delle etichette “ attivo” “ passivo” “ trav” bisex” ecc
Percorreremo la tangenziale, ne uscimmo e arriviamo a una sorta di grande parcheggio, da cui sentierini non asfaltati si infilavano nel bosco circostante. Mario fece un giro fra le auto ferme, non molte a quell’ora. A un certo punto un Suv nero ci fece i fari. Mario si accostò, una faccia da vera porca, truccatissima, bionda, si affacciò, ci diede uno sguardo ed esclamo!
“ Ciao Mario…uhmm! Che boni,,,due maschi in pelle”
Lui rise, si toccò e disse…” Vienici dietro, te lo facciamo assaggiare”.
E parti in quarta seguito dalla vettura del trans.
“ Vedrai…che succhicazzi! Ciuccia come un’ossessa ti porta via l’anima persino le gocce di piscio ti tira fuori” mi disse voltandosi verso di me….”Cerchiamo un posto tranquilla per farla inginocchiare” ….
Trovammo una piccola radura fra gli alberi: si vedevano lontane le luci della tangenziale e si sentivano i rumori delle auto che passavano.
Lei scese e io mi soffermai a guardarla per un momento: aveva un abito cortissimo leopardato, e un viso da vera troia matura. Bastava un primo sguardo per farti capire che era affamata di cazzo, uno di quelle che quando le vedi ti dicono “ dammi il cazzo subito” Una parrucca bionda, unghie truccate, labbra tumide e ci stava divorando con gli occhi.
Io dovevo eccitarla in modo particolare perché non mi lascio il tempo di dire niente che me la ritrovai inginocchiata ad annusarmi e leccarmi la patta dei pantaloni di pelle. Ma anche Mario le faceva arrappare eccome.
“Mettetevi vicini e strusciatemi insieme il pacco sulla faccia Spero che sia odoroso” ci chiese. Dopo un po’ di morsetti alle patte, li tirò fuori e iniziò a succhiarceli insieme con grande abilità. Ne prendeva in bocca prima uno e poi l’altro, e alternando li prendeva tutti e due insieme. Li faceva arrivare fino in gola e li non so come ti pareva che ti estirpassero via uccello e palle: non avevo mai provato niente del genere e dal piacere sentivo persino male. Ascoltavo il rumore del risucchio ed era eccitante l’odore delle nostre verghe che sprofondavano inghiottite in quella gola vorace.. A un certo punto le teneva unite in mano come fossero un cono gelato doppio e poi se le metteva insieme in mezzo alle labbra e faceva passare la lingua sulla punta, prima uno e poi all’altro: “ che pompa!” esclamammo insieme io e Mario appoggiandoci l’uno all’altro. …a farmi scoppiare non era la lingua della porca che mi frugava il filetto e mi leccava la cappella quanto il fatto che la mia sfregasse quella di Mario e noi ci guardassimo negli occhi, strizzandoci l’occhiolino da maschi complici che si godono un pompino.
All’improvviso alzò la faccia verso di me e disse
“Voglio essere inculata di brutto da te” e mi indicava riattaccandosi alla mia cappella-
Guardai Mario come a chiedergli l’assenso e lui mi strizzò l’occhiolino, alzando il dito in segno di trionfo.
La pompa del trav mi aveva eccitato e l’idea di stantuffarla senza pietà mi andava alla grande e quindi le allontanai la testa dall’uccello e le chiesi se avesse il preservativo.
Lei tirò fuori dalla borsetta il guanto e dopo avermi dato una leccato al cazzo tutto intero, come se volesse gustarselo fino in fondo mi mise il preservativo.
Si cercò la posizione giusta: il culo dritto verso di me, e la faccia verso il cazzo di Mario che prontamente glielo rimise in bocca.
Non l’avevo mai messo in culo ma la foia mi guidava: in un secondo glielo infilai fino alla palle, facendola gemere un “ Me l’hai messo tutto”
Una volta infilato dentro ci pensò lei a farmi godere: lo stringeva nello sfintere e lo lasciava libero alternativamente e mi veniva incontro ondeggiando. Mi pompava con il culo, mentre i risucchi che sentivo provenire dalla sua bocca sull’uccello di Mario me lo facevano rizzare ancora di più. Mi sembrava di essere diventato sordo e cieco: tutto il mio essere era finito nel cazzo che voleva dare degli affondi forti in quel buco stretto e profondo. “ Sono la vostra troia…faccio tutto quello che volete…fatemi diventare il vostro sborratoio…oh cazzo come ci dai dentro bene…sei ancora un ragazzino ma sei un torello” . Stavo per sborrare, e lo tirai fuori. Volevo venire insieme a Mario. Lui intanto intuendo le mie intenzioni lo tolse di bocca alla pompinara e mi fece segno di mettermi di lato in modo da poter schiaffeggiare il viso della trav con i cazzi: lei ci invitava “ si sborratemi in faccia,,,,pisciate se avete voglia…sono il vostro sborratoio”…E noi le strusciavamo le verghe ancora dure sotto il naso, sulla labbra, sulle gote, insomma ovunque, fino a che la crema bianca non la inondò completamente. Eravamo completamente spompati e rimanemmo immobili per qualche minuti a riprendere fiato mentre lei ci puliva con la lingua e si inghiottiva la nostra sborra.
La lasciammo da sola a ricomporsi dopo un “ alla prossima”..
E mentre ci avviammo alla moto, Mario mi diede una pacca sulle spalle e mi disse “ Hai un futuro…giovanotto “


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