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Emozioni TRAVolgenti.


di Membro VIP di Annunci69.it Lunatrv
13.12.2023    |    3.985    |    29 10.0
"A questo punto Alberto , decisamente eccitato, si avvicinò e mi fece inginocchiare, compresi che era venuto il momento di prendere in bocca il suo cazzo ed..."
Non posso nascondere che quel giorno, mentre andavo verso la casa di Alberto, mi sentivo, ad un tempo, eccitata ma anche intimorita perché non potevo prevedere con precisione cosa sarebbe accaduto. Alberto lo avevo conosciuto qualche anno prima, ma soltanto in chat mai di persona, avevamo parlato spesso, ci eravamo scambiati messaggi e reciprocamente confidati, poi finalmente avevamo deciso di incontrarci.
Devo confessare che lui mi aveva molto eccitato con i suoi racconti le sue proposte e le sue fantasie che mi facevano pensare a piaceri mai vissuti e che volevo fortemente provare. Di Alberto avevo imparato ad apprezzare l’intelligenza, la cultura, il senso dell’umorismo e soprattutto una sconfinata fantasia erotica, da maschio dominante e, per questi aspetti, avevo piacere di incontrarlo anche se sul piano fisico non era il mio ideale di uomo. Aveva un po’di anni più di me ma questo non mi dispiaceva perché, in qualche modo, questa caratteristica mi dava un’idea di mascolinità matura e un senso di protezione che era quello che cercavo in un uomo. Da parte mia, fin dalla prima adolescenza, avevo avvertito, di avere sentimenti e sensazioni femminili. Poi gradualmente, nel corso degli anni, avevo preso consapevolezza del mio sentirmi femmina nel profondo e di voler esprimere in qualche modo, tale ruolo. Questo mi aveva portato, ad indossare lingerie ed abiti femminili, a truccarmi e a pensarmi come “donna” e quindi a manifestarmi, anche nel rapporto con un uomo, con i modi, gli atteggiamenti, i desideri, i piaceri e le malizie di una femmina. Insomma ero quello che si dice una “ travestita” o meglio una “crossdresser”, termine più confacente al mio modo di essere.
Alberto mi aveva fornito sufficienti indicazioni per arrivare a casa sua, senza essere vista, istruendomi su come andare direttamente in bagno e trasformarmi in quello che desideravo essere: una femmina!
Camminando per raggiungere la mia destinazione, pensavo che ormai potevo considerarmi pronta per un incontro più intenso poiché ero fisicamente molto tonica, in virtù anche delle cure che dedicavo ogni giorno al mio corpo, del tutto depilato e con un viso che, a dire di chi mi aveva vista in foto o cam, era tale da poter essere quello di una donna genetica di classe, considerazione che valeva anche per il mio corpo e in particolare per il mio sedere.
Le cose che avrei dovuto indossare erano stipate nello zainetto che mi portavo dietro e che per me rappresentava una sorta di cofanetto delle meraviglie perché, appena riuscivo a indossare i capi che avevo conservati, mi trasformavo in femmina non solo fisicamente, ma anche nel mio intimo sentire.
Quando giunsi alla casa di Alberto aprii la porta che aveva lasciata socchiusa e, attraverso un dedalo di stanze e un lungo corridoio, giunsi finalmente nel bagno dove avrei potuto trasformarmi.
Per prima cosa tirai fuori gli indumenti che avrei indossato e, in primo luogo, cominciai a truccarmi cercando di farlo nel modo più accurato possibile. Quando inguainai le gambe nelle autoreggenti fume’, ebbi un moto di eccitazione perché cominciavo a sentirmi femmina e ciò mi procurava un senso di appagamento e di piacere, che si accentuò quando agganciai alle calze i fermi della guêpière rosso arabesche, piacere che giunse al culmine quando, indossai finalmente il perizoma e il filo posteriore andò ad incunearsi nel solco delle natiche stimolandomi il buchino. Infine calzai un bel paio di tacchi a spillo che mi alzavano il culetto e mi slanciavano la figura facendo sentire come una modella da passerella.
Finalmente ero pronta e potevo uscire.
Lui mi aveva già chiesto se andava tutto bene, intuii un tono di impazienza: evidentemente era desideroso di incontrarmi. Io ero molto emozionata perché quello sarebbe stato il momento della verità: dal suo sguardo e da quello che avrebbe detto, avrei capito se i miei sforzi erano stati coronati da successo o se erano stati vani. In questi momenti, come sempre mi accadeva, ero da un lato, molto eccitata, ma dall’altro, mi sentivo in imbarazzo a mostrarmi ad un uomo sconosciuto abbigliata da donna,sessualmente passiva e ostentando atteggiamenti femminili , quando fino a mezz’ora prima, ero un maschietto, di quelli che si possono chiamare insospettabili.
Prima di uscire mi guardai allo specchio più volte, con un certo compiacimento: quella che vedevo riflessa era una donna molto carina e decisamente sexy. La mia immagine soddisfaceva la mia vanità e, con soddisfazione, pensai che la parrucca, il trucco, il rossetto rosso, gli orecchini a cerchio grandi, che tanto mi piacevano, mi davano un aspetto decisamente femminile anche se un po’ da troia. Poi mi voltai per guardarmi il culo, ben visibile sotto il neglige’ trasparente che avevo indossato, lo spinsi all’indietro per inarcarlo, renderlo più attraente e meglio avvertire il filo del perizoma, Ancora una volta mi eccitai quando muovendomi per uscire dal bagno, avvertii lo strofinio delle calze e il ticchettio dei tacchi : Ero femmina !
Alberto mi stava aspettando con impazienza mi guardò, mi sorrise e mi disse che ero bellissima e ancora : “vieni fatti ammirare“ quindi si avvicinò mi abbracciò con una forte stretta, e mi baciò sulle guance. In quel momento compresi che davvero gli piacevo e ricambiai il bacio, ad occhi bassi, perché ancora avvertivo un residuo di imbarazzo. Lui mi guardò ancora sorridendo e mi disse di camminare un po’ per la stanza perché voleva ammirarmi e farmi delle foto.Obbedii e mossi qualche passo, cercando di sculettare, avendo notato che il porcello non staccava gli occhi dal mio culo, anche se mi sentivo ancora incerta sui tacchi a spillo così alti. Lui intanto mi osservava con aria vogliosa e mi disse: “sei davvero una gran bella femmina ed ora voltati e chinati, voglio guardarti il culo che è la cosa più bella che hai cara”.
Ancora una volta obbedii facendo quanto mi aveva chiesto e, chinandomi gli offrii le natiche. Confesso che mi piaceva obbedire ai suoi ordini, questo mi faceva sentire donna e sottomessa al maschio anche se, contemporaneamente, avvertivo una certa umiliazione sentendomi come un donna oggetto, senza pudore.
Ovviamente, non si limitò a guardare ,ma comincio a palparmi le chiappe a mordicchiarle a baciarle e infine, scese lentamente con la mano fino al buchetto penetrandomi prima con uno, e poi con due dita . Repressi un piccolo moto di dolore, ma accettai volentieri la sua mano poiché ero lieta di piacergli. Poi mi disse di sculettare per la casa perché voleva ammirarmi e continuare a fotografarmi.
Lo accontentai muovendomi a piccoli passi, mettendo in mostra il culo ,quanto più possibile lui infatti mi seguiva , incoraggiandomi ad assumere pose alquanto spinte.
Si notava che era visibilmente eccitato: ripetutamente si toccava la patta. Poi mi appioppo qualche sonoro sculaccione su una natica sussurrandomi che ero una “bellissima zoccola“.
Da parte mia non sapevo se sentirmi lusingata o umiliata, ma credo che in me questi sentimenti convivessero.Comunque devo confessare che in fondo mi piaceva essere al centro dell’ attenzione di Alberto come , mi eccitava mostrarmi in pose osé e un po’ da rivista sexy.
Scoprii così di avere una componente esibizionistica di cui ignoravo l’esistenza.
A questo punto Alberto ,decisamente eccitato, si avvicinò e mi fece inginocchiare, compresi che era venuto il momento di prendere in bocca il suo cazzo ed infatti, dopo qualche minuto lo tirò fuori e me lo mostrò: bello, grosso, turgido. Mi avvicinai esitante, ancora dubbiosa, con un po’ di imbarazzo e lo presi in bocca con desiderio. Sentivo anche un leggero odore di maschio, questo mi piaceva, così cominciai a succhiarlo lentamente andando su e giù lungo l’asta, leccandolo con la bocca piena e poi andando sempre più veloce, sentendo la sua eccitazione salire. Anche io avvertivo un crescendo di piacere anche perché, mentre lo spompinavo, il porco mi toccava il culo, cercando di arrivare al buchino.
Infine mi mise la mano sulla nuca per imprimere il suo ritmo al mio andare su e giù. Lo assecondai, si, mi piaceva assecondarlo perché finalmente mi sentivo femmina e troia e capivo che questo era ciò che desideravo. Godevo nel tenere il suo cazzo nella mia bocca. Lui eccitatissimo, mentre mi palpava e mi stringeva il culo con la mano, mi sussurrava “brava, come succhi bene, sei una troia, una gran bocchinara “.
Anche queste parole mi eccitavano.
Siiii godevo nell’ascoltate le sue parole, nel sentirmi in suo potere, al servizio del maschio e fonte del suo piacere.
Ad un certo punto avvertii che la sua eccitazione aumentava e il cazzo gli diveniva più duro, capii che stava per arrivare all’orgasmo, ovviamente volevo evitare che mi venisse in bocca, non l’avevo mai fatto, cercai di scostarmi di allontanare la bocca dal suo cazzo, ma non ci riuscivo perché lui mi tratteneva la testa e mi impediva di scostarmi, mi serrava la testa con forza, io tentai un ultimo sforzo ma all’ improvviso, un fiotto di sperma mi inondò il viso, le labbra: era troppa, densa, bianca, lattiginosa…
Però mi sentivo umiliata per come ero stata trattata, costretta a fare una cosa che non volevo e che mai avevo concesso in passato. Ero sconvolta ma al tempo stesso, non posso nascondere che venni assalita da una strana, inconfessabile, eccitazione per essere stata considerata come un oggetto sessuale e così senza nemmeno toccarmi , ebbi anche io un orgasmo, con abbondanza di liquido seminale nel perizoma.
Ero francamente esausta e sconvolta per l’accaduto, mentre il porco, visibilmente soddisfatto farfuglio’ qualche scusa, poi si sprofondo’ in una poltrona continuando a guardarmi, sornione, in modo quasi provocatorio.
Mi rialzai e guardandomi allo specchio, realizzai di essere imbrattata di sperma, in viso, nel perizoma e lungo le gambe, il trucco disfatto, le labbra grondanti con un forte odore addosso, andai in bagno per ripulirmi.
Mi sentivo fortemente turbata e arrabbiata per quello che era accaduto, nessuno mai aveva osato farmi quello che avevo subito, con la mia volontà completamente ignorata, inoltre avevo il sedere rosso per gli sculaccioni che mi erano stati propinati e il buchetto dolorante per il ditalino che avevo subito!
Lui, il porco, mi chiamò cercando di rabbonirmi, dicendomi che ero troppo bona e per questo non era riuscito a trattenersi, tentando di rassicurarmi sulla sua integrità e infine offrendomi del danaro come regalo.
Era il colmo: mi stava trattando come una prostituta…
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