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Sogno di troia


di rasss
07.10.2019    |    22.500    |    5 8.6
"Il forte odore di piscio e di sudore stantio mi entra pungente nelle narici..."
Ogni volta che, facendo l’amore, raggiungeva il culmine del piacere iniziava a fantasticare su rapporti sessuali con altri uomini. Dalla sua bocca uscivano frasi affatto confuse che mai avrei pensato potesse pronunciare. Le prime volte le dissi di stare zitta. Col tempo invece iniziai ad arraparmi sempre di più e la assecondavo e incitavo. I dialoghi oltrepassavano ogni forma di decenza, ma a lei sembrava non importare che le dicessi che era una gran troia. Anzi, conveniva con me sul fatto che lo fosse e diceva di essere molto più troia di quanto io potessi anche lontanamente pensare. Forse il nostro rapporto arrivato ad un punto di svolta e la curiosità di testare la veridicità di quello che lei diceva era sempre più forte.
Fu così che durante i rapporti iniziai a suggerire la possibilità che quelle fantasie diventassero realtà e lei sempre più spesso implorava che dessi seguito a quelle parole, organizzando ciò che desideravo purché la sua fame di cazzo fosse appagata o anche solo mitigata.
Così una sera, mentre le infilavo il cazzo in figa e lei – alle solite – implorava di ricevere cazzi e essere riempita di sborra le chiesi con di dirmi con parole precise cosa desiderava.
Biascicando, con gli occhi chiusi, mi disse “È estate e fa caldo. Mi sento avvolta da una patina di sudore. La finestra è aperta mentre fuori il cielo imbrunisce. La stanza è quasi buia. Non riesco a vedere bene per via della benda che porto sugli occhi. Sono a pecora su un grande pouf di cotone. Ho le gambe ben divaricate. La mia figa impregnata di gel pulsa mentre mi masturbo. Il culo oramai si è abituato al dildo che ho usato per divaricarlo e prepararlo. La porta della camera, dopo un tempo indefinito, si apre e si chiude e tutto piomba nuovamente nel silenzio. Avverto sulla figa matida lo spostamento d’aria causato dal passaggio alle mie spalle. Ho una fitta di emozione al ventre mentre penso a quello che accadrà. Poi, all’improvviso sento in rapida sequenza due mani allargarmi le chiappe e contemporaneamente un cazzo affondare. L’entrata è lenta, decisa e inesorabile. Percepisco la lunghezza e la circonferenza, entrambe notevoli. Vorrei chiedere chi è ma non ho neppure il tempo di gemere che, mentre penso a quanto sono fortunata, una cappella mi viene accostata alle labbra e una voce calma e profonda, dall’accento straniero, mi intima di succhiare. Il forte odore di piscio e di sudore stantio mi entra pungente nelle narici. Spalanco la bocca e assaporo quell’enorme turgore viscido e salato mentre con la lingua mi do da fare per ripulirlo. Il mio movimento di testa quasi magicamente avvia la penetrazione della figa. Avverto la lunghezza del palo che ho piantato in pancia quando inizia a stantuffare dolcemente senza mai uscire del tutto. Ma quanto è lungo? - penso. Lo assecondo andandogli incontro con il mio sedere, così che posa arrivare bene in fondo, fino quasi al collo dell’utero. Percepisco i movimenti del dildo che ho piantato in me ad ogni impatto del basso ventre sul culo. Sono un lago, un liquido di umori mi cola lungo l’interno delle cosce. Nessun muscolo oppone resistenza, anzi sono completamente cedevoli. È bello essere riempita di cazzo.
All’improvviso mi sento maneggiare come una marionetta. Il dildo viene sfilato dal culo e mi lascia un enorme senso di vuoto e di solitudine. Ma dura poco. Chi mi era dietro, ora mi è sotto e allargandomi le chiappe per bene mi impala. La mia schiena viene fatta appoggiare sul suo torso nudo. Sento l’alito caldo sul collo e poi piccoli morsi sulle spalle. La testa mi viene ruotata di lato e il cazzo ancora caldo e viscido della mia saliva mi è di nuovo portato alla bocca. Riprendo subito a succhiarlo. Le gambe sono divaricate e le piante dei piedi ben poggiate sulle ginocchia di chi mi è sotto. Il mio fiore rosa e umido è rivolto verso l’alto, esposto, in attesa. Imploro che sia come penso. All’improvviso avverto una presenza tra le mie cosce. Lascio solo un attimo il cazzo che ho in bocca oramai pronto ad esplodere e imploro. Riesco a dire solo “siiii”, sperando che la grandezza del cazzo che desidero venga subito affondato nella mia figa sia pari alle mie aspettative. Lo è. Ricevo uno sputo sulla figa depilata e percepisco che la cappella in procinto di entrare è enorme. Mi faccio in avanti, ma una enorme mano mi preme il ventre. Mi viene intimato di avere pazienza. Poi un centimetro dopo l’altro è tutto dentro. Mi sento spaccare in due. È il cazzo di una bestia. Duro e nodoso, vellutato e pulsante. Lungo. Le palle sono grandi come noci di cocco e dure come il marmo. È rasato. Dico ancora “siiii”. Poi chiedo, “sei nero”? “siamo tutti neri è la risposta”. “Non abbiate pietà. Sono una troia. L’ho sempre desiderato. Sfondatemi e riempitemi di sborra”. Sono travolta da un vortice. Sono in balia di queste bestie more e affamate. Sono in paradiso. La realtà ad un tratto si fa sempre più lontana. Sono travolta da continui orgasmi. Una voce lontana mi chiede se sono pronta. Non so bene a cosa, ma dico “siiii” e tutto diventa liquido. Una sborrata densa e calda mi inonda il culo mischiandosi con quella che contemporaneamente mi invade la figa e cola copiosa. La bocca è sudicia e rivoli di sborra e saliva schiumosa mi bagnano la guancia destra e dal mento si insinua tra i miei seni”.
Avevo capito perfettamente cosa desiderava la mia donna. Sborrandole in figa, mentre ero eccitato dalle sue parole di sfrenata lussuria, le giurai che il suo desiderio sarebbe presto diventato realtà.
Il suo compleanno era vicino, non mi restava da far altro che trovare tre ragazzi di colore pronti a farle vivere il suo sogno di troia.


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