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Milena... Come resistere a un peccato che veste la 38?


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
26.09.2022    |    5.488    |    7 7.2
"Ed in Agosto, quando hai quell’età, tutto è valido..."
What Will I Tell My Heart
https://www.youtube.com/watch?v=apGGC8YNGbc


- “Tengo la trentotto.”
Milena me lo dice con il sorriso. Un sorriso invitante come un peccato servito per antipasto.
- “E l’anno scorso tenevo la quarantadue. Quattro taglie ho perduto.”
Ribadisce orgogliosa.
- “Veramente sarebbero due”. Rispondo, ma fa lo stesso.
Milena ride d’una risata cristallina, eclissata parzialmente da un’ombra di malizia. Densa come il mio pensiero fisso su di lei, quasi nuda accanto a me.

Ora capisco facilmente come mio nipote Marco possa essere caduto nella sua trappola. Capisco molto meno come io possa trovarmi qui, su di una spiaggia, a tarda notte, solo con questa ragazza poco più che ventenne, in una situazione che, a dire il vero, si preannuncia così pericolosa quanto invitante.

- “Quattro chili ho perso. Anzi cinque!”
Conclude con tassonomica precisione. Un ombra dubbiosa scivola sul suo sorriso fresco come una sfogliatella alla panna che vorresti afferrare, mordere e leccare.

- “Dici che sono troppo magra?”
- “Per carità. Stai bene così”. Assicuro convinto.
- “Sei molto...”, non trovo il termine adatto.
- “Molto carina”. Concludo in corner e mi pento subito di avere utilizzato questo aggettivo da studente di terza media.

- “Ah, meno male!”. Respira.
E quel suo sguardo da cerbiatto indifeso mi blocca sulla soglia di un pensiero davvero un po’ troppo spinto per la differenza di età che ci divide.

La guardo in stato di ipnosi.
Fisso la punta della sua lingua umettarsi le labbra glitterate e penso che tra noi due..., il cerbiatto mannaro, che con la scusa di un litigio col padre, è scappata sulla spiaggia del villaggio turistico in questo angolo di Tirreno è Lei. ed io sono solo un povero lupacchiotto, tenero e docile, che sta per diventare preda della sua freschezza. Preda della sua acerba bellezza e anche della sua taglia trentotto adornata da un seno piccolo con quei due capezzoli appuntiti che sembra vogliano bucare questa notte stellata.

La cronaca...
Questa fanciulla, che incidentalmente porta il nome di Milena, nella sua città ha un fidanzato di cui fino a qualche istante fa ignoravo il nome. Ora so che si chiama Antonio. Ebbene, la sua città di provenienza è lontana circa un migliaio di chilometri da quella in cui io, mia moglie, sua sorella, (la mamma di Marco), con relative famiglie abitiamo. Di conseguenza, il fatto che ella possegga un pretendente ufficiale alle sue invidiabili attenzioni di nome Antonio non le impedisce di flirtare apertamente con il figlio della sorella di mia moglie, Marco. Tanto più che siamo al mare durante le vacanze estive.

Marco ha vent’anni, Milena uno di più.
Fa caldo. Ed in Agosto, quando hai quell’età, tutto è valido.
Un po’ come quando giochi a calcio in piazzetta o all'oratorio, le porte sono delimitate da due maglioni e ti aiuti col muro per dribblare l’avversario, quando il manto verde sintetico è recintato squallidamente da cemento colorato e quando tre calci d'angolo accumulati ti danno il diritto di battere un rigore.
Beh a dire il vero anche nel campetto dell'oratorio ci sono delle regole, poche ma ci sono e queste non prevedono l’intervento di un uomo cinquantenne sposato con la zia di uno dei protagonisti di questa storia e padre di due adolescenti che ignorano che il padre stia per finire platealmente in fuorigioco.

C’è da premettere che il fatto che mia moglie abbia scoperto da poco, curiosando sul mio cellulare, l’esistenza di una giovane signora toscana a cui dedico sovente sogni e racconti piccanti, non giova alla mia serenità. Una giovane signora sposata, alla quale, di tanto in tanto, concedo abbondanti libagioni con il mio sperma.
Ecco, dicevo…, tutto questo non aiuta più di tanto.

- “Cos'è successo?”. Le chiedo.
- “Mio padre è uno stronzo”. Sentenzia.
- “Perché?”
- "Perché mi dice che sto facendo le stupida e che devo scegliere”. Risponde.
- “Devo scegliere tra Antonio e Marco. Ma io non ho voglia di scegliere. E’ che Antonio è uno stronzo spiantato però mi scopa da dio mentre tuo nipote Marco è bravo, di buona famiglia, coscienzioso ed educato e piace tanto a papà, però a scopare..."
- “Lo so, è completamente diverso da suo zio!".

Rido…
Anche Milena ride.

- “Uffi! Tu cosa faresti?”. Chiede.
- “Cosa farei?”. (Lo sto chiedendo a me stesso, più che a lei).
- “Non credo di poterti aiutare”. Le dico.
- “Te lo chiedo perché sei suo zio”. Dice sicura.
- “Mi spiace Milena ma non saprei che dirti – (ed anche perché mi piaci da impazzire e ti riempirei di cazzo)”. Rispondo muto.

Muto come quando sai di non avere un futuro.
Quando sai che il tuo passato è denso come catrame.
Quando capisci di essere finito tanto in basso da non riuscire a tenere la barra del timone ferma per seguire la rotta.
Poi quella solita vocina, quella che ti dice che non devi pensare, che devi abbandonare ogni pensiero razionale e fottertene di tutto anche se il futuro che viene partorito da questo presente paraplegico, nipote d’un passato incidentato è gustoso come un boccone di sabbia. Masticato. Ingoiato. Vomitato.

***

Ed eccomi allora, mentre deglutisco la sabbia.
Mentre ingoio la richiesta di divorzio imminente, mentre pregusto le meritate botte che prenderò dal padre di questa ninfetta fresca e bellissima e intanto penso che una “Lolita” così non ci voleva, è capitata proprio in mezzo ai miei pensieri al momento sbagliato.

Ovviamente il mio è come sempre un pentimento tardivo che arriva solo ora, prima che l’occhio del ciclone chiuda definitivamente il suo sguardo su di me e dopo essermi reso conto, non senza un po' di autocompiacimento, di quanto è stato gustoso, magnifico e portentoso, sbattermela appoggiata al pattino del bagnino, per poi sborrare ululando come un animale dentro a quel culo taglia trentotto.

Quel culo arrogante, stretto, innocente e al tempo stesso colpevole.
Quel culo che non doveva essere mio.
Non, comunque, di un uomo di mezza età che si dimentica dei suoi figli e di sua moglie che lo aspettano in albergo e si nutre affamato del proprio desiderio animale di possedere l’anima ed il corpo violato di una ventenne che ha solo due colpe: la prima, ingannare l’amore e i sentimenti d’un nipote in realtà non troppo sveglio e poi quella sicuramente più grave di avere allo stesso tempo, un sorriso troppo ingenuo e troppo malizioso per non meritarsi l’attenzione del mio istinto osceno e perverso.

***

L’ho lasciata sulla spiaggia...
Milena, la mia sborra che le colava dal culo sfondato, e la mia anima sporca.

Ora posso continuare a scappare.
Nuotare verso il largo di questo mare nero, che di notte fa ancora più paura.
Ma è avvolgente caldo taumaturgico ed invitante come una figa accogliente.
E’ calmo e bagnato come un sogno futuro che ormai so per certo non arriverà mai.
Apro la bocca ed è una sorsata di acqua salata che mi brucia le budella e diluisce i pensieri. Finalmente butto giù quel grumo di sabbia che tenevo in gola ma la colpa non svanisce.

Così mi lascio afferrare e affondo lentamente prima di rinascere.
Nell'ombra di una notte infinita, come il perimetro d’un peccato buio e sbagliato.

Un peccato che indossa la taglia trentotto.


Nemesi
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