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La collega


di Maddalena69
30.12.2019    |    19.939    |    27 9.2
"Ed invece mi fissò un attimo interdetta e poi aggiunse con un mezzo sorriso "perchè no?" "Perchè no..."
"Che dice dott. Liberti?"

Il consulente mi sta fissando con aria interrogativa mentre un raggio di sole taglia in due il piano di cristallo con un riverbero abbagliante.

Mi tiro su dalla poltrona e dico con aria autorevole "Mi pare che il powerpoint illustri in modo efficace quanto già esposto nella riunione di lunedì. Possiamo portarlo in Consiglio senza modifiche".

Il consulente sorride rilassato. Il lavoro é piaciuto. In modo empatico ne sono contento anche io. Mi piace dare soddisfazione a chi lavora con impegno.

Mentre faccio queste considerazioni mi sento leggermente scisso in due. Parte della mia attenzione è assorbita dallo schermo con la torta e le sue sezioni colorate ma l'occhio vaga inquieto lungo il polpaccio della mia collega di fronte, Manuela.

E' seduta di fronte con le gambe accavallate e la gonna stretta del tailleur grigio che tende a salire subdolamente, scoprendo delle gambe ben tornite. Scarpe nere con tacco alto e camicetta bianca con un fiocco ampio che nasconde un seno da venere di Canova completano una mise aziendale inappuntabile.

"Chissà che intimo indossa oggi" non posso esimermi dal pensare. Mi rimprovero per questo pensiero davvero poco professionale. Non dovrei farlo su una collega affabile ed affidabile. Ed infine anche una mamma. Eh però....sono proprie quelle che mi fanno impazzire.

Con la mente torno a quel pomeriggio d'aprile di dieci anni prima. Lei non era sposata ma solo fidanzata. Ed io mi ero lasciato da poco con la mia fidanzata storica Katia. Anzi lasciato non è la parola giusta. Mollato direi. Mollato repentinamente. Eh sì, perché grazie ad una soffiata malevola, aveva saputo che mi frequentavo con un'inglesina tutto pepe, e pure qualcosina di più, durante i sei mesi di missione presso la filiale nel nord Italia. Sconvolta mi aveva mollato senza un doveroso piccolo margine di ripensamento.

Ci ero rimasto malissimo. Perché un conto è invitare a cena con annesso dopocena una bella signorina che tra l'altro ti insegna con dedizione inglese due pomeriggi a settimana in una scuola di lingue e che progressivamente ti onora della sua simpatia spingendosi ad invitarti a dormire da lei. Un conto è doverne pagare le drammatiche conseguenze con la tua lei in lacrime che rompe il fidanzamento ufficiale e ti tira addosso l'anello. Molto penoso davvero. Io poi proprio non sopporto le lacrime femminili. In fondo era una frequentazione in omaggio allo studio della lingua. Per integrarmi meglio nelle abitudini anglosassoni. Niente di che, dai. Ma oramai la frittata era fatta ed il danno irreparabile.

Peccato perché a lei ero affezionato davvero anche se su un paio di aspetti caratteriali nutrivo qualche riserva. Ma, per farla breve, da quando ero rientrato a Roma non mi ero ancora ripreso. Sì...ero uscito con qualche conoscenza femminile, tizie che mi avevano presentato amici e amici di amici. Ma una vera scintilla di interesse ...niente. Finché non arrivò lei in ufficio: Manuela.

Alta, slanciata, con delle curve sinuose come si dice...proprio una bella mora. Lunghi capelli castani, occhi profondi, belle labbra carnose. Bellezza mediterranea, molto riservata e vagamente timida. Proprio il mio tipo. La mia fantasia cominciò a lavorare su di lei. Provavo una forte attrazione ma.... e purtroppo c'era un ma: un fidanzato onnipresente. La veniva a prendere al lavoro tutti i pomeriggi e sembravano molto legati. E dunque nutrivo esili speranze. Esilissime.

Senonché la mia piccola esperienza del mondo femminile mi aveva insegnato che c'è sempre un modo per penetrare nel cuore di una donna...basta saper aspettare e non avere fretta. "Where there is a will, there is a way" Simpatico detto, anglosassone per l'appunto, menzionato talvolta dalla mia bionda teacher. E gli inglesi sui proverbi...lasciateli fare!

Ed io fretta non ne avevo. Lei mi si parava davanti sorridente la mattina, sempre deliziosa, e mi aspettava per prendere il caffè. E non è già una dimostrazione di propensione questa? Predilezione, simpatia, favore, chiamatelo come vi pare. Era evidente che le piacevo.

A dimostrazione sta il fatto che si tratteneva sempre per fare due chiacchiere dopo il caffè, per quel lasso di tempo che la consuetudine aziendale permette. Un giorno mi ero spinto a farle omaggio dell'ultimo libro di un autore che piaceva ad entrambi ed aveva deliziosamente trasalito dalla sorpresa. Di slancio si era sporta verso di me porgendomi le sue guance per il bacio di ringraziamento ed avevo colto il rapido strusciare del suo seno sul mio petto, in modo incidentale certo, mentre la sua fragranza di donna aveva colpito il mio olfatto. Immediatamente nella mia testa si era prodotta una vorticosa visione di me e lei abbracciati, nudi e frementi. Maledetta fantasia che non dorme mai!

Però diciamo.... tutte piccole esternazioni di simpatia ma una occasione propriamente detta per poterla avvicinare sul serio stentava a presentarsi. Finché un giorno mi si offre una bella possibilità.

Una mattina di inizio primavera, a metà mattinata vi fu un black out di corrente. Dopo circa mezz'ora spesa a guardarsi intorno e a far finta di riordinare le pratiche, arrivò la comunicazione dalla direzione che ci dispensava dal continuare a stare in ufficio visto che senza l'uso del pc eravamo di fatto non produttivi. Liberi quindi di tornare a casa. Chi ci voleva tornare.

Io no. Io volevo stare un poco con lei. Già eravamo usciti una volta in profumeria a comprare un regalo per una sua amica. Un piccolo precedente dunque era stato creato. Le proposi di farmi compagnia ed andare nel centro commerciale vicino perchè intendevo cercare un televisore nuovo. Dopo vi fu un aperitivo a mezzogiorno. Dopodiché mi avventurai in un invito a pranzo a casa mia.

Mi ero quasi pentito di averla detta troppo grossa. Ed invece mi fissò un attimo interdetta e poi aggiunse con un mezzo sorriso "perchè no?" "Perchè no...perchè no...perchè no" come diceva il mitico Lucio. Speriamo che finisca con "...non lo so però ci sto!"

Rivivo tutto nella mia testa.
Una volta sul pianerotto, infilo le chiavi nella toppa della porta, lei docile dietro di me. Entriamo a casa, io ho il cuore in gola, lei pure immagino. Le lascio il passo ed avanza davanti a me sinuosa. Da dietro la afferro leggermente per i fianchi e la giro verso di me. Lascia fare. Il suo profumo mi stordisce. La bacio delicatamente sulle labbra. Sempre più appassionati e persi uno nell'altro. Ansima leggermente. Le mie dita scivolano dentro la sua camicetta e liberano i bottoni. Uno dopo l'altro con lentezza disarmante. Alla fine la camicia cade in terra, seguita poco dopo dal reggiseno. Si adagia sul letto. Nello specchio di fianco sbircio l'immagine di lei riversa sul letto, la sua cascata di capelli ricci che ondeggia appena fuori dal bordo. Sfioro con delicatezza la sua pelle. È piacevole il tocco lento, appena appena. Socchiude gli occhi e rabbrividisce. Mi avvicino ai capezzoli e li sento tra le mie mani, turgidi di piacere e protesi verso un desiderio crescente… li sfioro lentamente… facendo crescere la sua voglia. A fatica li lascio, facendo scivolare le mani sulla pelle tesa del ventre… lentissime… scendono fino ad incontrare la gonna. Pochi gesti rapidi e di lì a poco scivolerà giù, lentamente, lungo le gambe… e gli slip? Già fradici. Nello sfilarli, mi lasciano una scia di piacere tra le dita.

Splendida, non ci sono altre parole: allungata con le gambe leggermente reclinate è in trepida attesa di me. Mi sorride. Le mie mani scendono… lentamente… sempre più giù… sempre più vicine a dare sfogo ad una voglia per lungo tempo repressa.

Lo specchio vedrà le mie dita scivolare dentro di lei. Spariscono per riapparire più lucide che mai e grondanti della sua essenza più intima. Sta lì nuda,ed io osservo alternativamente lei e la sua immagine nello specchio. Immagino un qualcuno al di là dello specchio che guarda di nascosto e gode del suo viso alterato dal piacere, che legge le mie fantasie perverse. La mia mano impazzisce fra le tue gambe… l’altra torna sui seni stringendo a turno i capezzoli. Le sue labbra si socchiudono facendo uscire gemiti soffocati. Poi gli occhi si aprono e guardano dritti verso me con una vaghezza lasciva che mi da i brividi.
Le scosto una gamba in una posa che amplifica l'oscenità e continuo a toccarla inseguendo il suo respiro che si fa sempre più affannato e rotto. La bocca aperta lascia uscire gemiti che non fanno che aumentare la mia eccitazione… La ammiro nello specchio, vogliosa come non osavo sperare. Continuo ad immaginare, anzi…sono certo che qualcuno nello specchio ci sta osservando. Non vedo dove, ma sento gli sguardi. E il suo piacere arriva incontenibile.
E seguiterò a farla godere. Mia, tutta mia per altre due splendide ore....

"Se non c'è altro noi torniamo in stanza" scosta bruscamente la sedia dal tavolo e si alza, seguita dalla sua insipida collega.
La vedo radunare il block note, sorridere e allontanarsi verso l'uscita. Il mio sguardo la lambisce e segue ipnotizzato il suo magnifico didietro.
Manuela..Manuela...favolosa Manuela.
Speriamo che il consulente non abbia notato!
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