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Una donna per amica


di Maddalena69
22.02.2019    |    3.294    |    15 9.8
"Un attimo di ottenebramento al quale non ho dato però seguito optando per una passeggiata che spegnesse gli ardori..."
L’appuntamento è sempre al solito posto: il bar all’angolo di Piazza Vescovio. Tutte le mattine ci incontriamo lì tutte e tre per il nostro caffè di rito, dopo aver consegnato i figli a scuola. Ma oggi Carla non c’è. Ha da fare con sua madre, ce l’aveva detto ieri. Seduta al solito tavolino con le gambe accavallate sto aspettando Mara e di sottecchi scorro sul cellulare il profilo su A69 per vedere cosa avrà portato la retata notturna tra richieste di amicizie e messaggi. Stimo un piccolo ritardo come di consueto ed invece eccola qui che arriva trafelata e più bella del solito.

“Mah buongiorno!!! E Paolino oggi l’hai abbandonato per strada?”, le faccio chiudendo rapidamente il telefono.

“Ma nooo!!! Oggi gita e quindi alzataccia…la puntualità non mi si addice, vero?” Ridiamo di cuore ed intanto, senza neanche ordinare, arriva lesto Gianni col mio cappuccino col cuore di cacao e il caffè schiumato per Mara, servendoci anche la sua ironica battuta quotidiana “Ma che Carla ha deciso d’anna’ a lavorà’?”. In fondo è simpatico.

Mara è una che ci tiene, sempre così elegante e curata. Una che non passa mai inosservata, di classe. Oggi però è veramente speciale, con il viso incorniciato dai capelli biondo miele spettinati a sfiorare la mantella grigio antracite un po’ alla francese. Indossa un bel pantalone nero che esalta le sue gambe lunghe e toniche da abbonata dalla Virgin e quel maglione a collo alto di cashmere beige che le abbiamo regalato per il compleanno e che le modella il seno, così rigoglioso e perfetto. Invidia femminile? Per carità! Apprezzamento si però, e tanto. Perché Mara mi è sempre piaciuta! Vederla mi produce un languore inespresso che non oso confessare neanche a me stessa. Al punto che, me lo ricordo bene, quell’estate di due anni fa in Spagna una mattina che eravamo rimaste sole in spiaggia, mi ha fatto sorgere un pensiero inconfessabile. Un attimo di ottenebramento al quale non ho dato però seguito optando per una passeggiata che spegnesse gli ardori. Chiamatela prudenza o meglio vigliaccheria.

“Insomma, com’è la camera nuova?” le chiedo. “Guarda…un capolavoro!” e mentre parla tira fuori dalla borsa l’iPhone per mostrarmi entusiasta le foto. “Davvero bella…complimenti. Bel colore e fa un bel contrasto con le pareti. Bravi!” annuisco con compiaciuta sincerità. “Pensa che proprio la scorsa settimana con Claudio parlavamo di farci fare una libreria. Quasi quasi lo chiamo questo tuo falegname e mi faccio fare un preventivo”.

“Beh perché no! Armatevi di santa pazienza perché è pieno di lavoro. Perché dopo non sali un attimo e vieni a vedere? Dal vivo è tutta un’altra cosa, fidati, in foto certi dettagli non si vedono mica” dice Mara guardandomi con quei suoi occhioni azzurri che corromperebbero persino un giudice nell'esercizio delle sue funzioni.

“Ma si dai, oggi ho un appuntamento a mezzogiorno e me la posso prendere comoda”.

E così salutiamo il barista e ci dirigiamo a casa sua, sottobraccio come due scolarette all’uscita di scuola. Mentre saliamo in ascensore e mi racconta del falegname il suo j’adore mi stordisce. Strano come il profumo si associ indissolubilmente ad una persona. Qualche volta l’ho sentito addosso ad un’altra e mi è parso del tutto stonato. Invece addosso a lei è perfetto: dolce e sensuale le si addice magnificamente.

“Non fare caso al disordine” dice spalancando la porta della camera da letto. Il profumo del legno ancora vivo è inebriante. Altro che IKEA. Mara mi mostra gli armadi, la cassettiera sospesa sul vetro, le mensole e i giochi di luce, e poi la libreria che fa da separé per la consolle. “Che meraviglia, è davvero stupenda” Poi il mio sguardo si perde tra i completi di Marco ancora imbustati dalla tintoria ed una sfilza di stampelle con gonne, pantaloni e camicette . L’occhio si sofferma però sulla mensola dove una lingerie tutta pizzi e tulle, nera con fiori verdi ricamati fa bella mostra di sé. Altro che sexy shop on line, questa è roba di classe.

“Ma dov'è che l’ho vista simile?” mi arrovello a pensare e sfioro il pizzo del bustino. Nota il mio stupore e dice con tono malizioso che è un regalo di Marco. Poi si avvicina sfiorandomi la schiena col seno per allungarsi da dietro ed afferriamo il bustino insieme “Per momenti speciali – aggiunge sussurrando a mezza bocca.” Le nostre mani si sono toccate per un secondo e dal rapido tocco si propaga come una scossa lungo la mia schiena.

Non ce la faccio più. Non ce la faccio, stavolta non ce la faccio. Niente passeggiata di raffreddamento oggi. Quell’attimo infinitamente breve eppure così intenso in cui le nostre mani si sono sfiorate associato alla percezione del suo profumo e del suo respiro produce in me uno stordimento languido.

Mi volto, lascio cadere a terra il bustino e la mia mano corre in alto sulla sua guancia. Un secondo, forse due e ci lanciamo uno sguardo di intesa. Parte un bacio, prima tenue e delicato, poi sempre più appassionato ed intenso da levare il fiato e far contorcere ogni muscolo dei nostri corpi. Un brivido mi attraversa dalla testa ai piedi. Fremo dal desiderio di toccarla, di strofinare la sua vulva, strapazzarla un po’ come saprei io. Ma mi rendo conto che ho invece le mani impegnate a stringerla ed accarezzare quel culo magnifico e sodo che neanche Fidia avrebbe scolpito meglio. Non riesco a staccarmi e lei non si stacca da me. Sento le sue mani che da sotto la maglia si insinuano e mi sbottonano la camicetta e in un attimo arrivano sulla mia pelle, tesa ormai come una pelle di tamburo. Mi sta esplorando. Gioca col seno palpandolo con tocco sapiente. Ora giù, ad accarezzarmi le cosce per poi salire e stendere il palmo della mano sulla mia fica, una dolce ma ferma pressione. Mi sente, sente i miei umori ed io i suoi. Da dietro le alzo il maglione. La tengo un po’ con le braccia alzate mentre glielo sfilo e davanti mi godo lo spettacolo dei suoi seni, dritti che mi puntano al cuore come due missili. Non siamo più le due amiche intente a fare colazione. In un attimo siamo diventate altro dalle amiche di questa mattina e che eravamo fino ad oggi. I nostri sguardi lo confermano: il desiderio ci assale e fanculo ‘sto cazzo di telefono che squilla, non ci siamo per nessuno … cascasse il mondo. Ci spogliamo freneticamente delle poche cose che ci restano addosso e Mara mi spinge sul letto.

Mentre le nostre bocche si divoravo, facendo scempio di quel che resta di rossetti ed ombretti, è tutto un fremito di baci e carezze, prima dolci e leggere, poi sempre più decise e profonde, come e dove noi donne sappiamo quando nella nostra intimità ci coccoliamo e lasciamo tutto il mondo fuori. Con le mani tese a palparmi il seno, Mara scende e affossa la sua lingua nella mia fica. È bravissima, sa proprio dove andare. Le accarezzo dolcemente i capelli, senza accorgermi che la sto sospingendo più dentro, come a costringerla a darmi questo piacere immenso. Mara sta al gioco e mi lecca con dovizia, accompagnando col naso e poi col mento ogni mio spasmo. Poi alza il viso, mi guarda, sorride e si gira, regalandomi la vista di uno spettacolo da restare annichiliti. Sopra di me, la sua fica meravigliosa, tanto sognata in questi anni, è lì, tutta per me, e aspetta solo i miei baci e la foga avida della mia lingua.

Che meraviglia che sei..Mara” le sussurro ansimando mentre prendo un attimo di pausa. Le farà piacere, le avrà fatto piacere sentirlo…lo sento, lo sento da come mi bacia, adesso più forte e ancora più decisa. E così torno da lei, mentre con le mani le accarezzo la schiena e l’eccitazione sale al contatto dei suoi seni morbidi e compatti che strusciano su e giù contro ai miei.

“Aspetta un secondo” mi sussurra lasciandomi distesa sul letto. La guardo alzarsi, andare verso l’armadio e scomparire dietro ad un’anta. La sento, nascosta lì dietro, che armeggia con buste e scatole, un dolce rumore di cellophane in sottofondo che non mi disturba. Mi dice qualcosa che non afferro bene e resto sul letto a rilassarmi, in silenzio e in pace con me e con il mondo intero, gli occhi socchiusi a fantasticare su questa giornata particolare, accarezzandomi dolcemente la fica umida e ancora vogliosa.

“Eccomi qua – dice richiudendo l’armadio – sono pronta”. Riapro gli occhi e mi volto verso di lei. Capelli sciolti sulle spalle, mani sui fianchi, seno prospiciente e rigoglioso, gambe leggermente divaricate e sull’inguine una striscia di pelle nera da cui si staglia un membro esagerato. Dritta, fiera, un’amazzone scesa dall’Olimpo, creatura dionisiaca che ottenebra la mente. Un sogghigno di sfida, e poi “Allora, mia bella Valeria….ti piaccio anche così?” come a dirmi…guarda che ho capito chi sei e che vuoi, e va bene la finta morale pubblica, Claudio e Marco, i figli, la scuola e pure il cappuccino di Gianni la mattina…ma mica sono stupida. Me ne era accorta, ti stavo solo aspettando.

Sono persa, priva di ogni difesa. Io, che senza ammetterlo, ho sempre inconsciamente voluto scoparmela, adesso sto qui, inerte ed immobile sul suo letto, quasi paralizzata, aspettando solo che venga lei a scoparmi. Mi sento in sua balia.

Mi scopa, Dio come mi scopa con quel cazzo enorme di gomma che usa mirabilmente, e con le mani sul culo la spingo dentro di me. Uno, due, venti, cento colpi, sono un lago di piacere e Mara lo sa, e non si ferma, godendo delle mie urla di abbandono.

Abbracciate con lo sguardo perso all’insù verso il soffitto, con Mara che si sfila la sua arma terrificante, tra una carezza e un sorriso di empatia, nel silenzio più totale all’improvviso una immagine mi viene davanti agli occhi. Noooo ,ecco dove l’ho vista!! La lingerie coi fiori verdi e lo strap-on…non c’è dubbio. Noooo, cazzo, sono loro, quella coppia fantastica che ci ha scritto un paio di settimane fa. E chi se li scorda due così. Non ci posso credere!!! Sospiro. Un brivido freddo mi stravolge e mi gela il sangue. Ma faccio finta di niente e mi crogiolo in questo mio dolce segreto.

“Ciao cara, allora ci vediamo domani mattina al solito posto”. “Ciao tesoro, a domani” e mi depone l'ultimo bacio sulle labbra.

Seduta dietro in taxi dico al tassista di fare presto, è quasi mezzogiorno e ormai è certo…arriverò in ritardo. Riprendo al volo le carte ma la testa corre solo a Mara. Pure Claudio ha sempre detto che è bella. Ma chi l’avrebbe detto, anche loro. Certo, non sarebbe male se quel week end in Toscana di cui parliamo da tanto tempo lo adeguassimo a questa novità. Non so, forse meglio di no. Boh, ci penserò domani - dico tra me e me - mentre guardo fuori dal finestrino una via Nomentana con un cielo che ti inebria con il suo azzurro che sa già di primavera. Mi stropiccio le mani sotto il naso godendomi il Dior che m’ha lasciato insieme al suo profumo più intimo.

Una donna per amica …com’era? tiririririririririiiiri…l’eccitazione è un sintomo d’amore al quale non sappiamo rinunciare…mi pare facesse così.
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