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Scambio di Coppia

Un re un fante e due regine


di cpelcabo
27.02.2015    |    3.448    |    3 9.9
"Non come certe signore- cominciò ad urlare- che pretendono di fare le mignotte senza aver l'esperienza..."
La Sandra mi telefonò subito.
Voleva sapere se avevamo deciso qualcosa per il week end. Annamaria era a scuola col cellulare spento e lei voleva essere sicura che ci fossimo. Paolo doveva fare la spesa e voleva organizzarci la famosa festicciola.
Ad essere sinceri avevamo un progettino per un mordi e fuggi a Riccione, ma era solo un desiderio...visto la settimana che aveva avuto l'Anny...la proposta di relax assoluto che ci proponeva Paolo era decisamente più allettante.
Assicurammo che ci saremmo stati.
Dissi a casa che avrei passato il week end con amici e arrivai da Anny verso le sei; c'era solo Sandra, Anny a fare la spesa.
Accesi la tv, mi stravaccai sul divano e l'attesi.
Sandra si stava preparando: stava mettendo un po' di roba in uno zainetto e lo faceva abbigliata con addosso un perizoma e una t-shirt troppo aderente.
Quando Annamaria rientrò, carica come un somaro, mi apostrofò con un
:-.....comoda la vita?....
:-Arrivo...- e mi precipitai a toglierle le borse...
Sandra continuava a sculettare in giro. Annamaria seguì il mio sguardo e sogghignando mi fece notare le sue chiappette. Devo confessarlo, mi arrapavano non poco. Annamaria le si avvicinò, abbracciandola le infilò la lingua in bocca in un bacio assurdo: si slinguarono per tre o quattro minuti di seguito, mugolando. Da urlo.
Poi venne verso di me e fece altrettanto. Avevo un obelisco nelle mutande.
:-Ora andiamo da Paolo- sussurrò staccandosi da me. Voltandosi chiese
:-Sai...penso che stasera passerò ogni limite...voglio tutto e tutti..anche Paolo... me lo presti?-
:-Ma non è mica mio!! Se lo fai arrapare a sufficienza...- ridacchiò. Ci rimasi male.
Dopo un bel po' (ma perché le donne devono impiegare tanto tempo tra quando decidono di uscire e farlo realmente?) riuscimmo a raggiungere l'auto di Sara.
Arrivammo a Imola verso le sette. Paolo ci venne ad aprire e dopo aver dirottato le signore al piano di sopra a depositare i loro ammennicoli, mi guidò di sotto, in tavernetta. Devo dire che l'aveva arredata con cura, in uno stile un po' country non spiacevole; tavolo quasi esagerato, tanto era massiccio e lungo; tre belle poltrone in stoffa, un divanone con penisola (era quello che prima aveva in sala, mi confidò) e all'angolo opposto un bel caminetto vecchio stile, ora ovviamente spento. In fondo alla sala un giocattolino assolutamente straordinario: un vecchio flipper (quello con le faccine degli indiani da abbattere) che accese, orgoglioso di quell'antico divertimento. A fianco un biliardo, non nuovo, ma dignitoso; panno nuovo.
Feci i miei complimenti. La “tavernetta” come la chiamava lui, era, in verità, un open space di un centinaio di mq che era la copia del pianoterra. L'apertura sul giardinetto a lato era il compendio finale. Mi tenne per la fine l'ultima sorpresa: un grazioso piccolo montacarichi che, collegato con la sovrastante cucina, consentiva di utilizzare i servizi della cucina senza fare avanti e indietro. Lo scherzetto, mi confidò Paolo, era costato più di tremila euro, di solo materiale...il lavoro l'aveva fatto da solo...
Sentimmo le voci di Sandra e Annamaria che stavano scendendo di sotto. Paolo mi fece aprire lo scorrevole che dava sul giardino e ci dirigemmo verso il barbecue all'angolo. Il profumo di carne alla brace era devastante per il mio povero stomaco che cominciò a borbottare. Le ragazze intanto commentavano l'arredamento della tavernetta, entusiaste. La villetta di Paolo era costruita su una leggera collinetta. Dal retro il giardino, in leggera pendenza verso la valle, si apriva su uno stupendo scorcio.
:-Ora è ancora giorno, ma vedrete al tramonto che spettacolo...- ci promise.
Le signore intanto, mentre noi cazzeggiavamo attorno al barbecue, avevano preso in mano la situazione. La Sandra, che conosceva ormai la villetta, era andata di sopra a prendere il necessario per la cena. Un po' di roba l'aveva portata giù lei, ma le stoviglie più pesanti, le bottiglie e i bicchieri li aveva infilati nel montacarichi.
Bisogna riconoscere che l'idea di Paolo era stata assolutamente geniale. A fianco del camino c'era il classico porta-bottiglia da tavernetta. Con solo liquori, però.
Paolo era dell'opinione che tutti coloro che pretendevano di fare il vino in proprio erano dei “rompicoglioni” in quanto dopo eri costantemente costretto a mentire sulla qualità del loro “aceto”. La sua opinione era che per gustarsi al meglio il vino bisognasse lasciarlo fare ai professionisti.
:- ...non come certe signore- cominciò ad urlare- che pretendono di fare le mignotte senza aver l'esperienza...
Per fortuna la casa più vicina, a circa una cinquantina di metri era palesemente disabitata. Quanto diceva Sandra era assolutamente vero: la villetta di Paolo era sicuramente l'ideale per avere discrezione.
La carne era quasi pronta, Paolo mi chiese di salire di sopra a prendere il vino, dato che Sandra l'aveva dimenticato
:-E' nel decanter sopra il tavolo della cucina. Metti tutto nel montacarichi...anche un po' di frutta,... è sopra il frigo...ah vedi un po' mentre passi se ha portato giù l'acqua, altrimenti è in frigo...
Feci proprio il bravo, tutti i compitini a puntino e quando scesi era tutto pronto, in tavola, con la carne fumante e tutti pronti col bicchiere pronto per il brindisi..
:- A noi ! - urlò ancora Paolo.
Bevemmo un sorso, ci sedemmo e cominciammo a mangiare. Ogni tanto la Sandra faceva la scema e ci provocava, ma devo dire che facemmo una cena veramente sontuosa. Come dice Paolo il vino era stupendo, la carne gustosa, le verdure fresche e la compagnia adorabile.
Avendo deciso di non fare primi (la pasta di sera e d'estate o è fredda oppure è meglio soprassedere), la carne la fece da padrona. Costine, salsiccia (quella buona, montanara), spiedini, fiorentina, castrato, agnello a scottadito, un po' di faraona e per finire anche un cosciotto di capriolo al forno.
Devo dire che non aveva fatto delle porzioni pantagrueliche, ma comunque ci alzammo da tavola più che satolli.
Mangiare così d'estate poteva anche non essere un problema, ma io mi alzai lo stesso per finire di visitare la tavernetta. Girai intorno al biliardo e sul lato opposto c'era la rastrelliera con le stecche, uno specchio, e il cassettino che, aperto rivelava due serie di bocce: da biliardo e una quantità di palle colorate e numerate.
:-Devo dire che le buche di questo biliardo non son fatte per giocarci con le bocce numerate, ma così è anche più difficile...spiegò Paolo e cominciò a dissertare di come fosse difficile giocare bene a “goriziana”. Gli confessai dopo un paio di minuti che non sapevo neppure di cosa stesse parlando...e lui scosse rassegnato la testa. Richiusi il cassettino con le bocce e gli dissi che però qualche volta giocavo, ma non con le stecche, solo a biliardo “all'italiana”..-
:- Beh,-commentò-meglio di niente, ma qualche sera ti insegnerò qualche cosa di interessante...
Mentre ritornavamo verso la sala da pranzo, ci accorgemmo che le signore avevano iniziato senza di noi....Sandra e Annamaria erano nude, sul divano, impegnate in un sessantanove apparentemente molto intenso. Sandra sollevò un attimo la faccia ci guardò sardonica e commentò
:-Mentre voi giocavate con le palle ...noi ci occupavamo delle buche....
E riprese da dove si era interrotta. Paolo sorrise e cominciò a togliersi la camicia, si slacciò la cintura e si tolse in un sol colpo bermuda e mutande. Io stavo freneticamente togliendomi tutto quello che indossavo, ma feci in un attimo.
La posizione delle ragazze era ideale: sulla penisola del divano, lasciava ampio margine di manovra a noi due. Paolo si posizionò dietro la Sandra e cominciò a leccarle il buco del culo, mentre da sotto l'Annamaria le lappava la figa. Col mio serpentello ben duro, mi diressi dall'altro lato dove la Sandra, impegnatissima, allargava la figa dell'Anny infilando un paio di dita dentro la sua fighetta: la lingua saettava sul bottoncino e l'Anny mugolava felice. Con la coda dell'occhio vidi Paolo dirigersi per un attimo verso una piccola cassapanca a lato del caminetto e tornare con un tubetto di lubrificante che si spalmo sull'uccello mentre ritornava verso Sandra. L'urletto che la nostra amica diede dopo pochi secondi mi confermò che Paolo le aveva infilato il cazzo nel culo.
Approfittai del momento e infilai velocemente il serpentello nella passera dell'Annamaria. Sandra, ad occhi chiusi, si godeva il cazzo di Paolo. Ogni volta che Paolo spingeva dentro il suo salame, la Sandra sospirava. Io avevo preso inevitabilmente lo stesso ritmo. Sentivo l'Anny stringere la passera: quando la Sandra rituffò la lingua tra i neri ricci della figa di Annamaria, i suoi mugolii aumentarono.
Ad un certo punto vidi la Sandra alzare la testa e guardare dietro di lei.
Alzai gli occhi e compresi che Paolo era uscito dal culo di Sandra e aveva infilato il mostro tra le labbra di Anny.
Era già un po' che Paolo stantuffava ed immaginai quello che stava per accadere. Mi sfilai ed andai a vedere da vicino: ormai il cazzo di Paolo era pronto.
Vidi Anny sforzarsi per infilare quanto più cazzo possibile in gola: Paolo esplose in un ruggito trattenuto e vidi Annamaria strozzarsi per ingoiare il più possibile. Alcune striatura di sperma cominciarono ad uscirle tra le labbra.
Paolo sadicamente raccolse con la punta del cazzo quanto le usciva e glielo rinfilò tra le labbra. Annamaria tirò diligentemente fuori la lingua e continuò a leccare il salame, ancora ben solido.
Sandra dava istruzioni.
Lei obbedì e riprese a succhiare, ma questa volta si concentrò sulla punta.
:- Lecca per bene, attorno alla cappella e ora giù, lungo l'asta fino ai coglioni. Non devi farlo ammosciare. Lo rivoglio subito e ben duro. Deve rimetterlo dov'era...
Io guardavo, imbambolato, col cazzo in mano.
:-E tu, bamboccio, invece di star lì a guardare vai a metterglielo nel culo, svelto, ne ha bisogno.
Ora tutte e due erano sul divano, inginocchiate ed appoggiate alla spalliera, i fondoschiena ben in fuori. Paolo si posizionò dietro la Sandra e si apprestava ad infilarla, io mi lubrificai in un attimo il cazzo e lo appoggiai al buco del culo di Annamaria.
Scivolavo sopra e sotto. Non è così facile entrare in un culo ancora sigillato.
Mi aiutai col pollice della mano che reggeva il cazzo. Lo infilai finchè potevo, lo ritrassi ed appoggiai la cappella prima che si richiudesse...spinsi un attimo, Anny mi aiutò venendomi incontro: lo sentii scivolare. Ero dentro.
Di fianco a me Paolo andava avanti ed indietro: sembrava una macchina. Ed era appena venuto! Non aveva esaudito il desiderio di Sandra, ma penso che lei non si potesse lamentare: vedevo quel salame entrarle ed uscirle dalla figa.
Era dilatata e chiaramente liquefatta. Il cazzo usciva lucido, completamente ricoperto dai succhi della figa .Lei aveva alzato il culo per prenderlo perfettamente fino in fondo. Il rumore delle cosce di Paolo contro le sue era ritmico, cadenzato, ipnotico. Sandra se lo godeva mugolando, a bocca aperta. Ogni volta che lui rientrava, lei si spingeva all'indietro.
Io invece eseguivo un lento avanti ed indietro: la lunghezza aiuta, e la mia partner aveva sempre apprezzato la lentezza con cui l'inculavo. Le presi una delle mani e gliela spinsi tra le gambe. Cominciò subito a strofinarsi la fighetta. Paolo mi guardò da sopra la spalla.
:-Ricorda che se vuoi far durare un bel po' la chiavata devi prima svuotarti i coglioni, altrimenti finisci troppo presto e il tuo partner non si gode la minchia a sufficienza: ho ragione Sandra?
:-Haa spingi, spingi...
:-E alla signora è piaciuta la spremuta di coglioni?
Anny non diede segno di voler rispondere, annuì solamente. Decisi che avrei seguito quanto suggerito da Paolo, ma volevo che Annamaria sentisse per bene il cazzo entrarle ed uscirle dal culo. Lo tirai fuori completamente, mi spostai verso il suo viso.
Lei obbediente cominciò a succhiare la cappella: le presi perfidamente la testa e le spinsi il cazzo in gola, fin dove entrava. Dopo un paio di conati della sua gola uscii, mi rimisi dietro e le riappoggiai il cazzo al buco. Ora non era più stretto, anche se non dilatato come quello della Sandra.
Lo appoggiai per bene, lo spinsi dentro con un unico affondo. Alzò la testa mugolando: non sapevo se di goduria o di dolore. Per essere certo che lo apprezzasse, le diedi tre-quattro affondi decisi, a tutto cazzo.
Uscii di nuovo completamente, presi la mira e le rientrai dentro. Sentivo i coglioni che stavano per esplodere: mi fermai ben piantato dentro di lei. Sentii la sua mano smettere di accarezzare la passera ed allungarsi a raccogliere i coglioni. Me li strinse, facendomi quasi male. Cominciai a venire. Il cazzo era al parossismo.
Duro come l'acciaio, continuai a stantuffare, profondo, veloce, fino a sentire che non venivo più. Anziché fermarmi continuai più lentamente, non volevo smettere finché ci fosse rimasta un po' di rigidità.
Paolo continuava imperterrito, stesso ritmo, mi guardava ridendo..
:- Sembravi un coniglio...
Annamaria mi stava stringendo il cazzo, ed io non avevo nessuna intenzione di uscire.
Intanto la Sandra si stava ormai scopando da sola, furiosamente, la destra a strofinarsi il clitoride, godeva ruggendo; si abbandonò sul divano stringendosi le tette con le mani, mentre Paolo le dava profonde stoccate a tutto cazzo.
Un autentico ariete, ogni botta faceva uscire dalle labbra di Sandra un singhiozzo di goduria. Mi sentivo poco più di una merda, al suo confronto.
:-Ho il cazzo che sta per esplodere (era ora, pensai)...
La Sandra a quelle parole si prese a due mani i glutei, aprendoli.
Si vedeva benissimo il suo buchino (?) aperto.
Paolo lo tirò fuori dalla figa e lo schiantò (letteralmente) dentro al suo culo aperto. Poche violente sgroppate e capimmo che le stava inondando il retto. Continuava imperterrito a pompare a tutta forza.
Sandra scendeva lentamente sul divano ad ogni spinta. Il suo buco faceva rumori assurdi. Ad un certo punto una stoccata più gagliarda delle altre fece spruzzar fuori un getto di sperma. Le aveva spanato il culo. Quando finalmente si decise ad uscire, la sua cappella fece un rumore di risucchio assolutamente osceno. Le colava tutto. Sandra era assolutamente disfatta, aperta, una gamba da una parte e l'altra appoggiata per terra. Un rivolo di sperma le colava lungo la coscia. Io ed Annamaria guardavamo.
Paolo si alzò, l'uccello ormai barzotto (era ora) e si diresse verso di noi.
Non capivo. Si pose di fronte ad Annamaria, le prese la testa e le avvicinò il cazzo sporco alle labbra. Non ero molto d'accordo e feci per parlare.
:- Buono .. mi fece - tu le donne non le conosci..muore dalla voglia di farlo...ma si vergognano, tutte, di ammetterlo...- lecca! Ingiunse ad Anny.
Quale fu la mia sorpresa nel vedere la sua lingua cominciare ad uscire, il suo sguardo alzarsi, quasi adorante, la bocca aprirsi a succhiargli golosamente il cazzo. Lo stava proprio pulendo, leccandolo fino ai coglioni. Lui le prese la testa e la diresse verso i coglioni.
Non sapevo cosa fare e cosa dire.
Paolo, prese per i capelli Anna e le diresse la faccia sul mio uccello.
Cominciò a leccare, pulendo anche il mio: arrivata alla base continuò da sola, senza bisogno di suggerimenti, a leccare i coglioni.
Paolo la spronava suggerendo come succhiare , come leccare la cappella, la incitava a pulire coscienziosamente...
Continuò a tenerla per la chioma, le fece segno di alzarsi e la condusse dietro Sandra. Non fu necessario dire nulla. Si pose dietro di lei, le aprì i glutei e cominciò a lappare quel buco slabbrato e pieno. Ora mugolavano entrambe.
Dopo una venuta del genere entrambi i nostri gioielli si stavano riposando. Ci mettemmo comodi, a gustarci le signore. Dopo aver ripulito accuratamente il culo inondato della Sandra, Annamaria si era lasciata andare sul divano, spossata. Devo dire che anche l'altra non sembrava in gran forma; ad occhi chiusi, come in trance, continuava ad accarezzarsi meccanicamente tra le gambe.
Ero curioso. Volevo vedere se l'Anny avrebbe avuto il coraggio di chiedere a Paolo di scoparla, con Sandra presente.... Sapevo che il battacchio che aveva tra le gambe la incuriosiva, aveva la voglia di sentire una big-minchia....praticamente me l'aveva confidato..(...per carità...la tua va benissimo...ma una così non l'avevo mai vista...) ed altre amenità del genere.
Non c'è niente da fare, possono dire quel che vogliono, ma alle donne un cazzo bello grosso è sempre piaciuto.
Un sorriso ebete cominciò a spuntare sul viso di Sandra.
:- Mi viene in mente la prima volta...ti sei scandalizzata per averti quasi costretta a darmi una leccatina al buchetto...sei cambiata un bel po' in pochi mesi...
Annamaria non rispose. Si alzò facendo la linguaccia a Sandra e avvicinandosi a me le replicò
:-...e non solo, stasera voglio provare anche altro...
Mi prese per mano e mi portò vicino a Paolo. Intuii quello che stava architettando e sinceramente avevo paura della reazione di Sandra. Avrebbe accettato quello che aveva in mente di fare Annamaria?
:- Hei stallone, stasera voglio provare la doppia. Tu in figa e Alberto nel culo. Ma ti prego, fai piano. Una stazza come il tuo non l'ho mai neppure sognato...
Così dicendo si chinò tra le gambe, semiaperte, di Paolo, gliele scostò inginocchiandosi e si pose a pochi centimetri dal suo salsicciotto a riposo.
:- E' impressionante vederlo da vicino, moscio …
Fece quello che tutti stavano aspettando. Cominciò a leccare, succhiare accarezzare. Sandra si avvicinò al mio fianco e sussurrò al mio orecchio
:-Sarà dura...a lui piacciono di più i pompini fatti dagli uomini...dice che come succhiano certi ragazzi ...noi donne ce lo sogniamo...e Annamaria non è certo un'esperta...
A me, i pompini dell'Annamaria andavano benissimo, pertanto tacqui. L'impegno non le mancava di certo e devo dire che lo spettacolo dell'Anny a bocca piena, (veramente piena) non dispiaceva affatto. Non si poteva dire che in quel momento Paolo lo avesse intostato del tutto, ma si stava inturgidendo. Vedere la testa andare su e giù me lo stava facendo indurire anche a me. Paolo la prese per le ascelle la tirò su e le disse che era meglio cominciare a fare sul serio. La attirò contro di sé, prese una buona dose di lubrificante e se lo spalmò lungo tutto il cazzo. A mano aperta fece lo stesso con l'inguine di Annamaria. Prese saldamente la base del suo uccello e cominciò a spennellarlo lungo le labbra della figa.
Anny, immobile, aspettava il momento giusto. La cappella si appoggiò.
:- Ora puoi scendere-. Le disse. Vidi Anny obbedire. Pochi centimetri e si fermò. La cappella, più piccola del tronco, era entrata. Solo quella. Da lì in poi la larghezza cominciava a crescere. Paolo aveva le sue tette all'altezza giusta: cominciò a succhiargliele e a mordicchiarle. Annamaria proseguì, sospirò e riprese la discesa. Sandra si avvicinò per guardare meglio e sogghignò. Non avevo mai considerato quanto fosse stretta Anny.
Ora capivo perché anche il mio serpentello le andava bene. Ad un certo punto Paolo prese per le spalle Anny e la spinse, lentamente ma inesorabilmente lungo la sua asta. Anny sospirò... sembrò scrollarsi e cominciò a sobbalzare...stava venendo? Di già? La sentii mugolare, il palo la dilatava: prese prepotentemente il viso di Paolo e cominciò a leccarlo, morderlo, sembrava assolutamente partita. Cominciò a salire e a scendere. Pianino. Lentamente. Ogni volta che scendeva verso il basso mugolava.
Paolo riprese in mano il gioco. La abbracciò. Prese un po' di spazio e cominciò a fotterla velocemente. Una decina di spinte, da sotto. Anny ululò. Pensavo che l'avrebbe distrutta. Si fermò, immobile. Lei aveva il fiatone, tremava, si era appoggiata all'incavo del suo collo, cominciò a venire, a raffica.
Sadicamente Paolo rifece il giochino e Annamaria non riusciva a fermarsi: sbrodolando si accasciò tra le sue braccia. Lentamente venne sollevata da Paolo, che la depose, come una bambola di pezza sul divano. La sua figa era un assurdo cratere aperto. La Sandra a quanto avevo visto, non era mai stata ridotta in quello stato. Forse perché già abituata?
Il palo si ergeva, lucido e beffardo. Un tronchetto minaccioso. Non spaventò Sandra che agilmente si issò ed in un solo rapido affondo se lo infilò. Anche lei, però, arrivata a fine corsa, sospirò appagata. Cominciò a salire e scendere, lentamente, con assoluta costanza.
:- La riempie bene vero? Chiese ad Anny: ma lei non era in grado di risponderle.
:- Pensa quando non ha voglia di figa... pretende il culo. Ora sai perché il mio è così bello aperto. Le prime volte pensavo che mi avrebbe mandato all'ospedale...ed è per questo che ho comprato il vibratore. Ma una volta che ti sei adattata alle sue misure....
Cominciò ad affrettare il su e giù: stava sbrodolando anche lei. Paolo cominciò anche lui a spingere da sotto, poi afferrò la Sandra sotto le ascelle la sollevò un poco, le uscì dalla figa e la fece ridiscendere di colpo. Lei urlò. L'aveva lasciata ricadere sul cazzo impalandola. L'obelisco era per metà dentro e per metà fuori dal culo di Sandra. Spinse da sotto con un ultimo vigoroso colpo. Il secondo urlo dimostrò che l'aveva inculata per tutta la lunghezza del cazzo.
:-Bastardo...-ansimò-
Annamaria sembrò risvegliarsi, cominciò lentamente ad avvicinarsi per vedere meglio. Anche io mi avvicinai, Annamaria si strinse al mio polpaccio e si issò arrivando a pochi centimetri dal culo trafitto di Sandra. Paolo, da sopra la spalla di Sandra, osservava noi due: prese lentamente Sandra per le ascelle e lentamente la sollevò: stantuffava imperterrito, ma con meno foga. Cominciò a girare Sandra verso di noi.
Lei si accorse della manovra: si puntellò con un piede sul divano agevolandolo. Quando finalmente poté appoggiarsi con entrambi i piedi sul pavimento fece un cenno verso Annamaria, invitandola. Ora era seduta su Paolo, volta verso di noi. Il palo ben piantato sino ai coglioni, la figa semiaperta a pochi centimetri dal volto stravolto di Annamaria e col viso non lontano dal mio uccello ancora barzotto.
L’invito era esplicito ed Annamaria non si fece certo pregare: allungò il viso e cominciò ad annusare, le nari spasmodicamente aperte, i profumi della figa gocciolante di Sandra. Non persi tempo: un mezzo passo e il mio serpentello barzotto fu tra le labbra di Sandra: poco sotto Annamaria faceva osceni rumori di risucchio mentre a piena bocca si pasceva delle grandi labbra e del clitoride della sua amica. Paolo si era fermato. Guardava incuriosito l’opera meritoria di Annamaria. Il mio serpentello, intanto, era faticosamente di nuovo della consistenza giusta. Molto naturalmente la professoressa me lo strappò dalle fauci di Sandra e lo posizionò all’imbocco della figa, che le sue dita tenevano dischiusa.
Capii che quello era il momento giusto per fare un passo avanti, deciso. Appoggiai la cappella sulle labbra congestionate della figa. Era assolutamente liquida, pronta. La lingua di Annamaria aveva fatto quanto era auspicabile. Cominciai ad entrare, e dopo pochi centimetri, sentii che il passaggio era quasi ostruito. Il cazzo di Paolo. Spinsi fiducioso ed entrai per un poco. Sandra mi fissava la faccia, gli occhi spalancati, le braccia appoggiate sulle mie spalle, la bocca aperta in un evidente moto di sorpresa...
:-Vai...vai..
Presi coraggio e spinsi lentamente ma sicuro e assolutamente infoiato.
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