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Prime Esperienze

La splendida Sara 3


di vintage69
27.03.2010    |    15.785    |    0 7.4
"Misi le mani sui suoi fianchi attirandola verso di me ad ogni spinta; sentivo oltre alla mia anche la sua eccitazione..."
La splendida Sara 3

Dopo quella notte “rovente” passammo la mattinata come al solito. Passeggiata nel bosco, giochi di carte, chiacchiere.
Sara aveva dovuto usare un trucco un po’ più pesante per coprire le occhiaie dovute alla sostenuta attività notturna, come mi disse poi sorridendo.
L’impegno preso per farle compagnia e non lasciarla sola di notte nella casa fuori paese che le dava un po’ di paura, fu assolto nel migliore dei modi. In effetti non la lasciai sola un solo istante, anzi le stetti sopra a lungo per proteggerla meglio. Rise di cuore quando le feci questa battuta.
La giornata sembrava non finire mai in attesa che arrivasse la sera e che potessimo ritirarci in casa.
Finalmente, dopo la cena consumata a casa mia con la famiglia, ci avviammo fuori paese dove si trovava la casa dove Sara alloggiava con la sorella, momentaneamente in città. Passato l’arco, l’ultimo tratto illuminato, la presi per mano. Anche la mano liscia e calda mi eccitava.
Lei poi mi circondò la vita con un braccio e proseguimmo così, sulla stradella illuminata solo dalla luna.
Arrivati a casa, “Finalmente” disse. “Siedi, torno subito”.
Accese due candele in camera da letto e alla loro luce tremolante la vidi togliersi il vestito. Scomparì dietro la poprta e ricomparve poco dopo indossando solo una camicia da uomo che la copriva appena le natiche. Slacciata fin sull stomaco lasciava intravedere i suoi splendidi seni che tremolavano appena ad ogni passo.
Si sedette difronte a me. Ci guardammo negli occhi e “Stanotte passeremo al terzo atto della tua, chiamiamola, iniziazione; come ti avevo promesso, vuoi?”.
Certo che volevo. Su al boschetto mi aveva fatto conoscere, per, la prima volta in vita mia, le bellezze nascoste di una donna e le delizie del primo amplesso. La mia prima fica.
Bevemmo un whisky allungato con una schwepps fresca di frigo e mentre riponevo la bottiglia mi disse di tirar fuori il burro e metterlo sul piatto che stava sul tavolo.
Rimasi perplesso ma feci quanto richiesto. Dopo aver usato entrambi bagno e doccia, ci ritrovammo sul letto. Lei aveva slacciato completamente la camicia che indossava e il suo corpo, alla luce delle candele assunse un aspetto meraviglioso. Nella penombra i suoi seni risaltavano come colline al chiaro di luna. Il ventre piatto una prateria che degradava fino al boschetto dei peli che annunciavanom delizie future.
Lentamente si riempì la mano con un seno che offri alla mia bocca. “baciami, baciami questa”. Baciai qualla mammella tutta attorno, leccai quella pelle vellutata ma senza mai toccare il capezzolo. Continuai così sentendo aumentare il ritmo del suo respiro. La stavo eccitando. Cercò di farsi baciare sul capezzolo ma continuai ad evitarlo. Non resistendo moltre spinse il seno sulla bocca implorando “ Oh succhiami i capezzoli, caro, non resisto più succhiami mordimi leccami”. Finalmente presi in bocca quella deliziosa fragolina di carne e la sentii fremere mentre con la mano libera cercava il mio cazzo che impugnò con forza.
“ Ho tanta voglia di te ma non devi stancarti perché ti voglio in piena forza per la “fase tre” dell’iniziazione. Devi sapere che la donna può far godere un uomo in cinque modi. Con la mano nelle prime esperienze, poi con la bocca poi stringendo il cazzo fra i seni , con la fica e infine con l’entrata posteriore”. La sua educazione le impediva di dire apertamente “nel culo”, usava certi termini quando era al culmine dell’eccitazione, come rinforzare ciò che stava provando; e continuando “ Ora le prime quattro fasi le hai vissute: passiamo alla quinta. Così non l’ho mai fatto , sarà la prima volta anche per me, dopo saremo entrambi completi”.
Ora il ritmo dei battiti cardiaci era aumentato a me.
In pochi giorni avevo provato, per la prima volta in vita mia i primi quattro modi che ha una donna per far godere un uomo. Ora stavo per provare il quinto. Fremevo d’impazienza al solo pensiero –Sara si sarebbe fatta inculare per la prima volta e proprio da me. Quasi non credevo a quello che mi stava accadendo. Non sentii quello che mi stava dicendo e ripetè “ caro, vuoi andare a prendere il piatto con il burro che sta sul tavolo?” Scesi dal letto quasi in trance, andai in sala, presi il burro e ritornai camminando come un sonnambulo con un’erezione quasi dolorosa.
“Sai, l’ingresso posteriore non è lubrificato come la vagina quindi occorre un piccolo aiuto per far scivolare meglio il tuo arnese e non farmi sentire troppo male”.
“ Se pensi che ti farò male perché lo vuoi?” “ Se sono la dea dell’amore come mi hai detto la notte scorsa debbo provare tutte le vie dell’erotismo. Ora io ti porgerò le natiche e tu spalmerai del burro sul buchino”.
Dire che ero eccitato è un puro eufemismo. Lei non mi toccava per paura che potessi esplodere in un orgasmo, voleva che mantenessi il cazzo ben duro e riposato per compiere la difficile penetrazione.
Ora avevo difronte a me quelle splendide chiappe illuminate dalla tenue luce delle candele; si aprì lentamente con le mani e vidi perfettamente la pelle grinzosa del suo buco del mistero, come lo aveva elegantementechiamato. Presi col dito medio un po di burro e cominciai a spalmarlo su quel bottone di carne. “Prova a spingere il dito dentro, lo lubrificherai meglio.”
Spinsi il dito nel suo bel culetto fino a metà per poi uscire prendere altro burro e rientrare. Stavolta lo misi tutto dentro e a Sara sfuggì un gemito. Continuai a spalmare burro e cercai di infilare due dita; spinsi lentamente e vidi le dita scomparire lentamente nel culo. Le spinsi fino in fondo non senza difficoltà.
Uscito si girò un attimo, prese anche lei del burro e lo spalmò sul cazzo.
“Ora prova ma sii delicato”. Mi posizionai dietro di lei, la presi per i fianchi e spinsi. Non riuscivo a capire dove stavo…colpendo. Sara mi venne in aiuto, infilò la mano sotto le sue cosce, impugnò il cazzo fremente e mi guidò sul bersaglio.
Sentivo solo la vischiosità del burro, ma cominciai a spingere. Spingevo ma non mi sembrava di entrarle dentro. “ci sono?” Dissi sottovoce. “ Sì caro ci sei , continua a spingere”. E spinsi e spinsi finchè, improvvisamente avvertii di essere entrato per metà. Forse solo la cappella aveva superato lo sbarramento naturale di quel culo vergine. Sara gridò appena; sentivo il suo respiro affannoso, una mano stringeva il mio braccio affondando le unghie nella pelle. “Ti faccio male, tesoro?” “Sì, ma lo sapevo, non importa continua, fa male ma nello stesso tempo mi eccita da morire. Entra, spingilo tutto dentro caro, non ti fermare se griderò”. Spinsi e spinsi e sprofondai completamente in lei . Sentii le sue natiche calde e morbide e anche il suo grido soffocato emesso con la bocca nel cuscino.
Ansimava , sentii come un singhiozzo. Io non osavo muovermi per non farle ancora più male. Non sapevo che fare perché lei non si muoveva. Non so quanto tempo passò alla fine disse” Tesoro, che male, mi sembra di scoppiare , ti sento fino in gola”. “esco”? dissi. No amore no . Sapevo che faceva male ma una mia amica mi ha detto che dopo sarà piacevole. Rimani così. Mi sento bruciare il ventre ma sen
to anche un sottile piacere. Sento i tuoi peli sul culetto e mi piace. Sento la tua presenza , sei duro e grosso e lungo ma mi comincia a piacere”. Cominciai ad accarezzarle i seni. Frullavo i capezzoli tra il pollice e l’indice mentre il resto della mano scivolava sulla pelle. Insinuai poi una mano tra le cosce e raggiunsi il suo umidore. Cercai il bottoncino della sua sensibilità e pian piano la sentii gemere ma stavolta di piacere. “ Muoviti ora, caro, muoviti dolcemente”.
Cominciai a pomparla lentamente, piano piano per non farle ancora male. Sentivo le contrazioni del suo sfintere , il calore e la morbidezza delle sue natiche. Mi eccitava sentire il rumore provocato dal mio ventre che sbatteva contro quel culo delizioso.
Cercavo di darle dei colpi leggeri, ma l’eccitazione saliva, i suoi gemiti si facevano più forti.
Misi le mani sui suoi fianchi attirandola verso di me ad ogni spinta; sentivo oltre alla mia anche la sua eccitazione. Ora si muoveva anche lei, contrastava i miei affonti con spinte del bacino verso di me. Aumentai il ritmo e la forza dei colpi e Sara aumentava i gemiti: “Sì così tesoro, aprimi tutta, inculami, inculami forte che vengo, sì siiii” e con un lungo sospiro da parte mia, venni anch’io scaricandole nel culo tanto ma tanto sperma.
Ripreso fiato estrassi il cazzo semi floscio dal bellissimo culo di Sara. Quando la guardai vidi un accenno di lacrime nei suoi occhi.
“Mi hai fatto male, mio giovane stallone, ma sono anche venuta e forte. Quando ho sentito i tuoi schizzi bollenti dentro di me ho provato un piacere mai provato, diverso, più forte e completo di una normale scopata. Male, bruciore nel culo e allo stesso tempo un piacere intenso. Ho sentito anche il tuo grido quando ti sei liberato dentro di me“
“Ho goduto molto anch’io, Sara, non dimenticherò mai questi momenti, la mia istruttrice di sesso la mia splendida Sara.

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