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La splendida Sara: l'epilogo


di vintage69
30.03.2010    |    13.538    |    1 7.6
"“Ora tocca a voi, prendete il vostro pasto stalloncini miei..."
La splendida Sara: l’epilogo

Ormai si avvicinava l’ultima notte che potevamo trascorrere sotto lo stesso tetto. La sorella di Sara sarebbe tornata l’indomani.
Seduti al sole della tarda mattinata Sara mi disse “Stefano, domani torna mia sorella e sicuramente sabato ripartirò. L’avventura insieme è stata meravigliosa, veramente. Ho provato sensazioni mai vissute nemmeno con uomini che si vantavano di essere dei perfetti amatori. Quando tornerò in città mi aspetteranno delle tristi giornate e quindi voglio finire questa vacanza con una notte pazza, indimenticabile. Faremo un’espeienza multipla; sarò la dea dell’amore ma non solo per te. Voglio essere amata fino allo sfinimento, fino a svenire di piacere. Stasera inviterai i tuoi due amici, Riccardo e Giulio ma sappi che tu sei sempre il mio preferito. Ti prego, non essere geloso. Sento la necessità di trasgredire e ricorda, a loro darò il corpo ma a te ho dato e darò l’anima ” - “ Ma così debbo dire che tra me e te…” obiettai. “non ti preoccupare; dì loro soltanto che dovranno mantenere il segreto” E così, andai incontro ai miei inseparabili amici e gli raccontai la mia avventura e aggiunsi che avevamo un programma affascinante per la sera. Saremmo stati ospiti della dea dell’amore.
Mi presentai da Sara prima degli altri portando una rosa. Fu commossa dal mio regalo. Verso le 21 vennero Riccardo e Giulio tirati a lucido. Sara indossava un’ampia gonna bianca con fiori neri, maglietta nera aderente e abbondantemente scollata mettendo in mostra le splendide tette e la bella schiena, sandaletti neri col tacco.
Fece accomodare i ragazzi, accese il registratore dove avevo montato un nastro con le canzoni del nostro tempo. I Platters, Paul Anka, Neil Sedaka e così via.
Escogitò un bel giochino per iniziare poi il grande gioco. Prese una coppia di dadi e a turno li avremmo lanciati. Chi avesse fatto il totale più basso avrebbe tolto un indumento, a scelta degli altri; una specie di streap poker ma con i dadi. Tutto ciò mentre bevevamo gin fizz gelato.Fu divertente. In dieci minuti Sara era rimasta in reggiseno, mutandine e sandaletti, Riccardo con la sola maglietta, Giulio in slip, io con i jeans. Ci chiese di farla ballare. Passammo così circa un’ora a ballarecon Sara, stringendoci a lei, accarezzandola sempre più audacemente. Baci sul collo, sul seno, attraverso il reggiseno, carezzandole il bel culo.
Accesi le candele e spensi la luce; mi tolsi i jeans e mi avvicinai e mi strinsi a Sara che stava ballando con Rick.Facemmo un bel sandwich e Sara sentì perfettamente la nostra eccitazione. Fece cenno di seguirc e si diresse verso la camera da letto. Bellissima! Camminava davanti a noi con movenze felpate, da gattona. Dissi “ che donna, che movenze, che classe” “Che culo” Sbottò Giulio. E aveva ragione. Le corte culotte fumè inguainavano un culo veramente stupendo. Si sedette sul letto e porse un piede per farsi togliere i sandaletti. Slacciai il cinturino, tolsi la scarpa presi il piede fra le mani e cominciai a baciarlo. Rick fece immediatamente la stessa cosa con l’altro piede. Sara era eccitata a par nostro.
Nella penombra, illuminati solo dalle candele e dalla luna la cui luce filtrava dalla finestra , Sara ci volle intorno a sé . Si accovacciò sul tappeto e abbassò lo slip di Giulio il cui cazzo si levò come una molla.
Sara posò un bacio sulla punta poi scese dando leggeri colpi di lingua fina ad arrivare alle palle. Si girò verso Riccardo ripetendo il rito; infine si dedicò a me. Stavolta il bacio sulla cappella fu più lungo fino a ad inghiottire tutto il cazzo. Si staccò e si dedicò di nuovo agli altri. Ci fu allora un piccolo incidente. Giulio non resistette alla calda bocca di Sara e venne. Sara prese il primo schizzo in gola ma si staccò in tempo perché i successivi getti le cadessero sui seni. Si alzò e si allontanò con un sorriso. Tornò di lì a poco perfettamente in ordine. Si sdraiò sul letto, tolse le mutandinee schiuse le lunghe cosce; vedemmo la sua deliziosa fica aperta come un fiore al mattino, pieno di rugiada. Una fica bellissima, piccola, contornata da morbidi peli biondi e radi. “Ora tocca a voi, prendete il vostro pasto stalloncini miei. “Fu Riccardo il primo a mettere il viso fra quelle cosce calde e lisce. La bocca sulla fica e comincò a baciare e leccare avidamente. Giulio guardava imbarazzato mentre io mi stesi accanto a Sara cominciando a baciarle i seni. Che meraviglia quei seni caldi morbidi lisci, la pelle dolce come miele. Sara ci voleva tutti accanto a lei, allungò una mano e impugnò l’uccello di Giulio. Poi anche Giulio volle assaporare Micetta. A turno mettemmo la testa in mezzo a quelle stupende cosce leccando e succhiando quello schianto di fica profumata come un campo sotto il sole d’estate, bevendone il nettare come tre calabroni impazziti. E l’eccitazione aumentava a dismisura.
Intuendo che di lì a poco l’avremmo montata, Sara aprì il cassetto del comodino, estrasse una scatolina di presevativi e la porse a Rick e Giulio. “Voglio che uno solo di voi mi venga dentro e questo sarà Stefano, ovviamente. Altrimenti , senza pratezione, vi trovereste Micetta tutta imbrattata dai precedenti assalti e non è carino, vero?”
Fummo d’accordo e Rick, senza perdere tempo inguainò il cazzo e lo puntò verso la fica. Si dimenò tra le cosce di Sara e la penetrò deciso. Nel frattempo anche Giulio aveva indossato il cappuccio pronto a dare il cambio a Rick. Dopo qualche minuto diede un colpetto sulla spalla di Rick (tipo gioco della scopa ai balli) che, a malincuore, tolse il suo uccello dal caldo nido e fu sostituito da Giulio. Per almeno una mezzora ci alternammo sopra Sara che ebbe solo un paio di leggeri godimenti. Cambiò posizione mettendosi carponi. Mi misi accanto a lei baciandola e carezzandole i seni . Tornò Rick a montarla deciso e vidi Sara fare una leggera smorfia. “Ti fa male? Riccà fai piano non spingere forte che le fai male.” Preso un ritmo più delicato mi deliziai alla vista dei seni di Sara che oscillavano ad ogni colpo. Finalmentè Rick riempì il suo condom e si accasciò sul letto. Giulio puntò il cazzo tra le natiche di Sara provocando subito una educata ma decisa protesta. “Lì no, caro . Goditi la fica ma nel culetto no. “ Mi fece un cenno come per dire –quello è solo per te-. Sara prese la mia mano e la portò verso il pube. Voleva essere stimolata perché le piaceva sì essere presa da dietro ma se non sentiva premere sul clitoride difficilmente godeva.Anche Giulio venne, si allontanò e Sara mi attirò verso di lei e sdraiandosi supina sul letto mi guidò dentro di sé “ Ancora non sono venuta come si deve, pensaci tu tesoro”. Scopai Sara con tutta la passione e l’energia che mi davano le sue parole. I nostri corpi ondeggiavano come fossimo sulle onde e sulle onde ci sentimmo quando un orgasmo simultaneo ci travolse.
Scivolai fuori da Sara che incitò gli altri a scoparla ancora. “Ragazzi sono tutta per voi, fatemi godere, apritemi, voglio godere, venire,avanti montatemi. Sono la vostra dea del sesso, sono la vostra fica”.
Stavolta Giulio le fu addosso quasi con violenza e nel ficcarlo dentro procurò un grosso gemito a Sara.
Venne anche lui e la nostra Sara si mise a cavalcioni di Rick e si impalò sul suo cazzo dritto. Si dimenarono un poco poi Sara si piegò in avanti mettendo in mostra il suo bellissimo culo e con voce resa gutturale dall’eccitazione sussurrò “ Stefano, vieni qui inculami , voglio due cazzi dentro, anzi tre” E volse un poco il viso imboccando il cazzo di Giulio che si era posizionato vicino a Sara. Eccitato al massimo cominciai le manovre di penetrazione. Stavolta non c’era il burro ma tutti gli umori che avevamo fatto uscure dalla fica di Sara avevano raggiunto anche il buchetto fatidico. Spinsi e spinsi e spinsi e alla fine sprofondai nel culo. Sara emise un grido abbastanza forte, l’abbracciai stretta , le misi le mani a coppa sui seni e le sussurrai all’orecchio. “ Scusa Saretta mia, scusami, non volevo farti male”.
Sentii le contrazioni dello sfintere dilatato, percepivo la durezza del cazzo di Rick che pompava nella fica e sentii Sara rantolare quasi mentre veniva. Ebbe un orgasmo violentissimo, stavolta. Sussultava e gridava come colpita da un attacco epilettico.
Era quasi mezzanotte; stavamo scopando Sara da più di tre ore ed eravamo tutti sfiniti . Il festino finì lì anche perché erano terminati i preservativi. Sara salutò i ragazzi che io accompagnai alla porta.
Preparai qualcosa da bere e tornai in camera. Sara uscì dal bagno avvolta in un accappatoio giallo. “Ora sono di nuovo a posto: pulita e pronta solo per te” Voleva ancora cazzo, essere stata montata dodici o tredici volta ancora non le bastava.
Si tolse l’accappatoio e la vidi di nuovo nuda, vestita solo dai raggi della luna che entravano dalla finestra che davano a quel bellissimo corpo l’aspetto di una statua greca.
Mi volle accanto a lei, facemmo ancora l’amore e ci addormentammo.
Mi svegliai ai primi raggi del sole; Sara era distesa accanto a me, il lenzuolo era di fianco e lei era ancora completamente nuda. Mi beai di quel corpo splendido, l’accarezzai leggermente per non svegliarla poi, non resistendo oltre, mi avvicinai e cominciai a darle dei leggeri baci sui peli della fica, poi sul bel ventre piatto e passando sull’ombelico raggiunsi i seni. Sentii la mano di Sara tra i capelli e poi spinse la testa guidandomi sui capezzoli induriti. “ Stefano, ora devi scoparmi con veemenza, con forza, fino a farmi male, voglio che la fica mi bruci , voglio sentirti dentro per tutta la vita. Dai prendimi, forte, aprimi, distruggimi Micetta, pompami come non mai. “ Afferrò il cazzo con forza e lo portò nella vulva. Mi teneva forte e fece entrare solo la cappella. “ E ora dai affonda il cazzo, sfondami” Lasciò il cazzo e sprofondai in lei. Incitato dalle sue parole presi a pomparla selvaggiamente, le facevo male, gemeva, sentivo il tonfo dei nostri corpi che sbattevano con violenza. Sara mi strinse con le braccia e le gambe in uno strenue abbraccio; sentivo le sue unghie affondare nella schiena. Il letto sembrava dovesse schiantarsi da un momento all’altro. Gridò forte “ Sì, sì, adesso, sìììììììììì, sìììììììì” e finì il grido mordendomi su una spalla. Dire che venni è puro eufemismo. Eruttai sperma come un vulcano erutta lava. Soffocai un grido affondando il viso tra i se ni.
Sara partì. Alla fermata dell’autobus che l’avrebbe portata alla stazione la salutarono, tra gli altri, Riccardo e Giulio. Prima di salire seppi che Sara si guardò attorno mestamente. Mi cercava ma io la precedetti alla stazione passando per una scorciatoia tra i boschi. L’autob us si fermò davanti la stazione, Sara scese, era sola. Si guardò ancora intorno come per cercarmi poi entrò nella stazione. Si fermò sul marciapiede e posò la valigia. Mi avvicinai a lei non visto, l’abbracciai e le sussurrai “ Posso salutare la più bella donna del mondo?”
“Caro, oh caro, caro, caro, ero sconvolta, pensavo che non ti avrei più rivisto”.
“Pensavi veramente che non ti sarei venuto a salutare”.
“No ma non ti vedevo da nessuna parte” e mi baciò. Un bacio quasi disperato, il bacio dell’addio.
Arrivò il treno e Sara salì e corse verso un finestrino che aprì. Tese la mano che strinsi. Il treno partì e camminai tenendo la mano di Sara finchè il treno aumentò la velocità. Guardai Sara per l’ultima volta: due grosse lacrime tinte di rimmel le colarono lungo le guance. Fu l’unica immagine che mi rimase di Sara, della dolce, splendida Sara.
I nomi sono di fantasia la storia è …vera!


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