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Io e Greta (Terza parte)


di Membro VIP di Annunci69.it RockAndBlues
15.12.2023    |    2.294    |    3 9.7
"Apro il rubinetto ed inizio a riempire di acqua calda la vasca e ci verso il bagnoschiuma che subito inizia a formare una vaporosa e profumata nuvola morbida..."
Nota dell'Autore: Questo racconto era già presente su A69 nel profilo da Singolo (BlackMoonCat). Ora felicemente in coppia ripropongo e completo la saga di Greta...

Ubriaca e spossata per le intense emozioni vissute in quella folle serata passata con Greta, mi ero appisolata sul sedile della mia macchina.
A svegliarmi è la calda luce rossastra dell'alba.
Girando lo sguardo annebbiato verso il cruscotto, l'orologio dell'auto segna le 05:19. Sbadigliando mi stropiccio gli occhi cercando di svegliarmi un po' per tentare di tornare a casa.
Mi guardo nello specchietto retrovisore, tra me e me rido per il mio aspetto disastroso: ho i capelli arruffati, le occhiaie frutto della nottata insonne e sulle guance ho ancora le colature di mascara per le lacrime di piacere scese durante il mio conturbante amplesso con il mio nuovo amore.
Non riesco a credere a me stessa, ho finito con l'innamorarmi di un'altra donna: una dolce emozione mi riempie il petto ripensando a quella strana e meravigliosa creatura che è Greta e mi viene già voglia di rivederla.
Risistemato il sedile, infilo le chiavi nel blocchetto di accensione, metto in moto e ancora stanca ed assonnata, lentamente mi avvio verso casa.
Nel guidare sento le gambe fremere e tremare per quanto è stato appagante, forte e coinvolgente il mio piacere nella notte appena passata.
Arrivata vicino casa vedo un bar che sta aprendo, ho lo stomaco che brontola e decido di fermarmi a fare colazione. Dopo aver parcheggiato mi guardo nuovamente nello specchietto: di certo non posso entrare nel locale in quelle condizioni pietose. Prendo dalla borsetta delle salviettine e mi pulisco alla meglio il viso, poi infilando le dita tra i capelli mi risistemo per quanto possibile i miei capricciosi ricci.
Dalla macchina al bar sono solo pochi metri di strada, ma riesco comunque ad incespicare un paio di volte con i miei sandali sul marciapiede lastricato di mattonelle in cemento.
- Buongiorno - saluto con voce assonnata varcando la soglia.
A parte la barista, il locale è completamente vuoto a quell'ora del mattino.
- Buongiorno - mi risponde di rimando la ragazza voltandosi verso di me e squadrandomi un attimo da testa a piedi.
- Notte brava, Eh ?!? Cosa ti posso portare ? - mi chiede poi con un sorriso dolce e divertito.
In un istante sento le guance arrossire, evidentemente il mio aspetto sfatto parla da solo.
- Un cappuccino e una brioche vuota. Grazie ! -
- Ok, dammi un paio di minuti che la macchinetta finisce di scaldarsi. -
- Va bene - le dico annuendo e nel frattempo di mi dirigo verso un tavolino accomodandomi su un alto sgabello di metallo lucido con la seduta rotonda di legno chiaro.
Appena mi appoggio alla superficie dura avverto un certo pizzicore sulle natiche: sento ancora sulla pelle le frustate di Greta.
Dietro di me uno specchio a tutta altezza ricopre la parete del bar: approfittando che la barista è andata un attimo nel retro mi alzo un istante dallo sgabello e sollevo la minigonna scoprendo per metà altezza il sedere e mi risiedo. Prendo al volo il cellulare e scatto un selfie inquadrando contemporaneamente metà del mio viso stanco ma con un sorriso malizioso ed il riflesso nello specchio della mia schiena e del mio culo seminudo.
Faccio appena in tempo a risistemarmi che la ragazza ricompare al bancone.
In attesa che mi porti la colazione guardo la foto che mi sono appena scattata: nell'immagine le mie natiche tonde e morbide riempiono la seduta sporgendo un po' dai lati. Anche se sgranato, nel riflesso si vedono chiaramente i segni delle scudisciate ricevute.
Al solo ricordo un certo calore si fa sentire nuovamente tra le gambe: stringo forte le cosce, socchiudendo gli occhi mentre mi mordo il labbro inferiore ed inarco leggermente la schiena.
Senza volerlo un principio di orgasmo mi sta salendo prepotente nel ventre.
- Tutto bene ?!? -
La voce della barista mi fa trasalire sullo sgabello e metto giù di colpo il telefono, sento il volto andarmi in fiamme dall’imbarazzo mentre la ragazza mi guarda stranita.
In mano ha il vassoio con il mio cappuccino e la brioche.
- Si, si, tutto bene. Sono solo un po' stanca. - Le rispondo schiarendomi la voce e cercando di dissimulare il mio impaccio.
Mentre posa sul tavolino il mio ordine osservo i suoi giovani lineamenti.
Con il suo taglio a caschetto nero ed i suoi occhi color acqua marina mi ricorda vagamente la "Valentina" interpretata da Demetra Hampton nell'adattamento a Telefilm del famoso fumetto di Guido Crepax.
Ricordo che da ragazzina adolescente ammiravo in TV la sensualità di quella donna e sognavo di diventare a mia volta una "femme fatale"; ma, ne il mio fisico morbido, ne il mio carattere timido mi hanno mai permesso di assecondare quel desiderio.
Chinandosi verso di me riesco a sbirciare nella scollatura della sua camicetta nera a maniche corte con il collo alla coreana, intravvedendo i suoi tonici seni, di una seconda abbondante, valorizzati da un reggiseno a balconcino nero semitrasparente.
Rialzandosi credo che con la coda dell'occhio si sia accorta che la stavo "spiando" e ancora una volta cerco di far finta di niente.
- Buona colazione - mi dice mentre torna verso il bancone, riuscendo così ad ammirare il suo perfetto sedere a mandolino strizzato nei Jeans neri.
Riprendo in mano il telefono, riguardo la foto e tentenno un po', ma poi mi decido ed inizio a scrivere un messaggio allegando il mio selfie:
"Ciao Greta questa notte hai lasciato in me un segno profondo... in tutti i sensi... ;-) :-) :-* Non vedo l'ora di stare ancora con te... PS: mi sa che anch'io mi sto innamorando di te …"
In un istante compare la doppia spunta grigia dell'avvenuta consegna del messaggio, ma sicuramente Greta starà ancora dormendo, così poggio di nuovo il telefono sul tavolino ed inizio a sorseggiare il mio cappuccino e ad addentare la brioche.
Il sole è ormai quasi alto e la tiepida luce che attraversa la vetrina del bar mi scalda le gambe nude, le braccia ed il viso.
Mentre finisco di fare colazione altri avventori, evidentemente clienti abituali, entrano nel locale salutando la ragazza per nome: si chiama proprio Valentina! Tra me e me sorrido: è un nome che decisamente le si addice.
Alzandomi dallo sgabello lo faccio stridere per terra, mentre mi sistemo meglio la minigonna e mi pulisco dalle briciole di brioche rimaste sulla camicetta e sul mio prosperoso davanzale. Gli altri clienti si accorgono così della mia presenza e mi guardano con un mezzo sorriso. Mi rendo conto solo ora che la mia camicetta e sufficientemente aperta e trasparente da far intravvedere il reggiseno di pizzo e mettere in bella mostra le mie tette.
Ancora più assonnata e stanca, nonostante il caffè, vado alla cassa a pagare e Valentina sorridendomi mi saluta augurandomi un buon riposo. I suoi splendidi occhi acqua marina mi lasciano nuovamente estasiata, sono davvero splendidi. Di rimando la saluto a mia volta e ringraziandola esco dirigendomi verso l'auto. Fortunatamente casa mia è a poche centinaia di metri, sono sfinita e non ce la farei a guidare ancora a lungo.

Una decina di minuti dopo sono finalmente nel mio appartamento, lancio i mie sandali sabot azzurri dove capita e avviandomi verso il bagno mi spoglio, lasciando cadere per terra, come per le briciole di pollicino, minigonna, camicetta e reggiseno.
Mentre l'acqua calda scorre sulle mie forme e lava via la stanchezza, ho come l'impressione che le mani di Greta mi stiano ancora sfiorando. Per l'ennesima volta avverto i miei capezzoli farsi turgidi ed un piacevole brivido caldo mi sale dalla passerina sù lungo il ventre. Mi accarezzo le natiche e le cosce e continuo a provare ancora un leggero bruciore dove ho qualche livido: non avrei mai pensato di godere nell'essere fustigata.
Dopo essermi asciugata alla bell’e meglio, ancora con la pelle ed i capelli umidi, mi dirigo in camera e mi lascio cadere nuda sul letto. Guardo di nuovo il cellulare, le spunte del mio messaggio sono ancora grigie: evidentemente Greta non si è ancora svegliata.
Rimetto giù il telefono e socchiudo gli occhi. Nella mente riecheggiano le immagini e le sensazioni forti provate quella notte: le mani di Greta che mi esplorano e mi cercano, la sua lingua che accarezza ogni parte del mio corpo, il sorriso malizioso e il suo frustino seducente, Greta che mi fa sua. Decisamente mi sono innamorata di quella donna e adoro fare sesso con lei.
In men che non si dica, senza nemmeno rendermene conto, mi accorgo che ho fatto scivolare la mia mano destra tra le cosce ed ho iniziato a masturbarmi dolcemente: la mia fica è già fradicia e ho una grandissima voglia di godere per l'ennesima volta.
Allungo la mano sinistra verso il comodino e, sempre tenendo gli occhi chiusi, apro il cassetto e rovistando tiro fuori il mio vibratore preferito e lo accendo alla massima potenza.
Me lo strofino sui capezzoli turgidi e poi lo faccio scivolare lungo l'addome fino a raggiungere la fonte del mio piacere; mi basta appoggiarlo sulla clitoride dura come il marmo che un primo orgasmo e un’ondata di calore mi pervade, ma non ne ho ancora abbastanza. Mentre con le dita continuo a masturbarmi, affondo il vibratore dentro di me, scivola dentro senza alcuna fatica da quanto sono bagnata. Inizio a scoparmi da sola muovendolo dentro e fuori di me, alternano movimenti lenti a colpi più decisi. Ansimo e mi mordo il labbro inferiore mentre nella mia mente prende forma l’immagine di Greta che mi fotte con un grosso strap-on legato in vita. Nel mio film porno mentale la sento strizzarmi le tette e vedo il suo sorriso compiaciuto nel sentirmi godere, poi senza fermare la sua danza dentro di me si abbassa, e prima mi bacia sulle labbra, poi si tuffa con la bocca sui miei capezzoli turgidi e comincia a leccarli e mordicchiarli per poi tirarmeli tenendoli stretti tra i denti, prima uno, poi l’altro. Il film nella mia testa è talmente reale ed eccitante che sento il secondo orgasmo che sta per arrivare, nell’immaginario afferrò Greta per i fianchi e le pianto le unghie nelle natiche incitandola a scoparmi ancora più forte; nella realtà sono io che mi sto masturbando morbosamente e che affondo il vibratore nella fica tanto poderosamente quasi da farmi male. Il calore aumenta d’improvviso, anzi esplode, e sento la vagina pulsare e strizzarsi attorno al fallo finto dentro di me culminando in un potente orgasmo che mi pervade tutta facendomi spruzzare e bagnare il letto sotto di me e lasciandomi spossata ed ansimante.
Ormai ho perso il conto di quante volte sono venuta da ieri sera, riesco appena a fare in tempo a spegnere e sfilarmi il vibratore dalla passerina e a girarmi sul fianco appagata che mi addormento all'istante di un sonno profondo...

A farmi risvegliare di soprassalto ci pensa il telefono che inizia a squillare qualche ora dopo.
- Pronto - rispondo ancora con la voce sonnolenta
- Ciao Alessia, tutto bene ?!? Ti ho mandato diversi messaggi ma ho visto che non mi rispondevi così ti ho chiamata -
Nel sentire la voce di Greta mi riprendo all'istante, mettendomi a sedere completamente nuda sul letto a gambe incrociate. Sotto di me sento ancora le lenzuola zuppe del mio orgasmo.
- Ciao tesoro, si si tutto bene, solo che ero sfinita e ho dormito come un sasso. Pensa che stanotte mi sono fatta un pisolino in macchina e mi sono svegliata al sorgere del sole. -
- Ho visto la foto che mi hai mandato. Mi spiace averti lasciato tutti quei segni… -
- Tranquilla - la interrompo - Non mi mai fatto male, almeno non così tanto. Mi ha eccitato tantissimo sentire il mio culetto diventare caldo -
- Senti, se non sei troppo stanca ti andrebbe di rivederci stasera ? -
Alla proposta il cuore comincia già a battermi all'impazzata nel petto.
- Si certamente - le rispondo senza nemmeno pensarci
- Bene. Ti va aperitivo e poi cinema ? Passo a prenderti io sulle sei, OK ?
- Va benissimo !
- A stasera allora !
- A stasera ! -

Quando riaggancio sento le guance in fiamme e di nuovo una certa umidità tra le gambe: pensare a Greta e sentire la sua voce mi fa questo effetto oramai, il mio cervello comincia a volare con la fantasia ed inizia a proiettarmi immagini su come potrebbe evolvere la serata.
Cosa mi metto per stasera ? Penso tra me e me. Di sicuro mi serve qualcosina di sexy.
Scendo dal letto e nuda mi dirigo verso l'armadio. Sull'anta a specchio vedo il riflesso delle mie morbide forme, mi giro di lato e vedo chiaramente i lividi sul mio sedere, ma per fortuna le cosce sono salve.
Apro l'armadio ed inizio a scorrere lo sguardo sui miei vestiti: alla fine scelgo un tubino nero corto con lo spacco laterale e le maniche corte che lasciano le spalle scoperte. In abbinamento, dalla scarpiera, prendo le decolleté di vernice nera col tacco 12. Infine inizio a frugare nella cassettiera tra i miei completini intimi. Per il reggiseno la scelta è piuttosto obbligata e tiro fuori uno nero a balconcino senza spalline, mentre per le mutandine ho l'imbarazzo della scelta. Quasi quasi mi balena l'idea di uscire senza, ma poi opto per un perizomino di pizzo nero semitrasparente. Almeno così farò divertire Greta nello sfilarmelo…
Al solo pensiero di lei che mi abbassa le mutandine, mentre chiudo gli occhi e mi mordo il labbro inferiore mi fa partire un principio di orgasmo.
Riapro gli occhi, la sveglia sul comodino segna le 13.45, la mia voglia è tanta e non vedo l'ora che passi il tempo per trovarmi nuovamente da sola con Greta. Ripassando davanti allo specchio guardo nuovamente la mia immagine riflessa, mi accarezzo le natiche e il lieve pizzicore che provo ancora mi rimanda nuovamente all'intensa notte passata.
Un fremito mi attraversa: con la mano sinistra inizio a sfiorarmi e strizzarmi i seni, mentre con l'altra scivolo lungo il ventre morbido e mi infilo due dita nella fica fradicia per poi portarmele in bocca assaporando il gusto del mio stesso sesso.
Mi siedo sul bordo del letto e tenendo spalancate le gambe osservo le labbra carnose della mia passerina. Riporto giù la mano e con la punta delle dita comincio a sfiorarmi delicatamente: il mio fiore del piacere è completamente ricoperto di dolce rugiada e mentre comincio a masturbarmi ancora una volta, immagino Greta inginocchiata tra le mie gambe, intenta ad assaporare con la lingua il mio nettare. Il mio respiro si fa corto ed accelerato, continuo a guardare me stessa nello specchio, vedo e sento i miei capezzoli farsi turgidi, così come la clitoride. Il mio ventre ondeggia mentre inizio ad ansimare di piacere, mi infilo nuovamente due dita nella fica, mentre con l'altra mano mi masturbo sempre più velocemente. Inizio a tremare e vibrare mentre un mugolio strozzato mi esce dalla gola. Un istante dopo un ennesimo e potentissimo orgasmo mi squassa tutto il corpo mentre sento la testa farsi leggera e un brivido intenso corrermi lungo la schiena.
Ansimante mi lascio cadere all'indietro sul letto, con le gambe oscenamente aperte e le dita ancora affondate nella fica che avvertono gli spasmi di piacere della mia vagina. Il calore continua a farsi sentire a ondate ancora per un po' mentre me ne resto li così, distesa, con le labbra socchiuse a riprendere fiato e lo sguardo perso a guardare il nulla, mentre la mente vaga inebriata dal piacere. Non so' quanti minuti sono passati prima di riuscire a riprendermi, so solo che senza nemmeno ragionarci, in una sorta di estasi ho succhiato e leccato le dita ripulendole dai miei stessi umori.
Tornata sulla terra mi rimetto seduta a rimirare soddisfatta l'immagine del mio corpo nudo riflessa nello specchio. Ho bisogno di rilassarmi un po' e di calmare i bollenti spiriti. Quello che mi ci vuole è un lungo e rilassante bagno caldo.
Lentamente mi alzo e nuda cammino verso il bagno. Greta continua ad intrufolarsi nei miei pensieri: quella ragazza mi ha stregato il cuore e l'anima.
Apro il rubinetto ed inizio a riempire di acqua calda la vasca e ci verso il bagnoschiuma che subito inizia a formare una vaporosa e profumata nuvola morbida. Accendo un po' di candele profumate che avevo già sparso in giro in precedenza e chiudo le imposte. Anche se è primo pomeriggio, un po' di romantica penombra è quello che mi ci vuole per ritrovare me stessa.
Languidamente mi immergo nell'acqua che scotta un po', ma è estremamente piacevole. Chiudo gli occhi, mentre il tepore ed il delicato profumo di lavanda del bagnoschiuma mi avvolgono dolcemente il corpo.
Per quanto tenti di svuotare la mente Greta è sempre li con i suoi magnetici occhi scuri, mi sembra quasi di avvertire le sue dita che delicatamente mi accarezzano i seni, e la sua bocca che mi bacia dolcemente sul collo. Un piacevole brivido mi percorre lungo la schiena partendo dalle natiche e risalendo fino alla nuca.
Trattenendo il respiro mi lascio scivolare sott'acqua, immergendomi completamente. In quel caldo e confortevole silenzio sento finalmente i muscoli che iniziano a distendersi, ed è come se fluttuassi libera, senza alcun pensiero, e nel petto il cuore pian piano si placa. Quando riemergo, quei brevi istanti mi sono sembrati un'eternità, ed è come se mi fossi appena risvegliata da un lungo letargo. Lentamente riapro gli occhi, la luce fioca e tremolante delle candele disegna sulle pareti forme irregolari, mentre il loro delicato profumo riempie l'aria.
Finito di lavarmi esco dalla vasca e mi avvolgo attorno al corpo un asciugamano

Ormai la sveglia segna quasi le cinque del pomeriggio, tra poco più di un'ora sarò di nuovo insieme a lei..
Vado in camera ed inizio ad indossare quello che avevo lasciato pronto sul letto: perizoma di pizzo nero, reggiseno a balconcino ed il vestito a tubino.
Poi torno in bagno per truccarmi con un filo di rossetto rosso mattone, una leggero ombretto grigio, eyeliner, mascara e smalto sulle unghie in tinta con il rossetto. A completare il tutto due gocce su collo e polsi del mio profumo preferito.

Ormai sono pronta, non mi resta che aspettare impaziente l'arrivo di Greta.
Per distrarmi accendo un po' la TV facendo un continuo zapping tra un canale e l'altro alla ricerca di qualcosa di meno demenziale possibile tra quello che il palinsesto offre.
Poco dopo il campanello che suona mi fa fare un salto sul divano. Greta è arrivata in anticipo.
- Scendo subito - le dico al citofono e infilate le scarpe tacco 12 e messa la borsetta in spalla, emozionata come una ragazzina al suo primo appuntamento esco di casa scendendo velocemente le scale…
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