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Io e Greta (Seconda parte)


di Membro VIP di Annunci69.it RockAndBlues
15.12.2023    |    2.274    |    0 9.1
"Quando mi sono risvegliata io e Greta eravamo dolcemente abbracciate sotto le lenzuola, i suoi meravigliosi occhi scuri mi stavano ancora scrutando estasiati,..."
Nota dell'Autore: Questo racconto era già presente su A69 nel profilo da Singolo (BlackMoonCat). Ora felicemente in coppia ripropongo e completo la saga di Greta...

Il cuore mi balzava nel petto mentre seguivo con la mia auto quella di Greta verso casa sua. Per quanto alticcia sapevo già che sarei finita a letto con lei. La cosa mi turbava e allo stesso tempo mi eccitava talmente tanto che il calore tra le mie cosce si faceva più intenso e risaliva nel ventre.
Greta mi fece posteggiare la macchina in un parcheggio poco distante da casa sua. Mano nella mano, entrambe emozionante, ci dirigemmo a passo svelto lungo il marciapiede che portava al suo palazzo.
Aperto il portone Greta si avviò lungo le scale, io qualche gradino indietro ero affascinata dalla movenza sensuale delle sue gambe affusolate, avvolte in un paio di calze velate nere finemente ricamate con un disegno floreale che le arrivavano appena sopra il ginocchio. Ma ancor di più ero estasiata dalla movenza sinuosa dei suoi fianchi che ad ogni passo facevano ondeggiare la corta gonnellina a balze anch’essa completamente nera.
Arrivate sul pianerottolo Greta rovistò nella borsetta in cerca delle chiavi e dopo averle trovate le infilò nella toppa. Varcata la soglia dell’appartamento non feci a tempo a chiudere il portoncino che lei mi aveva già spinto con le spalle contro di esso. Senza avere il tempo di rendermene conto avevo già la sua lingua nella mia bocca mentre le sue mani mi sollevavano la minigonna. Il tempo di un respiro e già mi stava afferrando saldamente per le natiche, stringendomi a se e tendendo una gamba tra le mie cosce.
Il suo bacio era tanto impetuoso quanto dolce e da questo riuscivo ad intuire quanto intensamente mi desiderasse.
Non saprei dire quanto siamo rimaste li a baciarci voluttuosamente, sta di fatto che ad un certo punto avvertii un’irrefrenabile bisogno di fare pipì, d’altronde al bar avevamo bevuto parecchio entrambe.
Cercai di svincolarmi, ma lei di tutta risposta si avvinghiò ancora più forte a me e con le sue labbra appiccicate alle mie non mi dava nemmeno modo di tentare di parlare.
Fu un attimo e non riuscii più a trattenerla: uno scroscio caldo inzuppò le mie mutandine per poi andare a colare lungo la sua gamba.
Greta fece un salto indietro portandosi le mani al viso.
- Oddio scusami, non avevo capito... -
- Perdonami – aggiunse vedendo la mia espressione estremamente imbarazzata.
Impietrita dalla vergogna ero rimasta li immobile, inerme, con le mutandine completamente intrise della mia calda urina che continuava a sgocciolare per terra.
- Torno subito – disse Greta allontanandosi un instante per poi tornare con in mano un canovaccio.
Lo gettò a terra per asciugare il pavimento sotto di me, poi inginocchiandosi come per chiedere clemenza lentamente mi sfilo le mutandine completamente zuppe, lasciandole a terra, sopra al canovaccio.
Rimase immobile in quella posizione per qualche istante in ammirazione della mia passerina completamente depilata. Probabilmente se non avesse puzzato di pipì ci si sarebbe tuffata sopra con la bocca.
- Vieni, voglio farmi perdonare – mi disse prendendomi per mano e accompagnandomi verso il bagno.
Una volta dentro aprì l’acqua della doccia per farla arrivare bella calda e cominciò lentamente a spogliarmi allentando uno alla volta i bottoni della camicetta. Per ogni bottone che liberava mi dava un tenero bacio sulle labbra. Poi fu la volta della minigonna di finire a terra, danzando giù lungo le mie gambe al ritmo delle sue dita delicate.
Continuando a baciarmi mi abbassò le spalline del reggiseno una alla volta ed infine mi abbracciò con la scusa di allentare i gancetti sulla schiena. Le mie grandi tette finalmente libere sobbalzarono: Greta le osservò estasiata, disegnando poi con la punta delle dita delicati piccoli cerchi attorno alle areole. I miei capezzoli si inturgidirono all’istante eccitati.
Greta li baciò dolcemente entrambi e poi mi spinse delicatamente sotto il getto di acqua calda.
E mentre le gocce scivolavano piacevolmente sul mio corpo, Greta, ancora fuori dalla doccia iniziò un sensuale striptease. Aver lavorato come spogliarellista in un nightclub l’aveva resa al quanto abile nel rendere qualsiasi movimento estremamente eccitante. Con poche sapienti mosse era rimasta davanti ai miei occhi completamente nuda. Continuò ancora per qualche istante la sua conturbante danza, facendomi ammirare ogni centimetro del suo meraviglioso corpo; poi con uno sguardo malizioso mi raggiunse sotto la doccia, ricominciando a baciarmi voluttuosamente.
Non capivo più niente, avevo le sue mani che mi toccavano ovunque, mi accarezzava dolcemente il viso per poi stringermi le mammelle e strizzarmi i capezzoli, per poi scendere tra le gambe e infilarmi due dita nella figa e ricominciare poi tutto daccapo.
Io eccitata ed inebriata mi lasciavo fare e tenendo gli occhi chiusi mi godevo le sue dita che esploravano le mie morbide forme.
Dopo un po’ di quelle dolci effusioni abbiamo iniziato a lavarci a vicenda, ricoprendo lentamente con le spugne ogni singolo centimetro dei nostri corpi di soffice e profumata schiuma, continuando di tanto in tanto a baciarci con la lingua.
Quando siamo uscite dalla doccia il bagno era completamente avvolto da una calda nebbia che odorava di lavanda: esplorando estasiate con gli occhi i nostri corpi nudi, ci siamo asciugate a vicenda.
A parte i sospiri di piacere, eravamo rimaste in silenzio tutto il tempo. Bastavano i nostri sguardi che si incrociavano a dire chiaramente quanto io avessi voglia di lei e lei di me.
Greta prendendomi per mano mi accompagnò in camera, arrivate a bordo del letto mi spinse facendomici cadere sopra; un istante dopo era a cavalcioni sopra di me con stampato in viso un ghigno di soddisfazione per avermi a sua completa disposizione: potevo leggere nel suo sguardo che aveva in mente qualcosa di estremamente eccitante e peccaminoso.
Con i sui occhi scuri fissi nei miei afferrò tra i pollici e gli indici i miei capezzoli strizzandoli con forza, un leggero “Ahi” di dolore mi scappò dalla gola, mi stava facendo male, ma era un dolore piacevole; un lieve sorriso compiaciuto si stampò sulle sue labbra.
Tenendomi strizzati i capezzoli si chinò verso di me e dopo avermi dato un tenero bacio mi sussurrò un “Aspettami qui…”, non capivo cosa avesse in mente.
Un istante dopo si era alzata e usciva dalla camera, mentre io ammiravo invidiosa le sue tonde e toniche natiche ondeggiare ad ogni passo.
Ero li distesa sul letto, completamente nuda, con i capelli ancora un po’ umidi e con le gambe leggermente divaricate; istintivamente portai la mano tra le cosce. L’eccitazione in me stava crescendo aspettando che Greta tornasse. Delicatamente, senza nemmeno rendermene conto, mi stavo già accarezzando la fichetta bagnata.
- Che gran puttanella vogliosa che sei … - Sentii commentare Greta soddisfatta nel vedermi così mentre era appena rientrata nella stanza.
Voltai lo sguardo verso la porta e rimasi esterrefatta nel guardarla: si era messa un paio di stivali di latex nero lucido dal tacco a spillo vertiginoso che le arrivavano a mezza coscia, così come era nero e lucido lo slip che indossava, armato di un grosso strap-on.
Nella sua mano sinistra oscillavano un paio di manette mentre con l’altra brandiva un “gatto a nove code” in cuoio.
Sentii il cuore balzarmi nel petto: un misto di paura e piacevole fremito caldo partì dal mio ventre risalendo lentamente lungo tutto il mio corpo. Sentivo le guance avvampare ed arrossire, mentre involontariamente le mie labbra si erano dischiuse ed avevo iniziato ad ansimare.
Non sapevo se fosse più forte il timore per quello che mi stava per accadere o l’enorme voglia che avevo di Greta.
Lei mi si avvicinò sul letto, mi baciò di nuovo teneramente sulle labbra, mentre mi portava le braccia sopra la testa ammanettandomi i polsi alla testiera del letto in ferro battuto.
Il mio cuore accelerava sempre di più a sapermi in sua completa balia.
- Vedrai, ti piacerà ! – mi sussurrò dolcemente vendendomi spaventata dalla licenziosa situazione.
Si voltò un attimo verso il comodino e tirato fuori dal cassetto un foulard di seta mi legò assieme le caviglie. Poi mettendosi in ginocchio accanto a me, afferrato il foulard mi fece sollevare le gambe portandomi le ginocchia al petto. In quella posizione la mia fica era strizzata tra le cosce e le natiche che si erano leggermente divaricate mettevano in bella mostra il mio ano: ero alla sua completa mercé.
Guardandomi fissa negli occhi cominciò a passare lentamente e delicatamente il frustino accarezzandomi l’interno cosce, poi giù sulla passerina che già fremeva e colava di piacere.
Mi solleticò con la punta del frustino la rosellina del culetto, poi si spostò a lato solleticandomi le natiche. Ed ecco che arriva la prima scudisciata… Un gridolino sordo esce dalle mie labbra mentre sento il dolore urente diffondersi sulla natica. I miei grandi seni sobbalzando mentre ansimo. Greta continua a tenere i suoi meravigliosi occhi scuri fissi nei miei. Sì, mi ha fatto male, ma è un dolore piacevole. Lei se ne accorge e mi colpisce l’altra natica mentre un altro gridolino strozzato misto ad un gemito esce dalla mia gola. Non avrei mai immaginato di eccitarmi ad essere frustata…
La mia fica si bagna ancora di più e Greta che capisce che la cosa mi sta piacendo continua il suo sadico gioco nell’alternare sapientemente carezze e scudisciate cambiando continuamente il punto dove mi colpisce: interno cosce, natiche, grandi labbra, fianchi, facendomi sobbalzare ed ansimare ad ogni colpo.
In un paio di occasioni mi colpisce anche i seni ma si accorge che la cosa non mi è gradita e non indugia oltre, continuando a concentrarsi allora sul mio deretano.
Il mio respiro è accelerato, non riesco a staccare gli occhi dalla mia aguzzina mentre gemo e mi contorco di piacere ad ogni frustata; arrivo ad implorarla di non fermarsi e di colpirmi ancora …
E lei non se lo fa dire una seconda volta e mi accontenta perseverando nella sua opera di sottomissione ai suoi voleri.
Sento le cosce, il culo e la fica in fiamme, dai miei occhi scendono lacrime che mi fanno colare il mascara sulle guance, ma non sono lacrime di dolore, anzi, sono completamente presa da quella meravigliosa creatura e desidero solo essere sua.
Ora ogni mio singolo respiro è un gemito di piacere e la mia fica gronda copiosamente umori che scendono bagnandomi anche l’ano.
Greta capisce che sono pronta ad essere posseduta totalmente e mette giù il frustino, si porta dietro di me e chinandosi tra le mie cosce inizia a succhiarmi la clitoride e a leccarmi avidamente la fica.
Sento la sua calda lingua farsi strada nella mia vagina che non desidera altro che essere penetrata da quell’enorme strap-on che Greta cinge in vita.
- Sei pronta ?!? - mi chiede con un malizioso sussurro.
Io ansimante annuisco.
Sciogliendo il nodo che mi tiene legate le caviglie mi afferra con le mani dietro le ginocchia spingendomele ancora di più verso il petto. La mia fica grondante si apre e Greta vi punta contro il grosso dildo nero. Osserva attentamente ogni mia singola smorfia di piacere mentre lo affonda lentamente dentro di me.
- Oddio ! – mi lascio sfuggire serrando gli occhi e mordendomi il labbro mentre la sento riempirmi il ventre.
- Voglio che mi guardi – mi dice dolcemente rimanendo immobile con lo strap-on completamente nella mia fregna; riapro gli occhi e vedo che mi sorride, quella ragazza mi desidera e vuole godere a pieno di ogni mio singolo mugolio.
Inizia pian piano a muoversi, scopandomi inizialmente con tenerezza, ma si accorge ben presto che gradisco volentieri anche maniere più decise, inizia allora ad ondeggiare con più forza i fianchi fottendomi per bene la fica che si spalanca e la accoglie vogliosa.
Greta è una forza della natura, mi sta facendo sua in maniera fantastica e ad ogni affondo la imploro in lacrime di non fermarsi e di continuare a scoparmi e farmi godere. La mia eccitazione è tale che la mia passerina inizia a spruzzare innaffiando il ventre di Greta: mi era già capitato in passato di squirtare, ma mai in maniera così copiosa come in questo momento.
Greta inebriata mi scopa in maniera ancora più decisa, ficcandomi dentro tutto l’enorme strap-on.
La mia eccitazione è alle stelle e il calore mi sale dal ventre diffondendosi in tutto il corpo, sento la testa leggera ed una piacevole vertigine mi fa perdere ogni freno inibitore. La voglia di andare oltre mi pervade.
- Ti prego inculami ! – la imploro singhiozzante.
- Sei sicura ?!? - mi chiede sorpresa fermandosi con il dildo dentro di me – Guarda che è grosso … -
Io annuisco – Si lo voglio in culo ! - le rispondo ansimante.
Il mio ano è già che si dilata e si contrae al solo pensiero di essere penetrato da quel grosso arnese.
- Che gran sgualdrinella che sei … - mi dice sorridendo e scivolando con lo strap-on fuori dalla mia fica grondante che rimane spalancata.
Con le dita raccoglie un po’ dei miei stessi umori e mi lubrifica; con suo stupore si accorge che il mio culetto si apre e lascia entrare facilmente le sue dita.
- Sei proprio una puttanella sfondata ! - constata soddisfatta.
Io arrossisco e con un sorriso di leggera vergogna faccio cenno di si con la testa.
Tra le varie confidenze fin’ora non le avevo mai raccontato la mia predilezione per il sesso anale e che di tanto in tanto mi divertivo a scoparmi da sola il culetto con dei dildi.
Greta non immagina ancora quanto perversa e peccaminosa posso essere, ma lo sta per scoprire.
- Pronta allora ?!? - mi chiede.
- Si, si, lo voglio tutto dentro ! - Le confermo sospirando.
Greta mi punta la grossa cappella del dildo sulla rosellina spingendo delicatamente e con sua grande sorpresa vede che riesce ad entrare senza tanta difficoltà.
Sento un leggero fastidio ma il mio culetto ben presto si abitua e la accoglie voglioso, pochi istanti ed è completamente dentro di me. Greta mi guarda compiaciuta: ora sa di avere un’amica speciale pronta a giochi decisamente spinti.
La mie labbra si spalancano ed inizio ad ansimare e gemere ancora più forte mentre ondeggio il ventre ed il bacino invitando Greta ad incularmi con decisione e lei non si fa attendere assecondando il mio licenzioso desiderio.
Mi afferra le gambe e se le mette sulle spalle scopandomi il culo ancora più profondamente e facendo schioccare le mie natiche contro il suo ventre.
Ormai sono la sua puttana: mi sta facendo sentire totalmente sgualdrina, piagnucolo e grido di piacere mentre la incito ad aprirmi ancora di più il culo, sento lo strap-on riempirmi le viscere ed un potente orgasmo che sta per squassarmi tutto il corpo.
La mia fica ancora dilatata ha ricominciato a spruzzare ad ogni affondo di Greta, lei capisce che sto per venire e sa ormai quanto porca posso essere.
Quando meno me lo aspetto toglie la mano destra da dietro il mio ginocchio e sento che me la infila tutta nella figa; un istante dopo lancio un grido strozzato ed esplodo in un potente orgasmo lavando completamente Greta con i miei umori persino sul suo bel visino…
Il mio ventre è colto dagli spasmi, le gambe mi tremano e la testa mi gira mentre i mie seni sobbalzano al mio ansimare. Non avevo mai provato un orgasmo simile e così potente.

L’emozione era stata così intensa che pochi istanti dopo, ancora ammanettata al letto, ero caduta in un profondo sonno.

Quando mi sono risvegliata io e Greta eravamo dolcemente abbracciate sotto le lenzuola, i suoi meravigliosi occhi scuri mi stavano ancora scrutando estasiati, mentre mi accarezzava delicatamente il viso.
- Ben svegliata ! – mi disse dandomi un tenero bacio sulle labbra.
- Che ore sono, quanto ho dormito ? -
- Sono le due e mezza, puoi restare a dormire qui se ti va -
- Grazie tesoro, ma devo andare. – le risposi stropicciandomi gli occhi e mettendomi seduta sul letto.
Ogni singola fibra del mio corpo era ancora tremante per l’intenso piacere provato e sentivo ancora sulle cosce, sulle natiche e sulla passerina il piacevole bruciore delle numerose frustate ricevute.
Greta si mise seduta a sua volta davanti a me
- Senti – disse iniziando a balbettare emozionata ed arrossendo – Sarebbe un problema se ti dicessi che mi sto innamorando di te ?!? - mi chiese abbassando lo sguardo.
Li per li rimasi un attimo spiazzata ed arrossii a mia volta, ma poi non ebbi esitazione: le presi il volto tra le mani e la baciai appassionatamente con la lingua.
Quello era il miglior modo che conoscevo per dirle che anch’io provavo qualcosa per lei …
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