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La coppia perfetta - 2


di July64
11.08.2019    |    12.606    |    8 9.3
"Lei lanciò un urlo e dimenò il sedere, poi si rese conto di ciò che stava facendo e si arrestò..."
LA COPPIA PERFETTA

Capitolo 2



PARTE SECONDA - CONSUMAZIONE

"Oggi incontrerai il tuo principe azzurro" dissi a Marilyn, accarezzandole amorevolmente la fica, in modo che si bagnasse e fosse pronta per suo figlio. Lei gemette nel suo bavaglio. "Ti leverò il bavaglio quando lo avrai incontrato. È nella stanza accanto. Vuoi incontrarlo? Il suo sguardo mi rispose come se mi dicesse: "e dovrei incontrarlo conciata così?" "È un po' strano, devo ammetterlo" le dissi con calma, "ma tra poco tutto avrà un senso."
Agganciai la sua imbracatura al martinetto e la sollevai dal letto in modo che fosse come accovacciata a mezz'aria con le gambe divaricate.

Avevo già legato suo figlio ad una sedia particolare e provveduto fargli raggiungere una possente erezione con un abile lavoro di bocca. Poi gli avevo piazzato un anello di gomma alla base del pene per mantenerlo sempre rigido fino all'orgasmo. Spostai Marilyn oltre la porta e mi fermai sulla soglia, da dove avrei potuto vedere entrambi, senza che loro si vedessero ancora. "Siete pronti ad incontrarvi?" Chiesi loro. Da entrambi provenne una risposta affermativa ovattata, a causa dei bavagli. Allora spinsi Marilyn in piena vista e mi ritrassi. "James, questa è Marilyn, Marilyn, questo è James! Sono certa che entrambi rimarrete molto colpiti."

Infatti Marilyn spalancò gli occhi e urlò nel bavaglio. "Ti avevo detto che era carino e poi guarda la grandezza del suo affare..." le sussurrai in un orecchio, mentre pensavo che l'ultima volta che aveva avuto qualcosa di tanto grande nella fica era stato quando aveva dato alla luce suo figlio.
"Ho trascorso l'ultimo mese ad addestrarlo ad essere un meraviglioso amante per te."

Marilyn tentava di liberarsi dall'imbracatura, ma senza riuscirci. "Non potete sfuggire, quindi non tentate nemmeno! Ora cominciamo." Mi avvicinai a James ed effettuai alcune regolazioni alla sua sedia. "Non ti avevo detto che era dannatamente bella?" gli dissi baciandogli una guancia. Lui gemette, lottando per sfuggire alla stretta dell'imbracatura, ma non c'era scampo da ciò che avrebbe dovuto accadere. I suoi occhi erano incollati a sua madre, penzolante dal soffitto, completamente nuda e con le gambe divaricate in modo assai invitante. Rimossi il suo bavaglio.

"Vi è proibito parlare l'uno con l'altra" dissi facendo schioccare la frusta con autorità. "Del resto chi ha bisogno di parole mentre fa l'amore?" dissi sorridendo. Mi avvicinai a Marilyn e rimossi il bavaglio anche a lei, che immediatamente cominciò ad urlare chiedendo aiuto. "La stanza è insonorizzata, quindi state zitti e quieti. Naturalmente quando questo mostro entrerà nella tua fica potrai urlare di piacere!" dissi mentre lei mi rivolgeva un'occhiataccia.

Con l'aiuto del martinetto cominciai ad accostarla a suo figlio. "Per favore non farmi questo, ti prego!" singhiozzava Marilyn. La spostai sino a quando non si trovò sospesa in bilico su suo figlio. La mossi ancora, fino a quando il suo seno si trovò all'altezza del viso di James. "Ti avevo detto che aveva delle tette fantastiche?" gli sussurrai in un orecchio.

Marilyn sobbalzò e chiuse gli occhi non appena il viso del figlio si immerse nelle sue tette. "Perché mi fai questo?" singhiozzò ancora. "Affari di famiglia" le risposi. "Ora ti convincerò che è per il vostro bene. Presi le mani di James e legai i suoi polsi alla cintura della madre, facendo in modo che il palmo e le dita fossero appoggiati al sedere rotondo e sodo della madre. Lei rabbrividì e fece un profondo respiro con il suo ampio seno tutto sul viso del figlio. Egli tentò di contrarre le dita in modo che non toccassero le natiche tonde e morbide della madre. "Fermo! Tienile lì" ordinai. Le dita ritornarono al proprio posto: presto avrebbero strizzato con forza il culo della madre. Però prima avrei dovuto unirli in un modo in cui mai avrebbero dovuto unirsi madre e figlio, ma che io sapevo essere giusto per loro due.

Il suo membro era eretto e rigido, puntato verso l'alto a pochi centimetri dalla fica di sua madre. Schiacciai il pulsante del martinetto e lentamente la feci scendere fino a far toccare la punta del membro di James contro le grandi labbra di sua madre, roride di umori. Lei continuava a singhiozzare: "No, per favore, ti prego, non farlo!"

"Tranquilla, è per il vostro bene" risposi con calma. "Mi ringrazierete per questo."
Lasciai che osservassero attentamente ciò che stava accadendo. "Tra un momento voi finirete di essere madre e figlio" dissi. "Sarete presto amanti. Voi potete pensare che è sbagliato, ma presto, molto presto, non sarà più un problema. Comunque sarete felici, sono certa che sarà così."
Dicendo questo sollevai il viso di James dal seno della madre e lo baciai profondamente. "Questo è il momento che avevo tanto atteso e che ti avevo riservato da tempo. È duro vederti amare un'altra donna, ma io voglio soltanto il tuo bene."

Poi detti un lungo bacio profondo a Marilyn e le dissi: "Goditi questo giovane come ho fatto io. Sa scopare divinamente. Dimentica le tue inibizioni e le tue paure." Le baciai di nuovo le labbra tremanti la guardai dritto negli occhi appannati. Poi lentamente schiacciai il pulsante e lei cominciò ad abbassarsi. "Nooo!" Urlò quando il membro mostruoso di suo figlio cominciò a separare le lebbra della sua fica e ad introdursi dentro di lei. Lasciai che la penetrazione procedesse lentamente e deliziosamente. Marilyn avrebbe sentito ogni centimetro del lungo e largo membro del figlio entrare in lei e questo avrebbe lubrificato la sua fica. Il resto sarebbe avvenuto naturalmente, almeno speravo. Ansimavano entrambi mentre l'enorme membro ritornava al suo punto di origine: il ventre caldo e amorevole di sua madre.

Marilyn non poteva credere quanto profondamente entrasse il membro di suo figlio dentro di lei e non poteva credere quanto la sua fica ne fosse deliziata. I suoi strepiti si trasformarono in bassi gemiti quando il membro scomparve tra le sue gambe fino ai testicoli, pieno di seme e pronto ad esplodere nel suo ventre. Legai insieme il collo di entrambi in modo tale che dovessero per forza guardarsi. Poi ammanettai i polsi di lei dietro al collo di lui. Speravo che la natura facesse il proprio corso e che entrambi cominciassero a muoversi per raggiungere l'ultimo traguardo: l'orgasmo. Però erano ancora fermi: la loro mente resisteva alle sensazioni che il loro corpo trasmetteva. Toccai un pulsante e la sedia sulla quale era legato James cominciò ad oscillare lentamente. Marilyn emise un gemito quando sentì che suo figlio si muoveva dentro di lei. "No, per favore, no!" urlò Marilyn, temendo di cedere alla sensazione piacevole che le saliva dentro. Girai il reostato che comandava il movimento della sedia, che cominciò a muoversi più velocemente, mentre entrambi gemevano debolmente, tentando di resistere al piacere crescente, ma io continuai a girare il comando della velocità al fine di vincere ogni loro resistenza.

"La resistenza è inutile" sibilai nelle loro orecchie, aumentando ancora la velocità della sedia. Ora il suo pene si muoveva dentro e fuori la fica della madre con colpi corti e forti. Non avrei potuto stabilire quanto era dovuto al movimento della sedia e quanto al naturale ritmo dell'amore. Lei si stava bagnando per la frizione del grosso pene del figlio sulle pareti della sua fica, tanto che alcune gocce colavano lungo le sue meravigliose cosce divaricate. I suoi occhi erano serrati, i denti stretti per combattere le divina sensazione che ormai le stava facendo tremare le cosce.

Poi finalmente accadde. Lei emise un grido e spalancò la sua ampia e morbida bocca. Arrendendosi alla sensazione deliziosa dell'orgasmo, i suoi fianchi iniziarono a sussultare e a contrarsi. Il sedere si sollevò e ricadde sull'enorme virilità palpitante del figlio. La sua fica allagata scivolava su e giù sul pene di suo figlio con lunghi, forti e lussuriosi colpi. Finalmente anche James muoveva il bacino verso di lei, sincronizzando le sue spinte con quelle della madre.

Ogni volta che il suo enorme membro penetrava in lei Marilyn emetteva un grido. Ad un tratto si irrigidì, con il viso terreo ed emise un suono gutturale. Il suo corpo cominciò a tremare per uno degli orgasmi più intensi che io abbia mai visto in tutta la vita. E dalla sua fica sgorgò un liquido caldo e vischioso che ricoprì il membro di suo figlio. Egli rispose spingendo a fondo il suo mostro, lasciandosi sfuggire un urlo, mentre la riempiva completamente con il suo seme: "Mamma, oh mamma!" disse ansimando.

"Oh, piccolo mio!" Lei sospirò, mentre il suo corpo tremava e sobbalzava ancora per l'orgasmo. Ogni schizzo di sperma che pulsava fuori dal pene del figlio e riempiva la sua fica la faceva sussultare. La sua fica era lentamente riempita dal seme del suo ragazzo è la sensazione era incredibile. Marilyn continuò ad avere orgasmi a ripetizione sino a quando il figlio non si svuotò completamente dentro di lei.

Non appena l'orgasmo terminò entrambi si accasciarono ansimanti. "Wow!" esclamai. Ero rimasta senza fiato, per l'intensità del loro amore. "È stato bellissimo, vero?"

Mamma e figlio non dissero nulla, ma la consapevolezza di quanto era accaduto lì colpì molto. Per un breve istante Essi avevano ceduto alla passione e madre e figlio avevano scopato come animali in calore. Erano ancora lì seduti, abbracciati e con il membro di James ancora duro ed infilato completamente nella fica inzuppata di Marilyn.

La loro relazione non sarebbe stata più la stessa, nemmeno se li avessi slegati e lasciati andare. Ma io non avevo alcuna intenzione di farlo, perché non avevo ancora finito con loro. Li liberai dai collari e rivolsi i loro visi uno di fronte all'altro. Le loro labbra si toccavano, ma loro resistevano ancora. "Avanti" dissi a James, "bacia tua madre! Non ti ha appena donato una indimenticabile scopata? Strinsi i loro nasi fino a quando le bocche si aprirono e poi unii le loro teste. Le mantenni così, muovendole leggermente ed unendo le loro bocche. Essi gemettero, ma nulla di più. Allora girai dietro di lei e controllai che il membro di suo figlio le fosse ancora dentro. Sapevo bene che lo stato di erezione non si sarebbe interrotto. Le afferrai i fianchi e spinsi forte in modo da far entrare ancora più profondamente il pene di suo figlio nella fica. Lei lanciò un urlo e dimenò il sedere, poi si rese conto di ciò che stava facendo e si arrestò. "Non fermarti, tesoro" le dissi "tu hai già fatto l'amore con lui una volta, stavolta fallo da sola, senza il mio aiuto." Ma lei rifiutava il mio suggerimento. Allora azionai nuovamente il pulsante che faceva muovere la sedia, aumentando progressivamente la velocità, sino a quando ancora una volta lei dovette arrendersi alle sensazioni che il membro di suo figlio procurava nel fondo dei suoi fianchi materni.

In un pianto soffocato lei si inarcava sul pene di suo figlio come una cagna in calore e la sedia presto non fu più necessaria. Quindi la fermai e lei venne due volte, prima che la sua fica, finalmente mungesse nuovamente il seme prodotto da suo figlio. Entrambi abbassarono gli occhi per la vergogna. Ma io ero certa che fosse stato un eccellente inizio. Presto avrebbero fatto l’amore spontaneamente, senza alcun bisogno dei miei pericolosi e complicati meccanismi. La sollevai da suo figlio e lei abbassò lo sguardo sulla fica spalancata, che gocciolava del seme di suo figlio. Il suo membro era ancora rigido e lucido per i succhi di sua madre. Probabilmente avrebbero anche continuato, ma decisi che per il momento era abbastanza.

Riportai Marilyn nella sua stanza, la adagiai sul letto, le legai i polsi alla spalliera e lo stesso feci per le caviglie. Osservai vogliosa la sua fica e mi leccai le labbra: “Sicuramente c’è un sacco di sperma nella tua fica”, dissi inginocchiandomi, “è bello vedere tuo figlio che viene nella tua fica, vero?” Lei non rispose. “Rispondimi!” le ordinai.
“N-no”, mi rispose singhiozzando.
“Non mentirmi” le dissi piano. “Ti ho visto scopare tuo figlio e godertela un mondo. Ora ammettilo che lo desideri e che vorresti che lui fosse qui ora! Tu desidereresti che fosse lui qui tra le tue cosce invece che io.”
Le leccai l’interno delle cosce, grondavano di liquido. “Dai, ammettilo!” le dissi infilando la lingua nella sua fica gustosa e piena di umori.
“Marilyn, dimmi che ti è piaciuto” dissi con fermezza. Lei emise un gemito e fissò il vuoto.
“Immagina che questa sia la lingua di tuo figlio, chiudi gli occhi ed immagina”, le dissi dolcemente, mentre la leccavo. Presto i dolci succhi della madre mescolati allo sperma del figlio riempirono la mia bocca. Spessi rivoli di sperma fluivano dalla sua fica come un fiume in piena.
Anche se il mio piano prevedeva che lei conservasse quanto più sperma possibile nella fica, dovetti assaggiare i frutti del mio duro lavoro. La leccai fino a quando non ebbe più liquidi nella fica. Mi rendevo conto che forse questo era l’ultimo momento in cui godere con lei, così presi tutto quanto di piacevole ci fosse.

La lasciai tremante sul letto, andai dal figlio e ripulii il suo membro di tutti i succhi rilasciati da sua madre. “Scommetto vorresti che tua madre ti facesse un pompino al posto mio” dissi mentre lo leccavo. “Forse potrei convincerla domani… ti piacerebbe?”
Lui emise un gemito, mentre io mi infilavo il suo membro profondamente in gola.
Le avrei insegnato a farlo a suo figlio. Mi godetti il dolce gusto del suo seme appena me lo schizzò tutto in gola. Lo trattenni ancora rigido in bocca, poi gli salii sopra. “Questa probabilmente sarà l’ultima nostra scopata, mio caro.” Abbassai i fianchi su di lui e rimasi ancora a bocca aperta per le dimensioni del suo membro che mi apriva la fica. “Da ora in poi la sola fica in cui questo mostro entrerà sarà quella della tua mamma!”
Questa idea sembrò eccitarlo più che mai e cominciò a spingere dentro di me con maggior vigore.
Venni presto urlando, mentre gli orgasmi si susseguivano: ero certa che la madre ci stava ascoltando.
Speravo che fosse gelosa.


PARTE TERZA - SOTTOMISSIONE

L’indomani, dopo pranzo, sollevai Marilyn dal letto, la legai alla solita imbracatura e la sollevai con il martinetto, in modo che lei fosse di nuovo pronta. Legai nuovamente James alla sedia, come il giorno precedente. Entrambi sapevano che cosa sarebbe successo, ma la sensazione che opponessero soltanto una resistenza simbolica mi rese felice.
Come prima, legai le mani di lui in modo che fossero appoggiate sul culo di lei e quelle di lei attorno al collo de figlio, in modo da abbracciarlo. Stavolta premetti le loro bocche insieme e strinsi il naso di entrambi in modo che le bocche fossero aperte una sull’altra. Poi legai le loro teste insieme, in modo che per tutta la scopata le bocche fossero incollate.

Pur non avendo lubrificato la fica di Marilyn come il giorno precedente, mi accorsi che lei era già abbondantemente bagnata. Il membro di James era già eretto, ma comunque applicai l’anello di gomma alla base, per maggior sicurezza. Feci abbassare Marilyn ed ascoltai i loro gemiti che provenivano dalle bocche incollate. Attivai la vibrazione della sedia, ma non aumentai la velocità: la loro resistenza era molto minore rispetto a quella del giorno prima.

La natura fece presto il suo corso e loro cominciarono a muoversi autonomamente. Quindi fermai il movimento della sedia. Non avrei potuto dirlo con certezza, ma penso che stessero baciandosi con la lingua. Ad ogni modo le loro bocche stavano muovendosi in modo strano. Marilyn arrivò presto, gemendo nella bocca del figlio. Notavo che il suo pene, eretto e lucido, entrava ed usciva dalla fica fradicia di umori della madre con colpi forti e rapidi. Le sue mani le stringevano forte il culo e lo tiravano giù verso di lui mentre lui spingeva verso l’alto. Lei non aveva certo bisogno di aiuto, ma era bello vedere il figlio manipolarla in quel modo.

Marilyn fu presto squassata da un altro orgasmo e i colpi di lui si fecero più rapidi e insistenti. Lei si accorse che il figlio le avrebbe presto riempito la fica con il suo seme e si contorse ancora più selvaggiamente. Con un urlo vennero insieme: fu uno degli orgasmi simultanei più intensi che io avessi mai visto.

Questa volta crollarono insieme, non per la vergogna, ma per il bisogno di stare il più vicino possibile. Li lasciai abbracciati ancora per qualche minuto, poi aspettai per vedere se si fossero abbracciati da soli, senza l’aiuto della sedia e delle cinghie. Ma la loro coscienza riprese il controllo e fu evidente che non volevano continuare in questo atto peccaminoso. Avrei tentato qualcosa di diverso.

Sollevai Marilyn da suo figlio e la legai ad un’altra sedia. Agganciai il cavo del martinetto all’imbracatura di James e lo sollevai verso il muro. Legai le braccia ai gomiti. Poi girai la sedia in modo che il viso di lei venisse a trovarsi direttamente vicino alla sua possente erezione. Lei cominciò a lottare e a divincolarsi, aveva compreso cosa l’attendeva, ma non poteva muoversi. Al contrario di quanto avevo fatto prima, sollevai le mani di lei e le legai in modo che toccassero il sedere di lui. Legai il collare di Marilyn ad una cinghia che passava tra le gambe di lui ed iniziai a tirare la sua testa, in modo che con le labbra toccasse la punta del pene di James. Lei iniziò a lottare per tirarsi indietro, ma inutilmente, perché era legata saldamente. Le strinsi il naso. Lei trattenne il respiro il più possibile, ma alla fine fu costretta ad aprire la bocca. Allora tirai subito la cinghia. “Non fargli male, mi raccomando” le dissi non appena la punta del pene sfiorò i denti di lei e le entrò in bocca. Strinsi la cintura fino a quando lei non cominciò a strozzarsi, date le dimensioni del pene del figlio, poi mi fermai. Mi rendevo conto che l’enorme membro, spinto fino in gola, le procurava qualche disagio. “Non ti libero fino a quando lui non viene” dissi, sedendomi tranquillamente.

Lei singhiozzò, ma si rese conto che non poteva fare altrimenti. Rilasciai leggermente la cinghia che le tratteneva il collo e lei cominciò a succhiare il membro del figlio, guidandolo, con le mani appoggiate sul culo, dentro e fuori la sua bocca, prima lentamente, poi sempre più veloce, iniziando ad apprezzare il gusto del seme che le aveva già schizzato dentro, mescolato ai succhi della sua stessa fica.

“E’ buono, vero?” le chiesi sporgendomi verso di lei e baciandole la guancia. “Aspetta solo di assaggiare il suo seme, quando si riverserà nella tua bocca! E’ dolce ed è anche tanto. Io lo so bene!”

Il pensiero la fece rabbrividire e poi succhiare di più. In questo modo il pene di suo figlio diventava ancora più grande e duro nella sua bocca. Questo la spaventò e nel contempo la elettrizzò. Sapeva che la sua bocca stava per essere riempita da un torrente di sperma del figlio e questo la faceva succhiare ancora più forte. Quando assaggiò il suo liquido preseminale quasi impazzì ed iniziò a spingere la testa sul bacino del figlio prendendo sempre più profondamente in bocca quell’enorme bastone di carne pulsante, sino a toccare con il naso il pube del figlio. Eppure pensavo di doverglielo insegnare io...

James emise un grido e inarcò la schiena spingendo i fianchi contro la bocca affamata di sua madre, che affondò le unghie nelle natiche del figlio e smise di muovere la testa, evidentemente sentendo contro il suo palato gli schizzi di seme emessi dal figlio. Lo sguardo sul suo viso era di dolce felicità passionale. James stava pompando nella bocca della madre uno schizzo dopo l’altro di sperma bollente. Marilyn ingoiava più in fretta che poteva, ma la quantità era troppa e quindi colava attraverso il suo mento e gocciolava sul suo grande seno. Avrei potuto dire che lei stava nuovamente assaggiando lo sperma del figlio, dopo averlo in precedenza succhiato dalla mia fica e che le piaceva molto. Mosse lentamente la testa per mungere la dolcezza che sgorgava dal pene del suo amante. Sfilava piano piano dalla bocca il suo membro e lo circondava con le labbra mentre usciva fuori dalla sua bocca. Così raccoglieva ogni goccia che ancora stava rilasciando suo figlio. Rilasciai completamente la cinghia che le legava il collo, ma la sua bocca rimase ferma a gustare ogni goccia che ancora veniva fuori dal giovane ed enorme membro del figlio.

“E’ stato bello, vero?” chiesi mentre tiravo indietro la sedia. Lei allungò il collo per tenerlo ancora nella sua bocca, ma alla fine il membro, non ancora afflosciato, sgusciò fuori. Lo sguardo di delusione sul suo viso era molto evidente. James stava ancora eiaculando (i giovani hanno così tanto sperma) e gli ultimi schizzi le si spiaccicarono sul viso e tra i capelli. Sembrava un disastro: sperma sul viso e sulle tette, gocce che cadevano dal mento, ma lo sguardo sul viso di Marilyn era di gioia e soddisfazione.

Spostai James sul letto e lo legai alla spalliera; poi, grazie all’imbracatura che la teneva stretta, sollevai Marilyn dalla sedia, dicendole: “Ti slegherò se mi prometti di andare da tuo figlio e scoparlo fino a farlo impazzire. Che ne dici?”
Lei abbassò gli occhi e non rispose.
“Merda! Va bene, lo faremo in un altro modo” dissi schioccando le dita, arrabbiata perché lei ancora resisteva all’inevitabile.
Con l’aiuto del sollevatore la spostai verso James e la posizionai sul suo membro, ancora eretto. Quel ragazzo era praticamente instancabile…

La feci delicatamente scendere fino a quando, come la volta precedente, la sua fica toccò la punta del pene di James e cominciò lentamente ad aprirsi come un fiore. La feci scendere ancora di più in modo che il pene del figlio si introducesse più profondamente nella sua fica. Poi la risollevai, presi in mano il pene di James e cominciai a torturare la fica facendolo scorrere su e giù sulle grandi labbra, scivolose e grondanti umori. Lei cominciò a gemere e a contorcersi.
“Vuoi un po’ di più di quel meraviglioso cazzo dentro di te?” Esultai. “Tutto quello che devo fare è premere questo pulsante.”

Avrei potuto dire che stava lottando con tutto il suo essere. “L’hai già scopato tre volte, l’hai succhiato, hai bevuto il suo sperma, perché continui con questa follia?” le dissi piano. “Segui il tuo cuore, per una volta. Fai l’amore con James come sai che vuoi. Come sai che devi!”

Lei singhiozzava, mentre lui rimaneva immobile, con gli occhi chiusi. Lui voleva che la mamma lo scopasse, ma il pensiero lo faceva vergognare.

Continuai a sfregare le sue grandi labbra con la punta del pene di suo figlio e i suoi fianchi iniziarono istintivamente a dimenarsi, mentre James si inarcava per raggiungere più profondamente la fica della madre. I singhiozzi di Marilyn si trasformarono in gemiti e sul suo viso comparve un’espressione nuova, come se tutto quello in cui sinora aveva creduto non significasse più nulla. Ora tutto ciò che voleva era scopare suo figlio. “Oh, no, no!” sussurrava, mentre i suoi sentimenti sconfiggevano la ragione e la sua mente si arrendeva all’inevitabile. Misi il pulsante di comando nelle sue mani, lei sgranò gli occhi e mi fissò.

“Premi il bottone rosso” le dissi.

Con gli occhi appannati e semichiusi guardò suo figlio. Lo sguardo nei suoi occhi era di approvazione e speranza. Poi rabbrividì e chiuse gli occhi. Sapeva cosa andava fatto. Con un sussulto premette il pulsante rosso e discese completamente sulla virilità di suo figlio.
“Sì!” ansimai, trionfalmente.

Tutti i pensieri su ciò che era giusto o sbagliato, la maternità, l’incesto, il peccato, la moralità scomparvero, proprio come l’enorme membro del figlio scompariva nella fica della madre. Lui inarcò le spalle, sollevò il bacino e finalmente entrò nel profondo di lei. Allentai le cinghie che le legavano le gambe, in modo che lei potesse appoggiarsi al letto e sedersi più comodamente sul membro del figlio e stetti a guardare.

Appoggiò i fianchi contro quelli del figlio, come se volesse introdurlo più profondamente dentro di lei, emise un lungo e basso gemito e si mise a cavalcarlo senza nessun aiuto della sedia, delle cinghie e del sollevatore. Stava scopando avidamente, e volentieri, suo figlio, che sdraiato sul letto sollevava il bacino, dando colpi formidabili per penetrare sua madre.

Ci era voluto parecchio, ma alla fine ci ero riuscita a farli scopare senza costrizioni, ma realmente perché si amavano e provavano reciprocamente un’attrazione inespressa, perché soffocata dai principi morali.

Alla fine un intenso orgasmo scosse tutto il letto e sembrò prosciugare le loro forze. Marilyn si accasciò ansimando, ancora sospesa e legata nella sua imbracatura. la sua fica era un lago di liquidi amorosi. Le presi il pulsante e lo azionai per abbassarla ancora di più, in modo che potesse baciare suo figlio.

Però, dopo che l’accoppiamento era finito e la loro passione soddisfatta essi ricominciarono a sentirsi in colpa. “Cazzo” imprecai “continuate a mantenere questi rigidi valori morali quando vi siete appena goduti la cosa più meravigliosa che una donna ed un uomo possano fare insieme, persino se sono madre e figlio.”

La tirai su e la riportai nella sua stanza, legandola al letto. Mi calmai un po’. Avrei dovuto attendere che loro si abituassero a questa nuova relazione madre/figlio che aveva sconvolto radicalmente le loro vite e li aveva fatti diventare amanti sfrenati. Era già un passo importante. Avrei dovuto essere contenta dei progressi che avevano fatto. Ogni volta che facevano sesso la loro resistenza si indeboliva, la loro sottomissione diventava più rapida e la loro passione più intensa. Ebbi la netta impressione che l’indomani qualsiasi resistenza sarebbe crollata. Il mio lavoro non sarebbe stato vano ed i loro sogni si sarebbero avverati.

Marilyn mi fissava. “Come ti senti, tesoro?” le chiesi dolcemente. “Scommetto abbastanza bene. Io mi sento meravigliosamente dopo una buona scopata. E adoro la sensazione dello sperma che mi riempie la fica, ancora più speciale quando ami il tuo uomo. E tu ami James, vero?”

“Certo che lo amo” singhiozzò. “E’ mio figlio!”

“Stavi scopando il tuo ragazzo come una troia” le dissi con determinazione, “quindi finiscila con la parte della buona madre. Le cose ora sono cambiate, hai premuto tu il pulsante rosso, lo hai scopato e lo hai cavalcato con lussuria sfrenata, ti sei fatta riempire la fica con il suo sperma. Che altro vuoi? Ora devi considerarlo il tuo amante e basta.”

“Quante volte sei venuta?” le chiesi, continuando nel mio discorso.
“N-non so, almeno una mezza dozzina di volte, credo” mi rispose pensosa.
“Io sono testimone che hai urlato in estasi tante volte, quindi anch’io davo per scontato che fossi venuta. E’ stato bello quando è venuto dentro di te? O quando hai bevuto avidamente il suo sperma? Rispondimi!”

“S-sì”, lei ammise dolcemente.

“Allora perché continui a combattere contro i tuoi sentimenti?”, dissi accarezzandole amorevolmente la guancia. “Non preferiresti essere a letto con lui stasera? Amarlo, essere amata da lui? Rispondimi, per favore!”

“I-io s-sì”. Distolse lo sguardo, ma la tirai e le rivolsi il viso verso di me.
“Allora, se farai la brava, domani potrai dormire con lui. D’accordo?”
“S-sì” disse rabbrividendo, tremante di paura e di speranza. Mi chiesi: paura di cosa e speranza di cosa? Comunque sarebbe stato sbagliato per un verso, ma giusto per altri versi.

La lasciai riposare e andai da James. Il suo incredibile arnese era ancora duro e bagnato. Lo accarezzai e lo guardai. “Hai bisogno di un’altra scopata con mamma…” dissi amorevolmente. “Se vi comportate bene domani rilascio scopare quanto vorrete e anche dormire insieme. Ti piacerebbe? Io ne sono certa!”

Spensi le luci e andai via. Dubito che quella notte abbiano dormito.


Fine capitolo 2
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