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Gay & Bisex

Un'estate assomiglia a un gioco, è stupenda ma dura poco


di Thefab
18.11.2019    |    8.027    |    2 8.8
"Il pomeriggio, sul tardi, vinciamo la semifinale e voliamo in finale..."
Ciao a tutti, eccomi qui con il sesto capitolo delle mie avventure sessuali. Faccio, però, una piccola ma doverosa premessa. Forse qualcuno è rimasto un po' deluso dall’ultimo capitolo. Probabilmente è un po' più lungo del solito e contiene dettagli che vi hanno potuto annoiare, come la vicenda di Beatrice. Però mi sembrava doveroso inserire tutto, visto che nei miei racconti svelo le emozioni, le sensazioni, le delusioni e tutto ciò che ho provato durante la mia giovane vita.
Sperando che capiate questo punto di vista (perché è nel mio stile e non posso cambiarlo) proseguo con la narrazione, che si era interrotta con l’inizio di una relazione con un maturo mio vicino di casa, tale Antonio, che ho poi scoperto avere 47 anni.
Ho il piede in due scarpe, Beatrice e Antonio. Tuttavia il mio disagio dura poche settimane perché a marzo, dopo sei mesi di relazione, tronco la mia storia con Bea. Ormai non riesco più a nascondere la mia sessualità e la vicenda tra me e lei sta diventando imbarazzante. Pur avendo capito che qualcosa in me non va, ha provato in tutti i modi a consumare un rapporto sessuale con me. La volta più assurda è stata a casa sua.
Mi ha invitato a pranzo dopo scuola, come succede spesso. Siamo soli, ad un certo punto mi lascia seduto sul letto e sparisce, dicendo di dover andare in bagno. Torna completamente nuda. È sicuramente bellissima, lo so. Ma a me non fa alcun effetto. È la prima volta che la vedo tutta nuda. Singolarmente, le ho visto un po' tutto il corpo ma tutto insieme mi crea ancora più disagio. Pretende che mi spogli anche io. L’assecondo, lo faccio. Anche io sono tutto nudo davanti a lei e ho il pisello moscio. Ma moscio che sembra morto. Lo so, è imbarazzante.
Prova in tutti i modi a rianimarmelo, è porca come non mai. Proviamo a fare qualsiasi tipo di preliminare, io eseguo meccanicamente ciò che lei propone. Provo anche a chiudere gli occhi, penso ad Antonio e ho una piccolissima erezione.
Beatrice ne prova ad approfittare subito, mi fa stendere, mi sale sopra e prova a infilarselo nella figa. Inizialmente la lascio fare, anche se sono una sorta di manichino, immobile, senza emozioni. Lei si posiziona bene e sento che il cazzo è pronto a entrare ma improvvisamente si smoscia.
Mi scuso, ho paura di ferirla, lei mi tranquillizza e riprende a succhiarmelo. Va avanti per un lasso di tempo che a me sembra infinito. Niente da fare.
“Amò, che succede?” mi domanda. Ha le lacrime agli occhi, sa già quello che le dirò.
Non riesco più a tenermi, a lei non posso più mentire. Abbasso lo sguardo e mi confesso: sono gay. Capisce che l’ho usata come copertura ma è una ragazza straordinaria. Non solo non se la prende, addirittura resta qualche altro giorno con me per non farmi saltare questa copertura. Dice a tutti che abbiamo fatto sesso più volte, anche se non è vero. Ci lasciamo subito dopo la gita scolastica. In quell’occasione abbiamo avuto il nostro ultimo rapporto, seppur non completo. Roba di baci e masturbazione, poi basta, chiudo finalmente un capitolo assurdo della mia adolescenza.
Per i successivi mesi, il mio unico sfogo sessuale è rappresentato da Antonio. Ci vediamo con grande frequenza, sono a tutti gli effetti, il suo amante. Facciamo sesso dove capita: a casa sua, a casa mia, nella sua macchina, in cantina, in garage, perfino per le scale del condominio. Ma, soprattutto, facciamo le peggio porcate: preliminari pazzeschi, feticismo del piede, sadomaso, sesso in qualunque posizione e, un paio di volte, perfino pissing con lui che mi porta in doccia, mi fa inginocchiare e mi piscia in bocca. Sono contento di stare con lui perché a letto mi dà tutto quello di cui necessito ma iniziano a mancarmi anche i rapporti con i coetanei.
Per me non è facile, vorrei provarci con tanti di loro ma ho paura delle reazioni e spesso mi tiro indietro e rinuncio. Passano i mesi e arriva l’estate. Siamo ad inizio luglio del 2015.
È un pomeriggio, quando vengo contattato da due ragazzini miei vicini di casa. Sono due fratelli, Francesco e Valerio. Hanno, rispettivamente, uno e due anni in meno di me e li conosco fin da piccolini. Siamo cresciuti giocando a pallone per strada, anche se negli ultimi anni ci siamo un po' staccati. Loro giocano anche a calcio, come me, ma in un’altra società e li ho sempre reputati molto bravi. Mi chiedono se voglia partecipare ad un torneo di calcio sulla sabbia insieme a loro, io accetto. Praticamente, il torneo ha questo regolamento: è per le categorie dal 2000 in giù ma ogni squadra può schierare un 1999, che in questo caso sarei io.
La squadra è formata da un ragazzo che viene da fuori, un bagnante, nel ruolo di portiere, in difesa ci sono Manuel, un ragazzo dai capelli rossi e dal fisico possente, e un certo Andrea, il più piccolo del team, essendo del 2002; a centrocampo giocano i due fratelli sulle fasce, io in mezzo e abbiamo un ragazzo di nome Lorenzo in attacco. È fortissimo, ha due anni meno di me ma, soprattutto, è bellissimo, ma veramente bello. È abbastanza alto, soprattutto in rapporto all’età, ha un fisico definito e sviluppato, addirittura ha un po' di pelo sul corpo che mi fanno impazzire. E’ moro, occhi scuri e tenebrosi, col viso che mi piace tantissimo, insomma, lo reputo perfetto.
Il torneo inizia subito bene, ma la cosa più bella è che si crea un gruppo meraviglioso. Non ci limitiamo a giocare a calcio al pomeriggio, iniziamo a uscire insieme anche la sera e con loro sto davvero alla grande. Soprattutto con Valerio si crea un feeling fantastico. Siamo uguali, abbiamo lo stesso carattere e in lui noto una dolcezza particolare.
Lui e il fratello sono molto carini ma anche diversi fisicamente. Valerio è più alto nonostante sia più piccolo di età e un po' più muscolosetto, è moro e ha un bel viso regolare, con nasino delicato e uno sguardo tenebroso e affascinante. Francesco, invece, è piccolo e molto magro ma con gli addominali ben scolpiti, è biondo, occhi scuri e un po' meno regolare nei lineamenti del viso. Nel complesso mi piacciono molto entrambi.
Un pomeriggio, in cui non è prevista la partita del torneo, mi trovo a casa loro. Era da quando eravamo piccoli che non andavo lì ma ora sta tornando una consuetudine. Al mio arrivo, dopo aver giocato un po' alla Playstation, decidiamo di andare al mare. Francesco deve vestirsi e, senza farsi alcun problema, si spoglia davanti a me. È la prima volta che lo vedo nudo, ha un bel culetto liscio e stretto ma il pisello è molto piccolo. Valerio, invece, indossava già il costume a pantaloncino al mio arrivo. La visione di Francesco nudo, pur non avendo un grande cazzo, mi inizia a far eccitare e, preso dal momento, butto là un’idea, già pronto a dire che stavo scherzando in caso di effetto negativo.
“Ragazzi, ma se ci facciamo una sega prima di andare al mare?”
È da tanto che non mi sego con un amico, è successo solo in compagnia di un certo Alessandro, mio amico di infanzia che poi si trasferì quando avevamo circa 14 anni. Francesco mi guarda perplesso, è pronto a rifiutare il mio invito ma Valerio lo anticipa e si dichiara entusiasta, anzi rincalza.
“Dai, potremmo fare una gara a chi sborra prima, mettiamo un bel porno”.
Francesco continua a essere dubbioso ma alla fine cede alla maggioranza. In camera hanno due letti da una piazza a mezzo, io ho voglia di stare a contatto con entrambi e quindi mi invento che, per regolamento, occorre che stiamo tutti e 3 attaccati, in modo da poter controllare se uno sborra veramente per primo. Senza troppi problemi, Valerio si toglie il costume e si mette a nudo. Il pisello è decisamente più bello di quello del fratello, più grande e con una forma più regolare. A ruota, faccio lo stesso anche io, peraltro già in tiro. Mi spoglio completamente nudo e mi vado a stendere affianco a Valerio, sul suo letto.
Francesco posiziona la TV di fronte al nostro letto, spostando il carrello, infila un DVD nel lettore e poi va a prendere un po' di carta igienica. Torna, ci passa la carta e inizia a spogliarsi. E’ ancora moscio, l’unico di noi. Si mette accanto a me, facendo quindi in modo che io rimanga al centro, come volevo. Io e Valerio ci stiamo accarezzando i rispettivi cazzi, Francesco fa partire il DVD col telecomando e prende anche a lui a massaggiarsi. Aspettiamo che gli si arrapi, e la cosa avviene poco dopo. Non appena siamo tutti e tre in tiro, ci diamo il via e prendiamo a menarci i cazzi.
Io ho il vizietto di ansimare quando godo e non riesco a tenermi, quindi inizio con i miei soliti abituali respiri affannosi pur essendo in loro presenza. Anche Valerio fa un po' di rumore mentre gode, Francesco è invece in silenzio anche se lo sega a tutta birra. Noto subito una cosa: io e Valerio ci guardiamo spesso i cazzi, molto più di quanto non facciamo con lo schermo. Francesco, invece, è concentrato solo sulle tettone che si vedono in TV.
Il primo a sborrare è Valerio, dura pochissimo, poi ci avvisa con voce soffocata:
“Ragà, sborroooo” e si libera all’interno della carta igienica precedentemente preoccupata.
È sfiancato, ha vinto ed è soddisfatto, tanto da concentrarsi quasi unicamente sul mio cazzo. Noi, invece, ci stiamo giocando il secondo posto e vogliamo prevalere l’uno sull’altro. Mentre mi sto segando, guardando più il cazzo di Francesco che il video, sento la gamba di Valerio che si struscia sulla mia, poi il suo piede va a contatto col mio. Mi sta cercando di stimolare per aiutarmi a vincere e ottiene ciò che vuole, perché arrivo violentemente all’orgasmo e quasi non riesco a parare gli schizzi, finendo per sporcarmi anche un po' la pancia.
Francesco termina un paio di minuti dopo, arrivando così ultimo. Ci siamo divertiti, questo è un dato di fatto. Da quel momento, la gara di seghe diventa una prerogativa dei nostri pomeriggi.
Lo iniziamo a fare sempre, anche prima delle partite del torneo. Un pomeriggio, prima della semifinale, capita che siamo quasi tutti i componenti della squadra a casa di Vale e Fra, ad eccezione del portiere. Abbiamo deciso di fare una specie di raduno vista l’importanza della partita. Penserete che siamo un po' matti ma d’altronde siamo ragazzini e queste cose ci fomentano. Pranziamo insieme, poi iniziamo a giocare alla Playstation e a parlare di tette e fighe. Il clima si fa subito caldo: tra loro solo Lorenzo dichiara di aver perso la verginità e racconta delle ragazze che ha scopato. Io faccio il presuntuoso e, seguendo le menzogne raccontate da Bea, rivelo di aver scopato con lei e mi invento dettagli mai accaduti.
Mi guardo con Valerio e Francesco, abbiamo tutti e 3 voglia della stessa cosa e, incredibilmente il più piccolo dei fratelli decide di proporlo anche agli altri.
“Ragazzi, ma che ne dite se ci spariamo una bella sega davanti a un porno? Magari potremmo anche fare una gara a chi sborra prima, è divertente”.
Io e Francesco ci mostriamo subito entusiasti, Lorenzo ci segue a ruota mentre gli altri due sembrano molto più scettici. Dopo averci un po' lavorato ai fianchi, Manuel “il roscio” cede mentre per Andrea sembra una battaglia persa. Dice di poter fare, al massimo, l’arbitro ma alla fine, quando Francesco fa partire il DVD, cambia idea.
Posizioniamo i due letti vicini. Sul primo, quello di Valerio, ci siamo io, lui e Manuel. Si è tirato fuori il cazzo ed è quello tipico di un rosso, con i peli arancioni ai lati e una bella bestia un po' scappellata. Mi eccita, lo ammetto. È brutto ma ci scoperei violento. Nell’altro letto ci sono gli altri 3: Francesco col suo piccolo pene, Lorenzo che ha una vera e propria bestia meravigliosa e Andrea, che capisco perché non voleva partecipare. Da 13enne ha un cazzo ancora non sviluppato, è microscopico.
Ci diamo il via, muniti di carta igienica, e iniziamo a segarci. Sono super eccitato e continuo a guardare ai miei lati. Vale mi inizia a strusciare ancora la gamba e io ricambio stavolta, toccandogli anche il piede col mio. Dall’altra parte, ho Manuel che se lo mena con buon ritmo e se lo scappella fino in fondo. Riesco a vedere, seppur a fatica, ciò che accade nell’altro letto e sono estasiato da Lorenzo. Il primo a sborrare, stavolta, sono io. Ansimo senza ritegno, facendo anche ridere gli altri, e schizzo tutto nel mio fazzoletto. Mi segue, poco dopo, Francesco, che stavolta è stato ben più celere dell’altra volta. Il piccolo Andrea fa terzo, Valerio quarto, Manuel chiude al quinto posto mentre Lorenzo mi dimostra che, oltre ad avercelo grosso, ha anche buona resistenza.
Ci facciamo una grossa risata, è un ennesimo bellissimo momento che ci unisce in quella che è un’estate davvero intensa, che sto passando assieme a loro. Il pomeriggio, sul tardi, vinciamo la semifinale e voliamo in finale.
Il grande atto conclusivo del torneo va in scena la domenica pomeriggio e noi ripetiamo la sega, quasi più come un rituale che altro. Stavolta, però, non va come deve andare e arriviamo comunque onorevolmente secondi. Il premio, per i secondi classificati, è una cena completamente offerta dagli organizzatori del torneo mentre i primi ricevono un bel po' di soldini.
La cena la facciamo un paio di giorni dopo. Siccome al ristorante si rifiutano di darci alcolici (giustamente), ci siamo già prontamente organizzati e abbiamo comprato da bere al pomeriggio, mettendo il tutto nel garage di casa di Andrea, che abita lì vicino.
Terminiamo la serata in spiaggia, a bere e siamo tutti abbastanza ubriachi. Ad una certa, decido di andare via perché non mi sento benissimo. Mi alzo, saluto e vado a prendere la mia bici. Mentre la slego, mi accorgo che sta arrivando anche Valerio.
“Hey Fabiolì, vengo anche io con te”.
Facciamo il tratto di strada insieme, arrivando fino sotto a casa mia. Io scendo dalla bici e vado a legarla sotto al porticato, lui mi accompagna. Poi mi avvicino alla sua bici, sono in piedi mentre lui è ancora appoggiato sul sellino. Mi reggo sul suo manubrio e stiamo parlando. Siamo molto vicini, ci sorridiamo. Lui pian piano si avvicina e mi bacia. Mi prende per il collo e mi tira a lui. Iniziamo a pomiciare. Potrebbe vederci chiunque, siamo sotto casa mia ed è piena estate. Lo fermo, lui mi chiede spiegazioni e gli dico che non è il posto.
“Domani mattina vieni da me” mi dice. Gli chiedo come farà col fratello e mi dice che troverà una scusa per mandarlo via ma di andare assolutamente. Ci baciamo ancora, un po' più rapidamente, poi Valerio va via sorridendo, felice.
Al mattino mi alzo, sono indeciso se segarmi per rompere la tensione, non lo faccio. Vado a fare una doccia e mi insapono per bene il culetto, qualora Valerio voglia scoparmi.
Poi mi vesto, prendo la bici e arrivo a casa sua. Come promesso, Francesco non è in casa. Con una scusa lo ha fatto andare al mare, dicendo che lui non si sentiva bene dopo la sbornia e voleva riposare.
Valerio è a petto nudo, indossa solo un paio di mutande bianche che staccano con l’abbronzatura, è bellissimo. Ci guardiamo e, non appena supero l’uscio di casa sua, mi bacia.
Stiamo pomiciando senza tregua, ho una voglia matta. È da qualche giorno che non scopo perché sono stato talmente impegnato e preso da queste nuove amicizie che ho un po' trascurato Antonio. Valerio mi prende per la mano e mi porta in camera sua, mi toglie la maglia, io lancio le ciabatte infradito per aria e mi stendo sul letto. Valerio mi afferra i pantaloncini e li tira via assieme alle mutande. Sono tutto nudo.
A sua volta, si sfila la mutanda e mi mostra il suo discreto cazzo. Mi sale sopra e iniziamo a baciarci e a strusciarci l’uno con l’altro.
“Ti voglio da almeno 2 anni” mi sussurra. E la cosa mi lascia di stucco. Non pensavo mi desiderasse.
“Ma sei gay?” gli chiedo, stupidamente.
“Certo, stupido, così come lo sei tu” mi risponde lui.
Riprendiamo a baciarci, poi lui inizia a scendere, mi bacia i pettorali e le ascelle, mi lecca tutto, mi assaggia la pancia e l’inguine, poi mi mordicchia un coglione e infine me lo prende in bocca.
Ci sa fare, questo ha esperienza, lo capisco subito. Vedo la sua testa muoversi con cura sul mio cazzo, me lo stringe bene con le labbra e lo spazzola tutto con la sua lingua calda. Sto impazzendo.
Mi aggrappo alla ringhiera del letto e allargo ancora di più le cosce, per lasciarlo lavorare meglio. Sono in visibilio e ansimo come una troia. Lui non accenna a fermarsi, è una macchina e mi tiene attaccato al materasso. Sono sul punto di sborrare, Valerio se ne accorge e si ferma.
Mi sale sopra, riprende a baciarmi, in modo da calmare un attimo il mio lato animalesco e ritardare il mio orgasmo. Dopo qualche minuti di tranquilla pomiciata e di palpate, si posiziona all’altezza del mio cazzo, lo afferra e lo punta in direzione del suo culo.
“Vale sono passivo” gli faccio presente.
“Con quel cazzone sei passivo? Comunque anche io” mi risponde deciso
“E quindi come facciamo?”
“Niente, tu sei più grande e hai il cazzo più grosso, quindi l’attivo lo fai tu”
“Ma non l’ho mai fatto”
“Meglio, mi piaci vergine”
A quel punto rimango in silenzio, Valerio si stimola il buchino del culo e poi si fa penetrare, rimanendo a cavalcioni su di me. Sono dentro, è la mia prima volta da attivo. Si muove sopra di me e ci sa fare, capisco che, nonostante i suoi 14 anni, ha buona esperienza.
Pian piano, non appena prendo dimestichezza, inizio a venire in su col bacino e cerco di imporre io il ritmo. Lui si adegua nei movimenti, a volte fa giri circolari, altri si limita a saltellarmi sopra. È anche bravo a variare il ritmo, aumentandolo e diminuendolo a suo piacimento.
Stiamo entrambi ansimando, io lo afferro per i fianchi e lo tiro verso di me. Lui appoggia una mano sul mio petto. Anche se l’aria condizionata è accesa (anche se a temperatura non eccessiva) iniziamo a sudare e la cosa mi piace. I nostri corpi si fondono e amo il suo odore. Lo annuso mentre lo tiro a me, gli bacio il collo e mi sporgo ad osservare il suo posteriore.
È una bella sensazione vedere il mio cazzo che entra ed esce dal suo dolce culetto liscio da ragazzino. Mi reputo passivo, eppure prima o poi dovevo provare anche questa esperienza. Sono contento di farla con Valerio. Lo ricomincio a baciare, lui mi tocca, mi palpa, è scatenato. Poi si tira indietro, alzando il busto. Il suo cazzo è durissimo, sembra sul punto di esplodere.
È un po' più piccolo del mio e leggermente meno spesso, ma nel complesso è un bel cazzo. Lo impugno e inizio a segarglielo. Gli stimolo soprattutto la parte della cappella e lui impazzisce.
Inizi a contorcersi, ansima come un pazzo e alza lo sguardo al cielo. È in trans totale, il suo viso è una maschera pazzesca di piacere. Ha una sorta di sorriso da porco stampato in viso, come soddisfatto del trattamento ricevuto. Lo stringo con i piedi sulle chiappe, per spingerlo ancora più a me.
Ho tutto il cazzo dentro, lo sto sventrando. Spingo con tutta la foga che ho, sono scatenato anche io.
Stiamo urlando come due pazzi, uno in faccia all’altro. Lui sta per sborrare, il suo cazzo è pronto a schizzare. Mi tiro in avanti col viso, siamo quasi a cucchiaio. Mi sborra in faccia, arrivano 3-4 schizzi clamorosi. Qualcosa riesco a prendere in bocca, la maggior parte mi finisce sul viso o suoi capelli. Quello che mi è entrato in bocca, lo mando giù e mi lecco anche le labbra.
A questo punto, ci rovesciamo di posizione e gli salgo io sopra. Inizio a montarlo con tutta la forza che ho. Lui ha gli occhi rovesciati, è ancora in piena fase di godimento nonostante sia giunto all’orgasmo. Mentre il sudore mi cola dal viso e dalle ascelle e finisce sul suo corpo, lui mi afferra le chiappe, inizia a massaggiarmele e a incitarmi.
“Dai amore, dai, sto godendo mmm”.
Io comincio a gemere ancora di più, ho la voce da troia e me lo dicono tutti quindi immagino sia anche ridicolo vedermi scopare con tutta quella foga e ansimare come una femminuccia.
Sento arrivare l’orgasmo, rallento un po' il ritmo ma potenzio la forza dei colpi. Ne sferro 4-5 micidiali, con tutta la forza che ho, arrivando più a fondo che posso. Lui sgrana gli occhi ancora di più, sembra aver accusato il colpo. Arriva la sborrata, è incontrollabile. Urlo.
“Ahhhhhh ecco, si, amore, ecco” e mi svuoto tutto dentro di lui, fino all’ultima goccia.
Siamo devastati, crolliamo sul materasso, sudati ma felici. Ci coccoliamo, io gli accarezzo i capelli, lui fa lo stesso col mio petto.
“Sei bellissimo” mi sussurra, con dolcezza.
“Anche tu, piccolo mio” gli dico.
Non capisco se stiamo insieme, non ne parliamo, lui non prende il discorso. Rimaniamo in quella posizione a lungo, continuando a coccolarci e baciarci.
In tarda mattinata, prima che ritorni il fratello, mi faccio una doccia al volo nella sua vasca da bagno, mi rivesto, lo aiuto a sistemare il casino che abbiamo combinato e vado via.
Valerio mi guarda dalla finestra, mi sorride…lo voglio ancora.



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