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Gay & Bisex

Serata in piscina


di aramis2
12.12.2019    |    17.790    |    12 8.6
"A Matteo piacevano le mie palle che pendevano un po’ ed avevano il sacco liscio come seta..."
Era uno dei miei tipi di notte preferito, caldo, quasi torrido, con una bella brezza.
Era scuro fuori, ma l'area della piscina era ancora illuminata con luci che ballavano sull'acqua. L'ultimo degli utenti era andato via ed anche la maggior parte del personale. Eravamo solo rimasti in quattro che dovevano chiudere.
Giorgio, che era uno dei capi, Luca, Matteo ed io. Giorgio era in vacanza dall’università e aveva quel lavoro per l’estate da 4 o 5 anni. Lui era il più fusto fra i bagnini, aveva sempre intorno una folla di belle ragazze ma era fedele alla ragazza fissa che aveva all’università. Era un po’ più basso di me, capelli castani molto corti, pressoché rasati sulle tempie, un gran sorriso ed occhi dorati. Aveva spalle veramente larghe, quadrate, torace da nuotatore liscio ed abbronzato con grandi capezzoli marroni, una pancia piatta e cosce muscolose. Solo pensando a lui mi diventa ancora duro.
Matteo sapeva quello che provavo, lui ed io eravamo scopamici. Eravamo grandi amici fin dalla terza elementare ed avevamo cominciato a masturbarci l’un l’altro dalla quinta. Aveva capelli neri, occhi verdi ed era alto circa come me, un metro e ottantacinque. Lui ed io eravamo nella squadra di nuoto, ben fatti ma non come Giorgio. Matteo aveva pochi peli sulla parte superiore del corpo, ma l’inguine, il sedere e le gambe erano coperti di corti peli neri. La sua parte migliore era il cazzo! Praticamente aveva le stesse dimensioni sia da molle che da duro. Pendeva come quello di un elefante dal suo inguine, circa 15 centimetri da molle. Quando era duro si incurvava verso l’alto e misurava quasi venticinque centimetri. Era il mio giocattolo preferito con cui giocare! Lui era ben cosciente di tutto questo e mentre la maggior parte di noi bagnini indossava speedo, lui porta sospensori e boxer.
Già vi ho detto un po’ di me, ho capelli biondi corti, che diventano bianchi sulle punte alla fine dell'estate, ed occhi blu. Non ho peli sul torace o sulle palle.
Il mio uccello spunta da un cespuglio biondo per diciannove centimetri. Sia Matteo che io eravamo circoncisi. Il mio sogno era giocare con un prepuzio. A Matteo piacevano le mie palle che pendevano un po’ ed avevano il sacco liscio come seta.
L'ultimo di noi quattro era Luca. Lui andava al liceo ed aveva cominciato a lavorare in piscina quell’estate. Faceva tutti i lavori più noiosi come pulire la piscina e gli spogliatoi. Era alto circa un metro e settantacinque, capelli biondi ricci e folti, occhi verdi e corti peli biondi sul torace che contrastano con la sua abbronzatura; era l’unico della nostra età con peli sul torace. L’avevo visto un paio di volte nella doccia ed aveva un bel prepuzio con cui mi sarebbe piaciuto giocare!
Non ero molto sicuro su di lui. Gli piaceva scherzare e flirtare con le ragazze, ma l'avevo anche visto guardare Giorgio con un’espressione che diceva: ‘Lo voglio!’
Giorgio e Luca di solito erano gli ultimi due che rimanevano per pulire e chiudere, ma quella volta Giorgio si era incazzato con Matteo e me perché ci eravamo spinti in piscina durante la pausa, così ci aveva detto che avremmo dovuto fermarci per aiutare a pulire. Dopo aver terminato andammo tutti nello spogliatoio per cambiarci.

Luca aveva scherzato e ci aveva stuzzicati per tutto il tempo delle pulizie e ora, mentre si stava togliendo i vestiti, stava ancora rompendo: “Non andrete a casa senza aver fatto la doccia, è?”
“È tardi.” Dissi io.
Sapevo che Matteo non voleva spogliarsi davanti a Luca ed alla sua boccaccia. Lui non avrebbe potuto fare a meno di notare il suo uccello di cavallo.
Io stavo sbirciando Giorgio che si stava tirando giù gli speedo.
Matteo stava prendendo i suoi vestiti dal suo armadietto ed improvvisamente Luca si catapultò dietro di lui e gli tirò giù i boxer alle ginocchia.
“Perché porti questi boxer?” Matteo arrossì e tentò di tirarseli su.
Giorgio disse: “Ok.” E si avvicinò.
Matteo era lì che si tirava su i boxer circondato da me, Luca ed ora Giorgio, tutti completamente nudi.
Quest’ultimo chiese sotto voce: “Perché non porti speedo? Hai un bel corpo. Staresti bene.”
Matteo borbottò: “Sono troppo grosso.”
“Troppo grosso dove?” chiese Luca.
“Forza prova i miei!” Disse Giorgio porgendogli il suo costume.
Avrei dato qualsiasi cosa per mettermeli io! Avere intorno al mio uccello quel costume che aveva rivestito il cazzo di Giorgio!
“Non mi andrà bene.” Disse Matteo.
“Sicuramente ti andrà bene, forza!” E Giorgio fece balenare quel grande sorriso.
La resistenza di Matteo si squagliò ed io sentii un formicolio nel mio inguine.
Ci girò la schiena, si tolse boxer e sospensori insieme e velocemente entrò nel costume di Giorgio. Se lo tirò su, lo sistemò e poi si voltò lentamente. Era un po’ largo in vita ma la protuberanza del suo cazzo era chiaramente appoggiata al suo osso iliaco e quasi spuntava dal costume.
“Merda!” Disse Luca.
Giorgio disse riverente: “Wow!”
Io dissi: “Sapevo che non sarebbe andato bene.”
“E ci credo che non gli vada bene!” Disse Luca: “Sono geloso! Se avessi un cazzo come quello me lo menerei tutto il giorno! Mi diventa duro solo a pensarci!” e cominciò a carezzarsi il pene che stava indurendosi.
Guardai Giorgio per vedere come reagiva e vidi che anche il suo uccello si stava agitando: “Ora vedo perché non ti metti gli speedo. Quanto è lungo?”
“16 centimetri da molle, e circa 25 duro.”
Matteo ora era un po’ più rilassato.
“Mostraci quella bellezza!” Lo esortò Luca mentre continuava a pompare lentamente il suo cazzo duro.
“Sì, non hai bisogno del mio costume” Disse Giorgio ad allungò una mano. Il suo uccello scuro era sull’attenti ed il mio stava facendo lo stesso.
Matteo si tolse il costume e lo diede a Giorgio. Il suo lungo pene stava diventando più grosso e si stava alzando.
Luca ansimò: “Sei un bel tipo! Hai mai visto un cazzo così grosso su qualche fusto dell’università?”
“No, il tuo li batte tutti, Matteo.” E a quel punto noi tutti cominciammo a menarci il nostro.

Poi Luca afferrò Matteo per un braccio: “Vieni! Andiamo nelle docce. Voglio vedere il mostro quando è completamente lungo!”
Li seguimmo nelle docce, Giorgio mi sorrise e disse: “Non è tardi per la doccia, vero?”
Io gli sorrisi: “No!”
Luca condusse Matteo sotto lo spruzzatore di sapone e gli disse di alzare le braccia sopra la testa poi lo fece girare più volte mentre il sapone spumeggiante veniva spruzzato su di lui. Ridevano tutti e due. Ogni volta che Matteo si girava il suo uccello schiaffeggiava l'anca di Luca e scivolava sul suo inguine.
“Venite ragazzi! Aiutatemi ad insaponarlo!” Non avevamo bisogno di ulteriore incoraggiamento.
Giorgio ed io facemmo correre le mani su e giù sul corpo scivoloso di Matteo mentre lui si girava. Quando smise di girarsi gli insaponammo le gambe pelose.
Luca annunciò: “Ora questo è mio!” ed afferrò il cazzo di Matteo con ambedue le mani insaponate.
Matteo abbassò le mani sulle sue spalle. Io gli stavo strofinando il retro della gamba e guardavo l’azione di Luca, quando improvvisamente sentii delle dita scivolose correre nella spaccatura del mio sedere ed esplorare il mio buco del culo corrugato.
Il mio cazzo sobbalzò e Giorgio mi bisbigliò in un orecchio: “E’ dall’inizio dell’estate che volevo provare con te e Matteo” Io non riuscivo a parlare, non riuscivo neppure a respirare.

Lui mise le mani sui miei fianchi e mi fece alzare: “Piegati contro il muro e allarga le gambe.”
Era una tortura! Quel fusto muscoloso faceva correre le mani su ed in giù sulla parte posteriore del mio corpo e mi faceva pulsare il pene, ma io non potevo usare le mie mani per toccarmi.
“Belle palle!” Disse piano giocandoci un po’, spremendo lo scroto e tirandolo indietro tra le mie gambe.
Con l’altra mano fece correre un dito su ed in giù nella fessura del sedere. Che bello! Spinsi indietro il culo verso il suo dito che mi carezzava ed allargai ulteriormente le gambe.
Il suo dito si mosse circolarmente intorno al mio buco e, quando spinsi più indietro il sedere, finalmente colpì nel centro e scivolò dentro. Il mio culo ingoiò il dito. Udii qualcuno dire: “Oh, sì!” Ma non sapevo chi fosse, Matteo o Luca?
Solo quando pensai che sarei esploso lui smise e mi si avvicinò contro.
Potevo sentire il suo cazzo duro colpire le mie palle ed il suo pube solleticare il mio buco del culo. Le sue mani scivolarono intorno ai miei fianchi e le sue dita pizzicarono delicatamente i miei capezzoli.
“Sei mai stato inculato?”
“Sì” Dissi: “Fallo! Ti voglio!”
I miei sogni si stavano avverando! Stavo per essere scopato da quel fusto eccitante! Rilassai il buco del culo quando sentii il suo uccello caldo spingersi contro. Lui lo spinse dentro lentamente riempiendomi a poco a poco con la sua carne dura. Lo spinse dentro finché il suo cespuglio non mi solleticò il sedere. Lasciò che mi abituassi alla sua dimensione.
Mi prese le natiche e cominciò a far scivolare indietro il pene. I miei muscoli lo strinsero con forza, non ero disposto a permettergli di andare via. Poi, quando tutto quello che riuscivo a stringere era la sua cappella, spinse di nuovo dentro l’intera lunghezza.
Il ritmo aumentò e la sensazione di quel grosso uccello che scivolava e strofinava contro i miei interni fecero il contorcere il mio cazzo. In breve stava inculandomi così velocemente che io ero tutto un tremito mentre le mie palle dondolavano avanti ed indietro.
“Sei così stretto! Così caldo e stretto” mi sussurrò in un orecchio.
Mi afferrò il pene e disse: “Ci sono quasi!”
Non avrei potuto resistere più a lungo.
Giorgio emise un gemito e mi sbatté con forza. Sentire come mi stava fottendo gli intestini mi spinse oltre l'orlo. Gridai: “Ssiiii!” Mentre le mie palle si contraevano e Giorgio continuava a pomparmi il cazzo, sparai il mio carico.
La sborra schizzò contro il muro. Le mie braccia e le mie gambe si scuotevano quando Giorgio si chinò contro di me, il suo cazzo sparò l’ultimo fiotto della sua crema dentro di me ed io colavo la mia nella sua mano.

Caddi sulle ginocchia, debole e sudato e ci sedemmo uno di fianco all’altro, la schiena contro le piastrelle fresche.
“Il tuo culo è così attraente! Come il resto del tuo corpo.”
“Sarà tuo ogni volta che vorrai.” Riuscii a dire.
Lui leccò via la mia crema dalle sue dita e disse: “M… m… m…., ed io lo voglio.”

Ci girammo quando Matteo sibilò: “Sì…i…i…i...”
Era in piedi e Luca gli era inginocchiato di fronte. Avevano acceso una doccia che stava spruzzando sulla pancia di Matteo e la testa riccia di Luca. Le labbra del ragazzo erano avvolte intorno al mostro di Matteo e muoveva la testa avanti ed indietro. Io ero stupefatto.
Quando avanzava, il naso di Luca era nel cespuglio di peli di Matteo ed alle sue labbra mancavano solo tre centimetri per riuscire a coprire interamente la bestia!
Io riuscivo a malapena a tenerlo in mano quando lo succhiavo.
Giorgio disse: “E’ grande nel fare pompini! E come è selvaggio mentre lo fa!”
Lo guardai: “Tu e Luca?”
“Il fratello maggiore di Luca, Enrico ed io eravamo grandi amici al liceo. Un giorno, dopo la scuola, Enrico ed io stavamo masturbandoci l’un l’altro nella sua stanza. Luca uscì dell'armadio dove si era nascosto e disse: ‘Wow!’ Era nudo e si menava il cazzo. Enrico si arrabbiò e disse: ‘Cosa fai nella mia stanza?’ ‘Lascia giocare anche me o lo racconterò.’ Rispose Luca. Io pensai che eravamo in un grosso guaio, ma Enrico disse: ‘OK, ma questo è una società segreta. Tu non ne puoi parlarne a nessuno o non ne puoi fare parte.’ Nel frattempo Luca continuava a fissare i nostri uccelli e si menava il suo. Si avvicinò ed afferrò i nostri cazzi, uno per mano.
‘Wow! Che cazzi grossi!’ E cominciò a farci una sega. Da quel momento fu il leader delle attività della società. Era uno che voleva sempre provare qualche cosa di nuovo.
Il primo giorno ci mise sdraiati sulla schiena, Enrico con le gambe larghe ed io con la testa all’estremo opposto del letto, così i nostri culi si toccavano e le mie gambe erano larghe intorno ad Enrico. In questa maniera non erano solo i culi in contatto ma lo eravamo anche palle a palle e cazzo a cazzo. Luca mi si sedette sullo stomaco. Prese insieme i nostri peni e li menò su e giù. Era grande, non solo per avere le mani di qualcuno che strofinavano il mio cazzo ma anche per avere un altro cazzo eccitante e duro che si strofinava contro di me. Io mi misi a giocare col pene e le palle di Luca. Ha un lungo prepuzio! Anche quando ce l’ha duro e devi tirarlo indietro per raggiungere la cappella. Poi lui si piegò e si mise su mani e ginocchia, a dir la verità su una sola mano, l'altra continuava a carezzare i nostri uccelli. Il suo piccolo buco del culo senza peli mi stava facendo l'occhiolino come un pesce rosa che ansava alla ricerca dell’aria.
Subito dopo stavo sentendo il piacere più incredibile che avessi mai sentito! Luca stava leccando i nostri cazzi! La sua lingua calda, bagnata stava leccando dappertutto sulla tesata per poi scendere lungo l’asta. Era così bello che cominciai a masturbare Luca più velocemente.
Lui smise di leccare solo per dirmi di leccarmi un dito e spingerlo nel suo sedere. ‘Mi piace!’ Disse. A quel punto avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto! Riprese a leccare i nostri uccelli, io sputai sul mio dito e lo spinsi dentro. Luca balzò in avanti e la sua bocca scese sui nostri cazzi! Io ero in paradiso! La sua bocca era così calda, bagnata e morbida e la sua lingua esplorava dappertutto sui nostri peni. Enrico ed io ci eravamo masturbati insieme per circa 6 mesi, nessuno di noi aveva suggerito il sesso orale ed ora non potevo immaginare del sesso diverso.
Le mie mani erano occupate a menare il cazzo di Luca ed a dimenarsi nel suo culo.
Era come avere la bocca di un bambino che succhiava il mio dito e notavo che più lo muovevo intorno e lo facevo scivolavo dentro e fuori, più il suo sedere si contorceva e più Luca impazziva succhiandoci il cazzo. Sentivo la saliva scendere lungo la mia asta e le mie palle, capii che stavo per venire.
Sentivo gli aneliti ed i gemiti di Enrico più forti dei rumori del pompino di Luca. Quando stavo per eiaculare spinsi nel sedere un secondo dito. Lui strillò ed il suo uccello si gonfiò nella mia mano poco prima di eruttare.
La vista del suo pene duro di ragazzo che tentava disperatamente di sparare un paio di getti di sborra, mi fece sparare il mio carico nella sua bocca. Gridai: ‘Succhia! Succhiami il cazzo Luca! Succhialo fino ad asciugarlo!’ Ed Enrico diceva: ‘Anche il mio! Ora, ora!’
Non so quanto ingoiò, ma non sarei sorpreso che ne avesse ingoiata la maggior parte. Enrico disse: ‘Fratellino, sei nella società!’ E Luca sorrise.”

Ascoltare la storia e vedere Luca scendere su Matteo, me lo fece diventare immediatamente di nuovo duro. Le mani di Luca stavano scavando nelle chiappe di Matteo e la sua testa era fuori controllo, dondolava avanti ed indietro, si torceva a destra e sinistra.
Matteo aveva le mani sulle sue spalle, la testa gettata indietro, gli occhi chiusi e la bocca aperta, come un coyote che ulula. E poi ululò! Luca tolse la bestia dalla sua bocca e la puntò contro il suo torace, pompandolo con ambedue le mani.
Matteo mise le mani sul suo culo e si inarcò indietro mentre il suo cannone cominciava a sparare un fiotto di sborra contro Luca. Con una mano Luca si spalmò la crema sul torace, strofinandola sui capezzoli e sulla pancia. Ruscelli di acqua cadevano dalla doccia, correvano giù lungo le gambe pelose di Matteo gocciolando sui riccioli di Luca. I suoi occhi erano sull’uccello esausto di Matteo ed ansimava: ‘Sì, sì!’ strofinandosi il torace. Notai che le sue anche stavano ondeggiando e la sua cappella rosso scuro spuntava dal prepuzio puntando verso il cielo come un razzo pronto per il lancio.
Le sue anche oscillarono più veloci ed il suo cazzo cominciò a tremare. Lasciò andare Matteo ed inginocchiandosi si spinse indietro finché le sue spalle non toccarono il pavimento.
Il suo cazzo rigido lanciò improvvisamente ruscelli di sperma che si inarcarono nell’aria atterrando sulla sua fronte, sulla faccia e sul torace. Si sdraiò pompando con le anche, gli occhi chiusi, la bocca aperta e la lingua fuori sul mento. Molti fiotti atterrarono nella bocca e sulla sua lingua. Tutto questo senza che le sue mani toccassero mai il suo cazzo. Rimase sdraiato ansimando e leccandosi le labbra. Giorgio ed io ce l’avevamo di nuovo duro come pietra e Matteo era in piedi con le mani sulle ginocchia ansando e fissando stupito Luca.
Dopo alcuni minuti, ripreso fiato, ci stavamo insaponando e lavando l'un l'altro, sopratutto strofinando e lavando sotto la vita.
Giorgio stava ispezionando la grande salsiccia di Matteo ed io ero attratto dal prepuzio di Luca.
“Vuoi giocarci?” Mi chiese.
“Oh sì. L’ho sempre desiderato!” Confessai.
Mi condusse alla panca e vi si sdraiò coi piedi sul pavimento. Mi fece mettere a gambe divaricate sopra la sua testa in modo da poter succhiare le mie palle mentre io giocavo col suo cazzo. Il suo torace era coperto da pochi peli biondi corti, una pista più spessa cominciava tra i suoi pettorali e conduceva attraverso la pancia ad uno spesso cespuglio biondo. La pelle del cazzo era molto pallida eccetto dove si raggrinzava sulla cappella come un berretto di lana. Mi curvai, afferrai il suo uccello con una mano e feci scendere il prepuzio con l'altra, proprio nel momento in cui sentii le mie palle avvolte nella sua calda, umida bocca. Ero colpito da quanto potevo tirare indietro la sua pelle! Il suo pene era diventato piuttosto duro e vidi la flangia della cappella delineata contro il prepuzio.
Luca stava facendo correre le mani su e giù sui miei fianchi dalle ascelle alle anche. Poi mise le braccia intorno alla mia schiena e si concentrò a succhiare e leccare le mie palle ed il mio scroto. Quando il suo cazzo si espanse e divenne duro come pietra la testa, spinta in su attraverso il prepuzio, mi guardò come un animale in una caverna.
Usai ambedue le mani per allargargli il prepuzio e la mia lingua si tuffò ad incontrare l’animale.
Luca improvvisamente divenne selvaggio! Le sue anche sgroppavano come un puledro selvaggio, si tolse le mie palle dalla bocca e disse: “Sì, sì! Così! Fallo! Fallo!”
Tirò in giù il mio sedere più vicino alla sua faccia e la sua lingua cominciò ad avvolgere il mio buco del culo come un cane. La mia saliva si stava raccogliendo nella ciotola del suo prepuzio mentre io continuavo a far correre la lingua su, giù ed intorno alla sua cappella rosso scuro. La sua lingua ora stava leccando la fessura del mio sedere. Le mie palle erano appoggiate alla sua gola ed il mio cazzo duro era solleticato dai miei peli contro il suo torace. C'era liquido pre seminale che brillava sulla sua fessura ed io lo raccolsi con la lingua. Le anche di Luca sgropparono di nuovo e la sua lingua si conficcò nel mio buco del culo.
Io non riuscivo a controllare le mie anche, era così bello! Tirai giù la sua pelle ed il prepuzio rotolò indietro rivelando la sua testa scura. La mia bava colava ai lati del suo cazzo che lui spingeva. La mia mano lo stava masturbando ed ad un certo punto quando spinse le anche la mia stretta tirò in giù la sua pelle e la sua fessura si aprì mostrando il rosa interno ed il suo cazzo zampillò altra pre eiaculazione.
Spinsi la punta della mia lingua in quella fenditura. Era tutto quello che riuscii a fare all’uccello di Luca che si contorceva mentre la mia lingua esplorava la sua fessura. Luca grugnì e seppellì tutta la faccia nel mio sedere spingendo la lingua in profondità. Sentii il suo cazzo che si gonfiava così ingoiai rapidamente la cosa intera nella mia bocca. Il suo carico caldo schizzò contro il fondo della mia gola ed io lo succhiai fino ad asciugarlo mentre tutto il suo corpo si scuoteva e la sua lingua mi faceva impazzire.
Quando lui finalmente smise di scuotersi capii che potevo iniziare. Mi drizzai e cominciai a strofinare il mio uccello sul suo torace riccio. Quando il mio cazzo scivolò attraverso i suoi capezzoli duri, il mio inguine fu colpito da una scossa. La sua lingua non lasciò mai il mio sedere, dimenandosi e colpendo, mentre io spandevo il mio carico sul suo torace e la pancia. Fiotti di sperma brillavano anche sui suoi capelli.
Anche Matteo e Giorgio si erano trasferiti su di una panca. Giorgio era seduto e Matteo stava lavorando sul suo cazzo, muovendo la testa di Matteo su e giù. Luca ed io ci alzammo.
Io avrei fatto una sega a Matteo e Luca andò al suo armadietto. Lui ritornò con una bottiglia di baby oil e disse: “Voglio quel cazzo equino nel mio culo!”

Luca si sdraiò a faccia in giù sull'asciugamano che copriva panca, col culo in aria. Giorgio si mise vicino alla testa di Luca davanti a Matteo che era di fronte al sedere di Luca.
Giorgio schizzò l’olio sul culo di Luca e lo colò lungo il cazzo di Matteo, poi lo strofinò sulle belle natiche di Luca e sul buco del culo.
Io lo aiutai lubrificando tutta la lunghezza del pene di Matteo.
Poi Giorgio allargò le chiappe di Luca e Matteo mise delicatamente la cappella del suo cazzo contro il culo scivoloso di Luca.
Il ragazzo cominciò a dimenarlo e disse: “Dammelo stallone! Spingilo dentro. Voglio che tu mi riempia!”
Matteo spinse in avanti e lentamente inserì tutta la lunghezza del suo uccello nel sedere affamato dell’amico.

Matteo ed io non ci eravamo mai inculati l'un l'altro. A dire il vero io avevo paura che mi facesse troppo male e non potevo chiedere di scoparlo se non mi facevo scopare. Per quanto ne sapevo era la prima volta che lui inculava qualcuno, lo spinse dentro sino all'elsa e vi rimase mentre il sedere di Luca si contorceva come un pesce su di un amo. Giorgio si avvicinò e Matteo riprese a succhiargli l’uccello. Sentendomi escluso presi il baby oil e lo versai sulla schiena di Matteo, facendone scendere in chiari fili sul suo sedere. Usai le due mani per spalmarlo uniformemente sulla schiena e sul culo peloso. Strofinai l’olio sulle sue palle e nel suo buco del culo. Gli diedi il trattamento che Giorgio aveva dato a me, afferrai le sue palle pelose con una mano e le strinsi. Con l'altra stuzzicai con un dito la sua increspatura, facendo il solletico alla frangia di peli che aveva là. Lui stava iniziando un ritmo lento dentro e fuori di Luca che lo incoraggiava ininterrottamente dicendo: “Così stallone! Dammelo! Riempimi il culo col tuo cazzo! Sei così bravo! Nessuno mi ha mai riempito come fai tu. Lo voglio tutto! Tu puoi farlo! Tu puoi soddisfarmi!”

Matteo era come una macchina, (una macchina ben lubrificata!), quando spinse indietro le anche il suo sedere ingoiò tutto il mio dito, il suo uccello scivolò fuori a metà dal buco di Luca e la sua bocca scivolò giù sul cazzo di Giorgio. Poi la sua lingua scivolò sulla parte inferiore del cazzo del ragazzo fino alla base, il suo cazzo tornò a spingere nel buco stretto di Luca ed il suo sedere si tirò via dal mio dito scivoloso. Ben presto misi un secondo dito nel culo di Matteo mentre lui pompava sempre più velocemente. Pensai di conficcare il mio uccello nel suo sedere caldo, perché stava pulsando di nuovo, ma stava diventando dolorante per l’attenzione che gli veniva data, così decisi di dargli un po’ di tregua.
Giorgio fece seguito alle esclamazioni di Luca: “Sì! Matteo, la tua lingua é così calda! Che bello! Amo la tua bocca calda! Sto arrivando!” mentre faceva correre le mani tra i capelli del ragazzo.
Io lasciai andare le palle di Matteo e massaggiai di nuovo il suo uccello dalla base, e poi indietro. Sapevo che sfregargli la cresta lo faceva partire. Ora stava spingendo con forza, sbattendo le anche contro il sedere di Luca che si agitava sulla panca: “Oh Sì! Inculami! Fottimi il culo! Ficcamelo dentro! Pompami dentro la tua sborra! La voglio tutta! Litri che mi allaghino! Spara stallone! Fallo! Fallo!”
Matteo gemeva e scopava freneticamente.
Giorgio gridava più forte: “Sto venendo! Le mie palle stanno spremendolo! Prendilo! Mangialo tutto!”
Io mi trovai a dire: “Sei così caldo Matteo! Sparagli dentro il tuo carico! Mostragli quello che sai fare. Lui lo vuole!”
Credo che Matteo venne per primo. Emise un gemito simile ad un forte ringhio e vidi le sue palle contrarsi contro il suo corpo, poi sentii Giorgio gridare: “Vengo! Oh cazzo! Prendilo, prendilo Matteo!” E Luca che gridava: “Riempimi! Riempimi il culo! Pompami dentro la tua sborra calda!”

Per fortuna la piscina era piuttosto isolata, con tutto quello schiamazzo avremmo visto accorrere metà delle forze di polizia della città.
Matteo pompò a lungo, gradualmente rallentando.
Io estrassi le dita dal suo sedere e misi le mani intorno alle sue palle.
Giorgio crollò senza fiato sopra la panca.
Matteo si sedette indietro facendo scivolare fuori il cazzo esausto dal culo di Luca con un morbido schiocco e si appoggiò indietro contro di me ansando.
Lo circondai con le mie braccia e lo sostenni per evitare che precipitasse, mentre il suo torace si alzava ed abbassava profondamente.
Luca rimase sdraiato borbottando: “Oh cazzo, oh cazzo! Matteo, stallone, sei veramente bravo!”
Matteo mi guardò da sopra la spalla e sorrise. Aveva la crema di Giorgio sul mento, io mi chinai e la leccai via. Anche lui leccò e le nostre lingue lottarono brevemente.
Giorgio riprese abbastanza fiato per riuscire a dire: “Penso che sarà una ‘calda’ estate!”
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