Perchè si dice Scopare da Dio?

“Il modo in cui fai l’amore è il modo in cui Dio sarà con te”; lo scriveva Jalāl al-Dīn Rūmī, poeta persiano del XIII secolo. Il Sesso, nella saggezza orientale, è dunque un’esperienza spirituale: basti pensare al Tantra, la disciplina che intende il corpo come un microcosmo di carne e anima che tende a Dio. Secondo un postulato del Tantra, due fragili creature terrene possono ambire al Divino e ricongiungersi con esso attraverso la fusione dei corpi e il raggiungimento dell’estasi sessuale. In questa accezione il Sesso cessa di essere un atto meccanico  e finalizzato, e si configura come esperienza spirituale in cui si risolve l’originaria contraddizione tra istinto e spiritualità.

Il Tantra non ammette egoismi di sorta; l’orgasmo non è un’esperienza individuale ma un obiettivo di Coppia che porta alla trascendenza.

Un team di ricerca della Duke University ha approfondito la questione cercando di rintracciare i fondamenti scientifici alla base della disciplina tantrica, avendo individuato nell’ossitocina un potenziale responsabile della straordinaria sensazione di prossimità al Divino. Nello specifico i ricercatori hanno esaminato il ruolo di questo ormone che si trova naturalmente nel corpo umano, e che svolge un ruolo chiave nella dinamica dell’innamoramento e dell’attaccamento sociale. Occorre tenere presente che si tratta di un ormone squisitamente femminile, la cui produzione si impenna durante la gravidanza e l’allattamento. La produzione di ossitocina è inoltre favorita dalla stimolazione tattile di seni, capezzoli e clitoride, il che potrebbe spiegare la naturale predisposizione delle donne ad includere l’emotività nel sesso. 

Gli uomini non ne nascono privi, ma le quantità rintracciabili nel loro organismo variano in relazione alla presenza di un gene. Nell’esperimento del team della Duke University i ricercatori hanno forzato l'esistente, trattando alcuni soggetti del campione con iniezioni di ossitocina. Gli uomini trattati con l’ormone si sono rivelati più propensi ad ammettere l'esistenza di una dimensione spirituale.

Questo indica, con un leggerissimo volo pindarico, che la predisposizione al Divino potrebbe essere - come del resto molti altri aspetti dell'esistenza - nient'altro che la risultante di un'azione del nostro sistema neuro-endocrino.

Una visione un pò cinica della vita che potrebbe però contenere una sfumatura di verità?