I Sexdolls del futuro sono già tra noi
tecnologie 21.01.2019 13 | Canali: sex toys sesso sex doll donne toy boy bambolo tecnologia futuro
Contro ogni aspettativa la nuova frontiera del sesso è sbarcata sul mercato del sesso femminile, con buone aspettative da parte dei suoi fautori. Non più quindi un mercato chiuso al solo mondo di uomini, ma un nuovo target molto più ampio su cui tutti stanno puntando: le donne.
A portare in alto la bandiera del prossimo futuro è Henry ed è la prima Sexdoll maschile che può soddisfare le esigenze di molte donne, più di quante ne possiate credere. Non è il classico sex toy come lo possono essere un vibratore o un dildo, la sua particolarità, oltre ad avere le sembianze di un uomo e a poter fare sesso (quasi) come lui, è possedere un’intelligenza artificiale. Insomma Henry - il perfetto toyboy del futuro - è un robot parlante!
Altamente personalizzabile
Parla, utilizzando anche un accento inglese, pesa 38 chili e per questo è facilmente spostabile. Tra le sue caratteristiche c’è l’intercambiabilità del pene, unica parte non robotica. Si può però comporre in moltissime varianti, cambiando misure, colori e forme. Solo l’altezza rimane standard per tutti i modelli, ossia 182 centimetri.
Matt McMullen, colui il quale gli ha dato “vita”, ha deciso di crearlo palestrato ma non esageratamente, basandosi su misure standard di apprezzamento. E' rivestito di silicone, anche se le nuove tecnologie hanno permesso di renderlo più simile alla pelle umana, così da avere un maggior contatto e un coinvolgimento più reale.
Ciò che lo rende originale, se ciò ancora non vi bastasse, è non solo la possibilità di comandarlo tramite un’app che si scarica sul proprio smartphone, ma il fatto di poter decidere le sue inclinazioni e il suo carattere.
Molto più di un partner sessuale
Il nuovo toy boy non ha il solo scopo di rendere felici le donne (o anche gli uomini) sotto le lenzuola, ma anche di tener loro compagnia. Proprio come ci aspetteremmo di vedere in un episodio di Black Mirror, Henry sarebbe capace di accoglierti in casa con domande sul lavoro e su come sia andata la tua giornata.
Chiunque lo acquisti per la cifra di 11.000 dollari, si ritroverebbe un coinquilino che potrebbe essere anche un compagno oltre che partner sessuale. Il suo creatore ha infatti dichiarato: “Questi oggetti vengono chiamati sex dolls ma in realtà si tratta di “compagni”. In questo mondo fatto di computer le persone sentono la mancanza di un’interazione umana.”
D'altronde secondo un'indagine di Idealo, portale internazionale di comparazione prezzi, le donne nel 2017 hanno comprato molto di più degli uomini oggetti utili al piacere sessuale. Le percentuali (un 26% rosa rispetto a un 5% azzurro) fanno credere in una buona riuscita delle sexdolls, anche se nel caso di Henry, forse, siamo ben al di là del classico bambolo.
Henry ti presento Harmony
Harmony, la sua antecedente, ha peculiarità molto vicine, almeno all’apparenza, a quelle umane: la pelle può scaldarsi e avere reazioni spontanee al tocco umano. Un’illusione piuttosto realistica che ha attratto moltissimi uomini. Anche qui, come per la controparte maschile, è possibile scegliere tra ben 20 caratteri diversi: donna romantica e passionale, o una timida e leale? Compagna discreta o una gran chiacchierona? Possessiva o una che vi lasci in pace quando volete stare da soli? Inutile aggiungere che la scelta si può eseguire insieme al colore dei capelli, forma del seno, labbra, naso, gambe, ovviamente.
Sexdolls sono il futuro?
Le sex dolls, che ad alcuni potrebbero apparire come una novità, sono in realtà già da parecchi anni in commercio. La più famosa Samantha, creata da Sergi Santos, ad esempio, attraverso il microfono poteva rispondere al suo interlocutore scegliendo tra 700 frasi preimpostate e apprenderne oltre 60mila nuove.
Il business delle sex dolls è in continua espansione con un bilancio di milioni di dollari e questo spinge i realizzatori a inventare tecniche più sofisticate. E se provare attrazione per un robot non fosse un'esperienza così assurda in un futuro non troppo lontano? Se si pensa a quanto si è affezionati al proprio smartphone e a quello che rappresenta forse non è un'idea così peregrina. Abbiamo già ampiamente dimostrato un'incredibile capacità di provare empatia verso gli oggetti tale da averci via via allontanati dal mondo reale.
Forse non è di un surrogato tecnologico quello di cui abbiamo bisogno viste le crescenti difficoltà di relazionarsi al prossimo, soprattutto in ambito sentimentale e sessuale, inoltre fermare lo sviluppo, da qualsiasi parte esso provenga, non si è mai rivelato essere una buona idea. Quindi, non ci resta altro che aspettare e vedere, chissà, anche provare... con mano!
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