Dietro le quinte di Playboy

Patrick Van Dam, fotografo olandese, è stato direttore della fotografia di Playboy Olanda dal 2004 al 2011. "Vivevo in un sogno. Done nude ovunque ... Come avrei fatto a resistere alla tentazione?".

La risposta alla domanda che Patrick si pose quando seppe di essere stato segnalato per l'incarico, è scritta tra le pagine del libro Playboy Behind the Scene, una raccolta fotografica degli scatti realizzati durante i backstage di alcuni servizi fotografici proposti da Playboy. Il libro documenta la prassi di una normale giornata lavorativa della redazione di Playboy e rispecchia fedelmente l'anima della rivista, restituendo un quadro fedele della passione e della dedizione al lavoro del nutrito staff del magazine. E' quanto afferma lo stesso Hugh Hefner nella prefazione del libro uscito in edizione limitata nel 2012. La tiratura di sole 1500 copie è ormai esaurita e recentemente è stata avviata la seconda ristampa.

Nel libro le modelle di Playboy sono immortalate in posizione improbabili, circondate da stylist, truccatori, fotografi e assistenti. Nei suoi scatti Van Dam riproduce gli istanti che precedono lo shooting ufficiale, le procedure e i gesti preposti alla costruzione del sexy impianto narrativo che sostiene gli editoriali del magazine. Van Dam mette a fuoco la routine lavorativa dei professionisti del settore dell'hard, collegandosi idealmente al lavoro di un'altra grande fotografa americana, Barbara Nikte.

American Ecstasy è il titolo del libro che sintetizza in una collezione di scatti rubati nei backstage delle migliori produzioni hard, una vita trascorsa sui set porno. Barbara Nikte è stata infatti per oltre un decennio assistente fotografa sui più prestigiosi set delle produzioni porno della Silicon Valley. Con una speciale sensibilità femminile, la fotografa propone le pause, i momenti che precedono e seguono il girato. Entrambi gli artisti puntano l'accento sulla dimensione umana di un mestiere che, per i non addetti ai lavori, può sembrare a tratti fantascientifico. Il messaggio è che anche dietro un mestiere straordinario come quello della pornografia, ci sono persone assolutamente ordinarie. Secondo voi?