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Vacanze in Sardegna


di Membro VIP di Annunci69.it SweetMoments
04.05.2024    |    11.377    |    18 9.7
"E tutte le estati, da allora, ci incontriamo nella medesima località e riformiamo la compagnia, frequentandoci per tutta la vacanza..."
Qualche anno fa, in vacanza in Sardegna, abbiamo conosciuto una coppia regolare che si era aggregata alla nostra compagnia, tutti lontani anni luce dal mondo della trasgressione.
E tutte le estati, da allora, ci incontriamo nella medesima località e riformiamo la compagnia, frequentandoci per tutta la vacanza.
Il lui di questa coppia, Armando, è veramente un bell’uomo: 52 anni, macho, alto, bel fisico muscoloso, brizzolato sale e pepe, una barba incolta appena accennata… il classico figaccione da … “ciucciare come un gazzosino” (mio modo di dire….).
Lei, Rita, una bella donna alta, formosa, sui 45 anni, con capelli corti biondissimi, occhi chiari, fisicamente una “strafica”, ma poco incline all’empatia: sempre scostante e piuttosto altera, nonostante il luogo vacanziero e l’allegra e simpatica compagnia di amici. Una donna fredda, che oserei definire antipatica, piuttosto bacchettona, tutta casa e Chiesa e… udite, udite… gelosissima del marito!
Tutte, nella compagnia, fanno le “ochette” con il bell’Armando e, quando siamo fra donne, alcune hanno anche ammesso candidamente che se lo farebbero.
Io non mi ero mai sbilanciata, anche perché sono molto amica di Rita e non volevo rischiare di guastare l’amicizia: conoscendola, sarebbe bastata un’occhiata in più al marito ed addio amicizia.
L’estate di tre anni fa, mio marito andò con gli amici per una battuta di pesca ed io mi trovai da sola nella piscina dell’albergo, sdraiata sul lettino a prendere il sole; mi stavo annoiando, ma ecco che arrivò Armando. Tutto abbronzato, con un paio di ciabattine ai piedi, vestito solo con uno slip da bagno di un bel celeste cobalto. Mi salutò con un accattivante “buongiorno” e si accomodò sul lettino vicino al mio, cominciando a chiacchierare del più e del meno. Confesso che vederlo così, praticamente nudo, abbronzatissimo, sdraiato vicino a me, con quel profumo di maschio e di dopobarba che pervase l’aria, mi eccitai e non resistetti a portare velatamente il discorso sul sesso e, scherzosamente, sulla gelosia di Rita.
Amando mi confessò candidamente di giocare poco al sesso con la moglie e che quel poco era di tipo canonico, persino noioso e per nulla trasgressivo.
Visto il momento confidenziale, provai quindi ad incalzarlo con alcune domande su come gli sarebbe piaciuto giocare e sulle sue fantasie sessuali.
Notai immediatamente che lui non si ritrasse e rispose a tono, persino aumentando l’enfasi discorsiva. Mentre lui stava parlando, il mio sguardo si soffermò sul costume celeste che, mi accorsi, aveva cominciato a presentare un abnorme rigonfiamento all’altezza dell’inguine: si stava eccitando!
A quel punto, decisi di osare il tutto per tutto: cominciai quindi con l’ accavallare le gambe e con fare noncurante, cominciai a masturbarmi la fica attraverso lo slip del costume.
Accortosi delle mie manovre, lui mi rivolse uno sguardo nel quale traspariva tutta la sua eccitazione e la voglia di scoparmi lì su quel lettino: “Così mi fai morire, però….”, mi disse.
“Mi vorresti scopare, dì la verità”, gli domandai.
E lui: “E’ un sacco di tempo che ti sogno anche la notte! Ti andrebbe?”
“Da te me lo farei mettere non solo nel culo, ma anche nelle orecchie!”, fu la mia risposta, accompagnata da una fragorosa risata.
Armando sorrise appena, scattò in piedi e mi ringhiò a bassa voce: “ Andiamo in camera tua, prima che ritorni tuo marito. Voglio scoparti così bella calda”. E si incamminò.
Senza proferire parola lo seguii e subito, appena soli dentro l’ascensore, cominciò a mettermi la lingua in bocca. Fui inebriata dal suo profumo di maschio, assaporai la sua saliva che sapeva ancora di dentifricio. Non capii più nulla. La mia fica sembrava una fontana: fortuna che avevo fatto in tempo ad indossare il pareo, altrimenti, gli altri clienti si si sarebbero tutti accorti della mia eccitazione solo guardando il mio slip da bagno, oramai zuppo di umori che continuavano ad uscire dalla mia fica.
Appena arrivanti dentro alla stanza, non gli lasciai neppure il tempo di richiedersi la porta alle spalle che, avvinghiata a lui, gli esplorai il palato con tutta la lingua che avevo.
Immediatamente dopo mi inginocchiai e gli feci scendere con un sol colpo lo slip celeste fino alle caviglie, scoprendo improvvisamente il suo arnese che mi accorsi essere di grosse dimensioni, lungo e piuttosto largo, durissimo, con un glande anch’esso enorme, di color rosso fuoco, luccicante di liquido preseminale. Il suo cazzo era tanto duro e teso verso l’alto per l’eccitazione, che faticai persino a piegarlo per farmelo entrare il più possibile in bocca.
Subito assaggiai quel suo liquido che cominciai freneticamente a raccogliere con la lingua cercando di non perderne neppure una goccia, ma lui non me ne diede il tempo; mi agguantò per le braccia, mi sollevò quasi di peso e mi trascinò davanti al letto, gettandomici letteralmente sopra con un solo spintone, buttandosi immediatamente dopo sopra di me.
In quel momento, persi ogni freno inibitorio e gli gridai: “Dai, così!!! Spaccami in due come una mela!!!”
Senza farselo ripetere, Armando mi conficcò tutto il suo cazzone in fica con un solo violento colpo, tanto che lo sentii arrivare fino allo stomaco. Completamente piena di lui, lo incitai dicendogli: “”Dai montami!!! Sono la tua troia, inchiodami con il tuo cazzone su questo cazzo di letto!!!””
Lui cominciò una monta frenetica, squassante, ma allo stesso tempo sapiente, profonda: faceva uscire quasi totalmente la sua lunga e grossa asta, per por conficcarmela nuovamente tutta dentro con violenza. Io persi completamente il senso della misura e gli gridai: “Ancora, ancora, schiaffami dentro anche le palle! Vedi come sto godendo?”
Sentendosi eccitato, Armando continuò a sbattere il suo cazzo ancor più freneticamente. Sempre di più, sempre di più… Finchè non gli intimai:, gridando “ Non pensarci neppure, non provare a venire così presto, bastardo!”.
Al che lui, senza togliermi il cazzo dalla fica oramai slabbrata e rovente, mi agguantò, si voltò sdraiandosi sulla schiena ed io finii a cavalcioni su di lui, con le gambe allargate e l’enorme cazzone tutto dentro fino alle palle.
Cominciai ad ancheggiare selvaggiamente ed a godere ripetutamente, finchè sentii dei brividi che mi pervasero tutto il corpo, i muscoli pelvici si contrassero ed una specie di tremore mi pervase tutto il corpo, mentre una grossa quantità di liquido uscì dalla mia fica otturata dall’asta turgida e scese sulla pancia e sulle palle di Armando: per la prima volta in vita mia, avevo squirtato!
Non gridai, non dissi nulla, gemetti soltanto e mi sollevai, buttandomi spossata sul lato del letto.
Armando capì e cercò di scendere dal letto per andare in bagno a lavarsi, ma io lo fermai e cominciai a leccargli quella bella cappella enorme che sapeva dei miei umori. Poi cercai di infilarmi tutto il suo cazzone in bocca fino in gola, ma non riuscii perché era troppo grosso e mi sentivo soffocare.
Fu così che mi misi alla pecorina con il culo in alto e le spalle appoggiate al letto e gli dissi: “Dai Armando, dammelo ancora un po’ “
Neanche a dirlo che lui , in ginocchio dietro di me, lo infilò con delicatezza, questa volta, con l’intento di assaporare la scopata, Cominciò a pomparmi, prima piano, poi sempre più forte, poi ancora più forte….
Dal ritmo, capii che stava per venire: “Vieni, vieni, spruzzami nella fica, voglio sentire la tua sborra bollente nella mia fica!” Appena finita la frase, captai un grugnito sordo e poi un tremito liberatorio che lo pervase, mentre la mia fica si riempiva del suo sperma bollente, che dev’essere stato di una quantità ragguardevole perché, quando tolse il suo cazzone, la sborra calda che mi aveva eruttato nell’utero, cominciò ad uscire copiosamente.
Il mio pensiero, in quel momento, andò a quel cornuto di mio marito che, una volta ritornato e messo al corrente della vicenda, non avrebbe potuto ripulire tutta quella manna con la lingua.
Adesso, il cornuto gode come un pazzo quando gli racconto le maialate che facciamo “a sua insaputa” con il nostro amico Armando, tutte le volte che viene in zona per lavoro oppure quando ci incontriamo in Sardegna d’estate.
L’unico suo rammarico è che non può assistere personalmente e che non può ripulire con la lingua le copiose sborrate, non appena abbiamo finito.
Io, invece, ho solo un po’ di imbarazzo nei confronti di sua moglie, la mia amica Rita, quando la incontro. Ma mi passa subito, al pensiero che le sto facendo un favore ad aiutarla ed a sostituirla dove lei è…. manchevole.
Da allora, la storia con Armando è continuata e continua tutt’ora, in gran segreto. Nessuno sa e nessuno deve assolutamente sapere.
Nessuno tranne il cornuto, naturalmente….ma questo non lo sa neppure Armando!
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