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Una classica signora per bene


di grifonearcigno
03.01.2021    |    23.978    |    5 8.8
"Per quanto poi riguardo il sesso, le cose andarono alla grande per almeno 10-11 anni finché non si presentò un calo d’interesse da parte di entrambi di cui..."
UNA CLASSICA SIGNORA PER BENE

Il mio nome è Guido, ho 62 anni e sono sposato con Katia, che di anni ne ha 52 e con la quale sono sposto da circa 27 anni ma, contando anche gli anni di fidanzamento, sono più di 32 anni che siamo insieme.
Dunque mia moglie e io ci siamo conosciuti quando lei aveva solo 20 anni e io ne avevo già 30 per cui ero più maturo ma soprattutto molto più navigato della mia compagna, tanto per usare un eufemismo.
Infatti questo tratto della mia personalità, devo onestamente ammettere, è stato facilitato nella sua formazione un po’ grazie alla mia avvenenza fisica di cui madre natura mi ha dotato con l’aiuto degli ottimi cromosomi ereditati dai miei genitori e in parte dovuto anche al mio non disprezzabile status economico, anch’esso ereditato dai miei genitori.
Tale mia personalità si è forgiata dunque soprattutto sulla bella vita che ho sempre condotto tra agi, viaggi un po’ in tutto il mondo, sport, motori e, soprattutto, donne bellissime quasi sempre di gran classe anche se, di tanto, non ho disdegnato brevi e intensi amori ancillari, spesso consumati addirittura sotto il tetto domestico ma assolutamente tenendo ben nascosta la cosa, temendo le ire di mia madre, donna austera d’altri tempi.
Quando incontrai Katia per la prima volta io ero già laureato in giurisprudenza da oltre sette anni e lavoravo come associato nel prestigioso studio legale di mio padre che, a sua volta, lo aveva ereditato da mio nonno suo padre, mentre la mia nuova fiamma, figlia unica di un funzionario dello stato e di un’insegnante elementare, all’epoca era una brillante studentessa universitaria e frequentava con profitto e passione la facoltà di Filosofia.
Pertanto, pur essendo io fin da subito in pratica già pronto per un eventuale matrimonio, non erano certo i mezzi economici che mi mancavano per formare una famiglia, Katia non voleva assolutamente sentirne parlare se prima non si fosse laureata, così potemmo concretizzare il nostro sogno d’amore con un solenne e sfarzoso matrimonio solo dopo quattro anni che ci eravamo conosciuti e subito dopo fidanzati.
Conobbi Katia al matrimonio del mio più caro amico di sempre e Katia, che a sua volta era la migliore amica della sposa, in quell’ occasione ricopriva il ruolo di damigella d’onore.
Poiché la fidanzata del mio amico era una mula triestina (così là chiamano le ragazze specie se belle e prosperose) era inevitabile che anche la sua migliore amica fosse triestina per cui, in pratica essendo io napoletano come il mio amico sposo, prima di allora non avevo avuto mai l’occasione d’incontrarla e quindi conoscerla.
Appena la vidi per la prima volta rimasi letteralmente fulminato, in quanto, anche lei autentica mula triestina, era ancora più bella della sposa, che pure era molto bella, alta più di 175 centimetri con uno stacco di coscia che non finiva mai, un culo che ti faceva sognare al solo guardarlo, ventre piatto, due belle tette che secondo me non avevano bisogno di reggiseno per tenersi su senza alcun sostegno.
Ma quello che era stupendo era il suo volto angelico ma non troppo, a causa di due fantastiche labbra carnose al punto giusto il cui primo pensiero che mi fecero venire a vederle fu di mormorare tra me e me “se quelle labbra superiori sono lo specchio di quelle che ha in basso tra le cosce deve avere una fica di quelle che un tempo venivano definite fiche imperiali”
Facevano poi da cornice un nasino all’insù come una virgola, due occhi celesti come il cielo e una chioma bionda, lunga e selvaggia.
Vestiva poi elegantemente, come si addiceva alla circostanza e come forse doveva essere il suo stile.
Indossava un magnifico vestito di jersey colorato dove dominava il colore giallo arricchito da fiori variopinti e il verde dell’edera, il vestito vaporoso, che la fasciava magnificamente mettendo in risalto le sue curve mozzafiato, le arrivava fino al polpaccio, ondeggiandole addosso come una piuma ad ogni passo che dava; il tutto poi era reso più stimolante dall’ulteriore slancio che i 12 cm di tacco le davano, mettendo molto in risalto il suo superbo culo a cui facevano da contraltare le sue stupende tette a mala pena celate a un panorama più ampio da una scollatura generosa sì ma nello stesso tempo anche abbastanza contenuta tanto da non giungere mai alla sfacciataggine o alla volgarità.
Quando quell’angelica figura mi comparve davanti all’improvviso, sbucando da dietro un gruppo d’invitati per posare un bicchierino vuoto su un tavolo posto lì nei pressi e che teneva in mano con grazia dopo il drink di benvenuto, fu per me come ricevere un pugno nello stomaco, rimasi lì impietrito, letteralmente abbagliato da quella visione celestiale, la gola mi si seccò di colpo e il mio cuore si fermò per alcuni secondi.
Lei mi passò accanto con leggiadria, regalandomi un fugace sorriso di circostanza e avvolgendomi in una discreta e sensuale nube di profumo che sicuramente doveva essere di gran qualità.
Mentre mi passò accanto non riuscii a profferire parola alcuna tanto ero sbigottito, nemmeno di ricambiare il suo sorriso e l’unico pensiero che mi attraversò la mente in quell’istante magico fu un tantino prosaico: Dio che sventola, sembra addirittura più alta di me che, tuttavia, da misura di visita militare alla mano, supero il metro e ottantacinque di altezza.
Passato il primo momento di sgomento e ripresomi, la prima cosa che feci fu quella di cercarla con lo sguardo e poi, una volta individuata con la vista pensai che sarebbe stato molto meglio intercettarla fisicamente, così mi diressi con passo deciso verso colei che avevo già deciso doveva essere la mia prossima preda, oramai il cacciatore incallito si era destato e niente e nessuno lo poteva fermare.
Dunque mi avvicinai e, sfoggiato il sorriso più ammaliatore che c’era nel mio repertorio, mi presentai e con estrema galanteria le baciai con leggerezza il dorso della mano che ella, in verità, mi aveva porto solo per stringere la mia come segno di sola cortesia.
Di lì le autopresentazioni di rito e subito scoprimmo che eravamo i migliori amici di entrambi gli sposi così, su mia proposta, stabilimmo che da quel momento in poi saremmo diventati i migliori amici della coppia di sposi anche in avvenire, e così fu.
Finiti i riti nuziali Katia e io ci scambiammo i numeri telefonici con la reciproca promessa di risentirci e tenerci in contatto. I contatti ci furono e cosi gli estenuanti viaggi di entrambi tra Napoli e Trieste perché di lì a poco ci fidanzammo ufficialmente con la partecipata gioia dei nostri rispettivi genitori.
E il sesso direte voi? Ci fu anch’esso ma poco all’inizio e a singhiozzo data la lontananza di noi protagonisti, per di più alquanto rabberciato in quanto Katia, nonostante la giovane età e l’epoca oramai liberata da tanti tabù, era restia a concedersi pienamente e completamente ai piaceri della carne prima del matrimonio, essendo ella tra l’altro una cattolica osservante, praticante e alquanto severa su certi argomenti.
Poi il matrimonio e dopo sposati arrivarono in rapida successione due figli, un maschio e una femmina, perciò solo quando la situazione si normalizzò iniziammo a praticare un sesso veramente appagante in continuo crescendo per cui Katia piano piano cominciò a praticare la fellatio all'inizio fermamente restia, di cui poi, ironia della sorte, divenne una vera regina e una grande estimatrice specie quando ingoiava con vera avidità tutto ciò che le arrivava nella sua dolce e soave bocca.
Successivamente poi, con un po’ più di calma, accettò anche la penetrazione anale con sempre maggiore interesse e partecipazione, specie nei giorni del suo ciclo mestruale dato che non voleva perdere nemmeno un giorno di pratiche sessuali.
Insomma per entrambi fu un vero idillio sotto tutti i punti di vista con viaggi, vacanze esotiche, per Katia regali preziosi e per entrambi tanto, tanto sesso.
Per quanto poi riguardo il sesso, le cose andarono alla grande per almeno 10-11 anni finché non si presentò un calo d’interesse da parte di entrambi di cui naturalmente Katia non faceva alcun cenno, essendo comunque rimasta alquanto pudica nonostante tutto.
La cosa invece a me pesava un po’ e, poiché non volevo tradire la mia compagna, mi dissi che dovevo rimediare in qualche modo per cui, sempre con calma, incominciai a introdurre nel nostro ménage sessuale la visione di film porno sempre più spinti e peccaminosi (come soleva denominarli Katia, e ciò almeno all’inizio).
Devo dire che, infatti e per fortuna, l’arrivo della visione di tali film nel nostro ménage le cose migliorarono decisamente tanto da tornare ai ritmi e ai piaceri dell’inizio; in particolare con il tempo cominciai a notare che i film che eccitavano di più la mia straordinaria compagna in genere erano quelli in cui i protagonisti erano due uomini e una sola donna e anzi, con il tempo ci feci caso, soprattutto quando le scene porno erano focalizzate sulla doppia penetrazione.
Passò ancora qualche anno e di nuovo comparve all’orizzonte un piccolo calo delle nostre performances erotiche così pensai di porre subito i ripari per cui aggiunsi ai nostri incontri intimi nella nostra alcova qualche fallo di gomma di varia dimensione e foggia.
Anche qui all’inizio vi fu una certa resistenza da parte di mia moglie, ma ben presto accettò di buon grado la cosa e anzi, presto mi accorsi che la porcellina preferiva i falli di grosso calibro e, io aggiungo, che ne aveva ben ragione in quanto la sua fica era veramente eccezionale per capienza ed elasticità.
Katia, Dio sia lodato, tra le gambe ha un vero gioiello in quanto è dotata di un pelo folto ma molto rispettoso dei suoi confini naturali per cui non ha necessità di cure particolari in quanto esso non supera la linea soprapubica in avanti e, soprattutto, all’indietro è completamente assente intorno all’orificio anale, sicché è una vera goduria quando la si mette sdraiata sul letto a pancia in giù con le gambe aperte e la si lecca, risalendo lungo le carnose parti interne delle sue lunghissime cosce, il suo meraviglioso buchetto.
La fica, dunque dicevo, in analogia delle sue labbra superiori, è caratterizzata da due belle grandi labbra, peraltro non eccessive per cui non riescono a nascondere del tutto alla vista le piccole labbra che, invece ben evidenti e carnose, fanno capolino tra il suo folto bosco già quando non è eccitata che poi diventano prepotentemente prominenti quando si eccita e a cui si aggiunge un clitoride che svetta prepotente tra esse in quanto è un po’ più grande della media, senza essere comunque esagerato.
Infine, come sopra accennato, l’ingresso è di per sé naturalmente molto accogliente e capiente a causa della grande elasticità delle sue pareti vaginali cui spesso, giocando tra di noi nell’intimità, ogni volta fingevo di meravigliarmi delle dimensioni della sua vulva, affermando che avrebbe potuto accogliere tranquillamente in essa anche il cazzo di un asino.
Non vi dico come se la prendeva quando facevo in simile paragone, ma poi si dava a me generosamente con una strepitosa apertura di gambe e di fica; secondo me la mia ironia in fondo non la disturbava poi più di tanto.
Così accadde che quando facevamo sesso, durante i preliminari, incominciammo a fantasticare che nel nostro letto ci fosse un terzo soggetto a fare l’amore con noi e il fallo di gomma ne faceva le veci.
Questa cosa faceva letteralmente impazzire Katia, facendola bagnare copiosamente e urlare come un’ossessa.
Con il tempo, poi, per scherzo e nell’intento di provocarla un po’, cominciai a stuzzicare la mia dolce consorte proponendole un incontro reale a tre con un estraneo.
A questa proposta, che definì immediatamente oscena, reagì con una certa veemenza per cui subito desistetti prima di tutto perché allora il mio era per davvero uno scherzo e poi ero felice della sua dimostrata serietà matrimoniale.
Tuttavia pero, mi accorsi che da allora in poi se volevo una scopata veramente degna di questo nome dovevo immettere sempre tra i nostri preliminari una immaginaria doppia penetrazione fatta con uno sconosciuto altrimenti la scopata si sarebbe trasformata in una scopaticchia.
Intanto si fece l’anno del quarantesimo compleanno di Katia e poiché ella è nata a Dicembre ed eravamo arrivati già a fine Ottobre, cominciai a pensare a quale regalo fare alla mia dolce sposa per un data così importante: compiva i suoi primi, e qui la sorpresa delle sorprese.
Il resto del racconto a chi è piaciuto questo potrà leggerlo in una prossima puntata.



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