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I miei massaggi sesta parte


di Piacerenellemani
16.01.2024    |    22    |    0 6.0
"Lo guardai, trovando sul suo viso non gelosia o imbarazzo, ma gioia e soddisfazione, piacere pulito, ed i segni di una tensione che si caricava velocemente..."


martedì 16 gennaio 2024
12:14

Non mi stupii, quando dopo tanta attesa non si gettarono come affamati l’uno sulle labbra dell’altro. La via del Tantra è magica, percorrerla lentamente, con il giusto tempo, appaga profondamente donando sensazioni molto intense anche con contatti superficiali, semplici sfioramenti. Come si dice, la ricerca del piacere è il piacere più forte. Ad ogni modo gli animi si stavano scaldando piuttosto velocemente, per cui diedi loro il penultimo comando, cioè contatto libero dei corpi, genitali inclusi, era davvero tempo! I loro corpi si incollarono letteralmente, Marzia avanzò ulteriormente fino a premere con il pube sulla granitica erezione di lui, che oramai resisteva egregiamente da un’ora buona. Le mani finalmente andarono ad aggrapparsi alle natiche del compagno, scavando e incuneandosi in profondità fin dove era possibile, mentre i loro sessi si scontravano ora con dolcezza, ora con forza, mentre le bocche e le lingue si rincorrevano con avidità. Osservai per una decina di minuti quel gioco di corpi e mani e bocche che si rincorrevano nel gioco di dare piacere, invece che cercarne, è questo il piacere più grande e definitivo, in fondo. Io stesso che osservavo da una certa distanza le loro evoluzioni, ero eccitato non poco. Sfoggiavo un’erezione ferrea da un bel po’, e chissà che non potessi sfogarla in qualche modo.
“Marzia, è il momento… sollevati un poco e lascialo entrare in te, poi siete liberi di muovervi come vi pare, ma fossi in voi rimarrei in questa posizione finché vi è possibile.”
Immediatamente Marzia si sollevò sulle ginocchia, dopo essere stata tanto tempo seduta prima sui talloni, e poi sulle cosce del marito, quindi mosse il bacino alla ricerca del membro di Franco, che era incollato al ventre dalla tensione e dalla posizione. Con un leggero sospiro soddisfatto si lasciò scivolare lentamente verso il basso, l’espressione sui loro volti non lasciava adito a dubbi, la penetrazione era avvenuta profondamente e con estrema soddisfazione per entrambi, di certo non avevano avuto problemi di lubrificazione. Come immaginavo passò parecchio tempo prima che iniziassero a muoversi, le sensazioni erano talmente ricche e appaganti già così, che fare di più poteva rovinare il momento. Poi finalmente iniziarono a muoversi. Marzia iniziò a salire lentamente, strusciando lungo il corpo del marito con il proprio, sfregando il seno contro quello di lui, capezzoli contro capezzoli, ogni millimetro del ventre scorreva dolcemente l’uno sull’altro, le labbra sfioravano guance e labbra, gli occhi, la gola, gli omeri. Le mani esploravano braccia e schiena, giù fino alle natiche, lungo le cosce compresse, le gambe di lei erano avvinghiate al busto di lui, i talloni sfregavano nell’incavo alla base delle natiche. Ristette qualche secondo in alto, finché la necessità di sentirsi nuovamente colma la fece ridiscendere con dolcezza, emettendo un lungo mugolio di soddisfazione. Mugolio bissato da un altrettanto lungo sospiro di Franco che accentuava la penetrazione, facendo forza sulle gambe piegate e ruotando i fianchi cercando di anticipare il contatto tra i loro inguini. Il lento movimento proseguì per lunghi minuti, ma inevitabilmente il coito dovette prendere un ritmo più naturale, veloce, sincopato, deciso. Era Marzia a risentire maggiormente delle conseguenze dell’amplesso, poiché era lei a gestire maggiormente i movimenti, a gestire il proprio piacere, godendo di quello che vedeva crescere sul volto del marito. La respirazione in comune aveva fatto in modo che la loro eccitazione salisse allo stesso modo, ora la loro unione era stata portata su un nuovo livello. Anche se non avevano fretta di giungere all’orgasmo diventava imperativo giungere a una conclusione, nel modo più soddisfacente possibile. Dopo un tempo che parve infinito, ma che in realtà furono un’altra decina di minuti, Marzia iniziò a cedere al piacere che montava in lei. Continuava a muoversi con movimenti sempre diversi, strettamente abbracciata al corpo fremente del marito che assecondava ogni spinta o movimento ondulatorio , il capo rovesciato all’indietro, gli occhi chiusi e la bocca dalle labbra strette e tremolanti. Quando finalmente l’orgasmo la travolse, si aggrappò a Franco con tutte le proprie forze e gridò, forte, a lungo, mentre scosse potenti la squassavano, togliendole il fiato. Franco non era venuto, in queste situazioni è la donna a venire per prima, è il controllo del tantra che lo esige, ora era il suo momento. Mi avvicinai in silenzio inginocchiandomi alle spalle di Marzia, ancora ansimante, quando riuscì a lasciare andare il marito la presi dolcemente per le spalle e la feci scendere ad appoggiarsi sul mio corpo, facendole da cuscino. Franco mi fissò muto per un secondo, poi mi fece un cenno di assenso che ricambiai mentre accarezzavo il volto sudato della moglie, appoggiandomi la sua testa sulla spalla. Vidi il mio amico cambiare posizione, sollevandosi sulle ginocchia e, mantenendo il pene ancora infilato in lei, trovare l’angolazione giusta per iniziare a muoversi per trovare quella soddisfazione troppo a lungo rimandata. Quando scorse in lei per il primo movimento, penetrandola a fondo, Marzia si inarcò staccando parte della schiena dal mio bacino, poi ricadde, rendendosi conto di una forma rigida che le faceva pressione sulle reni. Ruotando il volto a guardarmi mi sorrise dolcemente, protendendo le labbra in cerca delle mie. La baciai con delicatezza, allungando una mano a sfiorarle il dolce seno, mentre continuavo con l’altra ad accarezzarle il viso e i capelli. Rispose con altrettanta delicatezza, mentre leggeri movimenti ci venivano trasmessi dai colpi che franco infliggeva al suo inguine. Lo guardai, trovando sul suo viso non gelosia o imbarazzo, ma gioia e soddisfazione, piacere pulito, ed i segni di una tensione che si caricava velocemente. Sollevai Marzia tenendola per i glutei, infilandomi sotto di lei fino a farle sentire la presenza della mia erezione sul sedere, a dividerle le sfere delle natiche, poi presi una sua mano e la accompagnai sulla sua vulva, dove il membro vibrante del marito si conficcava oramai con forza. Sovrapponendo le mie dita sulle sue le feci sfiorare il clitoride, guidandola in una masturbazione leggera che volevo culminasse con l’orgasmo del marito. Capì il mio intento e non si sottrasse, ma a volte sfilava la sua mano da sotto la mia e si sostituiva nella guida, facendosi masturbare da me per poi riprendere la posizione iniziale. Con l’altra mano si infilò sotto di lei, cercando e stuzzicando in punta di dita il membro solido che la sosteneva in parte, facendomi sussultare. Feci segno a Franco di abbassarsi e di baciare a sua volta la moglie, e lo fece mentre con il suo corpo sigillava le nostre mani che lavoravano sull’inguine. Fu mentre eravamo allacciati in quel modo che Franco venne riversando il suo piacere, il suo sperma nel ventre di Marzia, che godette nuovamente a distanza di secondi, aiutata in questo dalle proprie mani e dal piacere di sentire dentro di sé il godimento del marito.
Siamo rimasti così per un bel po’, poi ci siamo districati, per primo Franco, oramai il membro era ritornato alle condizioni normali ed era sgusciato fuori da sé dalla dolce guaina che lo aveva accolto, poi Marzia, che rotolò sul fianco finendo bocconi sul letto, e infine io che allungai le gambe e ricaddi disteso dove mi trovavo. Franco si stese dal lato opposto al mio, e iniziò a coprire di teneri baci la bassa schiena della moglie, scendendo presto sulle natiche e lungo le gambe, io mi riservai la parte alta, baciandole la schiena e le spalle, arrivando sulla piega del collo e all’orecchio. Quando finimmo il nostro percorso di baci e carezze sul suo bellissimo corpo, Marzia ruotò il capo e mi guardò con sguardo appannato, poi fece forza puntellandosi sulle mani e guardò il marito per un attimo, quindi si spostò in modo di essere a tre quarti sopra di me, con il viso all’altezza dell’ ombelico. Mi coprì di baci e succhiatine l’addome, poi iniziò a baciare la mia asta sempre rigida per tutta la lunghezza, finché, giunta alla punta, la risucchiò nella bocca morbida e rovente. Me lo succhiò con dedizione, come avrebbe certamente fatto al marito, donandomi sensazioni meravigliose, andando alternativamente su e giù oppure lambendolo con labbra aperte e morbide fino a farmi godere mugolando nella sua bocca accogliente, inghiottendo il mio sperma e poppandolo finché non rimase che un grumo di carne morbida. Quando ne ebbi la forza, sollevai il capo, cercando lo sguardo di Franco, prima di quello di Marzia. Il primo mostrava un insieme di emozioni diverse, eccitazione, desiderio, imbarazzo… forse anche rabbia, e potevo capirlo dal momento che quel premio non era stato pattuito di certo. Sul volto di Marzia trovai una notevole soddisfazione, oltre ad una buona dose di lussuria non ancora sfogata. Nessuno parlava, fu ancora Marzia a prendere l’iniziativa, baciando profondamente il marito, che spalancò gli occhi quando si rese conto che il sapore che sentiva sulla sua lingua in parte era quello del mio sperma. Ma fu un attimo, poi le prese la nuca con le mani stringendosela contro ed approfondendo ulteriormente quel bacio lascivo. Quando il bacio terminò, lasciandoli entrambi ansimanti, venne a baciare ancora me, condividendo così la saliva sua e del marito, oltre alle ultime tracce del mio godimento, suggellando in questo modo il legame che tacitamente si era formato. Ritornammo a stenderci nella stessa posizione di prima, con lei al centro, guardandoci ancora in silenzio, finché una risata ci travolse tutti e tre, facendoci scaricare la tensione e l’emozione accumulata.
“Io mi vado a fare una bella doccia, chi viene con me?” Esclamò la mia amica, alzandosi di scatto a sedere sul letto, prima di scavalcarmi con un balzo che mi permise di scorgere per una frazione di secondo la sua vagina imperlata di liquido perlaceo.
“Vai avanti, amore, tra un momento arriviamo.” Rispose per entrambi il marito, guardandomi fisso.
“Ok, ma fate presto, lo sai che poi mi viene freddo…” Aggiunse Marzia, con uno sguardo malizioso e voce mielosa.
“Non mi aspettavo questa piega degli eventi.” Mi parlò Franco pacatamente, dopo che sentimmo chiudersi la porta a vetri della loro ampia doccia.
“Lo posso immaginare. Non avevo assolutamente previsto che andasse così. Pensavo di farla stare su di me mentre tu la scopavi, solo per aumentare la sua eccitazione, niente di più. Come ti senti?”
“Beh… non ne sono proprio certo del tutto, ho qualcosa da digerire, nonostante sognassi che tutto questo accadesse, e forse anche di più. Ma direi bene. Si proprio bene. Stai tranquillo, sta andando tutto bene. Credo sia il caso di andare ad aiutarla a lavarsi la schiena, no?” Me lo disse con un gran sorriso che mi tranquillizzò definitivamente. “Lasciamo che sia lei a dirigere il gioco, fin qui non è stato per niente male.”
“Già, direi davvero di sì, forza, non si fanno aspettare le belle signore.” Aggiunsi ridendo, avviandomi verso il bagno padronale.
Quando entrammo in bagno Marzia era sotto il getto violento del doccione centrale, facendosi massaggiare dal getto caldo sulla schiena, le braccia appoggiate al muro voltandoci le spalle. Franco mi tenne aperta la porta, facendomi segno di entrare per primo, poi entrò a sua volta, fortuna che avevano un box doccia davvero enorme. Presi un flacone di gel doccia, me ne misi sulle mani una buona quantità e iniziai a insaponare le gambe di Marzia partendo dai piedi con movimenti lunghi e lenti. Lo scorrere di mille rivoli continuava a detergere la schiuma che si formava, per cui dovetti rimettere altro gel più volte, finché raggiunsi l’attaccatura delle cosce. A quel punto si raddrizzò, uscendo dal getto oramai fumante, e voltandosi verso di me mi prese le mani e le sollevò fino ai seni, cui mi dedicai con altrettanto zelo. Franco si portò dietro di lei, attingendo anch’esso al gel e insaponando la schiena. Marzia gli si appoggiò contro, reclinando il capo sulla spalla del marito e volgendosi in cerca di un bacio cui Franco non si sottrasse, io avevo così il panorama completo del corpo della moglie completamente offerto, corpo sul quale stavo girovagando con perizia e molta schiuma profumata. Quando lei cercò nuovamente di catturare le mie mani, gliene bloccai una, portandogliela sul monte di venere liscio, forzandole le dita all’interno, facendola sospirare forte. Raccogliendo una manata d’acqua, che ancora scendeva a fianco a noi, le sciacquai i seni per subito apporvi le labbra a ventosa, aspirandone i capezzoli induriti, il sospiro divenne un lento mugolio nella bocca del marito ancora impegnato nel bacio. Nonostante io abbia un tempo refrattario piuttosto lungo l’eccitazione era tale che mi ritrovai ben presto con una nuova e granitica erezione, come pure era accaduto al marito. La spinsi più contro di lui, facendo in modo che il pene le si incastrasse nell’incavo delle natiche. Quando Franco tentò di abbassarsi per far scivolare il membro al di sotto, per farglielo scorrere sulle labbra intime lo fermai con uno sguardo, quindi gli feci capire cosa doveva fare, il bersaglio, il suo bersaglio era un altro, più stretto. Lo sguardo che mi lanciò era di fuoco, ma il sorriso che gli comparve sul viso subito dopo la diceva lunga, aveva capito il mio piano e lo condivideva in pieno. Mi aggrappai ai capelli di Marzia, tirandola con decisione verso di me per baciarla a mia volta, mentre Franco la tratteneva per le anche, in breve si trovò piegata in avanti, le natiche sporgenti con il marito che iniziava a premere sull’anello dell’ano coperto di gel doccia. Mentre la baciavo, le vidi spalancare gli occhi, per poi contrarli fortemente, qualcosa stava entrando dentro di lei. Allungò una mano passando sotto la vagina fino ad accarezzare il pene del marito che scivolando sul sapone entrava dolcemente in lei fino all’elsa. Lasciai che Franco si accomodasse per bene, uscendo e rientrando più volte nel corpo rovente, poi la respinsi in piedi dritta, le presi una gamba da sotto al ginocchio, sollevandogliela fino a tenermela appoggiata con il tallone dietro di me, quindi le presi la mano libera e gliela accompagnai sul mio membro rigido, avvicinandomi ulteriormente. Lo sguardo che mi porse era appannato, la bocca semiaperta mostrava la lingua che scivolava dentro e fuori le labbra, preda dell’eccitazione, del piacere che le dava il sentirsi scorrere il membro del marito nell’ano cedevole. Mi attirò fino all’imboccatura della vagina, era spalancata, gocciolante di umori. Quando spinsi, entrando in lei con un unico fluido movimento emise un lungo ringhio di gola, terribilmente eccitante, come lo era per me penetrare quel magnifico corpo. Sentivo lo scorrere del membro di Franco nel retto, le sensazioni di Marzia potevo solo immaginarle. Mi si aggrappò al collo, cercando di venire incontro ai miei colpi, ma ci riuscì solo quando io e franco riuscimmo a trovare un ritmo in comune. Da quel momento, in pratica fu lei a scoparsi da sola sui nostri membri che la infilzavano, come fossimo stati un unico spiedo di carne rovente che la trapassava da un lato all’altro. Non so, ancora una volta, quanto tempo durò tutto questo, ma so che praticamente venimmo insieme, a pochissima distanza l’uno dall’altro, per prima Marzia, scuotendosi come preda di scariche elettriche, gridando a piena gola, poi venni io, scaricando il mio sperma in quella dolce vagina piena di crema caldissima, per ultimo venne Franco, schizzando getti di sperma nel retto della moglie, urlando a sua volta con voce gutturale. Non fummo noi a sfilarci, fu lei a crollare sul pavimento del box doccia, Franco ed io ci appoggiammo alle pareti opposte, ansimanti, le gambe di gomma, un sorriso ebete sul volto di entrambi. Mi sciacquai in pochi secondi, uscii velocemente e andai ad asciugarmi in camera, dove mi rivestii velocemente, avevo fatto anche troppo, ora dovevo riprendere il mio ruolo. Ci volle un quarto d’ora prima che uscissero dal bagno, lui con un asciugamano attorno ai fianchi, lei indossando un accappatoio candido di spugna vaporosa. Si sedettero sul letto, guardandosi con amore, scambiandosi piccoli, teneri baci da innamorati, tenendosi le mani. Era ora di andarmene e mi alzai con l’intento di sparire in fretta.
“Dove vai ? Scappi ? Perché ?” Inquisì Marzia accorgendosi della mia manovra.
“Ecco, credo che sia ora di lasciarvi da soli. Penso di aver fatto anche troppo.”
“Se vuoi, vai pure, ma quello che hai fatto per noi, quello che hai fatto, e come lo hai fatto… grazie. Davvero, ti ringrazio.” Aggiunse Franco, sorridendomi.
“Sì, se vuoi vai pure, ma torna quando vuoi, anzi… ti chiameremo di certo ancora. Sei stato meraviglioso, non ho mai provato tanto piacere in vita mia, e neanche Franco. Siamo in debito. Sei più che un caro amico, considerati uno di famiglia, ok? Quello che abbiamo fatto, insomma… non sarà un episodio a sé, chiaro?”
“Siamo d’accordo, io e Marzia. Per te ci saremo sempre, tu ci sarai? Mi chiese Franco, fissandomi dritto negli occhi.
“Che posso dire. Anche per me è stato così, amici. Sarò felicissimo di stare in vostra compagnia, per qualsiasi cosa, anche solo parlare. Ok, ma ora devo davvero scappare, ho una moglie anch’io, sapete?”
“Giusto. Potresti venire a cena con lei, una sera, no?”
“Certo! Che bella idea, tua moglie è una donna bellissima, sarà un piacere stare in sua compagnia…”
“Come no… ho capito, vah, fatemi andare che è meglio” Risposi alle proposte dei due, già pensavano di coinvolgerla nei giochi. E la cosa poteva essere decisamente interessante.
Un ultimo bacio a stampo, casto dopo quanto era accaduto fin prima, e me ne andai. Ci saremmo rivisti, presto sicuramente, e forse avrei trovato il modo di inserire mia moglie nel menage, avevamo già fantasticato in merito alle volte.
Certo, fare massaggi, anzi, trattamenti benessere, dà delle belle soddisfazioni.

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