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ALONG WAY SEX (2)


di Membro VIP di Annunci69.it Cronubix
02.05.2023    |    5.073    |    2 9.7
"Si avvicina e mi bacia dolcemente prima con le labbra morbide, poi inizia, con la punta della lingua a leccare le mie labbra..."



Nel frattempo il sole stava tramontando e la visibilità era diminuita di molto. Nel parcheggio c’erano più camion.
Ci risistemammo alla meglio, con la sola luce interna dell’auto. Si voltò nel sedile e mi abbracciò. Ci baciammo, lentamente, con la lingua e con le labbra per molti minuti, con estrema dolcezza e anche con voluttà. La mano destra, si infilò da sola, in modo automatico, fra le sue gambe. Arrivai subito in contatto con la passerina, bollente e umida. Mi sorpresi di trovarla così accogliente: mi ero dimenticato che le mutandine erano volate dal finestrino un paio d’ore prima…
Era di nuovo bagnatissima ed i suoi baci erano diventati più profondi e sensuali.
Per agevolare la mia manipolazione, alza la gamba sinistra e l’appoggia nel finestrino aperto. Avevo la passerina tutta aperta e tutta a disposizione della mia mano.

Avevamo però dimenticato la luce interna accesa e nell’oscurità, in un parcheggio, è un chiaro invito ad avvicinarsi…
Dopo qualche minuto, intravedo un’ombra, dal lato del passeggero, avvicinarsi timidamente.
Con la lingua nella bocca di Monica, le dico che qualcuno ci sta osservando. Lei mugola un: “Si, chiessenefrega!” continuando a mescolare la sua saliva con la mia.
Forse pensava che gli osservatori fossero lontani e di passaggio, come i camionisti lungo la strada.
Invece l’ombra si materializza in un ragazzo, entrato nel cono di luce dell’auto.
Timidamente, si abbassa e si sporge per farsi vedere da me.
Tiene in mano qualcosa!
“Scusare! Riporto queste!” e mostra le mutandine di Monica che erano volate dal finestrino.
A sentire quella voce, Monica sobbalza spaventata, sfila la sua lingua dalla mia bocca, si volta provocando la fuoriuscita delle mie dita dalla sua passerina, e si rimette seduta, si chiude la camicetta, e si abbassa la gonna stringendo le gambe e si ritrova a pochi centimetri dal volto del ragazzo, straniero, dell’Est Europa e con in mano le mutandine ancora umide di Monica.
Monica guarda le sue mutandine, e senza guardare le strappa di mano dal ragazzo e se le riprende.
“Scusare, ma erano andate nel vetro di mio camion!”
Monica si volta a guardarlo, intenerita dai modi gentili del ragazzo.
“No sporche, ancora profumate!”
Monica sgrana gli occhi e…. si mette a ridere!!
Io pure, ormai tranquillizzato dalla piega che aveva preso la situazione, e alla fine, anche il ragazzo sorride timidamente.
“Tu molto bella. Vista in strada: molto bella. Vista qui, molto godere: molto bella!”
Monica si volta verso di me, mi guarda, con l’espressione di chi viene beccato con le dita nella Nutella. Solo che questa volta le dita erano le mie e la Nutella la sua passerina…
Si volta di nuovo verso il ragazzo: “Sei un camionista? Di dove sei?” e iniziamo a far conoscenza…
Eric, sloveno.
Noi in macchina e lui appoggiato al finestrino di Monica.
Facciamo batture e si sorride.
Poi Monica chiede: “Cosa hai visto?”
“Ho visto tuo culo, bello culo, quando pompino a lui, ho visto scopata qui nel parcheggio. Tu molto bella lui molto fortunato”.
Poi Monica, abbassa leggermente il capo. Di colpo diventa pensierosa e seria. Dopo un paio di secondi, un sospirone e … sorridendo, gli prende una mano, la infila sotto la camicetta e l’appoggia sul suo seno.
Contemporaneamente si volta verso di me e mi guarda negli occhi.
Sta chiedendo il mio permesso! Sta manifestando un desiderio ed una voglia.
Potrei negare e partire. Negare tutto, lasciare il camionista sul piazzale e portare via la mia Monica, probabilmente imbronciata e contrariata.
Ma, nel mio piccolo, dietro ad un’ondata di gelosia, c’è un barlume di curiosità e lascivia.
Non me la sento di negarle un desiderio, anche se sfrontato, improvviso e non concordato precedentemente come questo. Sono consapevole di tutti i vizi che le concedo… ma mi piace così!
Mi piace vederla sorridere felice, mi piace vederla felice e godere… Inoltre sono curioso. Curioso del suo comportamento e delle mie reazioni.
Sbatto le palpebre, quel che basta per dare luce verde a Monica che mi sorride dolcemente, dimostrando di aver capito la mia lotta interna e a ringraziarmi nel concederle questa trasgressione.
Si avvicina e mi bacia dolcemente prima con le labbra morbide, poi inizia, con la punta della lingua a leccare le mie labbra.
Con la coda dell’occhio vedo che il ragazzo si è allungato dentro il finestrino per non perdere il prezioso contatto con il seno destro di Monica.
Lei aveva ancora la mano a bloccare la sua sul seno. La lascia, e lui inizia a carezzare, con movimenti lenti e circolari e a stringere un poco, il capezzolo tra l’indice e il medio.
Monica è molto sensibile nei capezzoli e una pressione appena leggera le provoca fastidio e dolore.
Ma lui è delicato e avvolgente. Inizialmente.
Poi inizia a prendere il capezzolo tra l’indice ed il pollice per aver una presa migliore. Monica, che ancora stava leccandomi la bocca, emette qualche mugolio che non riesco ad interpetrare.
Dolore? Fastidio? Piacere?
Di colpo smette di baciarmi. Si volta verso di lui e lo invita ad aprire lo sportello e ad entrare.
Ha preso le redini del gioco! E’ lei a gestire entrambi. Le riesce bene e con naturalezza…!
Eric entra e si siede controverso nel sedile di Monica, giusto per averla di fronte. Lei si sposta leggermente per dargli spazio: siamo tutti vicinissimi e a contatto diretto.
Per un attimo si guardano negli occhi. Eric è eccitatissimo e Monica apprezza molto ciò!
Si sbottona la camicetta, la apre, mettendo a nudo seni e capezzoli diventati durissimi dall’elettricità della situazione, abbassa lo schienale a 45°, reclina la testa indietro e chiude gli occhi, invitandolo così a servirsi dei suoi seni.
Eric, si approccia con timidezza, delicatezza e rispetto, cosa, per me, decisamente tranquillizzante.
Dal nervosismo iniziale stavo passando ad uno stato di eccitante curiosità…
Eric inizia ad accarezzare i seni di Monica con entrambe le mani, con movimenti circolari fino ad accarezzarla sul busto e lungo le costole, mostrando di apprezzare la sericità della sua pelle.
Monica arcua il busto come ad avvicinare i seni ad Eric. Lui vede i capezzoli avvicinarsi ma, ancora tituba timidamente… Allora Monica, sempre ad occhi chiusi, con la mano destra gi afferra la nuca e lo porta energicamente sui capezzoli, costringendolo ad usare la bocca, labbra e lingua su di essi!
Contemporaneamente la mano sinistra di Monica scorre più volte sulla mia coscia, come a rassicurarmi che non si è dimenticata di me anche se sui suoi capezzoli c’è un altro uomo.
Metto la mia mano sulla sua e la porto sulla patta dei pantaloni: ne verifica la consistenza del contenuto e sembra esserne soddisfatta…!
Eric, intanto, si dava da fare con la lingua: i capezzoli reagivano ed erano rossi, duri, allungati, bellissimi!
Monica lo stringe ancora più forte ed Eric deve sostituire la lingua con i denti. Inizia a mordicchiare i capezzoli sia in punta che sulla base.
Monica era sul confine tra piacere e dolore, goduria e fastidio. Regolava con la pressione della mano sulla nuca di Eric l’intensità dei morsi. Lui reagiva come telecomandato: alla perfezione!
Questo sottile equilibrio tra piacere e dolore stava mandando Monica in estasi!
Iniziò a muovere il bacino e ad allargare le gambe. La gonna inevitabilmente salì fino all’inguine lasciando campo libero alle mani di Eric. E anche alla mia: avevo lasciato la mano di Monica sulla patta e mi ero accaparrato la coscia sinistra! Sentire i suoi movimenti mi avevano invitato ad agevolare l’apertura delle gambe e avevo tirato verso si me la su coscia: Eric prese quel mio movimento come un invito a servirsi.
Si avvicinò lentamente con la mano sfiorando l’interno delle cosce di Monica che reagì con un ulteriore fremito e con un maggiore inarcamento della schiena.
Ora la mano di Eric si era fatta pesante e massaggiava energicamente l’interno della coscia destra, dall’inguine al ginocchio. Io facevo la stessa cosa sulla sinistra.
Monica era in estasi! Ma ancora c’era del margine…
Allora alza la gamba sinistra e l’appoggia sul cruscotto per dare maggior ampiezza e maggior accesso alle nostre mani.
Guardo la passerina e la trovo bagnatissima, grondante e traboccante di umori goduriali!
Stava invocando un intervento interno!
Sazia dei morsi sui capezzoli, che ora erano diventati viola, lascia la nuca di Eric (che può riprendere un po’ di fiato), abbassa completamente il sedile e rimane a gambe larghe in attesa di altro…
Eric mi guarda e capisce, dalla mia espressione, che può tocPatrizia!
Sempre con delicatezza e garbo, inizia dall’inguine a stringere, pian piano verso le grandi labbra.
Poi, facilitato dalla totale bagnatura di Monica, entra con tre dita, di colpo. Monica geme, muovendo il bacino come a chiedere di più.
Eric allora entra con 4 dita e inizia a muoversi dentro, accarezzando le pareti e il fondo.
Monica abbranca il polso di Eric con entrambe le mani e lo blocca, favorendone e forzandone l’inserimento e contemporaneamente muovendosi furiosamente con il bacino.
Era vicina all’orgasmo. Iniziò a tremare, avvertivo sua la pelle d’oca sulla mia mano, la lingua cercava di umettare le labbra che si erano seccate per i lunghi ansimi… ed eccola esplodere!
Trattenne a stento un urlo, la testa completamente riversa indietro, il basino che sussultava come mosso da vita propria…
Dalla passerina riemerse, come da un lago gelatinoso, la mano di Eric, che era entrata completamente, dilatandola in modo super eccitante…
Monica continuò a fremere per un paio di minuti.
Eric la guardava estasiato, eccitato, felice di vederla soddisfatta e in preda ad un orgasmo di cui era l’esclusivo artefice. O almeno così credeva.
Monica riprese a respirare regolarmente. Riaprì gli occhi e mi cercò con lo sguardo.
Sorrise, sorrisi. Eravamo felici, complici, uniti.
Eric ancora con la mano grondante ci guardava e non sapeva bene cosa fare, o potesse fare…
Monica si voltò verso di lui. Gli prese la mano e se la portò alla bocca.
Con una lentezza esasperante iniziò a leccare i propri umori dal polso e poi dalla mano di Eric.
E lo guardava negli occhi. Bramosa, sexy e quasi… maiala! Ma era bellissima!
Ero estasiato dalla scena! Lui deglutiva affannosamente, lei gli teneva il polso ed ora gli leccava i diti. Uno ad uno, dalla base alla falangetta, con la lingua tutta larga e lo sguardo piantato sui suoi occhi sgranati!
Alla falangetta la lingua venne sostituita dalle labbra che, con un rumoroso risucchio, rimossero le ultime tracce della sua umidità…
L’operazione durò a lungo, ma terminò con un sorriso di Monica che, pian piano si trasformò in risata e ci contagiò entrambi.
Ci trovammo tutti tre a ridere insieme.
Lei soddisfatta dei giochi: aveva raggiunto un gran orgasmo, aveva diretto i giochi e ci aveva sorpreso entrambi!
Noi ridevamo per disinnescare le erezioni che premevano dolorosamente sui pantaloni…
Il nostro disagio doloroso doveva essere molto evidente…
Non sfuggì di certo a Monica!
Strinse le gambe, togliendoci la visuale della sua patatona, mandò indietro il suo sedile, lasciando più spazio ad Eric che era in ginocchio sul pavimento dell’auto.
Allungò la mano fino a toccargli il pacco. Prima sotto, poi, salendo, fino alla punta che si intravedeva quasi infilata sotto l’elastico dei pantaloni.
Con la sinistra tornò su di me. Mi guardò negli occhi mentre mi slacciava la cinta prima e i jeans poi. Aveva l’espressione della bocca birichina: mezzo sorrisetto, la punta della lingua fra le labbra, di lato, mentre mi scopriva le mutande bagnate e tese…
Si infilò sotto. Le abbassò e scoprì completamente il mio uccello, teso al massimo e gocciolante.
Lo strinse, ne abbassò la pelle tirando forte, fino quasi a farmi male, fino alla base per poi passare alle palle che accarezzò tutte intorno e poi le prese alla base e strinse. Forte. Tendendo tutta la pelle alzandone verso di se il delicato contenuto. Mi stesi sul sedile e feci finta di lamentarmi. In realtà mi piaceva. E lei lo sapeva. Si avvicinò e le leccò succhiandole delicatamente.
Stavo per abbandonarmi alla scena, ma all’improvviso si rialzò mettendo fine a quel magnifico inizio di supplizio…
Riaprii gli occhi di scatto e la vidi già voltata verso Eric che, di gesso, si godeva la scena.
Si avvicinò ai suoi pantaloni. Con entrambe le mani, afferrò l’elastico e li abbassò. Poi abbassò anche i boxer scoprendo un pisello di notevoli dimensioni, con il frenulo staccato, quindi con la cappella bene in vista, rossa e umida.
“Mmmm… gnam gnam…!”
Linguaggio universale che significa: “Che bel cazzo, ora me lo mangio tutto!”
Rialza lo schienale del sedile, fa uscire Eric dalla macchina e ora si volta verso di lui, trovandosi il suo cazzo ad altezza viso. Gli prende le palle e le tira in basso costringendolo ad un sommesso gemito. Ora la cappella è tutta a sua disposizione e inizia un pompino dei suoi: lento, lentissimo. Le piace sentire il cazzo che sobbalza ad ogni tocco di lingua. Passa la lingua intorno la cappella e poi inserisce tutto in bocca, fino in fondo. Reprimendo un conato, continua a stantuffare la testa facendo infine sparire tutta l’asta nella sua gola.
Pochi istanti ed Eric esplode in uno schizzo che quasi sorprende Monica che d’istinto si tira indietro. Le ondate di sborra la colpiscono in viso più volte.
Terminato di eruttare sperma, Monica riprende il controllo della situazione leccando di nuovo la cappella di Eric che non riusciva a trattenere il suo godimento: “Sei bellissima, sei brava! Sei porca!”
Era riuscita a disinnescare il cazzo di Eric che iniziava a perdere turgore.
Lo lasciò. E si voltò verso di me: “Ti ho lasciato per ultimo!”
Aveva ancora lo sperma grondante attaccato in viso. Ne raccolse con un dito un po’ dalla guancia e se lo mise in bocca, leccandolo avidamente.
Era uno spettacolo! Era diventata improvvisamente una porca! Come mai avrei potuto nemmeno sognare!
Ma in quei casi si è sia protagonisti che vittime dei giochi.
Con un dito raccolse un altro getto di sperma dalla sua fronte e me lo infilò in bocca, senza che potessi fare nulla! Contemporaneamente mi scavalcò e si adagiò sul mio pisello. Era bollente! Bagnatissima tanto che arrivai a toccarle in fondo in un sol movimento.
Iniziò a muovere il bacino in avanti e indietro e insieme si raccoglieva lo sperma dal viso e me lo infilava in bocca. Trovava la cosa particolarmente eccitante!
Io superai lo schifo iniziale, (mettermi in bocca sperma di un altro!) e stetti al gioco di Monica.
D’altronde il sapore non era male e trovavo eccitante poter leccare le sue dita che si muovevano dentro la mia bocca…
Monica che mugolava, Eric che le toccava il culo e dai gemiti iniziai a pensare che le avesse messo dentro un paio di dita… Poi, con il pisello le sentii che si muovevano!
In pochissimo tempo raggiunsi un orgasmo galattico!
Ci guardammo, ci stringemmo e ci baciammo dolcemente.
Poi, ristabilito il normale battito cardiaco, ci risistemammo.
Scendemmo dall’auto. Mi asciugai il pisello e rimisi a posto i pantaloni.
Lei si allacciò la camicetta, si asciugò la passerina, e si abbassò la gonna.
Sentimmo dei passi e dei fruscii dietro la pianta di oleandro. Vedemmo delle ombre che si allontanavano. Eric, che si era già sistemato: “Colleghi dietro albero: guardato tutto! Molto contenti anche se solo guardare!”
Ci guardammo e scoppiammo a ridere!
Eric capì che i giochi erano arrivati al termine: “Settimana prossima viaggio ancora questa strada: manda messaggio!”
Promettemmo di farlo.
Stanchi, soddisfatti, felici, risalimmo in macchina e ci avviammo verso casa…
In auto, non parlammo per molti chilometri. Ognuno ripensava alla propria esperienza vissuta.
Poi Monica si voltò verso di me e si avvicinò, appoggiando la sua mano sulla mia gamba: “T’è piaciuto? Non ti è dispiaciuto che mi facessi toccare da uno sconosciuto?”
E io: “All’inizio non sapevo… come avrei reagito. Se avessi provato gelosia o vergogna, se mi sarei arrabbiato o meno. Poi ho visto il tuo sguardo da maialina e che non mi hai escluso dai giochi, e allora … mi è piaciuto! Mi è piaciuto vedere come godevi e come eri felice. E vorrei sempre vederti così!”
E lei, timorosa: “Ma… ti è piaciuto anche quando ti ho messo in bocca la sborra di Eric o ti sei arrabbiato?”
Io: “C’era una ciliegina sulla torta e non l’ho buttata! Si, mi è piaciuto! Ma credo che la situazione possa aver influito… avrei fatto di tutto in quelle condizioni…”
Spostò la mano dalla gamba al pisello: “Si, sei sincero: ti è veramente piaciuto!”
Ed i suoi capezzoli tornarono a premere sulla stoffa della camicia.

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