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Le cose belle non sono cose


di Ullallero
18.11.2020    |    13.461    |    7 9.6
"Risposi che se avevano piacere, io c’ero..."
Storia vera, realmente vissuta.

Accesi il computer. Solo per verificare l’assenza di nuove mail sulla mia posta elettronica dedicata agli incontri.
Invece ce n’era una. Indirizzo sconosciuto. E una sola brevissima frase: Le cose belle non capitano mai per caso.
Chi era? Chi la mandava? Cosa intendeva?
Ci rimurginai sopra. Poi d’istinto risposi con una frase che avevo letto giorni prima da qualche parte: le cose belle non sono cose.
Spensi il computer e tornai sul divano per terminare di vedere un film che avevo cominciato il giorno prima.
Ma il pensiero mi volava a quella frase, a chi poteva averla mandata e inevitabilmente andai a pensare a quella lei di coppia che avevo incontrato un paio di settimane prima.
Conosciuti tramite una loro mail a cui avevo risposto. Il lui proponeva un incontro di car sex a tre, quella sera stessa dopo cena. Risposi che se avevano piacere, io c’ero.
Dopo pochi minuti lui mi rispose, mi chiese un paio di foto e mi dette alcune ferree indicazioni: niente baci in bocca, niente culo, mi avrebbe fatto trovar la moglie a pecora sul sedile posteriore della loro macchina e avrei dovuto semplicemente scoparla a fondo e a lungo e alla fine sborrarle in bocca visto che era molto golosa.
Mandai le foto e chiesi qualcosa di loro, di lei in particolare. Mi rispose che dovevo fidarmi, che lei era molto bella e che erano persone serie. Ribadì l’importanza di quelle ferree indicazioni, che a non rispettarle sarebbe stata la fine del gioco.
La stradina che mi indicò peraltro non era lontanissima da dove vivevo e l’appuntamento sarebbe stato per le 22,30. Accettai e all’ora fissata mi trovavo dove mi aveva indicato. Ancora non c’erano. La strada era molto buia, terminava con un passaggio a livello chiuso da anni, nessuna casa intorno, nessun passante, assolutamente tranquilla, solo alti platani e lo stormir delle foglie.
Dopo qualche minuto arrivarono, si posizionarono a 10 metri da me, era un suv nero, in una zona ancora più buia. Aspettai un paio di minuti come da indicazioni date poi scesi dall’auto e mi avvicinai al suv aprendo lo sportello posteriore destro. Avevo qualche dubbio su chi avrei trovato. L’oscurità era quasi assoluta. Notai una figura maschile al posto guida e davanti a me una persona posizionata a 90 gradi. Allungai la mano e mi assicurai che fosse una figa palpandola e infilandoci prima una poi due dita. Nessuna parola da parte di nessuno. Mi slacciai i jeans, li lasciai cadere a terra e la penetrai lentamente tirandola un poco verso me cominciando a pomparla. Lei capì che ero piuttosto scomodo e mise le gambe a terra, lunghissime affilate toniche fino ai glutei. Grondava umori che mi bagnarono fino alle caviglie. Stava godendo da matti. Quella posizione durò per una buona mezz’ora almeno e lei godeva a ripetizione. Rantolava, miagolava, urlava.
Il compagno nel frattempo era sceso dall’auto e si era posizionato dietro di me. Non lo vedevo ma sentivo la sua presenza.
Il silenzio fu rotto da lei: “Sto godendo come una cagna. Hai un cazzo bellissimo. Adesso scopami da davanti”.
Si tirò fuori dalla macchina, in piedi, e si girò. Aveva dei tacchi ed era alta come me. Dirvi che il suo volto era incantevole è dirvi poco. Il seno era piccolo ma il corpo flessuoso e ben fatto. Mise una gamba sulla macchina e riuscii a prenderle la fica bene, fino in fondo. Eravamo incollati, praticamente nudi, sentivo le sue mani corrermi lungo la schiena. E i nostri volti vicinissimi, ci guardavamo reciprocamente e avevo la sua bocca a 2 centimetri dalla mia. Sentivo il suo respiro e il godimento che aveva.
“Non provare a baciarla!” tuonò l’uomo dietro di me.
Non replicai ma capivo che era una sofferenza per entrambi. Rispettai il diktat con vera fatica.
Intanto lei continuava a sgorgare umori dalla fica in quantità industriale.
Alla fine lei si inginocchiò a terra e continuando a guardarmi negli occhi (ormai ci eravamo abituati all’oscurità) prese in bocca il cazzo. Ormai ero al limite e dopo poco le inondai la bocca, la gola, il viso.
Mi distaccai da lei, ripresi le mie cose, la camicia volata via con i jeans, la guardai negli occhi ancora una volta e me ne andai.
Poteva esser lei ad avermi mandato quella mail?!?
Mi addormentai con quei pensieri e fu un sonno profondo pieno di sogni e di ricordi.

La mattina seguente mi fiondai sulla mia posta elettronica più privata.
Nuova mail.
“Hai ragione. È stato bellissimo. È stato difficile non baciarti.”
“A chi lo dici.... una tortura per me.... Non c’è notte che non sogni di sentir le tue labbra e la tua lingua. Tuo marito sa che mi stai scrivendo?”
Nel pomeriggio, nuova mail.
“Non è mio marito. Sono separata. È solo un mio spasimante/fidanzato con cui ho accettato, per sfida, il gioco che mi ha proposto. E non puoi immaginare, dopo che sei andato via, che reazione ha avuto.”
“Sarebbe interessante saperlo se vuoi dirmelo. E mi pento allora di non averti baciato.”
Un paio di ore dopo...: “Se vuoi saperlo, incontriamoci. A me è rimasta quella stessa tua voglia. Lasciami il tuo cell.”
Cosa che feci all’istante.
Mezz’ora dopo, saranno state le 19, una telefonata da numero che non conoscevo.
“Ciao, sono Alessandra” (nome di fantasia)
“Ciao, piacere di conoscerti. Il mio nome è Mauro”
“Sarò veloce. Ti va di incontrarmi da sola stasera?”
“Non ho desiderio più grande di questo”
Prendemmo accordi per vederci in un pub nel centro di Cesena alle 21. E all’ora fissata ero davanti al locale. Entrai e la trovai seduta ad un tavolo leggermente appartato.
Ci salutammo come ci conoscessimo da anni. Il suo viso era raggiante. Indossava un leggins aderente nero e aveva una maglia che le scendeva sui fianchi. Non aveva scarpe con tacchi. Ma era alta e slanciata, magra, occhi neri, capelli lisci lunghi, poco trucco e un volto bellissimo.
Entrammo subito in sintonia e prendendo un drink mi raccontò chi era. Separata, 40 anni, figlia di 16, titolare di una agenzia.
Aveva una storia da 4 mesi con il tipo che avevo conosciuto. Non un fidanzato vero e proprio per lei mentre lui si riteneva tale. Un complice piuttosto visto che avevano condiviso dal principio della loro conoscenza il gioco della trasgressione che lei prima di lui non conosceva.
“Sai, ci siamo confidati le nostre fantasie. E per sfida ho accettato quel nostro incontro. Diceva che non ne avrei avuto il coraggio. Lui diceva che avrebbe goduto a vedermi con un altro. Non è molto dotato e, prima dell’incontro, mi son divertita a... masturbarlo... Scusa se sono così esplicita... A cena quella sera avevo bevuto un poco più del solito proprio per lasciarmi andare e vincere le mie inibizioni. E devo dirti sinceramente di non aver mai goduto così tanto nemmeno con il mio ex marito.
Poi quando sei andato via, lui era incazzatissimo. Me ne ha dette di ogni. E più si incazzava e più ridevo e lo deridevo.”
“Ma come hai trovato la mia mail”.
“Avevamo visto il tuo profilo qualche giorno prima sul sito dove hai il tuo annuncio. Non ricordavo bene il tuo nick ma alla fine l’ho trovato e non sono riuscita a non scriverti”.
Uscimmo dal locale. Appena entrati in macchina finalmente ci baciammo con un bacio lento umido libidinoso.
“Portami da qualche parte”
“Se non hai problemi ti propongo casa mia”.
“Ho mia figlia dal padre. Posso star fuori tutta la notte. Ti seguo con la mia macchina così domattina sono indipendente “.
Casa mia è al mare ad una ventina di km da Cesena. Fortunatamente avevo avuto la donna delle pulizie quel giorno stesso.
E mezz’ora dopo eravamo a casa. Sul letto nudi con le lingue intrecciate e le mani ovunque. E scopammo in ogni modo tutta la notte.
L’ho frequentata per due anni. Facemmo scambio con qualche coppia. Le organizzai qualche gang visto che lei adorava bere sborra, la avvicinai ad altre donne anche da sole e ovviamente le feci apprezzare farsi fare il culo.
Siamo rimasti ottimi amici.
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