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Il mio unico tradimemto a 62 anni e come ci sono arrivata - parte 2


di albert1010
23.11.2021    |    6.398    |    3 9.8
"Non si esauriva mai era capace di venire anche tre volte nel giro di un paio d’ore e aveva sempre seme a sufficienza per me..."
Il mio unico tradimemto a 62 anni e come ci sono arrivata - parte 2
Tutto procedeva nella normalità sino a che quattro anni fa a mio marito fu diagnosticato un problema alla prostata che fu curato male ed ebbe problemi sia di conformazione del pene, si incurvò, che di erezione ed eiaculazione precoce, tutto insieme
Avevo superato da poco i sessanta anni che il rapporto con mio marito divenne quello tra grandi, grandissimi, amici. Non è che prima ci dessimo dentro nelle copule , ma da un paio al mese a zero, non sembra, ma il passo è lungo.
Per i primi mesi della sua malattia non mi mancò il sesso poi qualcosa avvenne perché cominciai a sentirne la mancanza ed iniziarono le mie masturbazioni sempre più frequenti. In quel periodo cominciai a navigare su internet con il mio ipad. Come dicevo la nostra casa è molto grande e lui stava in soggiorno per vedere in tv i programmi che gli interessavano mentre io in camera guardavo l’ipad. Un giorno, per caso o no, entrai in un programma erotico da lì fu un crescendo. Scoprii i racconti erotici su diversi siti internet; iniziai a vedere filmini porno vedendo peni di dimensioni incredibili e scopate di tutti i tipi. Mi chiedevo quanto fosse vero di quel mondo, ma che comunque serviva per aiutarmi nell’eccitarmi.
E qui comincia l’ultima parte del mio racconto, la più “pesante”. Storia che racconto perché dopo averne lette a centinaia di single, coppie, bull, lesbiche etc dove donne e uomini sono sempre belle/i e giovani e raccontano le loro fantastiche avventure ho deciso di scrivere la mia, più terra a terra e con poco fantasia, ma reale e forse comune a tante/i come me/noi
Il racconto è di una moglie, mamma e nonna, non più giovane, non più ,sempre che mai lo fossi stata, bella. Una donna che ai tempi stava compiendo 62 anni ,con un marito che la ama e la ricopre di attenzione ed amore, e con la voglia di fare ancora sesso.
Vi ho detto che avevo tre stretti collaboratori. Uno di loro si chiama Piero; è venuto a lavorare con me tanti anni fa e si è dimostrato una valida lavorativa scelta.
Negli anni il nostro rapporto divenne quasi simile ad un’amicizia e visto il tempo che trascorrevamo insieme sapevamo molto di noi. Lui era stato sposato e poi aveva divorziato ed ha un figlio che doveva sposarsi a breve che vive nella stessa città dove vive la moglie; ha un buon rapporto con l’ex che si è risposata e con il figlio.
Ha cinque anni meno di me e non gli manca nulla.
Bel fisico e viso, elegante, arguto, ironico e riservato. Non mi raccontava molto della sua vita privata, ma indirettamente sapevo che aveva molti “rapporti sociali”.
Mi piaceva, ma non avevo mai pensato a lui per qualcosa di più; a dire il vero non avevo mai pensato a nessun altro oltre che a mio marito ed avevo rimandato al mittente tutti coloro che in un modo garbato o meno ci avevano provato.
Ma in quel periodo non so perché cominciai a notarlo e mi accorsi delle innumerevoli attenzioni che mi dedicava senza che io me ne fossi, sino ad allora , resa conto. Riflettei e pensai a lui e agli anni passati “insieme”, alla sua disponibilità per tutto in ogni momento della giornata. Sempre gentile e pronto ad ascoltare le mie opinioni su tutto senza mai contraddirmi anzi stimolando il mio pensiero; quanto volte avevo il suo sguardo ammirato sul mio corpo facendo finta di nulla? E quei mazzetti di margherite che mi portava in ufficio sapendo quanto mi piacessero? Senza dimenticare quei bomboloni alla crema che facevano solo in quel panettiere vicino casa sua ed altro ancora da scrivere per minuti e minuti.
In quei tempi ero frastornata, un po' confusa; capivo che il sesso mi mancasse tremendamente e, mi vergogno di ammetterlo, spesso sognavo che stessi scopando e che godevo. Mi masturbavo sempre più spesso.
Tempo addietro Piero mi aveva invitato un paio di volte per un aperitivo sapendo che quella sera non sarei tornata a casa con mio marito essendo lui via per lavoro.
Avevo sempre declinato l’invito perché mi sembrava di fare un torto ad Antonio ma un giorno fui io spontaneamente a dirgli che quella sera visto che Antonio non c’era potevamo farci un aperitivo e lui stupito dalla mia proposta disse si.
Fu “ un aperitivo ”piacevole, divertente ed interessante. Gli aperitivi si replicarono ogni qualvolta Antonio non fosse in azienda. Agli occhi degli altri sembravamo una simpatica coppia che ogni tanto si permetteva un aperitivo serale prima di andare a casa. Una sera dopo un abbondante aperitivo decidemmo di andare al cinema per un film che interessava entrambi , a mio marito che era in trasferta dissi la prima bugia dopo tantissimi anni , gli dissi che sarei andata al cinema con Laura, un’amica. Andai al cinema e vidi proprio il film che avevo detto ma non andai con un amica ma con Piero. Dentro me sapevo che sarebbe successo qualcosa che sarebbe andato al di là della visione del film.
In quel cinema seduti a contatto fianco a fianco fu questione di minuti che le nostre mani si toccassero per poi stringersi . Non si fece di più ma restammo mano nella mano per tutta la durata del film. Durante l’intervallo si accesero le luci ,lasciammo le mani e ci fu uno sguardo imbarazzato tra noi. Parlammo di quello che avevamo visto a quel momento. Non appena si spensero le luci le nostre mani si ripresero per il resto del film.
Passò quasi un altro mese da quel giorno ed altri aperitivi presi in posti più lontani da dove abitualmente andavamo dove difficilmente colleghi ed amici avrebbero potuto vederci e tante altre “strette” di mani.
I colleghi sapevano che in assenza di mio marito mi accompagnava lui a casa e andavamo insieme nel garage aziendale e poi ci allontanavamo per il nostro aperitivo; dopo per velocizzare il mio rientro mi portava alla metropolitana che mi avrebbe condotto a casa.
Una sera, quella sera, mi disse: se non ci sono problemi ti accompagno a casa; dissi che non c’erano problemi, Antonio tornava il giorno dopo.
Nel tornare si fermò parcheggiando in una stradina laterale. Il cuore mi batteva come un tamburo. Sapevo come stava per accadere e lo volevo, ma anche ne ero spaventata per le possibili conseguenze.
Fu il nostro primo lungo bacio. Poi in silenzio mi portò vicino casa.
Arrivata a casa avevo la testa in subbuglio per quanto avvenuto. Lo volevo? Non dovevo?
Il caso decise per me. Due giorni dopo Antonio dovette assentarsi per un’altra notte.
Quella sera dopo l’aperitivo mi disse: vuoi vedere casa mia? Sapevo cosa avrebbe comportato ma il si mi uscì spontaneo. Durante il tragitto per casa sua una sua mano sfiorò la mia ed ebbi brividi e una sensazione di calore tra le gambe. Ero pronta.
Mi sentivo come fosse la prima volta, le stesse emozioni.
Quasi non mi accorsi del percorso fatto e del tempo trascorso per arrivare a casa sua.
So che apri la porta dell’appartamento, entrammo e la mia bocca rispondeva al suo bacio e la mia lingua era con la sua. Le sue braccia mi stringevano a se.
Avevo le scalmane al basso ventre, sapevo che a breve avrei fatto l’amore e che quanto agognavo da tempo sarebbe entrato in me.
Mi trovai in breve senza camicetta e giacchino e con la gonna caduta a terra. Le sue mani vagavano vogliose sul mio corpo. La sua bocca sapeva di tabacco e sentivo il suo alito riempirmi, ma anche le mie mani si muovevano e gli slacciarono i pantaloni, alla camicia e giacca aveva provveduto lui
Mentre la sua mano era tra le mie cosce e strusciava sotto la mutandina facendomi fremere ,la mia si era infilata nei suoi slip e potei toccare per la prima volta il suo pene. Era per fortuna già eccitato, lo impugnai e lo strinsi e lo segai per quanto la vicinanza tra i nostri corpi lo permettesse. Lo sentivo duro e caldo nella mia mano.
Si staccò da me e mi condusse in quella che era la camera da letto, mi ci fece sedere e poi fu sesso intenso.
Prima ero preoccupata di quel momento, era tanto che non lo facevo. Come avrebbe reagito il mio corpo? La mia vagina?
Fu tutto naturale era troppo che ci pensavo e il mio corpo era pronto così come la mia vagina che era bagnata e sentivo bruciante.
In un attimo si tolse le poche cose che ancora indossava, aveva un bel tonico fisico ed anche il suo cazzo non era male, era all’altezza dei miei occhi.
Si inginocchiò vicino a me e mi spinse indietro sulla schiena.
Le sue mani allargarono le mie gambe, le sue dita e la bocca si occuparono della mia passera. Sentivo la sua lingua insinuarsi e leccarmi la clitoride. Le sue dita scavavano.
Fu il mio primo orgasmo con lui.
Non si interruppe continuò ad omaggiare la mia femminilità fino a che non lo presi per la testa facendolo scivolare su me. Desideravo altro di più profondo.
Mi guardava negli occhi mentre si tendeva e il suo cazzo puntava la mia passera. Mi sentivo la figa bagnata che stava aspettando con ansia quel momento , ma mi usci: fai piano, è tanto che non lo faccio
Si fermò un attimo a guardarmi con uno sguardo che dava serenità.
Le mie gambe erano larghe, alzai il pube invitandolo . Fece un primo approccio ma la punta del suo pene urto a fianco della passera, istintivamente allungai una mano lo presi e lo puntai nella giusta posizione, lo sentii premere ed entrare. Che piacere sentirlo penetrare. Non mi ero dimenticata nulla, alzai le gambe avvinghiandomi alla sua schiena e lo sentii arrivare in fondo.
Si fermò. Mi occupava l’intera vagina
Mi chiese: tutto bene? Non attese il mio si.
Mi scopò come aspettavo facesse ed io memore di un lontano passato portai le dita alla clitoride aumentando il mio piacere
Era bellissimo, tanto da non ricordare se mai fosse stato così bello. Godetti una prima volta e pochi minuti dopo ancora.
Dopo un tempo che mi parve lunghissimo in cui avevo continuato a provare piacere mi chiese: posso venirti dentro. Dissi di si,
Mi baciava mentre lo sentii venire e riempirmi del suo seme.
Poi si sdraiò al mio fianco e ricominciammo a baciarci.
Dopo mi chiese: Antonio torna domani?
Risposi: si
Chiese: vuoi dormire qui?
Era una tentazione passare la notte intera con lui; avremmo fatto ancora l’amore; ma non me lo sentivo, mi sentivo sempre moglie di Antonio e gli dissi che preferivo rientrare a casa.
Non insistette, forse, quasi per compensarlo presi il suo pene molle impregnato dei nostri umori in bocca. Gli feci un bel pompino dedicandogli tutto il mio impegno e quanto avevo imparato tanti anni prima . Lo leccai e succhiai , lo manipolai, sino a che non ebbe ripreso le dimensioni da “battaglia”.
Adesso che l’avevo visto e” lavorato” da vicino potevo dire che per le mie statistiche era nelle taglie grandi.
Mi fece mettere prona sul letto, in quella posizione che avevo quasi dimenticato. Mi penetrò lentamente e lo sentii introdursi sino in fondo . Quando iniziò a muoversi non pensai più a nulla , il piacere ottenebrava la mia mente e quando da dietro con le mani mi prese i seni mi sentii completamente sua e venni . Eravamo un unico corpo. Non riuscii a venirne un'altra volta, anche se c’erano i presupposti, perché lui con pochi ultimi passaggi in me mi riempì,
A casa ripensai a quei momenti e nelle mie “perverse” fantasie pensai che se fossi stata più giovane sarebbe potuto essere quello il momento di sublime fusione in cui sarei potuta rimanere pregna.
Quell’incontro dedicato al sesso fu come me l’ero immaginato e sperato, quella notte a casa mia dormii di un sonno sereno e profondo
Da quella sera fummo amanti ed in ogni possibile occasione facemmo quello che fanno gli amanti: scopammo; sempre a casa sua solo una volta a casa mia.
Non gli negai nulla del mio corpo e mi servì anche la conoscenza acquisita dai video visti e dalle letture fatte, cose che comunque non gli dissi mai.
Divenni una pompinara ancora più capace e mi faceva piacere sia bere il suo seme che sentirlo sul mio viso e sulle mie tette. Purtroppo, anzi per fortuna alla mia età non potevo restare incinta e mi piaceva sentirlo venire dentro di me.
Coi miei seni cresciuti per le maternità godevo e godeva nel provare le mie spagnole e concludeva venendo spesso sul mio viso o in bocca. Con mio marito la spagnola veniva solo accennata con lui divenne un atto completo. Amava metterlo tra i miei seni ed io li stringevo intorno al suo cazzo. Poi lui lo faceva scivolare in giù e sù e la mia lingua lo attendeva per leccarlo e suggerlo. Mi è sempre piaciuto succhiare il cazzo e quando lo sentivo prossimo all'eiaculazione lo tenevo stretto tra le labbra attendendo che la mia bocca si riempisse dello sperma che poi ingoiavo. Solo quando avevo " bevuto" tutto lo lasciavo andare privo della sua durezza..
Facevamo lunghissimi 69 e lui era un amante del cunnilingus, amava leccarmela per un tempo che mi pareva infinito facendomi venire più volte. Provai persino l’ebbrezza dello squirtare. Io amavo la fellatio e dedicavo lungo tempo al suo organo perché non era solo un suo piacere , ma anche il mio. Avevo trovato l’amante e volendo anche l’uomo giusto. Non si esauriva mai era capace di venire anche tre volte nel giro di un paio d’ore e aveva sempre seme a sufficienza per me.
In ufficio su mia precisa richiesta , chiedendogli grandissima attenzione, eravamo però inappuntabili, mai un brusio fu su noi rivolto
A casa mi comportavo come al solito: la dolce ed apprensiva moglie e madre e tra me e Antonio le carezze non mancavano mai.
Erano coccole quelle che ci scambiavamo sul divano davanti la tv che nessuno di noi guardava dedicandosi solo l’una all’altro.
In linea con quanto ho letto in numerosi racconti quanto mi sarebbe piaciuto in quelle occasioni portargli fuori dal pantalone quel pene che tante volte mi aveva soddisfatto e fatto procreare i nostri figli .
Glielo avrei carezzato come piace a me e a lui; magari gli avrei fatto anche un pompino massaggiandogli le palle che so che a lui piace molto
E mentre mi dedicavo al suo uccello chiedergli: quanto mi ami? E lui mi avrebbe detto : tanto da morire che più non si può. Poi mentre si stava perdendo nel piacere fermare la mia mano facendogli dire con gli occhi: perché ti fermi?
E allora continuerei a segarlo dolcemente . Lo segherei pensando al cazzo di Piero nella mia fighetta a come mi ha fatto godere e squirtare e a come per l’ennesima volta si è preso il mio culetto
Intanto gli direi: ti piace quello che ti faccio amore? Direbbe sempre si
E quando sentirei il suo cazzo ingrossarsi pronto a eiaculare mi fermerei e gli direi: so che vuoi venire, ma devo dirti una cosa.
Lui mi guarderebbe curioso ed apprensivo.
Gli direi: ti devo fare una confessione . Lui rimarrebbe in silenzioso in attesa della mia continuazione
Gli direi : ieri sera mentre tu eri nella tua camera da letto in hotel io ero nella camera di nostro figlio, sul suo letto. Avrei letto nei suoi occhi il timore di quello che stavo per dirgli e dopo una pausa da suspence avrei continuato dicendogli: mi stavo masturbando.
Come avrei potuto dirgli che stavo scopando con Piero e che il suo pene per l’ennesima volta mi stava violando il culo?
Quale piacere sarebbe comunque stato vederlo prima aggrottato e poi rilassato nel timore di sentirsi dire che l’avevo tradito, che ero con il mio amante e stavamo scopando?
E dopo quella mia falsa confessione, con veloci colpi di mano aiutandomi con la lingua, farlo venire in bocca bevendo il poco sperma che ormai riesce a produrre.
Lui poi mi bacerebbe dolcemente e mi sussurrerebbe ti amo, facendomi sciogliere come sempre. Purtroppo non posso ne dire ne fare nulla di questo.
Come vorrei dirgli che sono veramente una troia, ma non posso. Solo fantasie nella mia mente.
E’ vero che con Piero scopammo una sera a casa mia in coincidenza con una trasferta di Antonio, ma non ebbi il coraggio di farlo sul nostro letto matrimoniale. Lo portai in camera del grande che aveva il letto alla francese, fummo comodi anche li.
Quella sera comunque non lo feci dormire da me, non me la sentivo che dormisse sotto il tetto della mia famiglia anche se sapevo che mio marito sarebbe rientrato di sicuro la sera successiva.
Queste mie “attenzioni” nei confronti di mio marito non impedirono a Piero di sverginare, alla mia tenera età di 63 anni, il mio culo. Non era più un culetto, ma ancora un bel culo.
Mi aveva detto più volte che gli piaceva al mio culo e che gli sarebbe piaciuto essere il primo. Gli avevo detto che ero vergine ed alle sue non celate richieste avevo sempre nicchiato.
Quel tardo pomeriggio eravamo a casa sua e sapevo che Antonio era ad una cena di lavoro. Gli avevo detto che sarei rientrata più tardi del solito che mi fermavo con un aperitivo con una amica che lui conosce solo di nome.
In realtà già dalle cinque ero nel letto di Piero e grazie al suo cazzo ed impegno avevo già goduto due volte mentre lui era ancora carico. Eccitata come ero non mi preoccupai quando mi fece mettere prona e mi penetrò in figa. Come faceva già da tempo non mi stupii quando sentii un suo dito forzare solamente l’ano ed inserirsi. Avevo scoperto che quella pratica contemporanea alla chiavata aumentava il mio piacere e quindi rilassavo il culo per accogliere quel dito.
Piero doveva aver pensato a quel momento perché il dito entrò più facilmente del solito e compresi solo dopo un pò che le dita fossero due. Mi sentivo più aperta e glielo dissi. Mi disse che le dita erano davvero due e poi: senti male? Dissi di no ,ero stupita, ma il piacere è piacere e non mi preoccupai della cosa. Mi confesso più tardi che aveva usato un gel lubrificante per favorirne l’introduzione.
Mi preoccupai solo quando levò il cazzo dalla fica e lo sentii appoggiarsi sull’ano . Alzai la voce :non voglio, non l’ho mai fatto e mi ha fatto male quando ci hanno provato. Non farlo.
Mi disse: lasciami provare, ti prometto che se senti male mi levo subito.
In fondo potevo fargli fare un tentativo pronta a fermarlo al primo accenno di dolore.
Gli dissi: puoi provare, ma se dico basta ti togli.
Lui : promesso. Si dedicò solo al mio culo e sentivo le sue dita scivolare e muoversi in me e devo dire che non provavo dolore solo un leggerissimo fastidio.
Guardandolo con la coda dell’occhio vedevo come recuperava da un barattolo una sostanza trasparente e poi si dedicasse al mio ano.
Dopo un po' mi disse: adesso provo, per favore aspetta un attimo prima di dire basta.
Sentii una leggera pressione del suo cazzo che si fermò dove l’ano si stringeva, dopo un pò riprese a spingere. Sentii come un flop, non so se vero o mentale , il glande aveva superato la strettoia. Sentii più un male mentale che fisico. Stette fermo, sentivo il mio ano pulsare intorno al suo uccello. Trattenevo il respiro aspettando un forte dolore che non arrivava.
Mi chiese : ti fa male? Posso continuare?
Dissi con voce strozzata: continua.
Lo sentii farsi strada ; sentii quel dolore che mi aspettavo, ma non fu terribile e il suo cazzo era dentro di me.
Si fermò ai miei gemiti di dolore.
Disse : ferma, rilassati, sto fermo, adesso passa. Effettivamente al suo stare fermo il mio canale si abituò all’ingombrante presenza. Quando mi vide più tranquilla ,se di tranquillità si può parlare, cominciò a scoparmi il culo, dapprima lentamente poi sempre più velocemente . Continuavo a sentire un pò di dolore, ma era sopportabile e comunque il suo cazzo era tutto dentro .
Il colpo di fortuna fu che mise una mano sotto, sulla passera ; sarà stato il piacere mentale di quella profanazione subita o le sue dita che accadde il miracolo. Non sentii più dolore, ma solo il suo cazzo che andava avanti ed indietro nel mio culo. Purtroppo come quando persi la prima verginità con Nicola neanche stavolta godetti ,si scaricò prima lui nel mio intestino , ma le volte dopo mi rifeci con gli interessi.
Dopo mi prese tra le braccia e con dolcezza mi chiese: hai sentito molto male?
Risposi: poco, sei stato bravo
Era riuscito dove molti avevano fallito, il mio culo era suo ed insieme per molte volte godemmo di questa opportunità
La nostra storia andò avanti quasi due anni. In casa tutto andava bene, per me ancora meglio.
Fuori andava molto bene; anche se Piero ed io scopavamo solo poche volte al mese era per me più che soddisfacente. La figa era sazia ; il mio culetto, meglio dire culo, considerava il cazzo di Piero come un frequentatore abituale e godevo tanto di culo quanto di figa.
La mia femminilità viaggiava a gonfie vele ; dentro era tornato ad essere come una signorina vogliosa del sesso e dei suoi piaceri. Curavo ancor più, se possibile, il mio abbigliamento. Il miglioramento esterno serviva per piacere a tutti; quanti sguardi di cupidigia notai da maschi allupati. Migliorai anche il mio abbigliamento intimo, questo solo per il piacere mio e di Piero. Indossavo l’intimo che avevo visto solo nei video erotici.
Mio marito non seppe mai che in quel periodo usavo anche autoreggenti e reggicalze che mai avevo voluto indossare.
Il mio corpo trasudava voglia di godere e godevo anche di quelle piccoli cose e poi quando nei nostri incontri Piero mi vedeva così agghindata mi copriva di complimenti che mi faceva sentire anche con il suo duro uccello
Andava tutto bene sino a a quando Piero, dopo un ennesimo godurioso amplesso dove toccai l’apice del piacere più volte, mentre calda e soddisfatta come una gattina in amore mi strofinavo su lui mi disse : lascia tuo marito e vieni a vivere con me.
Fu come una doccia gelata. Mi alzai immediatamente da quel letto che ci aveva visto far l’amore come degli innamorati. Mi chiese: cosa fai?
Io non gli risposi e mi rivestii in un attimo e staccandomi dalle mani di lui che volevano trattenermi, con le lacrime che mi scorrevano lungo il viso scesi per strada presi un taxi al volo e tornai a casa, alla mia casa.
Mi aveva sconvolto con quella richiesta. Sapevo che sarebbe potuto succedere, ma speravo che ciò non avvenisse.
Nelle mie riflessioni avevo già pensato con angoscia a quel momento, sperando che non si verificasse.
Sapevo che sarebbe potuto essere bello vivere con Piero. E’ più giovane di me e di Antonio, è “vivo”, è un bell’uomo e farebbe di tutto per me, è innamorato di me, mi fa divertire in tutti i sensi; con lui sesso e godimento assicurato per i prossimi anni, ma avrei dovuto rinunciare ad Antonio, all’uomo che mi ha reso regina del suo cuore, della nostra casa, al padre dei nostri figli. Avrei dovuto abiurare i miei valori, la mia storica famiglia e quale messaggio avrei trasmesso ai miei figli e ai miei nipoti? E poi non ultimo, anzi al primo posto, avrei fatto a pezzi la persona che amo di più: mio marito
Il giorno dopo , il mattino stesso, andai con Piero al bar vicino l’azienda, ufficialmente per un caffè in realtà per parlargli di noi. Mi guardava con occhi imploranti da cucciolo, presagiva quello che gli avrei detto. Purtroppo con quella richiesta aveva rovinato il nostro rapporto.
Dovevo essere onesta con lui , gli dissi che non avrei mai lasciato Antonio e non solo per la famiglia , ma soprattutto perché Antonio è un pezzo imprescindibile del mio cuore.
Lui, Piero, era solo un “momento”; un “momento” bello e amato che avrei tenuto tra i miei ricordi più belli, ma che come cominciato doveva finire.
Fu per lui una batosta, ma si comportò , come mi aspettavo, da signore. Mi disse: spero tu possa cambiare idea, ti aspetto.
Non cambiai idea, non vi era alcun motivo per cambiarla.
Il disagio che si era verificato tra noi purtroppo non poteva cancellarsi in fretta e anche i nostri rapporti lavorativi si raffreddarono; per fortuna la cosa durò poco.
Già qualche anno prima Antonio ed io avevamo pianificato il nostro abbandono alla vita lavorativa e tre mesi dopo insieme, come le tante altre cose che avevamo fatto insieme e faremo , andammo in pensione e non ho più visto o sentito Piero.
Per mio marito, finalmente, hanno trovato la cura giusta e con il giusto farmaco per la prostata e aiutato dal Cialis daily il pene ha trovato la normale configurazione ed anche la sua erezione funziona. Lui dice che “tutto” funziona bene ,ma forse per la radicata abitudine siamo rimasti amici. Io ogni tanto, raramente, mi masturbo e forse anche lui, ma non sento più il bisogno del pene di un uomo.
Spero di non avervi tediato
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