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IL MILITARE E LA SMUTANDATA


di melanzo
26.05.2013    |    15.387    |    0 9.9
"All'altezza del pube la situazione era esplosiva: stando a quattro zampe sul letto aveva la via libera alla mia fighetta, sempre più sconquassata dalla rabbia..."
Chi di spada ferisce, di spada perisce. Anche se nel mio caso sarebbe più corretto dire: "chi di smutandata ferisce, di smutandata perisce".
Il mio ragazzo amava molto portarmi in giro o farmi stare tra la gente senza mutandine. Ma stavolta ha pagato il suo essere trasgressivo con un paio di corna,
avvenute proprio a due passi da lui, e per questo ancor più eccitanti.
Era il mese di Agosto e avevo organizzato una cena a casa mia con la nostra comitiva di amici. Tramite internet, il mio ragazzo mi chiese di indossare una
gonna o un abitino senza mutandine. L'avevamo già fatto in passato, sia a casa mia che di amici. Con gli ospiti ancora presenti, io avevo in genere il compito
di trovare una scusa - era questo quello che mi chiedeva il mio partner- per attrarre la mia dolce metà dentro casa (essendo estate cenavamo in terrazza) o in un luogo più riparato dove poterci concedere
una sveltina senza essere visti.
Lui mi seguiva, e dopo aver verificato che sotto al vestito non avevo nulla, mi scopava per pochi minuti, perchè più di una sveltina non potevamo permetterci in
quelle condizioni ma anche per il grande stato di eccitazione del mio ragazzo. A lui piaceva da morire.
Anche in quella sera di Agosto avremmo dovuto fare una cosa del genere, ma qualcosa andò storto nei nostri piani. Mio fratello portò a casa un amico, un militare conosciuto da poco.
Era un uomo sopra i 40 anni, viveva un momento di crisi perchè il suo matrimonio non andava più tanto bene, e lui si era ritrovato fuori dalla casa e con pochissimi
amici.
Dopo le presentazioni, mio fratello a quattro occhi mi chiese se poteva restare con noi a cena.
"Ma certo! Uno in più o uno in meno non cambia nulla - risposi - Speriamo solo che non si annoi tra noi ventenni!"
Iniziammo a chiacchierare. Era simpatico e alla mano, anche se per certi profili un pò pieno di sè e del suo lavoro in divisa.
Gradualmente arrivarono gli invitati. Ad accoglierli c'ero io, in gonna bianca, tacco alto e canotta nera. Truccata e preparata, con la mia quarta di seno in bella
vista, facevo un figurone. E non mi dispiaceva affatto, amavo essere la regina delle serate, la più desiderata.
Ci sedemmo a tavola. Il mio ragazzo si posizionò di fronte, come amava fare, perchè così aveva la possibilità ogni tanto di sbirciare sotto al tavolo, alcune volte
non disdegnava di provocarmi con il piede.
Poco dopo la metà della serata, mentre pensavo a cosa inventarmi per attirare il mio lui in casa, avvenne l'episodio che sconvolse tutto.
Una mia amica mi chiese in prestito un maglioncino perchè infreddolita. Mi alzai dalla tavola per andarlo a prendere, anche il militare si alzò e si mosse per segurmi
"Puoi indicarmi perpiacere il bagno?" Mi chiese
"Certo! Seguimi!" Risposi
Il bagno è, guarda un pò le combinazioni, la stanza accanto la mia camera da letto, dove avrei dovuto prendere il maglioncino.
Gli indicai la toilette, lui entrò ringraziandomi. Io mi diressi nella stanza successiva, la mia cameretta.
Iniziai a cercare una maglia della taglia della mia amica, ma rimasi sola molto poco.
Il militare entrò nella stanza, venendomi il più vicino possibile. Mi guardò fisso negli occhi e mi disse:
"Sara, è finita la cartaigienica in bagno"
"Oh davvero? Eppure ero convinta di aver messo il nuovo rotolo proprio stamani. Mi sarò sbagliata. Che sbadata che sono!"
"Eh si, sei proprio molto sbadata. Il rotolo non è l'unica cosa che hai dimenticato oggi" esclamò e con un sorrisetto diabolico sul volto allungò rapidamente
la sua mano sotto alla mia gonna.
Mi ritrovai spalle al muro, a bocca aperta per lo stupore, e con la sua mano nel cuore del mio piacere.
Non sò se fu la rapidità con la quale si venne a creare questa situazione inattesa, la mia vergogna, oppure per il vino che avevo mandato giù nel corso della
serata, ma rimasi immobile senza riuscire ad abbozzare un minimo di reazione che pur avrei voluto e dovuto avere. Riuscì a balbettare a malapena un:
"è una richiesta del mio ragazzo, non pensare male"
Lui lesse la mia esitazione e ne approfittò per tirarlo fuori. Io, masturbata divinamente dalla mano che aveva inserito sotto la mia gonna, decisi
di allungare anche io la mia, ma non per schiaffeggiarlo, come avrei dovuto, ma in preda agli eventi portai la mia mano sul suo arnese e iniziai anche io a masturbarlo.
Dopo poco mi ritrovai sul mio letto a novanta gradi con lui dietro di me pronto a penetrarmi. Strusciò il suo membro sulle labbra della mia vagina, prima di
infilarmelo tutto dentro in un sol colpo. Mi iniziò a scopare con la rabbia e la ferocia di chi sa di avere pochi minuti a disposizione. In preda agli eventi
iniziai a gemere, al punto tale che il militare fu costretto a portare la sua mano sulla mia bocca per evitare che mi sentissero gli altri.
Si calò su di me e, continuando il movimento di bacino, avvicinò le sue labbra al mio orecchio:
"Quell'imbecille del tuo ragazzo non ha capito che per una come te ci vorrebbero due cinture di castità perchè una non basterebbe.
Il fesso invece ti fa stare con la fighetta al vento pronta per essere castigata!"
Quello che stava accadendo aveva dell'incredibile: Mi stavo facendo scopare sul letto di casa mia, a pochi passi dalla persiana (chiusa mentre il vetro era aperto)
che mi separava dal giardino dove era il mio ragazzo e gli altri invitati della serata. Tra me e gli altri invitati ci saranno stati circa dodici metri, non di più.
La persiana chiusa del balcone ci rendeva invisibili a loro, ma la vicinanza rendeva tutto ancor più emozionante.
Lui mi tirò fuori i seni dalla canotta e li palpò con vigoria, poi, mentre mi pompava sempre da dietro, ordinò i miei capelli in una coda che iniziò a tirare con una mano.
I suoi colpi erano sempre più violenti e ben assestati, mi sentivo piena.
"La divisa fa sempre effetto sulle troiette". Mi disse nell'orecchio con un ghigno beffardo.
Ero totalmente in suo possesso: in una mano aveva la coda dei miei capelli, con la quale controllava, domava, la mia testa; con l'altra giocava con i miei seni.
All'altezza del pube la situazione era esplosiva: stando a quattro zampe sul letto aveva la via libera alla mia fighetta, sempre più sconquassata dalla rabbia con la quale
mi scopava. E che goduria mi stava regalando. Saranno stati pochi minuti, ma per eccitazione e cattiveria nella scopata, li ricorderò a lungo.
Si chinò ancora una volta su di me, avvicinando, senza interrompere la penetrazione, la sua bocca al mio orecchio per l'ultimo messaggio della serata:
"Visto che a quel fesso del tuo ragazzo piacciono i giochetti perversi, adesso gliene facciamo uno noi due. Tra poco berrai la sborra di un uomo con le palle,
di uno in divisa. Poi, andrai fuori dal tuo ragazzo e lo bacerai con il sapore della mia cremina ancora in bocca. Mi raccomando il bacio deve essere lungo
e appassionato. Io resterò qui dietro le persiane a guardarti. Agli altri puoi dire che sono in bagno per un piccolo problema con la pancia."
Terminato il messaggio, mi pompò ancora per poco, poi mi tirò per la coda dei capelli, provocandomi anche un fastidio, e mi costrinse ad inginocchiarmi.
Mi fece spalancare le labbra e mi scopò la bocca, fin quando non eiaculò. Quanta ne fece, sei, sette schizzi continui, probabilmente figli della grande eccitazione
del momento.
Da amante dell'ingoio, bevvi senza alcun problema. Gli pulì per bene il membro, prima di ricompormi. Presi il pullover richiesto dalla mia amica, e cercando
di ostentare quanta più sicurezza possibile, mi diressi di nuovo in terrazza, raggiungendo gli altri.
Consegnai la maglia, abbracciai da dietro il mio ex, e lo baciai con il massimo trasporto possibile.
"Ehi, quanto entusiasmo, ma da quanto non ci vedevamo!" - Esclamò il mio boyfriend, non accorgendosi fortunatamente che la bocca della sua donna aveva,
pochi minuti prima, ospitato il membro di un altro uomo e bevuto il suo copioso seme.
Tornai al mio posto, cercando di riordinare le idee e ritrovare la calma. Dopo poco apparve il militare, raccontando di difficoltà digestive.
In preda alla confusione, e con la fighetta sfondata, rimasi al mio posto, senza più assecondare l'iniziale richiesta del mio ragazzo.
La serata trascorse senza alcun problema e nessuno si accorse di nulla. Quando tutti andarono via, il mio fidanzato mi chiese del perchè non lo avessi
attirato da qualche parte per fare l'amore insieme, come concordato e come accaduto le altre volte.
Inventai la scusa di un pò di mal di testa, di qualche giramento, prontamente, però, passato.
Mi scusai con il mio ragazzo e gli saltai praticamente addosso, per recuperare il tempo perso. Quella notte scopai con particolare foga e voglia.
Mi bagnavo al solo pensare che il mio fidanzato era arrivato secondo e si era fatto sfondare la sua donna a pochi passi da lui.
Lo condussi nella stanza dove avevo scopato con il militare e volli fare l'amore proprio sullo
stesso letto, ripetendo, tra le altre, anche la posizione a 90 gradi.
Mi eccitava particolarmente l'idea di scoparmelo dove ero già stata domata da un altro, e per di più con una scopata nata proprio per una depravazione del mio fidanzato.
E mentre lui penetrava la mia figa già rotta, gli avrei urlato con tutta me stessa:
"Cornuto, e quanto ti è costata questa smutandata!"

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