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Claudio e Mia. Capitolo n. 3


di Membro VIP di Annunci69.it Syd
02.05.2024    |    513    |    1 9.5
"Entriamo in bagno, e nel tepore umido della doccia appena fatta gli dico: “spogliati..."
Claudio e Mia. Capitolo n. 3. L’epilogo dell’evoluzione sessuale di Mia.

Questo racconto, epilogo di una storia non ancora narrata, al quale, tempo e impegni permettendo, spero quindi possano seguire i capitoli nn. 1 e 2, trae origine da una commistione fatta di ricordi di occasioni realmente vissute in prima persona, fantasie ed esperienze avute in coppia e da singolo con altre coppie. Per ragioni narrative, e per il vostro piacere di sognatori perversi, ometterò di dirvi quale sia il confine tra fantasia e realtà, così come non starò qui a dirvi come io, Claudio, 44 anni, e Mia, 38 anni, la mia compagna da una vita, ci siamo ritrovati in questo genere di situazioni. È successo semplicemente come succede a molti; vivevamo una vita assolutamente appagante, anche in termini sessuali, e non avevamo bisogno di nessuno se non di noi stessi. Eppure, un bel giorno, abbiamo iniziato a navigare in queste acque. Magari mi riuscirà veramente di raccontarvi in altri capitoli come tutte ebbe inizio, durante una visita inaspettata in un club della Capitale, in una serata nella quale non avrebbe dovuto succedere nulla, e invece successe di tutto e di più.

Marco era senza dubbio un bel ragazzo, discreto e nostro coetaneo. All’epoca dei fatti ai quali mi riferisco, non molto remoti, lo conoscevamo da circa un anno. Insieme a lui abbiamo vissuto momenti carichi di erotismo e passione, in perfetta sintonia, durante i quali abbiamo portato, insieme, Mia verso piaceri indimenticabili, fatti di orgasmi incontenibili, dalla vera protagonista della storia provati mentre riceveva i nostri membri duri in ogni buco. Pomeriggi e serate fatte di penetrazioni fino all’ultima forza rimasta. Capitava spesso che Marco ci lasciasse senza troppe parole, nel perfetto stile che lo contraddistingueva, noi ancora distesi sul letto, sulle lenzuola intrise degli umori di Mia e dello sperma mio e di Marco.

Né a me né a mia Mia era mai passata per la testa l’idea di tradirci, o di vivere esperienze sessuali separati l’uno dall’altro, ma quello che programmammo per quel sabato mattina andava ben oltre ciò che fino al quel momento avevamo sperimentato.
Quella mattina io sarei dovuto andare in ufficio a sistemare alcune cose, rimanendo fuori casa fino ad un orario indefinito, ma che si sarebbe sicuramente protratto sino all’ora di pranzo. Lei, invece, poteva godersi il letto senza dover mettere la sveglia. Ma quella mattina, la sveglia le sarebbe arrivata in modo diverso dal solito, all’apice della sua evoluzione sessuale.

D'ora in poi, per il piacere mio e vostro, vi dirò di quei momenti usando solo il presente, come ad accarezzarne di nuovo il fascino e la grande eccitazione che ci hanno dato:

Mi alzo dal letto alle 06:45, facendo ben attenzione a non svegliarla, anche se, conscia della mattinata erotica che la aspetta, immagino sia già sveglia. Non accenna a reazioni quando la lascio sola nel letto, calda e completamente nuda, con le sue forme armoniose e perfette che modellano il lenzuolo leggero, in questa mattina di inizio estate. Ad ogni modo, sono certo del fatto che sia rimasta in quel torpore che tutti proviamo al risveglio. Sono certo anche del fatto che stanotte ha dormito bene, a differenza mia, che sono solito farmi prendere da questo tipo di emozioni più di lei.
Faccio una doccia veloce, mi preparo per uscire senza fare colazione, e alle 07:30 sono già pronto. Puntuale, mi arriva un messaggio da Marco, che mi avverte di essere arrivato sotto casa. Gli dico di salire e che troverà il cancello della nostra discreta villetta aperto, così come la porta di casa.
Ci salutiamo velocemente come abbiamo sempre fatto. “Come stai?”, mi chiede sottovoce, “bene bene”, rispondo. “Dai, entra che devo scappare a lavoro. Non ti faccio il caffè perché so che te lo farà qualcun altro a breve”, gli dico sorridendo, “vieni in bagno con me che devi farmi un favore”, aggiungo. Mi guarda incuriosito. Entriamo in bagno, e nel tepore umido della doccia appena fatta gli dico: “spogliati. Voglio vederti entrare in camera da letto completamente nudo. Credo che Mia sia sveglia, anche se poco cosciente”.
Senza obiettare Marco si spoglia, dandomi modo di vedere di nuovo il suo bel fisico depilato, e il suo splendido cazzo già in tiro per l’eccitazione. Lo accompagno in camera da letto, aprendo piano la porta per non far rumore, lo faccio entrare e lo saluto con un “ciao” appena accennato tra le labbra.
Usco di casa, mi infilo in macchina e scappo verso l’ufficio, ormai in ritardo, portandomi dietro un’erezione che non mi avrebbe lascerà per tutta la mattina.
A lavoro la concentrazione è decisamente scarsa, ma non me ne serve poi molta oggi, devo solo sbrigare alcune cose e poi tornare a casa, dove non ho perfettamente idea di cosa mi aspetta. “Dio”, penso intorno alle 09:00, “a quest’ora la avrà già riempita di sperma”.
Fortunatamente, il patto con Mia prevede che ogni orgasmo di Marco sarà documentato con un video, e i patti vanno rispettati, sempre.

Alle 09:30 il telefono mi avverte del fatto che un messaggio aspetta di essere aperto. Congedo con due parole la collega con la quale sto parlando al telefono fisso dell’ufficio. Prendo il cellulare, è Mia... Sento il cuore battere senza controllo, un peso sulla fronte e l’eccitazione che sale. Si tratta di un video di soli venti secondi, lo apro tremando, deve averlo fatto mettendosi il cellulare tra le cosce. È distesa su di un fianco, ansima di piacere, con la poca luce che filtra dalla finestra vedo la sua patatina bagnata, e il bel cazzo di marco che si muove dentro di lei. Sentto godere anche lui, per un attimo vedo il seno di Mia, piccolo e perfetto, e i suoi capelli scuri e lisci, finché entrambi non iniziano a respirare più forte, e capisco che Marco le sta riversando dentro tutto il suo piacere proprio in quel momento. “Buongiorno amore”, mi scrive lei subito dopo il video, che sicuramente sarà stato girato qualche minuto prima. Ora di certo avranno già finito di godere come porci. “Buongiorno amore”, le rispondo alzandomi dalla scrivania per andare in bagno. No, non per fare quello che pensate voi anime perverse, ma per sciacquarmi il viso sotto l’acqua fresca, nel vano tentativo di riprendermi. Prendo un caffè. Mi sento stordito, ma felice, con un’erezione incontenibile tra i pantaloni, tanto che penso veramente di masturbarmi, ma decido di evitare e tornare perfettamente carico dalla mia piccola troia.

Per un un’ora non accade più nulla. Il tempo passa lento tra l’emozione e l’erezione. Non posso fare a meno di pensare a tutte le cose che quei due possono stare combinando proprio adesso, a casa da soli. Inizio a lavorare di immaginazione con la testa, ma si sa, a volte la realtà supera anche la più fervida fantasia.
Alle 10:45 un nuovo messaggio, e l’ansia che sale. Un breve video fatto, come prima, con il cellulare di Mia, ma è decisamente Marco a filmare. Se ne sta seduto sul divano dove tante volte io e Mia abbiamo scopato, con le gambe aperte, nudo, Mia è in ginocchio su di un cuscino e gli sta succhiando piano l’uccello mentre fissa la videocamera, da brava cagnetta. Gli tiene una mano sull’asta, accompagnando i movimenti della bocca, l’altra su una coscia, all’altezza delle palle, che forse sfiora per dargli ancora più piacere, e io so bene che è solita farlo...
Marco le mette una mano sul viso, scostando delicatamente Mia, interrompendola, e le dice “basta così per ora, torniamo in camera che ho un regalino per te. Per una bella sborrata in bocca dovrai aspettare”. Fine del video. Fine della mia vita. No, respiro ancora, per quanto inebetito dalla situazione. Passano trenta minuti interminabili, ed ecco un nuovo messaggio che racchiude un nuovo video, stavolta un po’ più lungo degli altri, ma comunque breve, troppo breve, se mi permettete un parere. È sempre lui a filmare. Mia è distesa a pancia in giù sul letto, Marco le sta sopra, la vedo dalle natiche in su. Marco avvicina il telefono al corpo di lei per farmi vedere meglio. La sta scopando nel culo, lei grida come una puttana. Mi spiego meglio, le sta spaccando il culo con tutta la forza che ha, si sentono bene i colpi del pube di lui che sbattono sulle chiappe rosse di Mia. Immagino che deve anche averla schiaffeggiata per bene. Ad un tratto le afferra i capelli, costringendola a sollevare un po’ il viso all’indietro, la vedo, bellissima, sconvolta e sudata. Sentio lui dire “godi troia”, e lo ascolto attento venirle dentro con un grugnito da vero porco. Lei ha sicuramente una mano sotto, a toccarsi la patatina, come ogni volta che sono io a metterglielo nel culetto. Si contorce in un orgasmo evidentemente travolgente, e il video si interrompe.

Per un attimo penso di avere la febbre. Mi sento caldissimo, sudato. Mi tocco il cazzo duro sotto i pantaloni, e mi rendo conto di essere bagnato della sborra che mi sta colando negli slip. Torno in bagno a rinfrescarmi e a tentare di riprendermi. “Spero che sia sazio”, penso, “non che mi dispiaccia se dovessero continuare, ma un altro video non so se potrei reggerlo”. Anche se quella frase pronunciata da Marco nel precedente video, “per una bella sborrata in bocca dovrai aspettare”, non lascia presagire nulla di buono. O forse si?

12:10, il telefono squilla, altro video. Ormai sono fuori di testa per l’emozione. Stavolta è lei a tenere il telefono in mano. È sdraiata supina sul letto, sul nostro letto, ha le cosce aperte e riprende Marco che la sta scopando mentre le tiene le cosce e quei fantastici piedini in aria. Lui le toglie il telefono dalle mani, vedo la prospettiva cambiare, per un attimo riprende il suo cazzo che entra ed esce dalla patatina di lei, oscenamente aperta, poi tira fuori il cazzo lucido e duro, si mette sopra Mia, si masturba lentamente, ormai pronto a venire, “apri la bocca troia”, le ordina. Continua a menarsi il cazzo, lei gli sta leccando piano le palle, finché una serie interminabile di fiotti di sborra non la raggiungono in bocca. Un rivolo di sperma le cola sul lato sinistro del labbro inferiore. “Fai vedere troia”. Lei apre la bocca, che vedo piena di sborra biancastra, non so dove prenda tutto quel seme quel ragazzo. È la terza volta che viene, e di questo sono certo, perché Mia non avrebbe tradito il patto di rendermi partecipe di tutti gli orgasmi di Marco. “Ingoia puttana”, lo sento dire. Lei chiude la bocca e la vedo deglutire la sborra calda di un altro uomo.

Non ce la faccio veramente più per l’eccitazione, finisco di sistemare due cose in ufficio, spengo il p.c., saluto i pochi colleghi presenti e volo via verso casa.
Sono talmente e piacevolmente fuori di testa da non rendermi neanche conto del viaggio di ritorno e del momento in cui apro la porta. Li trovo in cucina, lui ancora nudo, in piedi, con il sedere poggiato sul piano della cucina, vicino ai fornelli, le mani dietro la schiena, con il cazzo finalmente a riposo, ma ancora bello e gonfio. Mia è seduta su una sedia, indossa solo le mutandine e una magliettina bianca strettissima, la sola cosa che le è rimasta stretta in questo momento, trasparente, dalla quale si intravedono i capezzoli duri. Mi salutano sorridendo come chi la sa lunga, sorrido anch’io e saluto lui con una stretta di mano. Mi giro, mi chino e la bacio. Sento in bocca e sulle sue labbra il chiaro odore di cazzo e di sperma ricevuti poco prima. “Ciao amore”, mi dice, “ciao amore mio”, le rispondo, “ti sei divertita?”, “mmm… si, è stato bellissimo, non vedo l’ora di raccontarti tutto nei dettagli. Ti sono piaciuti i video amore?”, “I migliori che abbia mai visto amore”, le dico soddisfatto.
Prendp un po’ del caffè preparato dai due amanti; nel frattempo Marco esce dal bagno, dove è andato a sistemarsi e a rivestirsi. Mi saluta, saluta anche lei, che si è alzata in piedi, con un bacio sul collo, accarezzandole il suo bellissimo sedere scoperto, con le natiche solcate dalle mutandine di un completino intimo che le ho regalato qualche tempo prima.

Marco ci lascia, io continuo a baciarla, godendo di quel buon sapore erotico che emana la sua bocca da troia. Le accarezzo la patatina, e mi accorgo che tra le mutande c’è un fazzoletto piegato più volte. “E questo?”, chiedo curioso, “amore, ho dovuto metterlo perché continuo a grondare sborra e umori come una vera puttana. Mi ha completamente riempita di sperma, e mi ha chiesto di non lavarmi finché non fossi tornato tu. Mi è sembrata una buona idea, ed ho eseguito. Ma ora non vedo l’ora di fare una doccia, mi sento sporca, piena e devastata. Stamane, quando sei andato via, ti ho sentito, ma sono rimasta immobile a letto, ero intorpidita e mi sentivo benissimo. Poi ho sentito la porta riaprirsi e le lenzuola sollevarsi. Un corpo caldo che si avvicinava, era Marco, era completamente nudo”, “lo so”, penso senza parlare, “ha iniziato ad accarezzarmi, si è avvicinato sempre di più, alle mie spalle, aveva già il cazzo durissimo”, “so anche questo…”, “ero distesa su un fianco, mi ha abbracciata, mi ha baciata sul collo, poi ha iniziato a leccarmi, ha passato una mano sul mio corpicino indifeso e ha raggiunto la patatina che era già un lago profumatissimo, il tuo lago profumatissimo, ha iniziato a toccarmela. Io ho allungato una mano e gli ho preso il cazzo, l’ho mosso un po’, ma lui mi ha interrotto quasi subito, credevo stesse già per venire. Nel silenzio me lo ha infilato completamente dentro, da dietro, e ha iniziato a scoparmi piano. Te l’ho già detto che credevo stesse per venire? Beh, mi sbagliavo, mi ha scopata così per mezz’ora, aumentando sempre più il ritmo, non so quante volte sono venuta, poi mi ha detto di prendere il telefono per fare un video, e il resto lo sai già”, conclude arrossendo.
“E poi?”, chiedo. “Poi siamo rimasti un po’ così a letto, abbracciati, mi sentivo un fiume di sperma colare tra le gambe. Ci siamo alzati, ed è a quel punto che mi ha chiesto di non pulirmi per tutta la mattina, ed è lì che mi è venuta l’idea di mettere un fazzoletto tra le mutandine, per non sborrare tutto il pavimento. Abbiamo fatto colazione in cucina, Marco non si è mai rivestito per tutto il tempo. Dopo il caffè, eravamo ancora seduti in cucina, ho visto che aveva il cazzo duro, mi sono avvicinata con la sedia a lui e ho iniziato a toccarglielo e ci siamo baciati. Siamo andati sul divano, volevo solo fargli un gustoso pompino rilassante, come quelli che faccio a te amore mio, e salvarmi da una scopata devastante delle sue, ma sul più bello mi ha interrotta. Giusto, anche questo lo sai. Siamo tornati a letto, mi ha fatta stendere a pancia sotto. Ha iniziato a baciarmi sulla schiena, non riuscivo più a gestire i brividi. Ha aperto il cassetto del tuo comodino, dove tieni il lubrificante, dove sa bene che tieni il lubrificante, ho capito che per me le cose si mettevano male, molto male, e così è stato. Me ne ha passato un po’ sul buchino del culetto, ha infilato un dito, poi due, poi… Non mi sono neanche resa conto del fatto che si fosse spostato, ho sentito che qualcosa di molto più grande di un dito si faceva strada nel mio povero culetto, ho fatto un respiro profondo e lui è entrato dentro con metà cazzo in un colpo solo, ha preso a muoversi così per un po’, delicatamente, quando ho iniziato a godere come la troia che sono ha affondato dentro tutto il cazzo, ho gridato fortissimo, si è bloccato per un attimo, poi ha ricominciato a muoversi su e giù, io mi sono messa una mano sulla patatina e ho iniziato a toccarmi e sono venuta quasi subito. A quel punto anche dietro ero dilatatissima, lui ha capito e ha iniziato a stantuffarmi il culo senza pietà, con dei colpi poderosi. Amore, mi ha letteralmente spaccato il culo, non si fermava più, mi ha fatto male, ma a me stava piacendo sempre di più, continuavo a venire e sbrodolare come una fontanella, gridando per il piacere e il dolore. Poi ha preso il mio telefono, mi ha chiesto di sbloccarlo, per qualche secondo ho avuto tregua, poi ha avviato la registrazione di un video e ha ricominciato a sfondarmi il buco del culo, mi ha tirato i capelli, mi ha riempita di ceffoni sulle chiappe, sono venuta ancora, a quel punto mi ha sborrato dentro gridando come un porco, lo sentivo profondissimo nel culo, sentivo la sborra calda riempirmi come una puttana. Finalmente si è calmato, è rimasto sopra di me per un bel po’, baciandomi e mordendomi il collo, poi è uscito dal culetto che ancora pulsava di piacere, ho sentito distintamente l’aria fresca irradiarmi il culo aperto, e si è sdraiato vicino a me. Siamo rimasti così per una ventina di minuti, poi ci siamo alzati per preparare un altro caffè. Io non riuscivo a camminare, zoppicavo per il dolore che sentivo nel cerchietto del culo e dentro. Pensa, mi ha anche chiesto se andasse tutto bene. Credo abbia pensato di aver esagerato. L’ho rassicurato e abbiamo chiacchierato un po’ dopo il caffè. Dopo una ventina di minuti mi ha comunicato che la faccenda non era ancora finita, che mancava del tempo fino al tuo ritorno, ma che sarebbe stato meno duro nello scoparmi. Mi ha portata di nuovo a letto e ha iniziato a leccarmi la patatina che era ancora fradicia del suo sperma. Mi ha fatto godere come una cagnetta, non ce la facevo più a venire. Glielo ho detto, allora lui si è messo sopra di me e mi è entrato ancora una volta dentro l’utero, mi ha scopata per una buona mezz’ora così. In alcuni momenti mi teneva le gambe sollevate, in altri si appoggiava sopra di me, sentivo la sua pancia calda scorrere sulla mia, poi mi ha chiesto di riprenderlo mentre mi scopava. Ho iniziato un video, ma credo stesse per venire ancora, mi ha preso subito il telefono, è uscito dalla patatina, si è messo sopra di me, gli ho leccato le palle come piace tanto a te e mi ha sborrato in bocca. Ho ingoiato tutto amore, era calda e buonissima!”.

“Amore”, le dico esausto dall’ascolto di quel racconto, “credo che la tua doccia dovrà attendere ancor un po’ sai?”. La bacio ancora, cingendole i fianchi e, con le bocche incollate, faccio in modo che si diriga verso la camera da letto. La spingo sul letto, mi strappo letteralmente i vestiti di dosso, le monto sopra, la giro a pancia in giù, prendo il lubrificante, lei gira la testa guardandomi terrorizzata, “no…”, esclama, “si, invece”, rispondo, “non penserai mica di non meritare una bella punizione per esserti fatta riempire di sborra tutta la mattina?”. Capisce che non può sottrarsi, in un attimo mi spalmo sul cazzo più gel di quanto ne serva in questo momento con la mia piccola troia. Prima di penetrarla nel culo voglio sentire il livello di dilatazione che la troia ha raggiunto. Le infilo un dito nel culetto, pianissimo, due, tre, quattro, è totalmente aperta la puttanella! Il cazzo mi sta scoppiando, le punto la cappella sul buchino e in un attimo la impalo totalmente con la mia buona dotazione. Lei grida, non so se di dolore o di piacere, probabilmente di entrambe le cose. Inizio a stantuffarla per bene, con colpi profondissimi e secchi, scivolando nel culo aperto e ancora umido dello sperma di Marco.

Capirete da soli che, dopo una mattinata come quella che ho passato, non ci metto molto a riversarle un altro fiume di sborra calda nel culo, gridando come un animale. Finalmente mi calmo, uscio dal culetto tenendole le natiche allargate, per rendermi veramente conto dell’entità del danno. Il buchino rimane aperto, pulsante, talmente allargato che potrei infilarci una mano dentro. Piano piano lo lascio richiudere, estasiato da ciò che vedo, e mi sdraio vicino alla mia piccola troia, che questa mattina, per la prima volta, si è divertita a farsi scopare in ogni buco senza di me, per nostra volontà. Solo a quel punto mi rendo conto del fatto che il letto verte in condizioni disastrose. Ci sono chiazze umide dappertutto, anche sui cuscini. Sudore, umori e sperma di quel maiale di Marco, unito al mio che sta ancora fuoriuscendo dal sederino rotto di Mia. Sperma ovunque.

Allora, menti perverse, fatemi sapere se volete sapere come finisce la storia, o meglio, come ebbe inizio, e se volete che Claudio e Mia continuino a vivere e a solleticare le vostre fantasie.
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