Prime Esperienze

La poliziotta


di Membro VIP di Annunci69.it eiacul
30.12.2021    |    15.357    |    5 9.9
"Cominciò un lento movimento su e giù che mi fece aumentare la foga nel leccarle le tette..."
Come sono passato dalla Nutella a una cosa molto più buona. Certo un po’ tardi e non sarà stata la più grande prestazione sessuale della storia, ma è pur vero che la prima volta è comunque una cosa speciale e dopo mi si è aperto il mondo. Nomi di fantasia, ovviamente.

Era l’agosto del 1986, in discoteca si ballava Easy Lady di Spagna e ovunque imperversava La Isla Bonita di Madonna. Con un gruppetto di amici siamo in vacanza a Rimini, per noi a quei tempi era il “divertimentificio”. In un bagno vicino al nostro c’era un altro gruppo di ragazzi che conoscevamo. Una sera decidiamo di andare tutti assieme a ballare alla Baia Imperiale. Questi amici invitano due ragazze che stavano nella stessa loro pensione e bagno.
Tra balli, un sacco di cazzate dette e fatte, bevute e risate passiamo una bellissima serata. Con le ragazze, mai viste prima, sembrava di conoscersi da una vita. Rientriamo che è quasi mattina, due chiacchere per salutarsi e senza accorgercene alla fine restiamo davanti alla macchina parcheggiata io e una delle ragazze, Paola.

Fino a quel momento non l’avevo osservata da quel punto di vista, ma era decisamente una ragazza piacente.
Abbastanza alta, non magrissima, tette abbondanti, un bel culo, molto allegra e socievole e quell’accento emiliano che mi faceva impazzire. Aveva un paio di anni più di me, ma questo non era un problema, ero abbastanza robusto da dimostrare più delle mia età. Tra i tanti discorsi viene fuori che io stavo aspettando di partire per il militare ed ero stato accettato come ausiliario in Polizia.
-Ma dai, sai che io sto per diventare una poliziotta ?-
In effetti era una notizia dei mesi precedenti che in Polizia erano state ammesse per la prima volte le donne come agenti. Lei aveva vinto il concorso e aspettava l’entrata in servizio.
-Non ci credo. Ci chiamiamo uguale, Paolo e Paola e siamo entrambi praticamente poliziotti. Il destino voleva che ci incontrassimo-
Una sensazione elettrizzante si insinua in me. Iniziamo a passeggiare senza far caso a dove andare chiacchierando ininterrottamente di tutto e di più, le nostre esperienze, entrambi single, ecc. senza cognizione del tempo finché ci fermiamo a sedere su una panchina nella veranda semibuia di un bar chiuso.

Si era chiaramente instaurata una certa complicità. Ci confessammo che io non avevo mai scopato (mentre lo dicevo mi maledicevo, ma una vocina interiore insisteva “Se ci arrivi e poi dimostri di non saperci fare, fai una figura di merda che mezza basta”, meglio sincero e come va’ va’) e lei aveva avuto un ragazzo per diverso tempo ma non si trovavano per il sesso, lui era uno di quelli che pensavano solo a ficcare, venire e via e lei si era scocciata. Nel silenzio i nostri sguardi si incrociarono con una luce diversa, intima. Mi piaceva ed era evidente che anche io avevo centrato nel segno.
-Ho bisogno di darti un bacio- mi butto io.
-Accomodati- rispose lei con un sorriso bello come la luna.
Le bocche si toccarono. Le labbra erano calde e morbide. Mi feci timidamente strada con la lingua fino a incontrare la sua. Uno , due contatti e poi si avvolsero. Ci staccammo e ci guardammo negli occhi, ma gli sguardi erano annebbiati. In un attimo fummo di nuovo avvinghiati. La mia mano andò immediata sulle tette poi si fece strada sotto la maglietta e dentro al reggiseno, credo anche in modo un po’ maldestro. Lei più decisa mi abbracciò e con la mano scese a palpare il pacco, che stava scoppiando.
-Certo qui non è molto romantico …- osservò lei, sorniona.
-Andiamo in spiaggia- prontamente io- ci sono lettini e ombrelloni in abbondanza per non essere visti-

Attraversammo la strada con passo spedito, tenendoci per mano come due fidanzatini, ma sinceramente penso abbiamo volato in quelle poche decine di metri. Il primo sdraio fuori dai fasci di luce dei lampioni fu nostro.
Seduti stretti stretti riprendemmo dove lasciato poco prima, avviluppati uno dalle braccia dell’altro.
Non so come feci ma le tolsi la maglietta, sganciai il reggiseno e mi trovai di fronte allo spettacolo delle sue tette. I capezzoli erano ritti come due chiodi. Mi chinai a mordicchiarli delicatamente alternando colpetti di lingua, saltando da un seno all’altro.
Il suo respiro si fece affannoso ma non stette con le mani in mano. In qualche modo mi aveva aperto i pantaloni e la sua mano mi afferrò con decisione ma delicatamente il cazzo, che pulsava come un forsennato. Cominciò un lento movimento su e giù che mi fece aumentare la foga nel leccarle le tette.

Ormai eravamo completamente in trance. Mi alzai per togliermi pantaloni e mutande e sfilare i suoi.
Adesso lo spettacolo era completo. La luna e i riverberi dei lampioni ci illuminavano quanto basta per vedere tutti i dettagli. Bella come Giunone, sdraiata sul lettino con le tette al vento e la fica in bella mostra. Io in piedi di fronte a lei con un’erezione che me lo faceva vibrare.
Mi feci leggermente di lato e il cazzo arrivò vicino al suo viso. Fece quello che speravo, con la mano scoprì la cappella, la baciò e piano piano se lo prese tutto in bocca. Io a quel punto potevo essere anche sulla luna, non mi rendevo conto più di nulla. Lei non sembrava espertissima ma sapeva comunque cosa fare e come. Un lento movimento di testa avanti e indietro con la mano che un po’ reggeva l’asta un po’ tastava delicatamente le palle. Era comunque in una posizione contorta e non stava comoda.
Mi riposizionai di fronte a lei inginocchiandomi davanti al lettino. La afferrai per il bacino fino a portarla alla distanza giusta e a quel punto ero io ad avere la sua fica davanti al viso.
Una leccata di presentazione e con la mano le aprii leggermente le grandi labbra per introdurre la lingua. Fu una sensazione strana assaggiare i suoi umori caldi, dolci, saporiti. Decisamente meglio della Nutella.
Lei gemeva leggermente e gli umori aumentarono. La lingua frugava dappertutto, appena fuori poi di nuovo dentro leggermente e poi a fondo poi sul clitoride. Era abbastanza pronunciato e non resistetti a simulare un piccolo pompino. Adesso gemeva veramente. Con le mani mi prese la testa per tenerla in posizione spingendo leggermente. Non so quanto siamo stati in quella posizione, ogni tanto mi fermavo per prendere fiato e ammirarla, incrociando il suo sguardo eccitato.
Credo proprio che sia venuta perché ad un certo punto mi stacca lei, con le mani sempre sulla testa mi attira a sé per un lungo e profondo bacio scambiandoci i suoi umori di cui la mia bocca era ricoperta.
Ero completamente sopra di lei fra le sue gambe aperte e i sessi erano praticamente a contatto, fu facile e istintivo per me appoggiarle la cappella. Un breve sguardo di intesa e guardandoci negli occhi la penetrai.
-Stai attento… - disse con un filo di voce.
Rimasi un po’ fermo così, a gustare e memorizzare quel momento. Poi iniziai un lento movimento avanti e indietro, cercando di andare più a fondo che potevo, sempre guardandoci negli occhi. Adesso non gemeva ma ansimava forte, quasi gli mancasse il fiato.
Ero eccitato come un muflone e non resistetti molto. Feci in tempo ad uscire e rialzarmi che gli schizzi prepotenti le arrivarono fin sulle tette. Osservò tutto a occhi sgranati mentre io finivo di venire strusciando il cazzo sul suo pube.
Lì mi stupì, perché con una mano raccolse un rivolo di sperma che le scendeva sul fianco e se la portò alla bocca leccando tutto.
-buona, dolce ma anche aspra- disse con soddisfazione.
Non so che faccia avevo, penso molto sorpresa, perché scoppiò in una risata entusiasta che mi contagiò mentre mi accasciavo sopra di lei.

Ormai albeggiava, ci rivestimmo e andammo a cercare un bar per fare colazione. Inutile dire come fu il resto della vacanza.

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