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Ospite inatteso (Capitolo 2)


di Membro VIP di Annunci69.it Pulse90
27.02.2024    |    23.178    |    17 9.8
"Iniziai a percepire il “capolavoro”; iniziò a giocare con la lingua sul mio glande alternando lenti passaggi dalla base del mio cazzo ritornando verso la punta..."
-“Io posso toccare qualcosa?”
Mentre con una mano accarezzavo ancora il suo fantastico seno, con l’altra, senza farmi vedere, mi diedi un pizzicotto sulla gamba; non poteva essere vero, stava succedendo davvero?
Feci segno a mamma di “Si” annuendo con il viso, inghiottii un’altra volta e lei avvicinò la sua mano verso la mia pancia, prese lentamente la maglia e la spostò verso il petto e percorrendo un millimetro alla volta superò con abile movimento delle dita la parte elasticizzata del mio slip fino a quando arrivò il sorprendente contatto con il mio cazzo che nel frattempo era diventato ancora più duro e ritto.
Il nostro sguardo iniziò a emettere un calore estremo, un’escursione termica mai provata prima, neanche tra le montagne più alte con il sole che ti picchia in testa nel pieno della fatica.
Mamma passò con la mano la base del mio cazzo, mi sfiorò con i polpastrelli per qualche secondo i testicoli e poi, lentamente, salì verso il glande mentre i brividi invadevano la mia schiena. Mi segò un po’ di volte con colpi delicati e polso capace, iniziai ad ansimare. Poi ritirò la mano, sempre con delicatezza e con i suoi movimenti lenti e attenti. Pensai di conseguenza, “breve ma intenso, me lo farò bastare”, seguii la sua mano che si allontanava dalla mia zona più erogena e la vidi arrivare verso la sua bocca dove con una leccata intensa bagnò tutte le sue dita che poi tornarono più velocemente verso il mio glande. Un po’ bagnato per l’eccitazione profonda, un po’ per la sua saliva, si formò uno strato viscoso dove ogni spostamento, attrito e contatto mi faceva decollare di emozioni. Massaggiò quindi tutto il mio cazzo, anche segandomi ma con dei movimenti che sinceramente non capivo neanche io per l’emozione. Mentre massaggiavo ancora il suo seno che nel frattempo avevo scoperto abbassando i bordi ricamati della sua scollatura, interruppe di nuovo quei fantastici movimenti manuali, si tolse la canotta, portò il suo bacino verso l’alto e si sfilò lentamente il suo intimo semitrasparente. Finalmente, ammirai davvero da vicino le forme del suo seno che sembrava ancora più sodo che mai.
Il suo seno era perfetto, la pelle liscia rifletteva ogni luce che incontrava, aveva un’areola di diametro medio e complessivamente mi mandava in tilt il cervello.
Incantato abbassai lo sguardo e vidi “il paese delle meraviglie” di ogni donna; aveva un pelo cortissimo e curato al dettaglio.
-“Ehi…” pronunciò quasi sottovoce, “Ci masturbiamo?”
Sbarrai gli occhi sorpreso; sentire certe domande dalla tua mamma non é da tutti i giorni.
-“Volentieri!” risposi convinto.
(“e chi direbbe di no?!) pensò la mia mente un millisecondo.
Portai la mia mano verso il mio cazzo, quasi lo sfiorai quando mamma mi riprese la mano e la portò fino a toccare la sua figa.
-“Tu pensa a “lei” che a “lui” ci penso io!” mi disse maliziosamente sorridendo.
Mentre lei iniziava a segarmi, io spostai un attimo la mano e iniziai a sfiorargli la parte inguinale, poi tornai sulla sua figa, con l’indice e il medio aprii le sue grandi labbra e notai che era completamente bagnata, feci un po’ di giri intorno al suo clitoride e mi venne spontaneo e naturale leccarmi subito le dita assaporando il suo liquido; la sensazione provata fu simile a quando fai la dieta assente del tuo cibo preferito per mesi che poi finalmente hai modo di riprovare.
Mentre mamma continuava a segarmi con un’intensità maggiore sempre più crescente, fermai la sua mano, la spostai con delicatezza e guardandola negli occhi un po’ intimoriti per ciò che stavo per fare, da supino mi dislocai sopra di lei, la presi da sotto le ginocchia, me la avvicinai, gli allargai le gambe e con la lingua iniziai a giocare con il suo clitoride degustando il suo succo delizioso: era tra quelli che se allontani di poco la lingua mentre lecchi si forma il filetto, aveva una densità simile ad un liquore pregiato prodotto nelle distillerie di alti canoni, una glassa di alta pasticceria.
Mamma iniziò a stringere con le mani le lenzuola, le stringeva in modo da poter sentire lo sfregamento che le sue unghia emettevano contro il cotone mentre il suo ansimare diventava più deciso. Gli infilai le dita dentro, sentendo con notevolezza la sua parte della parete superiore dura e ruvida quanto una corteccia di un albero bagnato sotto la pioggia, continuai a giocare con la lingua contro il suo clitoride saporito e poco dopo esplose nel piacere più intenso.
Mentre godeva mi prese con le sue due mani la testa spingendola con forza verso la sua figa, facendomi ben quantificare la forza della spinta con l'intensità dell’orgasmo che stava provando.
Era ancora tutta contratta quando con aria liberatoria si rilassò riportando la testa sul cuscino mentre io rallentavo con criterio i miei movimenti con la lingua.
Concentrato ancora ad assaporare la sua figa
gustosa, mamma mi prese con decisione dalle spalle e mi riportò supino sbattendomi sul materasso, tirò via la maglia, mutande e pantaloncini che mi aveva sfilato rapidamente e mi ritrovai nudo sotto di lei mentre il suo sguardo intenso, ma come non l’avevo visto mai, era piombato su di me. Chiuse per qualche secondo gli occhi accompagnando il gesto con un bel respiro profondo; ebbi l’impressione che chiudendoli cercasse di riportare il suo istinto selvaggio al guinzaglio o come se potesse recuperare in qualche modo il controllo di se stessa.
Mamma riaprì gli occhi e lentamente portò le sue labbra verso i miei capezzoli che iniziò a stuzzicare con la lingua. Non passarono una manciata di secondi che la sua lingua non perse tempo a camminare dai capezzoli verso lo sterno, dallo sterno alla pancia, raggirò l’ombelico e dalla base del mio cazzo arrivò sul glande. Iniziai a percepire il “capolavoro”; iniziò a giocare con la lingua sul mio glande alternando lenti passaggi dalla base del mio cazzo ritornando verso la punta mentre la sua mano lo spostava a piacimento.
Mai ricordo di aver provato sensazioni simili, avevo l’eccitazione che aveva raggiunto le stelle e mamma lo capì prendendo il mio cazzo in mano con decisione, aprì la sua bocca e lo mise dentro.
Mamma aveva una presa sul mio cazzo come avevo sempre desiderato da ogni ragazza, come se l’avesse sempre saputo, simile a quando il predatore afferra la sua preda, nel modo in cui, se tu finissi sotto di lui, non riusciresti mai a scappare.
Mamma iniziò a spompinarmi succhiando il glande in modo notevole ma non eccessivo, era esemplare e impeccabile; era il pompino perfetto.
“Oh mamma!” - esclamai.
Lei mi rispose aumentando pian piano la velocità dei movimenti fino a quando il mio cazzo esplose facendomi urlare di piacere schizzando non so quanto sperma e con quanta potenza tale da fargli aprire la bocca dopo un paio di ingoi. Ammirai così la mia crema densa che gli uscì dalla bocca e scivolava lentamente lungo l’asta del mio cazzo che nel frattempo continuava a segare sempre più lentamente.
Esplosi e implosi nello stesso momento.

-“Mi pare di aver inteso che la mia bocca ti é piaciuta!” affermò dopo avermi ripulito con la lingua tutto il cazzo dalla mia crema.
-“La tua bocca é un capolavoro!” risposi con occhi sbalorditi portando le mani in testa.
Mi diede un bacio sulla guancia e si rimise supina, poi si girò su un fianco ma di spalle.
Le sensazioni che provai nel post-orgasmo erano simili alla prima segata che ti fai quando sei ragazzo; mi sentii leggero, i muscoli si erano quasi autodisattivati e la mia mente sembrava pesantemente ubriaca ma senza capogiri.
La palpebra iniziò a scendere e chiusi per un attimo gli occhi.
-“Sei ancora vivo?” Mi domandò con voce maliziosa.
- “In effetti un bell’infarto l’ho rischiato!”
Scoppiammo a ridere entrambi per un momento e quando ricadde il silenzio mi disse:
-“Domani lo voglio sentire dentro!”

La penetrante luce del sole tra le fessure della serranda non ci pensò due volte a svegliarmi, aprii gli occhi e mamma non c’era, aveva riposto parzialmente il leggero lenzuolo verso la testiera del letto e mentre capivo chi fossi e perché mi trovassi al mondo, sentii in sottofondo il rumore dell’acqua che usciva dal telefono della doccia.
Notai con sorpresa come il mio cazzo era già “sull’attenti” e mentre io ero ancora nudo dalla favolosa esperienza, iniziai ad alzare un po’ la serranda.
Mi voltai e pensai di rivestirmi, quindi presi in mano i vestiti che ritrovavo in vari punti del letto ma decisi di ammassarli tutti insieme e quindi mi incamminai in bagno per riporli nell’apposita cesta porta-biancheria.
- “Una mossa astuta” pensai.
La porta del bagno era semiaperta tale da far uscire il calore della doccia e il profumo del bagnoschiuma alle rose che stava utilizzando, entrai e la vidi di spalle mentre si insaponava, la schiuma del sapone gli scivolava dalla schiena lucente verso il suo fondoschiena ammaliante.
Probabilmente sentì i miei passi e si girò con la testa mantenendo le spalle.
-“Uh! Buongiorno!” Esclamò.
-“Buongiorno!” Risposi con tono carico di timidezza e imbarazzo che svanì in un secondo quando sempre voltata di spalle mi fece l’occhiolino.
Scavalcai la parete della vasca-doccia e riposi le mani sui suoi glutei sodi e morbidi al tatto accarezzandoli con decisione. Mamma raggirò con la mano il suo fianco e afferrò il mio cazzo ancora dritto e iniziò a segarmi con tono deciso mentre io da dietro salivo verso il suo seno per palparlo.
-“É già domani, vero?” - domandai con tono generico.
-“Non volevi sentirlo dentro?” - aggiunsi senza dargli tempo di risposta.
La portai a 90 e … … avverai il sogno di ogni ragazzo con la mente trasgressiva e perversa, il sogno di chi quando era più giovane l’aveva spiata tra i riflessi dei quadri mentre si svestiva o dalla fessura della chiave mentre si faceva la doccia, il sogno del proibito per eccellenza, il sogno di chi la figa ce l’ha sempre in testa e per gran parte del giorno e infine il sogno di chi inizia a fantasticare trasgressione per addormentarsi più velocemente nelle sere solitarie.

I sogni son desideri, … di “perversità”.
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