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La madre della mia ragazza


di ChicoChicoChico
11.08.2019    |    30.439    |    8 9.6
"Certamente la cenetta che ci ha preparato mi ha fatto venire strane voglie, come sempre quando sono in quella casa con lei presente, o forse è stato il..."
Un sabato sera diverso. Io e Elena ci sentiamo stanchi e abbiamo declinato ogni invito ad uscire da parte degli amici. La settimana di studio alla facoltà di giurisprudenza è stata lunga e pesante, la sessione d'esami è ormai prossima, con la sottile ansia del non sentirsi mai veramente preparati che cresce di giorno in giorno. Niente alcool, locali o discoteca e soprattutto niente sesso, non siamo da soli a casa. Nadia, sua madre, è tornata della vicina Austria dove detiene un'azienda, per passare un weekend di pace a casa sua. Certamente la cenetta che ci ha preparato mi ha fatto venire strane voglie, come sempre quando sono in quella casa con lei presente, o forse è stato il cabernet che io e lei (la mia ragazza è astemia) abbiamo bevuto con la consueta complicità. Ora, sul divano, con la TV accesa e la luce soffusa, non riesco a non pensare a quanto sarebbe intrigante il mettere un dito nella figa della mia ragazza con sua madre che, inconsapevole, guarda la televisione a meno di due metri da noi. Non è colpa mia, lo studio esasperato mi provoca sempre queste voglie spinte, le cosce abbronzate della mia ragazza con dei pantaloncini inesistenti e la canottiera senza reggiseno le aumentano, le gambe scoperte di sua madre sulla poltrona portano l'eccitazione al massimo. Nadia, 51 anni, è il prototipo della donna matura che mi fa impazzire. Non particolarmente alta, bella o formosa, sarà che ho la fortuna di vederla sempre in tenuta da casa, che appartiene alla categoria del proibito o che è una donna in carriera, suscita in me le voglie più inaudite. Non nascondo che provai anche, in passato, a creare situazioni in cui, essendo rimasti da soli, auspicavo che lei prendesse in mano la situazione, restando, purtroppo, a bocca asciutta. Ora, mentre la mia ragazza mi dorme sulla spalla, approfitto del fatto che sua madre, alla mia destra sulla poltrona, sia girata verso la televisone e non badi a me. Il suo vestito azzurro ha una fila di bottoni che lo attraversa integralmente dall'alto in basso e non posso pensare che sia un caso che lo spacco sulle gambe sia così esagerato. Ha le gambe lucide e perfettamente depilate, ne ho sentito l'odore di crema prima a cena e la voglia di leccarle mi pervade dalla prima volta che le ho viste. Allo stesso tempo, i bottoni aperti sul seno mi regalano una vista sulla sua pelle abbronzata e mi confermano che i reggiseni non vanno molto, ultimamente, in questa famiglia. Me la mangerei tutta nel mondo dei sogni, se solo potessi fermare il tempo…
Sono le dieci quando, con un sussulto, la mia ragazza Elena si sveglia. La accompagno in camera, è distrutta, accetto di buon grado il fatto che voglia andare a dormire, anch'io del resto, devo tornare a casa dei miei. Dopo il bacio della buonanotte le chiudo la porta della cameretta e mi avvio in soggiorno, attraversando la penombra e il silenzio dell'immensa casa, con le chiavi della macchina già in mano. Vorrei, questa volta, dare un bacio sulla fronte a sua madre, giusto per sentirne il profumo e creare un contatto utile allo sviluppo del rapporto e, non da meno, alla sega stupenda che mi farò non appena giunto a casa, che la vedrà protagonista con la sua carica di erotismo e il suo aspetto, da mamma severa, che mi fa impazzire.
"Vai a casa tesoro?" mi chiede Nadia.
"No...mi fermo un po' a leccartela" risponderei, visto che il "tesoro" non era mai stato usato nei miei confronti e una parte di me sa che questa donna fantastica sicuramente, qualche volta, su di noi…
"Sì...devo andare, domani sarà un'altra giornata lunga e faticosa" rispondo.
"Che bravi che siete, sono proprio fortunata ad avere una figlia così, non so come fate a studiare così tanto senza distrazioni, alla vostra età" mi dice Nadia facendomi l'occhiolino come ad intendere qualcosa che, al momento però, mi sfugge. E subito incalza: "Ti va un ultimo bicchiere di brandy?"
Dovrei rispondere di no, ho già bevuto a cena e devo guidare fino all'altra parte della città, ma il mio cazzo, già semiduro dentro i pantaloni, va pure ascoltato ogni tanto…
Così ci spostiamo in cucina, la porta è chiusa e la luce accesa, il bicchiere di brandy è generoso e il mio sguardo va sul piede di Nadia che, lasciata scivolare la ciabatta sul pavimento, gioca con la gamba della sedia in vimini. La conversazione si fa via via più scherzosa, man mano che il brandy inebria le nostre menti, ne beviamo ancora un po', sento che è arrivato il momento di toccarla, così le poggio una mano sulla coscia, sopra il vestito, ritraendola quasi subito.
"Paolo" mi dice lei, "Mi aiuteresti col bucato giù in asciugatoio?"
"Certo signora" rispondo.
Così, spenta la luce della luce della cucina, usciamo dall'appartamento e ci accingiamo a fare i due piani di scale per arrivare al piano terra, entrando così nella stanza dove il bucato è ormai asciutto.
"Come la aiuto?" chiedo
"Magari potresti dirmi quello che stai pensando in questo esatto momento" mi risponde lei. E' in piedi su uno sgabellino, senza ciabatte, io dietro di lei, ho il suo culo a 10 centimetri dal mio naso e l'odore di biancheria pulita mi inebria a tal punto che le pianterei la lingua dritta nella fessura che si è formata sul vestito attillato da quando si è sporta per prendere un asciugamano steso.
"Non posso proprio, signora" dico
"Certo che puoi, tesoro, anzi, devi perché mi interessa"
Di nuovo "tesoro", la situazione è intrigante e l'ha creata lei, forse ci sta veramente, o forse è un trabocchetto al quale io ho abboccato con estrema facilità, visto anche l'alcool.
"Sono cose da uomini, o forse da ragazzini" le rispondo
E lei: "Mi passi quel cesto, per favore?" indicandomi un contenitore lì vicino e piantandomi i suoi occhi azzurri dritti sui miei. Uno sguardo così, tra di noi, non c'era mai stato, io abbasso gli occhi sul cesto, lo prendo e glielo passo.
"Quindi....cosa stai pensando? Non lo dico a nessuno, neanche a Elena" mi dice Nadia, e poi continua: "Qualsiasi cosa stai pensando, non dovresti avere paura a dirmela"
"Ok....posso essere diretto allora? Senza che lei la prenda male?"
"Certo, siamo da soli e tutto quello che dirai resterà un segreto, te lo assicuro"
Fanculo a tutti, ora rischio, magari mando tutto a puttane e mi faccio la più grande figura di merda della storia, ma non ho intenzione di perdermi questa occasione….
Così esterno i miei pensieri: "Pensavo a quanta voglia ho di leccargliela, signora"
Nadia gira la testa verso di me, resta in piedi sullo sgabelllino e finisce di ritirare il bucato.
"E dopo che me l'hai leccata, cosa fai? O cosa vuoi?"
"Vorrei essere scopato da lei…" dico ma vengo interrotto dal suo "Signora" mentre scoppia a ridere.
Fatto il danno, penso, ho la bocca tutta asciutta e già pregusto la telefonata della mia ragazza del giorno dopo che mi dice le peggiori cose pensabili. Lo sguardo sul pavimento.
E' a quel punto che Nadia mi prende la mano e mi fa cenno di stare zitto. Camminiamo fino alle scale della taverna, un altro piano in giù per andare sottoterra, illuminati solo dalla luce delle scale della grande villa a due piani. Lì fa fresco e la penombra regna, quando vengo fatto sedere sulla panca di legno che costeggia la parete principale, il grande camino spento davanti a me e un'infinità di bottiglie di vino rendono la scena quasi da film, mentre Nadia, la madre della mia ragazza, mette un cuscino per terra e ci si inginocchia sopra.
"Adesso ti faccio vedere quello che pensavo io" mi dice facendomi l'occhiolino e puntando il suo sguardo immediatamente sul mio cazzo. Le sue mani che mi abbassano i pantaloni della tuta e successivamente le mutande fino alle caviglie, poi con una mi alza la canottiera mentre mi prende saldamente il cazzo con l'altra. Io sono immobilizzato, i pensieri di essere un grande scopatore ora sono sommersi da una piacevole ansia da prestazione dovuta anche al fatto che, se volesse, mi farebbe venire in due minuti, lo sento. Col pollice della mano destra, Nadia gioca col mio punto G mentre mi sega e mi guarda fisso negli occhi, ero talmente bagnato che non c'è stato bisogno di sputarci sopra per rendere il movimento del suo dito sul mio filetto così scorrevole. Ora la mia erezione è a mille, è giunto il momento di succhiarlo, deve pensare lei, mentre io mi godo la sensazione delle sue piccole labbra calde su e giù sulla cappella, la mano destra che lo tiene fermo e una piacevole leccata sull'asta ogni tanto prima di riprendermelo in bocca. Nadia non scende tanto a fondo, predilige succhiarmi la cappella che è infatti diventata grande e rossa, io vorrei che questo momento durasse un'eternità ma lei si rialza, guarda un'attimo le scale per essere sicura di non essere osservati e poi mi dice:
"Cos'è che volevi fare tu…..ah sì….leccarmela no?" con un grande sorriso.
Si siede sulla panca vicino a me e mi invita a inginocchiarmi dicendomi altresì:
"Dimmelo che adesso me la lecchi!"
"Adesso ti lecco la figa bagnata, Nadia!" rispondo.
Le sue gambe aperte sono morbide e lisce, riempirle di saliva è un piacere mentre le tolgo di dosso le mutande bianche e la sistemo seduta come voglio io. Ora ce l'ho di fronte a me che mi guarda, non aspetta altro che gliela mangi, i piedi, le gambe, la figa sono come quelle di sua figlia, è come aver viaggiato avanti nel tempo e scoparmi la mia ragazza nel futuro. Anche il modo di godere, i gemiti, sono gli stessi quando comincio a passare la mia lingua su e giù sul suo clitoride e poi sulle labbra aperte e bagnate. Da dolce la mia leccata si è fatta aggressiva e vorace, quando lei ha cominciato a spingermi da dietro, con la mano, la testa contro di lei.
Con il medio e l'anulare della mano destra, sto provando a farla schizzare, mi sono alzato e seduto di fianco a lei, le sue gambe sono aperte e i piedi appoggiati sulla panca, è ancora vestita mentre io con la mano sinistra le tengo i ricci biondi per indirizzare il suo viso verso il mio, slinguandola con una decisione che la rende incapace di sovvertire quello che sta accadendo. Mi piace il gusto della sua saliva, mi piace il gusto della sua figa, mi piacciono i versi che fa, come tiene i piedi sulla panca con le dita che si contorcono dimostrando piacere...Esco e le faccio assaggiare il suo gusto, con le mie due dita che si appresta a succhiare, poi ritorno dentro e le dico:
"Coraggio, lasciati andare, tua figlia schizza tantissimo così…"
Percepisco che non ha mai provato quel tipo di orgasmo nella vita e sono deciso a uscirne vincitore, per cui continuo a penetrarla con decisione con le due dita della mano mente col palmo sfioro il clitoride, ci sputo sopra copiosamente e le infilo la lingua più che posso nella bocca dalla quale i suoni del piacere escono sempre più insistenti. E' un climax, lo sento che sta per sbrodolarmi tutto sulla mano e sul pavimento così smetto di baciarla e comincio a sussurrarle: "Schizza piccola, dai…"
Il suono del suo orgasmo è di quelli che ti fanno camminare a un metro dal suolo per un mese, un verso gutturale come un profondo "Ohhh" ad intermittenza che nulla c'entra coi gemiti di prima e che fa da cornice perfetta al liquido che mi riempie la mano e che le è finito, di riflesso, sul vestito azzurro all'altezza della pancia. Nadia non si muove e ha gli occhi chiusi, io mi tolgo i pantaloni che mi danno fastidio e la prendo di peso rovesciandola sul pavimento, con forza e decisione senza però spaventarla o farle male. Le apro il vestito del tutto sbottonandoglielo con un solo movimento e la guardo per un secondo, scoprendo il suo seno segnato dall'età che inizio a leccare con avidità mentre mi preparo a sfondarle la figa con cazzo che sto facendo indurire con la mano. Voglio farglielo entrare scappellato, voglio che lo senta, che le faccia anche un po' male, voglio sentirla tremare sotto di me e prenderle la testa per mettere la mia mano fra le piastrelle e i suoi capelli. Le sue gambe mi stringono e mi premono il culo contro di lei a ogni spinta, poi mi tiro su con le braccia e comincio a scoparla per davvero. A ogni colpo Nadia si contorce ed emette un gemito di piacere, quando sembra che stia per venire di nuovo esco e la metto a novanta. Le sto già tirando i capelli quando, dopo essermi segato, glielo infilo dentro e con la mano ormai libera le tiro una sculacciata fortissima sul culo bianco. Le piace, lo sapevo, era ovvio, sono me stesso in tutto e per tutto e a lei piace essere dominata da chi si scopa sua figlia. Dopo un po' le ordino di muoversi avanti e indietro da sola, di farmi un pompino con la figa a novanta mentre io le tengo i ricci biondi con la mano sinistra e la sculaccio con la destra...ha il culo tutto rosso e la figa tutta aperta e bagnata. Sto per sborrare quando lei esce...Io resto ad osservare mentre risale le scale della taverna tutta nuda per tornare qualche minuto dopo. 'Adesso Elena si sveglia e la becca', penso, ma la visione delle manette con le quali Nadia scende le scale a piedi nudi per tornare da me mi fa dimenticare di tutte le paranoie. Mi prende la mano, mi porta a sedere su un punto della panca di legno diverso da prima e mi incrocia le mani sopra la testa ammanettandomi al muro in prossimità di un tubo.
"Adesso ti lascio qua così" mi dice ridendo e baciandomi appassionatamente mentre comincia a segarmi il cazzo ormai non più duro. Con un po' di saliva lo bagna e comincia a succhiarlo fino a che la mia erezione è di nuovo a mille.
"Mi pare che volessi essere scopato da me, vero Paolo?"
"Sì, signora" rispondo, così lei monta a cavalcioni su di me, i piedi e non le ginocchia sulla panca. Io penso che non riuscirà a farmi venire, ha più di 50 anni, finora si è comportata molto bene ma con le scopate e le seghe che mi tiro ogni giorno non sono poi tanto facile da far venire. Tendendosi con una mano sulla mia spalla, con l'altra Nadia, da dietro la schiena. me lo prende e si impala sul mio cazzo con un espressione di soddisfazione unica. Avere una donna di quell'età che mi scopa è una figata, avere la madre della mia ragazza che mi scopa un sogno. L'unico punto di contatto tra di noi sono le sue mani sulle spalle e la sua figa calda sul mio cazzo duro. Mi godo la scena, sto pensando se sborrarle in bocca alla fine, sulle tette o su quel cespuglio che ha sopra la figa che, da oggi, comincia ad intrigarmi anziché essere disprezzato. La sua decisone nello scoparmi mi fa godere tantissimo, è tutta sudata, il seno che ondeggia su e giù, lo sguardo assente e i muscoli delle cosce che si delineano, nonostante l'età, grazie alla sua posizione in punta di piedi sulla panca di legno mentre il sudore le scende copioso e cola su di me.
"Paolo..."mi dice…
"Sì..."
"Ti faccio sborrare…"
"Tu dove vuoi che io ti sborri?"
"Ora lo vedi…"
Nadia esce, prende il cuscino e lo sistema sotto di noi, io sono legato al muro, seduto, lei mi bagna il cazzo con la saliva, si distende sul cuscino per terra e comincia a segarmi coi piedi.
"Elena mi ha raccontato che così ti piace e ho visto che non fai altro che guardarmeli, tesoro"
Sto per esplodere, le sue dita dei piedi con lo smalto rosso si strofinano sul cazzo regalandomi un piacere immenso, l mio respiro si fa sempre più affannoso e il mio orgasmo le da un preavviso impossibile da non cogliere che la porta a rallentare e a cominciare a strofinare il solo alluce sul mio punto G mentre tiene fermo il cazzo col dorso dell'altro piede. Sborro tantissimo e a lungo e le inondo i piedi, le caviglie e la pancia di sperma bollente. Nadia non si alza, molla la presa e allunga le gambe verso il mio viso.
"Leccameli adesso, dai, puliscimi fino all'ultima goccia, so che muori dalla voglia di farlo tesoro"
Glieli lecco, a turno gioca con un piede col mio cazzo ormai a riposo mentre si fa leccare l'altro da me, ultima fatica di questa giornata prima degli esami, passata a realizzare uno dei miei sogni segreti più nascosti...





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