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Un incontro - Pt1


di zap13
22.02.2016    |    6.261    |    2 8.8
"Si rigira come un cagnolino ubbidiente, sono in piedi mentre lui è sempre a novanta sul divano..."
Premetto di odiare i racconti divisi in più parti: quando il lettore sono io ho piacere di leggere tutto d'un fiato anche se questo comporta avere davanti una storia più lunga. Ho però creduto di dilungarmi un pò troppo, per questo dividerò il racconto dopo essermi detto:"Se lo fanno in tanti un motivo ci sarà..." Non emulatemi!

Oggi ho proprio voglia di sesso. Sono invaso da quella sensazione bisognosa di godimento, quando ogni centimetro della propria pelle sembra pronto a sfiorare quella di un’altra persona. Il corpo intero è caldo, le labbra vorrebbero appoggiarsi su qualcosa e si sa che, ci fosse l’occasione, ogni freno inibitorio verrebbe meno. In cuor mio so che, per quanto possa poi essere eccitante, non ho voglia di finire ad eccitarmi grazie alla fantasia stimolandomi con le mani davanti e dietro come sempre faccio, né di godere facendo godere altri in cam. Spulcio tra gli annunci del sito e nel mentre mi arriva un messaggio. In un click sono sulle sue foto. Uomo di mezza età, non capisco cosa ami fare dal momento che ha sia foto dove si mostra con delle sensualissime autoreggenti, con dei perizoma di pizzo, ed altre con slip e vestiti prettamente maschili. In ogni foto si nota comunque la sua pancia un po’ pronunciata e tesa, come se dei tonici e giovanili addominali fossero semplicemente “avanzati”, restando quasi intatti, sottostanti un paio di pettorali di tonici come è atletico il corpo di chi è geneticamente fortunato, ma non presta troppa attenzione all’attività fisica. Le gambe sono robuste, asciutte, le braccia atletiche. Le foto non lasciano dubbi neanche sull’uccello. Mi ha scritto perché ha voglia. Non gli interessa nulla di me se non le mie preferenze sessuali che, per sua fortuna, sono ampie: mi piace praticamente tutto! Durante la conversazione via messaggi, mi dice di aver voglia di essere penetrato e che, se stimolato, potrebbe spingersi oltre anche se non è quello che sta cercando nell’immediato. Può ospitare senza limiti di tempo e non avendo alcun impegno nell’immediato gli dico che lo raggiungerò poco dopo. La chat finisce a breve e, indirizzo alla mano, sono diretto verso di lui.
Una volta a casa sua, suono e salgo al suo piano. Mi accoglie un uomo alto quasi quanto me che mi mostra un sorriso forzato, come a “dovere” essere accogliente, ma lasciando trasparire di essere un po’ seccato da questi momenti adesso noiosi, adesso imbarazzanti. Gli stringo la mano e con la sua spessa e robusta mi invita ad entrare iniziando a parlare, senza dirmi il suo nome. Senza chiedere il mio. L’uscio si trova a metà di un corridoio, sulla destra suppongo vi siano le camere, dato che lo seguo sulla sinistra entrando, con un paio di passi, nella sua piccola sala profumata di inceso ed illuminata da un paio di abat-jour, una affianco al divano, l’altra dallaltra parte della stanza. Seguendolo, posso vedere brevemente due glutei sodi e tondi, grossi ma marmorei, coperti dalla tuta nera che indossa. Mi chiedo cosa contengano e un brivido mi percorre. In sala, ci sediamo sul divano e mi offre un bicchiere d’acqua, per poi cercare goffamente di instaurare una conversazione partendo da ciò che ci eravamo detti in chat. “Quindi dicevi di essere attivo?” Mi chiede.
“No, beh, amo tutte le sensazioni che questo gioco ci regala. Anzi se possibile mi piace cambiare più volte!” Rispondo.
“Beh si, te lo dicevo, io oggi ho una voglia matta di concedermi, sai ci sono quei giorni in cui mi…” Ma lo interrompo di colpo con una risata ed affermando “Ma perché farsi tante domande?” E con un ghigno malizioso mi avvicino a lui e gli metto una mano sotto la maglietta. Gli sfioro la pancia testa e roteo con le dita sui capezzoli che sento irrigidirsi, scorro verso il basso e la mia mano cade sul suo pacco. Sento la stessa verga che vedevo in foto e non vedo l’ora di liberarla dalla sua gabbia. In fondo, mi dico, voglio godermi anche io questo momento e so che se saprò scaldarlo a sufficienza avrò quello che voglio. Non metto la mano nei pantaloni ma lo giro invitandolo a metterlo a pecora. Nel farlo spegne con nonchalance la lampada vicina al divano e ci troviamo così in una coinvolgente penombra, con una luce soffusa del tutto eccitante. Ha ancora la tuta su ma la sua maglietta è adesso a metà schiena, e sto percorrendola verso il basso sfiorandola col mio stesso volto. Arrivo quindi all’elastico della tuta e la abbasso. In automatico la toglie ma faccio si che rimanga in mutande. Nel vedere le sue chiappe fasciate all’altezza del mio volto rimango piacevolmente colpito. Sono tonde, sode, ben aperte. Gli abbasso le mutande ma non gliele faccio togliere. Rimane con l’elastico degli slip appena sotto i glutei, voglio che palle e uccello rimangano fasciati, deve meritarsi di essere nudo e voglio aspettare io stesso per verificare se le foto erano veritiere. Alzo gli occhi. Ho davanti al naso un culo non depilato ma davvero poco peloso. Mi avvicino con calma ed è una festa di odori. Lui non mi guarda, forse è ad occhi chiusi e sempre a pecora. Bacio le palle che sono ancora fasciate dagli slip. Con la saliva gli lubrifico l’ano e da come era pulito e profumato di uomo non resisto e lavoro un po’ di lingua. In breve penetro dolcemente con un dito, ma è questione di attimi perché io ne metta un secondo. Guardavo chiaramenteil suo buco che chiudeva ermeticamente le mie due dita che, però, trovavano all’interno uno spazio che sembrava interminabile. Lubrifico con la saliva e ne entrano tre. Inizio un movimento lento avanti e indietro e vedo gli slip sempre più tesi. Li togliamo del tutto e scopro adesso un nuovo spettacolo. Visti da dietro i suoi coglioni pendenti sono un invito. Non tolgo le dita da dentro ma inizio a leccare lo scroto, a succhiarlo e a giocarci con la lingua. Sento dei gemiti malgrado la sua voce profonda. Allunga una mano indietro e cerca il mio pisello: “Bene!” penso. In effetti, a quel punto ero ancora vestito. In un batter d’occhio sfilo la mano, mi spoglio sino a rimanere in slip e tolgo la maglia anche a lui. Riprendo poi il gioco, sforzandomi di non guardargli il cazzo. Da come cerca di menare anche il mio pisello, capisco che è il momento di prendere il preservativo. Per farlo devo alzarmi e colgo quindi l’occasione per pormi davanti alla sua faccia col cazzo nelle mutande ma già tremendamente eccitato. Me lo tira fuori velocemente, lo guarda solo un attimo e, rapidamente, inizia a leccare l’asta più volte, per poi prenderlo in bocca. Era grandioso. Non muoveva la testa, me lo teneva fermo in bocca e roteava con la lingua in modo sublime. Avrei potuto godere già così ma invece esco dalla sua bocca filante di saliva e vesto il preservativo. Si rigira come un cagnolino ubbidiente, sono in piedi mentre lui è sempre a novanta sul divano. Appoggio la cappella sul suo buco e con una minima pressione vedo scoparire tutto il mio tronco dentro di lui, che emette un sospiro come di liberazione. Inizio una cavalcata lenta, voglio guardare come si muove il suo ano ad ogni mio colpo, ma aumento poi il ritmo fino a sentirlo ansimare di piacere. Ad un certo punto, durante la cavalcata, mi piego su di lui per fargli una sega e…fantastico! Chiudo appena la mano, sento le sue palle che mi sbattono sulla mano e mi sembra di sentire una cappella discretamente più larga dell’asta. Lui, sotto i miei colpi, sta impazzendo e me lo dice più volte, infatti faccio la cosa più giusta. Mi fermo
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