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Serva Musulmana


di doriana
17.08.2023    |    3.653    |    3 7.7
"Mi ha dato solo 15 botte anziché 20 ma lo si può capire, è la quarta o la quinta montata della giornata, così mi son beccata l'ultima trombata e l'ultima..."
Serva Musulmana
DOMINAZIONE DI FANTASIA DA PADRONE MUSULMANO

Capitolo 2
Il capitolo 1 finisce col tornare a casa alle 19:30 dopo la spesa. Quindi entriamo in casa ed il padrone Abdul mi impartisce una serie di comandi da eseguire in fretta: spogliarmi nuda, mettere via la spesa e preparare la cena. Succube obbedisco e mi spoglio. Il padrone come mi vede completamente nuda, gli prende un attacco di cazzite, si toglie pantaloni e mutande ed estrae il buon cazzo già duro e profumato stavolta e dice “bella Kaarima, mia avvenente fidanzata, mi fa piacere che sei piaciuta ad Abida. Però non farti illusioni, sarò dolce e protettivo solo in tali occasioni ma in casa e quando ti do in pasto ai miei amici la notte, sei solo la mia serva, la mia schiava e la mia cagna. Ora vieni subito qui che ti do un assaggio di quel che ti succederà stanotte.” Mi precipito da lui seduto sul divano e, famelica, gli prendo in bocca il membro maschio e lo spompino di gusto. Comincio ad innamorarmi del padrone. Dopo qualche minuto, mi ordina di salire sopra di lui, frontale a gambe aperte, e di sedermi sopra alla nerchia lasciandola penetrare tutta dentro la figa. Deliziosa cannella, la cavalco con su e giù lenti e ritmati. Mi godo la rigida asta e stringo le pareti della vagina per non lasciarmela scappare. Al primo orgasmo mi assale l'impulso di baciare in bocca il padrone. Come appoggio le labbra alle sue, a bocca aperta, mi sbatte la lingua in bocca e con trasporto mi scopa per bene bocca e figa. Un autentico atto d'amore. Si, mi sono innamorata di Abdul, mio fidanzato, mio signore e padrone. Dopo 5 o 6 minuti di sublime cavalcata, mi fa alzare, mi afferra la nuca e mi spinge il viso verso la maestosa cappella e mi ordina “apri la bocca troia”. Eseguo e mi schizza dentro un portentoso getto di sborra calda, gustosa, saporita e deliziosa. Una vera leccornia lo sperma del mio padrone, me la sono bevuta tutta di gusto. “Lavami la cappella con la lingua, cagna” comanda. Sono in brodo di giuggiole, passo la lingua su quella magnificenza e mi gusto, esaltata, il gradevole sapore della pelle di prepuzio alla sborra. Ormai constato e devo ammettere che mi sono innamorata del padrone. Ripongo la spesa negli appositi scomparti e mi accingo a preparare la cena quando il padrone mi ordina di portargli una birra. La prendo dal frigo bella fresca, la stappo e la consegno al padrone il quale mi da una palpata alle natiche ed afferma “brava vacca”. “ cosa preferita mio signore, carne, pesce o pasta, mio signore?” “spaghetti olio, aglio e peperoncino puttana e subito” risponde. Preparo la tavola poi metto la padella con l'olio, tre spicchi d'aglio e tre peperoncini secchi sul fornello a fuoco medio in attesa che l'aglio imbiondisca, quindi tolgo gli spicchi e li butto in pattumiera. Avevo già messo l'acqua e gli spaghetti a bollire in pentola. Una volta pronti ben al dente, li scolo, li verso in padella e. con forchetta e cucchiaio di legno, li mescolo per bene. Metto la padella sul tavolo e servo una porzione abbondante nel piatto del signore ed una parca nel mio, chiamando “ mio signore, la cena è servita” Sono le 20:30
mangia di gusto il mio padrone ed in quattro e quattr'otto finisce gli spaghetti, si scola la birra e mi ordina “dai cagna spicciati, sparecchia poi mettiti il vestito da troia ed il collare che usciamo.” Eseguo in fretta le faccende, indosso l'abito da puttana e mi metto il collare quindi consegno al padrone le catenella dicendo “a voi padrone, sono pronta”. Il mio signore mi trascina al guinzaglio sul pianerottolo, giù dalle scale e mi conduce al margine del parco dove ci sono due suoi accoliti neri che battono. “Salve boss” saluta uno dei due “ecco la vostra parte.” Costoro, si fanno pagare per inculare froci e checche desiderosi di farsi inculare dai mitici cazzoni dei negri. “vedo che avete una nuova cagnetta, carina.” Prosegue “ me l'hanno affidata i servizi sociali ed ora è di mia proprietà, tra una mezz'oretta, quando avete finito, venite al bar che, se mi offrite una birra, ve la do in pasto” “Certo, con molto piacere boss” rispondono. Il boss mi trascina al guinzaglio fino al bar d'angolo dell'ultimo palazzone. Il bar è piuttosto scalcinato come tutto il quartiere, ampio, un lungo bancone con, davanti, 4 o 5 sgabelli. Il padrone si siede su di uno e mi urla “a cuccia cagna” Mi stendo accucciata sul pavimento lercio. In una sala adiacente semibuia sono seduti ad un tavolino due fustacci negri. Il mio signore li chiama “hei ragazzi, offritemi un birra e vi consegno la mia cagnetta per farne tutto ciò che volete” “d'accordo boss” rispondono. I ragazzotti si avvicinano, pagano una birra ed il padrone gli consegna la catenella del guinzaglio. Mi trascinano nel retro che funziona da magazzino e si spogliano nudi. Mamma mia che fisici stupendi, perfetti. Due culi a mandolino da sballo e due proboscidi tra le gambe. Senza tanti preamboli mi sfilano abito e mutandine, mi fanno mettere in ginocchio a pecora e l'uno mi ficca il cazzo in bocca e l'altro me lo sbatte in culo. Una goduria, mi montano come due selvaggi, mi sbattono come un tappeto scambiandosi di ruolo di tanto in tanto. Comunque per almeno dieci minuti vengo sbattacchiata da un cazzo in bocca ed uno in culo fino a riempirmi di calda sborra entrambi gli orifizi. Godevo di ripetuti orgasmi proprio come una cagna in calore. Non hanno fatto in tempo a sfilare i pennelli ormai molli che si presentano i due negroni incontrati precedentemente. Seguono la stessa procedura dei primi ed altri dieci minuti sballottamento tanto che bocca e figa cominciavano a farmi male. Ultime sborrate poi mi hanno, finalmente, riconsegnata al mio padrone. Finisce l'ultima birra poi mi trascina a casa. Ci spogliamo nudi e ci portiamo in camera da letto. Sotto le lenzuola il padrone ha sentito il profumo di figa e così mi ha aperto ed alzato le gambe, mi è venuto sopra, mi ha appoggiato l'uccellone alle grandi labbra della mia figa e l'ha spinto tutto dentro. Insaziabile di sesso il mio padrone. Mi ha dato solo 15 botte anziché 20 ma lo si può capire, è la quarta o la quinta montata della giornata, così mi son beccata l'ultima trombata e l'ultima sborrata della notte. Ci siamo accasciate sotto le lenzuola l'uno accanto all'altro. Ero felice, ero appagata di essere serva fedele ed innamorata del mio padrone. Sdraiata accanto al petto villoso del mio grande amore mi induceva ad addormentarmi come sotto ad un manto di stelle, serena e felice.
Per ora mi fermo qua, nel prossimo capitolo racconterò gli episodi riguardanti l'incontro con l'Imam e la cena a casa di Abida.
Fine Capitolo 2°
Segue Capitolo 3°.….............
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