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Mettiti in Ginocchio !!!


di popochica
10.02.2021    |    7.637    |    6 8.5
"All’inizio ero un po’ insicuro, cercavo di trovare il verbo giusto, il sinonimo più appropriato e cercavo di evitare quelle fastidiose ridondanze di testo..."
Sono un piccolo imprenditore di Ancona, ho compiuto da poco 50 anni e sono single, felicemente divorziato da 15 anni.
Da quasi due anni ho completamente dissestato il mio stile di vita divenendo succube di un assuefacente e pericoloso comportamento sessuale, un vizio che tuttora mi imprigiona in una morsa di morboso piacere.
Qualche mese fa’ ho finalmente deciso di sedermi davanti al notebook ed ho iniziato a buttare giù la mia storia.
Vorrei prima di tutto scusarmi con voi lettori per la mia lacunosa capacità narrativa. Come avrete già notato non sono uno scrittore provetto.
All’inizio ero un po’ insicuro, cercavo di trovare il verbo giusto, il sinonimo più appropriato e cercavo di evitare quelle fastidiose ridondanze di testo. Poi ho realizzato che stavo scrivendo questo racconto per me stesso. Questa doveva essere per me solo una confessione. Confessando queste mie lugubri e malsane esperienze sessuali a chiunque avesse voglia di leggerle, sarei riuscito in qualche modo ad esorcizzarle. Finora ha funzionato, mi ha decisamente fatto sentire meglio.
Ho così iniziato a srotolare il groviglio di eventi che si annidava nel cervello, parola dopo parola mi sembrava di tornare a rivivere quei momenti bui, ma allo stesso tempo terribilmente eccitanti. Perciò ho smesso di sforzarmi di fare il romanzo perfetto, ho accantonato tutti le formalità ed ho iniziato a scrivere ininterrottamente, guidato dal flusso continuo della memoria che, nonostante siano passati così tanti mesi dall'inizio di tutto, è ancora vivida, così piena di dettagli…..e di sapori.

Ho militato per tutta la vita nell’esercito degli etero, dopo il divorzio mi trasformai in un single di mezza età. Perennemente a caccia con piccole storie appaganti che non duravano più di qualche settimana. In breve, ero tornato ad una vita sessuale abbastanza regolare e soddisfacente con frequenti cambi di partener.

Il cambiamento iniziò negli spogliatoi di una palestra a fine marzo 2019.
Mi ero da poco iscritto ad una palestra nelle adiacenze del mio ufficio, così facendo avrei potuto sfruttare la pausa pranzo per ritrovare la forma fisica. Una forma che stavo perdendo anno dopo anno a colpi di menù e forchetta.
Quel giorno maledetto ero appena rientrato nello spogliatoio, sudato ed ansimante dopo un’ora di allenamento spinning, il personal trainer era stato particolarmente sadico, gli ultimi 10 minuti di allenamento erano stati di fast spin, un'intensa volata di cyclette che mi aveva fatto risalire il cuore nel cervello.
Raggiunto il mio armadietto mi lasciai cadere seduto su una panchina, sfinito e con il battito cardiaco che mi rimbombava nelle tempie.
Rimasi seduto per qualche minuto ad occhi chiusi, chinato in avanti con i gomiti appoggiati sulle ginocchia mentre cercavo di riprendere fiato.
Trascorsi un paio di minuti, cominciai a percepire un intenso odore di sudore rancido e urina fermentata, aprii gli occhi e mi ritrovai un pene a riposo di circa 8-10 cm che penzolava ad un palmo dal mio naso.
Sorpreso ed infastidito, scattai immediatamente seduto sulla panchina in posizione eretta, cercando di allontanare la faccia da quel 'coso'.
Guardai in su capii il motivo di quell’incidente. Il proprietario di quel batacchio, un uomo sulla sessantina con un ventre peloso e prominente, stava riscontrando problemi con la sua T shirt, aveva la testa completamente insaccata nella sua maglietta, cercava di sfilarsela ma si era incastrata all’altezza del mento, impedendogli così ogni visuale sulla stanza.
Rimanendo seduto sulla panchina, mi spostai di lato allontanandomi silenziosamente di circa un metro. Quando Mister Batacchio riuscì finalmente nella sua impresa, cominciò ad esaminare attentamente il colletto stretto della maglietta incriminata, imprecando in Rumeno con parole incomprensibili.
Ora che lo vedevo bene in viso, riconobbi in lui uno dei partecipanti al corso di spinning appena concluso. Anche lui era grondante di sudore ed ansimante.
In quel momento non c'era nessun altro testimone di questo incidente nello spogliatoio, ed io, per evitare l’imbarazzo non gli dissi nulla.
Mister Batacchio non seppe mai di quell’incontro ravvicinato.
Non seppe mai che il sapone si può usare anche sulle parti intime.
Ma soprattutto, quel vecchio ciccione non seppe mai di aver svegliato qualcosa dentro di me, qualcosa che avrebbe scardinato la mia esistenza.
Da quel giorno cominciarono a passarmi per la testa certe fantasie erotiche non propriamente definibili etero.
All’inizio erano solo dei saltuari flash, chiudendo brevemente gli occhi mi passava davanti quel batacchio per qualche secondo, e a volte sentivo distintamente anche l’odore forte che emanava.
In seguito questi lampi di memoria si fecero sempre più frequenti, dettagliati ed impertinenti.
In breve, fantasticavo di inginocchiarmi davanti ad uno sconosciuto, gli slacciavo i pantaloni, giù le mutande poi, con decisione ed incurante delle sue scarse condizioni igieniche, gli afferravo i glutei con entrambe le mani e cominciavo a spompinare furiosamente quel cazzo maleodorante fino a che mi avesse riempito la bocca di crema calda. E poi tanti saluti.
Tutto qua.
Non desideravo minimamente essere ricambiato e non ero nemmeno interessato ad esplorare altri aspetti della sessualità gay.

In cinquant’anni di vita vissuta rigorosamente etero, non avevo mai avuto nessuna fantasia che coinvolgesse dei membri maschili, perciò ogni volta che salivano queste pulsioni surreali, mi limitavo ad ignorarle, dicendomi che sarebbero passate presto.
Attribuivo la colpa allo stress sul lavoro oppure ad una fase transitoria della mezza età.

Senza dubbio, durante quella calda primavera, non osavo azzardare l'ipotesi che un giorno avrei assecondato queste voglie, permettendo loro di divorare la mia vita.
Con l’avanzare dell’estate la bestia cresceva, sempre più feroce ed affamata.
La mia dilagante voracità si applicava a tutte le circostanze; seduto nella sala d’aspetto di un dentista, in fila alla cassa del supermercato, incrociando un estraneo sul marciapiede ecc, qualsiasi situazione mi portava a fissare la patta dei pantaloni del malcapitato che si trovava di fronte a me, mentre la mente sguinzagliava le mie fantasie più perverse.
Le lunghe notti insonni non mi davano altra scelta che liberare la mano destra e lasciare che la natura facesse il suo corso.
Dormivo solo un paio d’ore a notte e il mio esercizio commerciale cominciava inevitabilmente a risentirne, ero spesso in ritardo ai meeting che convocavo, non riuscivo a concentrarmi sui nuovi progetti, e prestavo scarsa attenzione alle esigenze dei miei dipendenti.
Ad autunno inoltrato presi una decisione.
Sono sempre stato una persona pragmatica e volevo gestire questa faccenda in modo pulito, organizzato, discreto e soprattutto anonimo.
Ho postato il seguente annuncio su un noto sito italiano di incontri occasionali:
"Io cinquantenne in leggero sovrappeso. Interessato a solo oral passivo. Sono alla prima esperienza e cerco chiunque sia stimolato da un incontro veloce all'interno del mio furgone. No mercenari."
Doveva essere semplicemente un’esperienza sessuale fuori dagli schemi, un episodio da sperimentare solo una volta, per poi accantonarlo definitivamente e ritornare alla mia vita di rapporti saltuari etero.
Controllai la mail il mattino seguente all’uscita dell’annuncio, avevo ricevuto già 15 messaggi di risposta.
Feci una rapida selezione, scartai subito quelli che sembravano un po’ sospetti e anche quelli che a fine rapporto si aspettavano un ‘regalino’.
Ne rimase solo uno.
La sua mail era semplice e concisa: ‘Cosi hai deciso di diventare una mungitrice? Bene, sarà per me un onore farti il battesimo del cazzo'
Ci scambiammo ancora qualche mail per definire i dettagli dell’incontro e infine presi appuntamento con questi tizio, si dichiarava 35enne, diceva di non essere superdotato ma tutto funzionante.
Ci incontrammo nel parcheggio di un supermercato a fine novembre '19 nel mio furgone.
Arrivai sul posto con 15 minuti di anticipo e parcheggiai in una zona buia e discreta, poi scesi dalla cabina di guida e salii nel vano di carico.
Avevo allestito il pianale del furgone con una moquette soffice, un materasso singolo gonfiabile, un rotolo di carta igienica e un paio di bottiglie d’acqua. Avevo anche sistemato delle potenti luci a LED ai quattro spigoli alti del vano.
Siccome desideravo assolutamente tutelare il mio anonimato, indossai un cappuccio nero attillato che mi copriva tutta la testa e il collo. Una guaina in maglia fine ed elastica tipo il tessuto dei leggings.
Mi sedetti sul materasso. In attesa.
Trascorso appena un minuto udii bussare al portellone posteriore, tre bussate forti e decise che mi fecero sobbalzare.
Aprii lentamente lo sportello e vidi un uomo di pelle scura, sulla quarantina, pancione sodo e prominente.
Rimasi sorpreso. Nelle e-mail che ci eravamo scambiati non avevamo fatto nessun cenno alla nostra etnia e al nostro aspetto fisico.
Io non sono mai stato razzista, ma nelle mie fantasie avevo sempre immaginato di ciucciare un salame rosa, non una melanzana.
Anche lui, appena mi vide così incappucciato fece in passo indietro per la sorpresa, “Che cazzo è, uno scherzo?” disse preoccupato, guardandosi fugacemente attorno.
Lo tranquillizzai spiegandogli che io tengo molto al mio assoluto anonimato in questo aspetto della mia vita.
Discutemmo brevemente della necessità di indossare quel copricapo. Tuttavia, quando lui capì che il cappuccio non era negoziabile, si rassegnò all’idea e potemmo così dare inizio ai festeggiamenti.
Lui era un po' più grosso di me e ben piazzato, pelle molto scura tipo caffelatte e un accento che tradiva una provenienza ispanica sudamericana.
Nelle sue mail si dichiarava 35enne ma io gliene davo almeno 45. Passati i primi malumori causati del cappuccio, gli chiesi se avesse preferenze su come iniziare. Lui si appoggiò alla paratia del furgone e mi disse (meglio dire ‘mi ordinò') "mettiti in ginocchio".
Quel tono perentorio mi fece esitare un po’, non sono abituato a farmi dare ordini.
Comunque stetti al gioco, mi inginocchiai davanti a lui e posai entrambe le mani sulle sue cosce. Il cuore mi batteva sempre più violentemente.
Caro lettore, prima di proseguire vorrei precisare che, a parte l'incidente con Mister Batacchio, gli unici uccelli entrati nel mio campo visivo fino a quel momento erano quelli che si vedono svolazzare negli spogliatoi delle palestre, e, capisci, non ė che in quel frangente ti metti a fissarli, al massimo rubi qualche rapida sbirciatina a distanza di sicurezza.
Mii ero immaginato questo momento centinaia di volte negli ultimi mesi. Nella mia immaginazione mantenevo il completo controllo dell'azione e mi sentivo sicuro di me come il più esperto dei pompinari.
Mentre stavo li in ginocchio aspettando che si abbassasse jeans e mutande, cercavo di ritrovare tutto quel senso di self control che avevo avuto nelle mie fantasie.
Una volta slacciatosi i pantaloni ė rimasto un' interminabile istante con i pollici infilati nella cinta, facendomi pregustare il momento che avesse deciso di scoprirsi. E poi ė successa una cosa che continua a rigirarmi nella testa persino adesso, oltre un anno dopo il fatto.
Si abbassò jeans e mutande in un unico gesto rapido, mentre se li abbassava si ė avvicinò con il bacino a circa 5 cm dalla mia faccia e il suo pisello che era già parzialmente eretto e con l'abbondante prepuzio pieno della secrezione naturale di liquido preseminale, per via dell'effetto molla causato dall'abbassamento delle mutande ė guizzato sul mio naso dal basso verso l'alto.
Ed eccomi li, a fissare quel biscione nero (e già.....in contrasto al suo corpo caffelatte il suo cazzo era nero come il carbone) a bocca aperta per la sorpresa e col naso inondato di quel liquido fuori e dentro le narici.
Tutto il mio Self Control era ufficialmente andato a farsi friggere.
Questo giochino (l'effetto molla delle mutande sulla faccia) ė sempre stato uno dei miei preliminari preferiti, alle belle signore che inginocchiandosi davanti a me mi concedono le loro calde labbra, non è mai dispiaciuto, anzi, sapendo che mi eccita sono loro stesse ad avvicinarsi alle mutande per prendere la "mazzata piena in faccia.
Quando mi sono visto trattare allo stesso modo ė esploso un mondo dentro di me.
A questo punto lui mi guardò e, vedendomi un po' esitante, mi riavvicinò il suo coso gocciolante di quel liquido filamentoso alla faccia e mi diede un' altra pennellata dall'occhio destro, ripassando per il naso per finire sulle labbra.
Io ero letteralmente Congelato.
Ci sarebbe voluto un poeta pazzo ed arrapato per spiegare tutta la tempesta emotiva che infuriava dentro di me. In breve, i miei sentimenti in quel momento spaziavano fra:
- Ma che cazzo sto facendo qua in ginocchio?",
- Sorpresa,
- Offesa
passando per
- come si permette questo qua?"
ma soprattutto.....
- un sano, intenso e crescente arrapamento fantozziano.
Comunque non ebbi molto tempo per riorganizzare le idee perché tutto quanto descritto sopra (dall'abbassamento dei pantaloni in poi) durò solo pochi secondi.
Mentre stavo decidendo come reagire, il Gentleman impugnò il mio cappuccio con una mano e con l’altra mi direzionò il pisello dritto il bocca cominciando a scoparmi allegramente la faccia.
Si dava il ritmo di sbattuta da solo con entrambe le mani e avambracci avvinghiati dietro la mia nuca.
In breve tempo la mia bocca era piena del suo liquido preseminale. Non sapevo che un singolo cazzo ne potesse produrre così tanto in così poco tempo, sono sicuro che si fosse preparato mentalmente a quest'incontro almeno mezz'ora prima di incontrarci. Solo in questo modo si può spiegare questa inondazione.
Continuavo a mandarla giù e ad ogni pompata ne produceva sempre di più.

La sua zona inguinale emanava un fastidioso odore di lozioni e deodoranti, ci era andato decisamente giù troppo pesante con questi profumi artificiali. Il suo cazzo non era circonciso e si trovava sotto un abbondante pancione al punto che lui non riusciva a vederselo. Quando mi entrava tutto in bocca si scappucciava completamente e sentivo quella sua panza che mi grattava il cappuccio sopra la testa, poi si re-incappucciava completamente con abbondante eccesso di pelle prepuziale mentre si sfilava.
Non saprei descrivere le dimensioni. Entrava tutto in bocca fino ad immergere il mio naso nel folto pelo dell'inguine, da quella posizione riuscivo persino a leccargli le palle con la lingua.
Poi la cappella (sempre più grossa e dura) si fermava poco prima di toccare l’ugola, evitandomi i conati di vomito. Credo che fosse sui 12-14 cm di lunghezza e 3-4 cm di diametro.
Nonostante il fastidioso sentore generale di sapone direi che la cosa stava andando meglio di come me l'ero immaginato. Superate le prime 3-4 pompate servite per rompere il ghiaccio, tutte le sensazioni negative lasciarono il posto ad un intenso piacere.
Col senno di poi. Se non mi avesse infornato il suo cazzo in bocca così all'improvviso e brutalmente, io sarei ancora lì in ginocchio a decidere sul da farsi.
Dopo circa 5 minuti in ginocchio, Lui si stese a pancia in su sul materassino gonfiabile e, massaggiandosi lentamente il pisello mi ordinò di stendermi a pancia in giù e (testuali parole)
"Adesso voglio che ti impali la testa fra le mie cosce". Cosa che feci di buon grado.
Caro lettore, non so se mi capisci ma a quel punto ero ad un livello di lussuria che se avesse deciso di pisciarmi in faccia gli avrei probabilmente chiesto se desiderava che la bevessi senza sprecarne un goccio.
Continuò a scoparmi la faccia in modo frenetico con le sue gambe sempre saldamente avvinghiate dietro alla testa. Sentivo i suoi due polpacci che premevano sulla mia nuca e mi impedivano di sfilare quella melanzana di bocca.
Trascorsi altri cinque minuti, Lui decise di passare all'ultima posizione prima di sfociare sul Grand Finale.
Con un gesto brusco, strappò via "delicatamente" la mia bocca dal suo cazzo strattonando il cappuccio che ormai si era intriso di saliva ed altri liquidi.
Dopo questo gesto brusco, il cappuccio si mise di traverso lasciandomi cieco con l'apertura facciale di lato.
Mentre me lo ri-sistemavo notai che Lui stava preparando l'ultima posizione. Impilò un paio cuscini sul lettino e mi ordinò di sdraiarmici sopra lasciando la testa appoggiata sui cuscini. Non riuscivo a capire dove volesse arrivare. Poi ho capito quando mi si ė accovacciato di fronte in una specie di sqwat col cazzo sulla mia faccia. Praticamente aveva le sue scarpe da ginnastica ai due lati della mia testa ed ė stato a quel punto che ho sentito l'odore nauseabondo provenire dai piedi. Ma in quel particolare frangente la cosa non mi disturbava affatto....anzi, mi faceva sentire più porca.
Il mio cappuccio è formato da 4 buchi per occhi, naso, e bocca. Lui me lo infilò sotto il buco del passamontagna che lasciava libera la bocca e lo fece uscire dal foro dell'occhio destro. Mi scopó la guancia per un po' poi passò all'altra guancia e stavolta mi faceva uscire la cappella dal foro dell'occhio sinistro.
Quando ripenso a questa prima esperienza mi riferisco mentalmente a Lui come Ringhio. Questo perché Mentre era intento a sforacchiarmi il cappuccio fra bocca e occhio ringhiava cose del tipo "Hai voluto portare sto cazzo de cappuccio de mierda eee!!! E io te lo stupro, Tiè...Tiè….Tiè...." In effetti alla fine del nostro incontro quel copricapo aveva perso la sua innocenza..... da tutti i buchi.
Quel cazzo strofinato in faccia mi dava una goduria indescrivibile. Non so se riesci a capirmi. Era molto di più di come me l'aspettavo.
L'unico nota negativa che rompeva l'atmosfera rimaneva quel fastidioso sentore di deodoranti e saponi.
Dopo qualche minuto di massaggio facciale, Ringhio passò al rush finale. Io ero sempre con la testa appoggiata sui cuscini, Ringhio si mise a 4 zampe con il cazzo piantato nella mia bocca e iniziò a stantuffarmela freneticamente cosi....alla pecorina mentre le palle mi sbattevano ritmicamente sul mento.
Improvvisamente mi chiese: "dove ti devo sborrare?" (Tutto sommato gentile e premuroso a chiedermelo) siccome non risposi me lo chiese un'altra volta, questa volta con un tono più incazzato, quando mi sentì rispondere “uummmmphuuuumpfff” intuì che non sarei mai stato in grado di parlare in quelle condizioni, mi stappò il martinetto dalla bocca e, dopo aver ripreso fiato gli risposi "dove vuoi,".
Intanto sentivo quel coso allargarsi e indurirsi in bocca sempre di più.
Cari lettori, non so se qualcuno di voi ha già provato, ma un grosso grasso cazzo che ti sta per esplodere in gola ė una sensazione assolutamente indescrivibile. All'improvviso me lo sfilò di bocca per inserirlo sotto lo stretto lembo di stoffa attillata del cappuccio che separa il foro della bocca da quello del naso. Quando la cappella incontrò le narici puntò verso l’alto perpendicolarmente al mio viso.
Praticamente sembravo un Pinocchio con uno strano naso a forma di minchia.
In quella posizione, mi trovai con il naso tappato dalla base della sua canna e contemporaneamente la bocca riempita dalle sue palle nere e pelose.
Con le vie aeree così otturate non riuscivo a respirare, ma chi se ne frega di respirare, avevo cose molto più importanti da fare in quel momento.
Ringhio mi diede altri 2-3 colpi di cappella sulle mie narici e poi si bloccò, il suo viso era arrossito e trasfigurato presagendo una sborrata epocale, il suo cazzo nero, essendo picchettato dal mio naso, si trovava ancora perpendicolare alla mia faccia, uno dei suoi coglioni era in bocca e uno mi penzolava sulla guancia destra.
La cappella, completamente scappucciata, era lì, pronta a scoppiare a 10 cm dai miei occhi. Mi aspettavo un fiotto di sborra che sparava verso l'alto per poi ricadere ad inondarmi la faccia. Ma evidentemente ho visto troppi porno, in effetti, il cannolo di Ringhio cominciò ad esondare fiotti abbondanti di sperma che vedevo scendere lungo la canna. Siccome la seta del cappuccio era sollevata dal suo cazzo, la colata di sborra si infiltrò sotto arrivando ad inondarmi occhi e bocca. Ho assaggiato lo sperma per la prima volta (non ho mai avuto il coraggio di assaggiare il mio).
Temevo di essere disgustato dal sapore dello sperma ma, siccome il mio apparato olfattivo era ancora avviluppato in quel sentore di deodoranti, lo sperma assunse il sapore di felce azzurra.
Mentre il cazzo eruttava le ultime gocce, Ringhio prese in mano il suo cannolo (che cominciava gradualmente a sgonfiarsi) e prese a strofinarmelo furiosamente su tutta la faccia fra il passamontagna e la pelle spalmandomi così la sua crema su guance occhi, e narici. Ė stato a quel punto, quando mi entrò dello sperma nel naso che ebbi un lieve sentore del sapore dello sperma. Ma passò presto.
Se fosse finita così si sarebbe conclusa egregiamente, ma Ringhio si innervosì quando mi rifiutai di tirarlo fuori per dargli la possibilità di contraccambiare il favore.
Su questo ero stato molto chiaro nelle mie mail, ero solo interessato a oral passivo.
Ringhio si ricordava benissimo dell'annuncio ma contava sul fatto che sarebbe riuscito a farmi cambiare idea. Tentò così di farmelo tirare fuori.
Provò persino ad ordinarmelo (forse pensando che fossi ancora sotto il suo comando per via dell'azione appena conclusa). Dopo il mio categorico rifiuto se ne ebbe un po’ a male. Si rivestì in silenzio, poi mormorò un sommesso "Vabbe, Ciao". Uscì dal furgone e lo osservai dileguarsi nel buio pesto di quella notte. Chiusi il portellone.
Era successo …. Cazzo, era successo veramente !!?.
Rimasi immobile, incredulo, a bocca spalancata per qualche minuto, mi lasciai cadere, seduto, sul materassino con la stoffa del cappuccio ancora intrisa dei sapori di Ringhio, chiusi gli occhi rivissi tutte le sensazioni della mezzoretta appena trascorsa.
Sentivo ancora il suo prepuzio pieno di quel dolce liquido preseminale appoggiato sulle mie labbra, sussultai quando quel prepuzio, sprofondando nella mia bocca sguainava quel glande nero, grosso e duro.
Sentivo ancora il suo scroto peloso che si strofinava insolente sul naso, poi oltrepassava le labbra per entrare a riempirmi la bocca.
Le mie fantasie erano completamente diverse da ciò che era appena accaduto, nei miei sogni ad occhi aperti ero sempre io a prendere e mantenere il controllo dell’azione, fra una pompata e l’altra insultavo il “maiale” che si permetteva di violarmi la bocca e accompagnando gli insulti con sonore sculacciate sui suoi glutei mentre mi sborrava in gola.
Tengo a precisare che io faccio un lavoro di tipo manageriale e non sono abituato ad avere persone che mi dicano cosa fare.
Al pensiero di me stesso, praticamente schiavizzato dal volere del cazzo altrui fu un’esperienza nuova. Mi resi conto in quel preciso istante che non sarebbe stata l’unica esperienza. Ci sarebbe sicuramente stato un seguito.

Caro lettore, scusa se mi sono dilungato a raccontare troppi dettagli, ma il fatto di riportare a galla questi eventi, mettere nero su bianco le mie porcate e le emozioni che bruciavano dentro di me nella speranza che qualcuno si ecciti leggendole,
beh….mi ha fatto ritornare a quella sera.

Continua……….

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