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Marcello, sorpresa


di xsea3
01.08.2023    |    11.912    |    6 9.7
"Inizio a muovere il dito, facilitato dal sapone e ne infilo un secondo..."
Finalmente mi arriva il messaggio di Marcello.
Sono passati due giorni da quella cena e stavo pensando di dover insistere per rivederlo.
Invece ecco li il whatsapp: -Domani vengo a riprendermi quel che mi hai preso-.
Si riferisce alle mutande che conservo in un cassetto del comodino, ancora col suo odore sopra.
Lui ha le mie, mi chiedo se le abbia annusate per segarsi pensando a me.
Avrei voglia di scoparmelo tutto il pomeriggio, ma quell’intraprendenza merita un premio.
-Come va con Elisa?- domando. In fondo il nostro gioco è iniziato con la scusa di aiutarlo a portarsela a letto.
Lui mi manda una faccina triste: -Meglio ma ancora nulla-.
Allora la mia idea prende corpo definitivamente.
Il pomeriggio seguente arriva all’una e mezza. È sabato, è appena uscito da scuola e io gli ho promesso di preparargli il pranzo.
Gli faccio trovare pronta la mia super amatriciana e intanto parliamo.
Si vede che all’inizio è un po’ in imbarazzo.
Quando arriva mi saluta incerto e io gli accarezzo una guancia, poi lo tiro a me e lo bacio.
Risponde incerto, poi si stacca: -Luca…- inizia, probabilmente pronto ad una delle sue pippe su questo nostro rapporto, ma io lo interrompo -Il pranzo è in tavola-.
Mentre mangiamo indago la sua storia con Elisa. Confessa che l’esperienza con me lo ha tranquillizzato, è riuscito ad andare molto oltre. Mani nel reggiseno, baci audaci e leccate, dita nelle mutandine e infine tra le gambe. Lei è venuta e glielo ha toccato, senza però portarlo all’orgasmo.
-Son bei passi avanti direi. È normale un po’ di incertezza all’inizio. Vedrai che con oggi ti passa tutta!- lo rassicuro.
- Luca io non so se questa cosa va bene…- inizia
Alzo gli occhi al cielo.
- No davvero. So che non lo fai con cattiveria, ma i nostri incontri mi turbano…-
Lo guardo serio – Che vuoi dire?-
Lui arrossisce mentre guarda il piatto quasi vuoto e si torce le mani: il ritratto della difficoltà – Mi sono ritrovato a… ripensarci…-
Un sorriso mi spunta sul viso – A sì?-
Lui annuisce, ancora più rosso.
- E magari ti sei segato pensando al mio cazzo –
Alza gli occhi spaventati e annuisce quasi impercettibilmente.
- A giudicare da come ti ho sentito l’altra sera dai tuoi, ti sei anche esplorato il buchetto!-
Lui sembra sul punto di piangere mentre annuisce.
Io lo guardo quasi divertito – E allora?-
Si nasconde il viso tra le mani – Ho paura di diventare gay!-
Scoppio a ridere e lo abbraccio: - Intanto essere gay non è una malattia mortale. Certo, nonostante tutto è ancora difficile oggi, ma le cose cambiano in fretta. In ogni caso scoprire che puoi godere anche con un uomo non significa che non ti piaccia più con le donne. Hai solo più scelta! –
Lui si rilassa nel mio abbraccio, gli accarezzo la schiena, davvero in modo amicale, in quel momento non mi interessa fotterlo, ma solo farlo rilassare, fargli fare pace con sé stesso, uscire da tutta una serie di pregiudizi. Se sapesse cosa fanno i suoi con me, scoprirebbe come provare piacere per un cazzo in culo non ti preclude una serena e affiatata vita di coppia, anzi! Ma non posso fargli quell’esempio.
Mi separo e gli prendo il mento tra le mani: - Su Marcello, non fare lo sciocchino. Sai che ti voglio bene, vero?-
Lui mi guarda, pare pensarci un momento poi annuisce.
- Ecco allora capisci che se una cosa fosse brutta non te la insegnerei! In ogni caso, oggi ho una sorpresa per te che vedrai ti farà stare più tranquillo!-
Lui sgrana gli occhioni: -Io non so se voglio scopare oggi. Cioè, forse dovrei prendermi un tempo per pensarci, per capire, per…-
Mentre lui parla io mi sono alzato e sbottonato i pantaloni e ho estratto il mio cazzo, ancora moscio davanti alla sua faccia.
Lo osservo, senza dire una parola.
Non si accorge di quanto è bello coi ricci scomposti, le guance rosse e la lingua che passa sulle labbra inconsapevolmente.
Non faccio nulla, aspetto, mentre solo guardarlo comincia a far ingrossare il mio cazzo.
Allunga la mano, lo solleva, si avvicina, lo annusa, se lo strofina sul viso.
Il mio pisello reagisce in fretta, intostandosi nelle sue dita.
È capitolato in fretta il santarello, che ora già lo bacia e lo lecca.
Sono uno che produce un sacco di pre sperma e al cucciolo sembra piacere, perché lo lappa a piena lingua.
Lo lascio succhiare un po’ accarezzandogli la testa, poi mi separo.
Ha l’espressione smarrita.
- D’ora in poi, quando dici delle sciocchezze, ti metto il cazzo in bocca!- gli dico rivestendomi.
Resta interdetto, poi io scoppio a ridere e lui mi asseconda.
Sparecchio e poi gli dico che è il momento di una doccia.
Lui non oppone resistenza.
Andiamo in bagno ci spogliamo e ci infiliamo sotto l’acqua calda al punto giusto.
Ha il cazzo duro già mentre si spoglia e io lo lascio entrare con me sotto il getto, poi inizio a baciarlo.
La timidezza delle volte scorse sta lentamente recedendo. Pare rassegnato ai suoi desideri, a quel piacere che sta scoprendo.
Mi piace il suo modo di fare l’amore, quando si lascia andare.
Gli piace premersi tutto su di me, sentire la pelle che si struscia, si tocca.
Muove le mani curioso, bacia con voglia. Non credo si accorga di come si muova in modo sinuoso, strusciando il cazzo sul mio, muovendo il bacino ed inarcando quello splendido culetto.
Quando è bello intento a strusciarsi e a gemere, prendo il sapone, spengo l’acqua e iniziamo ad insaponarci.
Le mani scivolano dappertutto finché ci impugniamo i cazzi.
Lui geme e io gli bacio il collo, so quanto gli piace, poi gli accarezzo e insapono le chiappe e infine scivolo con un dito nel buchetto.
Uso sempre un sapone delicato perché non bruci.
Lui si inarca, geme, si stringe al mio arnese.
- Senti che buchetto elastico- gli sussurro – quanto ti sei allenato?-
Lui torna al presente – Ma che dici?- si schermisce.
Inizio a muovere il dito, facilitato dal sapone e ne infilo un secondo.
Lui fa un po’ di resistenza, si aggrappa alle mie spalle, cerca di sfuggire mettendosi in punta di piedi.
Ma quello sfintere è morbido ed eccitato, si apre sotto la mia spinta. Le falangi affondano, devo piegare anulare e mignolo per poter arrivare fino in fondo.
- Non dirmi bugie! – gli sussurro – Raccontami cosa hai fatto!-
Lui mi guarda, io inizio a muovere piano le dita, prendendolo così non ho molto controllo, mi limito a muoverle piano, girandole quanto riesco, estraendole e rispingendole a fondo allargandole un po’ finché lui non si decide a parlare.
- Me lo sono toccato un po’!- confessa.
- Come?- insisto e spingo più a fondo.
Lui scuote il capo e io spingo di più e le ruoto, lo faccio in modo rude, il messaggio è chiaro, o parla o lo sfondo.
- Ahh Luca, ti prego!- Geme, ma il suo cazzo è bello duro contro la mia pancia, mentre le sue dita si aggrappano al mio.
- Allora? Voglio tutti i dettagli!- gli dico con un tono falsamente autoritario.
- Ok, ok, ma ti prego fai più piano!- miagola.
Sorrido. Mi dice di fare più piano, non di toglierle, il porcellino.
Lo accontento, riprendo un movimento gentile, lui si rilassa, il culetto si apre di più, vorrei scoparlo ma ho altro in serbo per lui oggi.
Mentre lo frugo noto che è pulito.
- Ho iniziato sfiorandomelo solo, proprio quel giorno. Quando sono tornato a casa era ancora morbido e un po’ aperto. Ho provato a metterci il dito ma bruciava un po’. Così ho lasciato perdere.
Però il girono dopo non ho resistito e ci ho riprovato, come hai fatto tu, bagnando bene, massaggiando e infilando il dito… -
- Ma che bravo – mi complimento – e poi?-
Lui arrossisce di nuovo – Poi era scomodo, non trovavo una posizione, così ho usato una matita… -
Estraggo le dita e gli massaggio il buchetto, facendolo sospirare, solo per poi rimettergliele: - Mmm ma qui c’è spazio per più di una matita-
-Luca ti prego, mi vergogno!-
Lo bacio, lo faccio con passione, lui risponde. Ci limoniamo per un po’, riapro l’acqua e tengo le dita nel suo culo, infilo il mio cazzo tra le sue gambe, mentre il suo mi sbatte sulla pancia.
- Marcello, guarda cosa stai facendo – gli dico infine – non ti devi vergognare con me! Devi imparare ad essere libero, te stesso…-
Lui mi guarda dritto negli occhi, compare quello sguardo di sfida che mi eccita da matti: - Alla fine ho provato con un pennarello di quelli grossi. È scomodo muoverlo, non so come fare, così ne ho infilati prima due e poi tre e mi sono segato, finché ho goduto – dice.
E io sorrido, sfilo le dita e lo bacio piano: - Bravo ragazzo. Ti regalerò un dildo, così potrai godere quando vuoi!- gli afferro il pisello duro e glielo sego un po’.
Lui fa altrettanto.
- Vieni, andiamo di là, ho una sorpresa per te.-
Lui mi asseconda. Andiamo in camera mia, ci asciughiamo, ci stendiamo nel letto e ci accarezziamo un po’.
Lui si accende, io ne approfitto, ci baciamo avvinghiati e poi, finalmente suonano alla porta.
Lui scatta teso.
- Non ti preoccupare, vado io!- gli dico indossando l’accappatoio e lasciandolo disteso nel grande letto.
Torno poco dopo.
Quando mi vede entrare domanda curioso: -Chi era?-
- Ti ricordi la foto di Jessica, quella con cui ti ho spiegato perché uomini e donne non sono così diversi?-
Lui annuisce preoccupato e io apro la porta.
Sbianca, salta su, cerca di coprirsi con un cuscino.
Lei lo fissa tra il divertito e il preoccupato.
Jessica è una delle mie migliori scopamiche.
Ha venticinque anni, piccola e minuta, con tettine a coppa di champagne sode come solo l’età può renderle. La vita è sottile, il ventre morbido e piatto. Il viso è da bambola, con lunghi capelli biondi.
L’ho fatta spogliare di là, indossa solo un reggiseno di pizzo nero e un perizoma che lascia intuire come sia depilata ovunque.
L’ho conosciuta due anni fa. Sì, mi piacciono i giovani, anche se poi, non mi nego ai miei coetanei.
Allora era timida, ma dopo un mese di scopate è venuta fuori tutta la sua voglia insaziabile.
Marcello sembra sul punto di avere un infarto.
- Su cucciolo, non essere maleducato, vieni a presentarti!- lo invito, tendendogli la mano.
Lui sembra sotto shock, mi fa morire con quel suo animo timido.
Allora avanziamo io e lei, mano nella mano.
Jessica sa di lui, gliene ho parlato chiedendole quel favore e naturalmente ha accettato. Le è bastato vedere una foto. Marcello è un gran figo, anche se più giovane di lei.
Lo raggiungiamo, lei si mette in punta di piedi e gli da un bacio leggero sulle labbra con un semplice -Ciao –
Io mi metto affianco a loro, prendo il cuscino e lo tolgo gentilmente dalle mani del ragazzo, che è color peperone, poi gli prendo la nuca e lo spingo verso di lei: - Sii gentile, ricambia il saluto.-
La bacia incerto, ma lei ci sa fare, schiude le labbra e lui non resiste, infila timido la lingua.
Sorrido, sposto la mano sulle loro schiene, li spingo l’una contro l’altro.
Lei si muove piano su di lui, per non spaventarlo.
Vedo che il pisello gli reagisce e sorrido.
Jessica si separa, gli bacia piano il petto, fissandolo.
Marcello è immobile.
Trema mentre lei scende sugli addominali, sull’ombelico e poi con un sorriso gli impugna il pisello mezzo moscio.
Inizia a leccarlo piano e io prendo la testa del ragazzo, la volto verso di me e gli infilo la lingua in bocca.
Sento che è smarrito, incerto, ma l’impeto del mio bacio sembra scioglierlo.
Gli accarezzo il sedere e poi il solco, solleticandogli l’ano.
Lui mugola qualcosa, ma il mio polpastrello lo forza.
La reazione del suo cazzo è immediata, da un piccolo balzo.
E lei, esperta, afferra anche il mio pisello, in piena erezione, lo sega, lo avvicina a quello di lui, comincia a strusciarli assieme, a succhiarli alternativamente, poi cerca di metterli entrambi in bocca.
Marcello è diventato d’acciaio, stimolato davanti e dietro. Sono delicato e quando vedo che è ben preso, sfilo il dito.
La sua lingua di lei guizza tra le due cappelle.
Marcello pare dimenticarsi di tutto, sospira, geme nella mia bocca.
Allora lo lascio e scendo accanto alla donna.
Lui ci guarda stordito, mentre iniziamo a contenderci il suo bel cazzo.
Siamo rodati in quel gioco. Lei gli lecca le palle, io la punta, percorriamo l’asta insieme, ci baciamo con la sua cappella in mezzo. Io gli accarezzo un gluteo, lei l’altro. Io gli sfioro il solco.
Lui ci fissa con gli occhi spalancati.
Infine mi alzo.
Mi stendo sul letto col cazzo che svetta e dichiaro: - Ora tocca a me!-
Jessica si muove veloce, mi scavalca, mi impugna il cazzo e guarda Marcello, come a offrirgli un gelato.
Esita per un momento, poi cauto gattona sul letto, mi raggiunge.
Gli prendo la nuca, lo tiro a me per un bacio, ho capito che questo lo aiuta rilassarsi, poi piano gli spingo giù la testa.
Lo sento esitare, mentre da la prima leccatina. Condividere un cazzo non è così facile, richiede coordinazione, ma lei ci sa fare e lo aiuta.
Mi godo la scena, quelle due bocche che si rincorrono sulla mia asta, leccano e succhiano presi dalla passione. Infine lei si ferma in punta, Marcello la raggiunge. Gli prende la testa e lo tira a sé e inizia un bacio liquido e guizzante con la mia cappella in mezzo. Sospiro di piacere. Le loro mani mi toccano. Lui accarezza le palle e la base dell’asta, lei mi pizzica un capezzolo.
Devo fermarli o verrò subito.
Li attiro a me, ci baciamo a tre.
Marcello è incerto, ma attirato sul mio corpo si appoggia, mi stringe, struscia il cazzo a cavalcioni di una mia gamba. Lei fa lo stesso con la fighetta, sento che ha già le mutande bagnate.
Accarezzo entrambi i culetti sodi. Scosto il perizoma di lei e le accarezzo il buchino facendola sospirare.
Lascio che continuino a baciarsi e infilo la falange del medio ad entrambi.
Lei non è lubrificata e fa un gemito, Marcello, reduce dalle esplorazioni di prima è più facile da penetrare.
Li sditalino un po’, unendomi al bacio, costringendoli con quella penetrazione a muovere il bacino al mio comando, poi tolgo le dita.
- Avanti bomba, via questi vestiti!- Jessica ridacchia, si sgancia il reggiseno in un gesto, poi con grazia sfila le mutandine, rivelando il pube glabro e la magnifica passerina, umida, stretta, piccola come lei, con la clitoride che spunta come un bottoncino pronto a innescare il suo piacere.
Mi scosto e la faccio stendere al mio posto.
Marcello è immobile, fissa quella bellezza.
Mi chiedo se la sua ragazza possa competere con quella perfezione, non l’ho mai vista. Sicuramente beneficerà delle esperienze che lui sta per fare.
È timido e incerto, ma il suo cazzo è duro e svettante.
- Vediamo se hai imparato la lezione- gli dico sorridendo e prendendo un piccolo seno sodo tra le mani.
Lei si inarca leggermente sospirando e lo guarda invitante.
Marcello allunga la mano esitante e la chiude su quella tettina. Mi guarda e muove la mano come me, stringendo piano, col capezzolo sul palmo premuto per farlo inturgidire. Poi entrambi lo pizzichiamo con gentilezza.
Jessica geme roca.
Mi chino, Marcello mi imita, la nostra bocca è su quelle tette deliziose.
Chiude gli occhi, finalmente e si abbandona all’esperienza. A turno risaliamo a baciarla, a leccarle il collo, le scapole, a baciarle la spalla.
Infine prendo una mano del ragazzo, la faccio scivolare sul ventre piatto della donna.
Lo sento esitare quando capisce dove lo sto portando, ma alla fine sfiora la sua carne morbida.
Jessica sospira.
La tocchiamo in due, sfiorandole le grandi labbra, premendo sull’inguine.
La sento bagnarsi.
Marcello ha già provato con la sua ragazza, inizia a massaggiarle la clitoride, io infilo un dito.
Ci guardiamo, siamo complici, lui lascia quel punto sensibile e infila un dito assieme a me.
Ci muoviamo bene assieme. Jessica sta perdendo il controllo, la conosco, inizia ad inarcarsi, a tremare.
Le afferro una gamba e la fermo col braccio. Marcello mi imita.
Ha i capezzoli rossi per il trattamento. Mi sistemo e raggiungo il clitoride col pollice, iniziando a massaggiarlo con un moto circolare.
Guardo Marcello: - Vedi?- lui annuisce, ipnotizzato da quella fighetta umida, stordito dalla situazione.
- Fallo tu!-
Ha un talento naturale, Jessica si inarca subito dopo presa dal piacere, geme, istintivamente cerca di chiudere le gambe, ma glielo impediamo.
Viene.
Sorrido, mi alzo, le allargo bene una gamba, prendo la testa di Marcello e lo faccio girare.
Ora ha il viso sulla sua pancia.
Lei lo prende di sorpresa imboccandogli il cazzo e facendolo sussultare.
- Continua a massaggiarla, usa tutta la mano!- gli dico.
Lui esegue e io infilo due dita dentro di lei, col palmo verso l’alto, inizio a muovermi, cercando il suo punto segreto, vado sempre più veloce.
Lei inizia a tremare, grida, Marcello è impossessato dalla scena, muove le dita sulla clitoride senza pietà.
E infine lei con un gemito sorpreso schizza. Tolgo le dita perché quel liquido bagni le lenzuola.
Marcello sgrana gli occhi.
-Leccala!-
E lui si sporge e inizia a lappare la passerina.
Non è la posizione migliore ma è la sua prima volta.
Jessica geme, ancora scossa dalle ondate dell’orgasmo.
Il ragazzo si sta impegnando a dovere.
Lo faccio mettere più comodo.
Una gamba di Jessica la prendo io, una lui, poi insieme ci infiliamo là in mezzo.
Divarico la fighetta con le dita, mentre lui osserva e inizio a leccarla dentro.
Poi mi scosto e lui copia.
Mi avvicino, mi insinuo, lecchiamo insieme con le lingue che si sfiorano. Sembriamo due lupi affamati.
Inizio a passare alla clitoride e lui mi segue, la succhiamo piano, a turno, infiliamo le dita.
Jessica geme, si stringe le tettine, implora di continuare. Ormai è in visibilio.
Sposto una mano e afferro il cazzo di Marcello, bello duro, lo tiro a me, ci abbracciamo mentre continuiamo a leccare, mentre lei viene di nuovo, strusciando i nostri corpi l’uno sull’altro.
Poi mi faccio da parte.
- Avanti Marcello. È il momento!- gli dico.
La sua esitazione pare scomparsa. Si avvicina piano alle gambe divaricate.
Io gli vado dietro, lo abbraccio, premo il cazzo tra le sue chiappe. Istintivamente lui muove il bacino strusciandosi.
Lo sego un po’. Mi piace l’idea di essere partecipe della sua prima volta.
Jessica sa, capisce, prende un cuscino e se lo mette sotto la schiena, per esporre di più la fighetta ormai fradicia.
Il pisello del mio cucciolo svetta orgoglioso nelle mie mani.
- Sei pronto? – gli sussurro all’orecchio, leccandoglielo e stringendogli un capezzolo.
Lui annuisce.
Lo dirigo io, un po’ con le mani, un po’ col bacino.
Appoggio la punta del cazzo sulla patatina. Lo struscio avanti indietro, sfiorando la clitoride e facendo tremare la mia bimba. Anche Marcello trema, ruotando il bacino per infilarlo, impaziente, ma io voglio che sia tutto bello bagnato degli umori di lei, così scivolerà dentro senza problemi.
Infine punto la sua cappella sulle grandi labbra, muovo piano il suo pisello.
Sento quando naturalmente trova l’imboccatura e gli do una spintarella col mio cazzo tra le chiappe.
E lui affonda.
Allora lo lascio.
Mi metto al fianco di Jessica. Mi godo la sua espressione incredula mentre entra per la prima volta in una fighetta.
Lo vedo chinarsi avanti, puntellarsi sulle braccia per entrare tutto, scivolando fino in fondo.
Jessica lo asseconda, spinge con lui, poi lo attira a sé.
E lui inizia a muoversi.
Si baciano, lei si stringe a lui, sono bellissimi, meriterebbero un video.
Allora mi avvicino in ginocchio e spingo il mio pisello tra i loro visi.
Jessica non esita a leccarlo. Marcello mi guarda strano, forse infastidito dall’intrusione, ma dura solo un istante, torna a guardare giù, incontrando gli occhi cerulei e felici di lei, che spinge contro il suo cazzo e nel mentre lecca gioiosa il mio.
E lui si unisce.
Di nuovo uno splendido doppio pompino.
Leccano l’asta per la lunghezza, la imboccano a turno.
Li lascio fare finché Marcello non trema, alza il viso sorpreso.
Lei gli afferra il sedere con entrambe le mani, tirandolo a sé, aumentando il ritmo.
Naturalmente prende la pillola e siamo tutti sanissimi, altrimenti non avremmo giocato senza preservativo.
Vederli così eccitati mi coinvolge.
Lui spinge forsennato, lei grida.
Viene lei.
Dopo poco capisco da come si muove che viene lui.
E vengo anche io, con due colpi di mano, sulla faccia estasiata di Jessica.
Lei lecca quel che può, ancora in preda al delirio.
Marcello si accascia su di lei, istintivamente la bacia, sporcandosi del mio sperma.
- Contento?- gli domando.
Un sorriso estasiato gli spunta in viso mentre si sfila da lei, poi mi bacia la punta del cazzo e annuisce.
- Bene – rispondo – adesso facciamo una pausa, non è detto sia ancora finita. E mi stendo.
Jessica si pulisce il viso, passa un po’ di sperma a me, un po’ a Marcello, steso dall’altro lato e un po’ se lo mette in bocca. Io sorrido, sarà un bel pomeriggio.
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