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Gay & Bisex

Lezioni post covid


di Twink02
28.12.2023    |    12.424    |    12 9.0
"Al primo cambio dell’ora lo vedo dirigersi in bagno solo ed esortato dalle mie amiche lo seguo..."

Era l’ultimo anno di Liceo. I 5 anni di superiori li avevo passati attirandomi prese in giro da parte dei miei compagni maschi a causa del mio aspetto femminile e da “checca” come dicevano loro. Un aspetto che dalla prima alla quinta si è sempre più palesato fino ad arrivare all’ultimo anno, in cui mi presentavo in classe con trucco e abiti che urlavano il mio essere queer.
La scena era sempre la stessa: entravo in classe con passo deciso, spesso indossavo dei leggins che mi fasciavano le cosce e il culo largo e rotondo (frutto di allenamento), mi sedevo vicino alla mia combriccola di amiche (che a differenza dei maschi mi adoravano) e passavamo tutta la giornata di lezioni a fantasticare su Marco, il ragazzo più carino della classe.
Io per lui avevo una vera e propria cotta da molto tempo, ma avevo quasi da subito lasciato perdere convito della sua eterosessualità.
Erano gli anni del covid e come da pronostico le lezioni vennero interrotte quasi subito. Chiuso in casa avevo molto tempo da dedicare al piacere e all’autoerotismo. Passavo ore a toccarmi e a fare edging su video porno, spesso in videochiamata con le due mie migliori amiche cavalcavo il mio dildo preferito sfiorandomi il cazzetto. Mi piaceva vedere me e le altre due troiette sullo schermo con la faccia sconvolta dal piacere finché tentavamo di ritardare l’orgasmo il più possibile.
Anche in queste sessioni una parte fissa della mia immaginazione tornava su Marco, su quei suoi avambracci possenti e sul suo pacco sempre gonfio, a come sarebbe stato bello soffocare sul suo palo di carne bollente mentre lui mi insultava e mi scopava la bocca.

Una mattina, dopo ormai 3 mesi di DAD in cui ci accingevamo a riprendere le lezioni in presenza, mi sveglio tardi e ancora assonnato leggo i messaggi ricevuti. Era la mia migliore amica:” Amo non puoi capire, Sofia mi ha inviato degli screen dalla chat dei ragazzi, quando torniamo questi ci si vorranno scopare di brutto”. Allegati al messaggio c’erano 5/6 screen di Whatsapp dove si leggevano messaggi scritti dai miei compagni di classe dove si lamentavano che con la quarantena non si erano più potuti svuotare le palle e che avrebbero utilizzato volentieri gli orifizi delle compagne di classe, persino me. Non rimasi sorpreso da queste affermazioni, sapevo che i miei compagni di classe erano un branco di segaioli e sapevo anche che dietro tutto il loro disprezzarmi c’era in realtà una gran voglia di perdersi nei piaceri della mia bocca e del mio buco del culo. Quello che mi sorprese veramente era il fatto che il più allupato sembrava proprio essere Marco. Era un occasione che non potevo farmi scappare.

Al rientro in classe mi misi gli abiti più provocanti che possedevo e ad ogni occasione che avevo mi piegavo a 90 sbattendogli in faccia il grosso baule di cui sono dotato. Al primo cambio dell’ora lo vedo dirigersi in bagno solo ed esortato dalle mie amiche lo seguo.
Al bagno è davanti al lavandino che si lava le mani, mi avvicino e gli appoggio una mano sul basso ventre. Inizialmente ha una reazione sorpresa, ma noto nei suoi jeans una immediata reazione.
“Non ti andrebbe di sfogarti un po’ dopo tutti questi mesi di stress?” gli sussurro avvicinando le mie rosse labbra carnose all’orecchio e assicurandomi di fargli sentire il mio sospiro caldo sul collo. “Non lo verrà a sapere nessuno” lo rassicuro.
Mi squadra attraverso il riflesso sullo specchio, poi mi guarda e mi dice con tono deciso di seguirlo al wc.
Non appena la porta si chiudo ci saltiamo addosso, la sua lingua si impossessa della mia bocca mentre le mie unghie affilate gli graffiano la schiena.
Le sue mani mascoline afferrano il mio culo da vacca passando sotto i pantaloni, sento che le sue dita spostano il mio perizoma e vanno a premere contro il mio buco del culo glabro, lo massaggiano per bene mentre io inizio a gemere.
“Piegati troia”. Mi ordina. Io quasi come fossi una bambola nelle sue mani mi volto, mi abbasso leggermente i jeans e il perizoma di modo che lui possa avermi subito, appoggio una mano al muro e con l’altra divarico una natica offrendo a lui il buco del piacere.
Lui si china, passa qualche secondo a leccarmi per bene, passando più volte con la lingua dalle palle alla mia rosellina, assicurandosi di lubrificarla. Dopodiché si alza, sento che si slaccia la cintura e finalmente eccolo. La cappella gonfia del porco si appoggia alla mia figa.
“Implorami”. Mi dice con voce ferma. “Ti prego non ce la faccio più. Sfondami ti prego!”
Non se lo fa ripetere, con un colpo il suo grosso cazzo mi entra nel culo. Non trova resistenza da parte del mio ano slabbrato e va a sbattere con decisione contro la mia prostata gonfia. Il mio cazzetto, che era duro come la roccia, perde quasi subito gran parte del suo vigore ed una scarica che parte proprio dalla prostata ed arriva al mio cervello mi fa scappare un gemito.
Marco, dopo avermi ordinato di chiudere la bocca, mi da 7 colpi di numero. Dopodiché esce ansimando come un animale ferito e dopo essersi segato veloce per 3 secondi mi scarica un litro di sborra bollente sulle chiappe lasciando il mio ano aperto che sta ancora “respirando”.
Senza dire una parola si ricompone e scappa via (non mi guarderà più fino a fine anno).
Io non ho quasi goduto, ma la consapevolezza di essermi fatto sbattere da lui, il mio desiderio da anni, mi da un’ enorme soddisfazione.
Il sogno viene interrotto quando uscendo dal bagno guardo l’ora. “Merda, e ora che mi invento?”





NB
Un po per noia, un po perché lo trovo estremamente eccitante, ho deciso che racconterò sul sito alcune mie esperienze realmente accadute e anche alcuni racconti di fantasia che rappresentano i miei sogni erotici più grandi. Come primo racconto è questa eccitante esperienza che ho vissuto un paio d’anni fa. Rappresenta per me un momento veramente importante. (I nomi sono di fantasia).
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