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Gay & Bisex

L’amico Camionista


di Membro VIP di Annunci69.it PerCamionista
04.01.2020    |    18.845    |    20 9.5
"Non persi tempo, mi girai verso di lui che era in piedi nello spazio tra i due sedili e iniziai a leccargli la cappella e i coglioni che erano belli grossi, ..."
Questa è un’altra storia vera che, mi reputo fortunato ad aver vissuto e di continuare a vivere.


Ormai il ricordo di Luca era lontano, quella piazzola non avrei più potuta visitarla e salutarlo non era stato facile, ma per lavoro avevo cambiato città e quindi dovevo praticamente ricominciare tutto dall’inizio.
Ovviamente non è difficile oggi giorno trovare maschi con cui incontrarsi, c’è internet, ci sono i battuage, qualche passa parola ed il gioco è fatto, io però preferisco fare pochi incontri ma buoni a meno che (visto che come avrete capito, sono attratto particolarmente dai camionisti), anche se è difficile trovarne con loro mi va bene anche una volta e basta, ma quella volta fui fortunato.

Un giorno, recandomi verso una città vicina, dovevo percorrere circa 60 km di autostrada e considerando che c’erano due autogrill nel tragitto, decido di fermarmi al primo per andare ai bagni.
Non avevo fretta, l’amica che andavo a trovare era ancora a lavoro e mi aspettava per cena, io ero partito in largo anticipo proprio per sondare il terreno sui posti da esplorare.
Ovviamente sapendo che oltre a quello dove vendono cibo, c’era pure quello del distributore, opto per andare proprio in questo e, dopo aver posteggiato, vedo tutti sti Tir fermi, ne saranno stati almeno 20, ma mi infilo comunque dentro ai bagni e mi dilungo nella speranza che magari qualche autista abbia la mia stessa esigenza. Purtroppo niente, non si vede nessuno all’orizzonte, a quel punto mi ricompongo vado a lavarmi le mani e mentre mi accingo verso l’uscita, ecco che ne entra uno, gli do cinquant’anni, sul metro e settanta, robustino, un bel baffo prorompente sul viso, capelli corti brizzolati , un folto pelo che si intravede dalla maglia, con quelle calzature che solo loro portano estate ed inverno.
Purtroppo le nostre strade hanno percorsi diversi (sono troppo timido per far finta di niente e ricacciarmi dentro), ma speranzoso, esco e decido di aspettare.
Non mi sbagliavo, di li a poco torna fuori e mentre passa, gli chiedo se ha d’accendere (ho sempre un’accendino con me, ma dovevo pur attaccare bottone), lui mi dice di si, ma che dovevo seguirlo al camion perché non ce l’aveva dietro. Non me lo faccio ripetere e così faccio. Quel percorso sembrava non finire più, io timido, lui per le sue, non abbiamo scambiato una parola, lo seguo e basta, ad un certo punto ci infiliamo tra due camion appena arriva alla cabina di quello di destra apre la portiera e dal portaoggetti prende l’accendino, me lo porge accendo e sfacciatamente gli dico se posso offrirgli una sigaretta per ringraziarlo. Accetta, prende la sigaretta e mentre mi rende il pacco, involontariamente le nostre mani si sfiorano e io mi sento una vampa attraversare ogni centimetro del mio corpo. Vorrei andarmene ma voglio provarci:
“ti da fastidio se mi fermo a scambiare due chiacchiere?”
Lui forse preso alla sprovvista da tale richiesta, guarda lo sportello sinistro del camion vicino al suo e verificato che le tendine erano tirare ed il finestrino chiuso mi risponde che non vedeva quale fosse il problema.
Parliamo del più e del meno, del lavoro che lo teneva spesso lontano da casa, dei lunghi viaggi che era costretto ad affrontare, di me che dalla Sicilia ero li per lavoro e della mancanza degli affetti che si facevano sentire per lunghi o brevi tempi a secondo del caso.
Ad un certo punto per non avere rimpianti gli dico:
“Ti va se salgo in cabina e ti faccio un po’ di compagnia?”
Mi guarda e mi da la risposta più inaspettata
“Guarda sono sincero, se fossi stato un po’ effemminato ti avrei detto di si, ma vedo che sei maschio e i tuoi modi non mi farebbero nemmeno venire il cazzo duro”.
Rimango di sasso, non so che dire e che fare, la sigaretta è ormai finita a questo punto meglio se vado via, ma, mentre faccio per andarmene mi giro e gli dico
“Guarda io torno davanti ai bagni a fumare, se vuoi provare come fa i pompini un ragazzo caldo della tua terra, basta che torni dietro al tir e mi fai cenno, io non ho problemi, ma devi essere convinto tu”.

Me ne vado, dispiaciuto ma almeno l’amo l’avevo buttato.
Vado dove gli avevo chiesto d’accendere, prendo e inizio a fumare. Sembrava passato un tempo infinito, la sigaretta stava finendo, ma eccolo, lo vedo farmi cenno, non credevo ai miei occhi ma era vero, torno verso il suo Tir vado dal lato passeggero, apro e salgo, quello è stato uno dei momenti più fortunati della mia vita.
Appena sono su, mi presento e lui fa lo stesso, ci stringiamo la mano, stavolta il contatto è voluto e io a quel punto lo provoco un po’:
“Cosa non fareste per una sborrata”,
Lui sorride, diventa rosso ed inizia a raccontare un po’ le sue avventure, donne, coppie, travestiti, non si è fatto mancare niente, ma mi giura che ad un ragazzo non ci aveva mai pensato, ma che gli ispiravo fiducia e che forse il fatto che fossimo conterranei, gli aveva fatto abbattere l’ultimo muro, insomma voleva provare, ma escludeva che mi avrebbe anche solo toccato, avrei dovuto far tutto io.
Sinceramente non aspettavo altro, ero già troppo eccitato, non sarei mai durato tanto se lui mi avesse anche solo sfiorato.
Mentre chiudeva la tendina del suo lato e quella grande frontale, io gli chiedevo se potevo almeno rimanere in mutande e lui mi ricordo che mi rispose, che dovevo rimanere nudo, senza problemi, fui un po’
sorpreso ma dopo aver chiuso la tendina del lato passeggero, mi tolsi tutto e appena mi voltai verso lui vidi che pure lui si era messo comodo, infatti era rimasto completamente nudo ed era proprio bono, i miei occhi avevano visto bene, tanto pelo, un po’ di panza e un cazzo al momento moscio che aspettava solo la mia boccuccia per prendere consistenza.

Non persi tempo, mi girai verso di lui che era in piedi nello spazio tra i due sedili e iniziai a leccargli la cappella e i coglioni che erano belli grossi, lo feci per un po’ finché la sua minchia non prese consistenza ed allora mi sedetti nella cuccetta dietro e gli chiesi di mettersi in piedi davanti a me, facevo scivolare la sua mazza fino in fondo alla mia gola e gli premevo il culo con la mano verso il mio viso, forse lui capi’ cosa mi piaceva e non se lo fece ripetere e a quel punto iniziò a prendere l’iniziativa, con una mano si teneva nella parte alta della cabina e con l’altra mi teneva la nuca e con un ritmo forsennato mi scopava la bocca, provocandomi di tanto in tanto, dei conati. Ad un certo punto eravamo così presi dal momento che mi ritrovai con la testa poggiata al fondo della cuccetta e lui che affondava la sua cappella fino alla mia gola, si contorceva e mugolava di piacere ed io con lui a vederlo così preso. Dopo una mezz’ora di pompini la mia bocca era davvero stanca, sentivo la mascella indolenzita e per fortuna si staccó e schizzó sul mio petto una quantità incredibile di latte caldo, era proprio tanto.
“Che bocca stupenda che hai, di pompini ne ho ricevuti, ma tu sei un vero artista, non ho mai trovato una bocca così predisposta” e così dicendo mi passó un rotolone e delle salviette, mi ripulii e ci rivestimmo. Seduti lui nel lato guida ed io in quello passeggero, fumandoci una sigaretta, mi disse che capitava spesso da quelle parti e che, se avessi voluto potevo dargli il mio numero, sarebbe stato contento di rivedermi. Io ero contentissimo di sentirglielo dire e gli dettai il numero, lo appuntó in un foglietto che piegó e mise nel portafogli.

Da allora sono passati 8 anni ed ancora oggi lo vedo regolarmente almeno una volta al mese, a volte anche una volta a settimana, dipende da dove gli fanno fare le consegne.
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