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Gay & Bisex

La prima mano


di Syd61
04.01.2024    |    8.039    |    8 9.4
"La cappella pizzicava e lo scroto era ancora turgido..."
Premetto che non sono circonciso e questo fatto forse ha condizionato sempre la mia sessualità. Ma in che modo vi chiederete? Cerco di spiegarlo in poche parole. Fino dai tempi dell’adolescenza mi sono dedicato, senza nessun tipo di vergogna o sensi di colpa, a esercizi regolari di masturbazione. Il fatto è, però, che queste operazioni le ho sempre svolte con il “cappuccio in testa”, cioè evitando di scappellare il glande (operazione svolta con dolore e fastidio solo al momento dell’igiene intima).
In pratica in tanti anni non ho mai fatto esercizi per rendere più elastica la pelle del pene e, di conseguenza, frenulo e glande sono sempre stati estremamente sensibili a qualunque tipo di stimolazione. La situazione è rimasta tale sino a, quando, un pomeriggio, ho incontrato un uomo nel buio del cinema a luci rosse che ha sverginato mio pene con grande maestria facendomi raggiungere estremi livelli di piacere. Da quella volta il mio modo di godere è radicalmente cambiato e, ormai, riesco a sborrare con soddisfazione solo se il pene viene scappellato durante la masturbazione.
In questo episodio racconto il primo di una serie d’incontri avuti con l’unico uomo che, posso affermare, mi abbia mai veramente posseduto sessualmente.
Al nostro primo incontro nel cinema ero molto eccitato, forse per via del film.
Il mio cazzo si era indurito subito e così sembrava voler rimanere.
Sentivo il bisogno di svuotare quanto prima lo scroto gonfio, turgido e persino doloroso, per via della sborra accumulata.
I testicoli rigonfi premevano nei pantaloni troppo stretti aumentando il fastidio.
Ero seduto in galleria, sulla destra e in una fila centrale. A lato, sulla parete, ogni tanto uno spettatore si fermava ad osservare le persone sedute.
Appena si affacciava io cominciavo a toccarmi il cazzo nei pantaloni in modo sfacciato per farmi notare. Nessuno si decideva però a farsi avanti. Forse c’erano troppe persone ed i vogliosi si sentivano intimiditi.
Ad un certo punto il continuo via vai della galleria si era fermato.
C’erano rimaste solo duo o tre persone. Allora mi sono alzato dirigendomi verso la parte alta della gradinata della galleria sotto la feritoia di proiezione.
Un uomo un po’ anziano si era intanto avvicinato a me provenendo da destra; ora la sala appariva completamente deserta, o forse era rimasta una sola altra persona.
Il buio in sala era quasi completo e non era possibile distinguere chiaramente altre presenze.
L’uomo intanto aveva cominciato a toccarmi con la sua mano destra palpando con cura la consistenza del mio cazzo, talmente eccitato che sentivo perdere già qualche goccia di sperma.
Le palpate passavano dall’asta del cazzo alle palle turgidissime.
Io non mi opponevo alle sue palpate, anzi, mentre mi toccava premevo il mio bacino in avanti quasi a cercare di spingere fuori dalla patta la mia erezione.
Quando è stato certo che nessuno ci potesse notare, l’uomo ha abbassato la cerniera dei miei pantaloni entrandovi con la mano fin dentro agli slip. In quel momento mi sono accorto, per via della vicinanza, che lui stava ansimando leggermente. Con una mossa rapida, e nello stesso tempo naturale e delicata, l’uomo aveva estratto il mio cazzo già un po’ umido e durissimo e lo aveva liberato in posizione orizzontale. Immediatamente, sempre usando la mano destra, lo aveva scappellato completamente con decisione.
Usando con grande perizia i soli polpastrelli delle dita, aveva infine iniziato a masturbarmi velocemente il glande completamente scappellato.
Le dita mi sembravano un po’ ruvide, o forse callose, perché sentivo il glande ed il frenulo pizzicare ad ogni frizione.
Pizzicava si, ma io godevo moltissimo e glielo dicevo.
Lui intanto sembrava volermi coccolare e mi rassicurava sussurrando: “si caro, si”.
In breve tempo, rendendomi conto di non riuscire più ad oppormi a lungo all’eiaculazione, gli ho sospirato in un rantolo: “se continui così mi fai venire” sentendomi quasi in colpa per quello che stava per succedere.
Lui non ha avuto esitazioni e, continuando masturbarmi con insistenza il glande denudato, mi ha rincuorato sussurrando: “si, si, caro”.
Pochi istanti dopo, infatti, stavo gemendo di piacere mentre iniziavo a sborrare copiosamente tra le sue mani.
A questo punto, dopo aver accompagnato il mio orgasmo con la sua voce ansimante: ”si caro, vieni caro”, lui aveva lasciato il mio uccello che ancora sborrava dicendo di fare attenzione a non sporcare gli abiti con lo sperma.
Per un tempo che non saprei indicare con precisione sono rimasto fermo ad ansimare con il cazzo che sgocciolava per terra.
Poi, con un fazzoletto di carta, mi sono ripulito la cappella ed ho infilato l’uccello ancora duro nei pantaloni.
Si; era ancora duro.
L’esperienza di quell’orgasmo era stata sconvolgente, ma sentivo ancora il bisogno di sborrare.
La cappella pizzicava e lo scroto era ancora turgido. Comunque era stato bellissimo.
Mi ero reso conto che prima di quel giorno non avevo mai goduto tanto masturbandomi.
O forse era stata l’abilità da parte dello sconosciuto nel maneggiare il glande ed il frenulo a farmi provare questo effetto?
In ogni modo, poco dopo, per alleviare le sofferenze che mi davano il gonfiore dello scroto ancora turgido ed il pizzicore del glande, ho nuovamente tirato fuori l’uccello, me lo sono scappellato e mi sono masturbato venendo, alla fine, con una sborrata ancora più abbondante di quella precedente.
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