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L'erba del vicino è sempre più dura - Capitolo 4 - Buon compleanno


di anonimo21
16.12.2015    |    10.903    |    5 9.4
"Passai le dita tra i suoi ricci e, afferratili, li tirai indietro..."
Ci fu una sera in cui io e Francesco stavamo guardando un film insieme. Avevamo fumato un paio di spinelli ed eravamo entrambi su di giri. Lui mi provocava, come sempre, e quella sera mi fece veramente impazzire! Scherzavamo del più e del meno durante il film quando mi disse che gli era spuntato uno strano bozzo nella coscia. Indossava dei jeans quella sera e con le dita mi indicò un punto preciso nel terzo superiore della coscia. Prontamente gli risposi "E che vuoi da me?" e lui mi chiese se potevo toccarlo così, magari, avrei capito cosa fosse. Allungai la mano e una grossa protuberanza si era, effettivamente, formata. La toccai e aveva una consistenza carnosa. Capii immediatamente di cosa si trattava ma non avevo nessuna intenzione di lasciarmi sfuggire quell'occasione. Ci girai intorno ed era veramente grosso come bozzo, glielo dissi mostrandomi preoccupato. La base di questo bozzo proseguiva verso il suo inguine e io lo tastai per un bel tratto finché non potevo più fingere ingenuità e mi trovai ad un bivio: scoprire le mie carte oppure sdrammatizzare. Le mia eccitazione era alle stelle perché stavo finalmente toccando il tronco che desideravo da mesi... e che tronco! Anche quella volta, però, mi mostrai codardo e, fingendo indignazione, gli diedi un pugno e lo insultai. Francesco rise di gusto e la cosa finì lì.

Passò ancora qualche settimana durante le quali la nostra amicizia proseguì florida e la mia infatuazione aumentò esponenzialmente.
Un sabato sera andammo a ballare per festeggiare il mio compleanno e bevemmo parecchio. Di ritorno dalla discoteca Francesco mi propose di passare dallo studio di suo padre per fumarci uno spinello in tranquillità. Erano le 4.30 e, quindi, rifiutai perché i miei genitori avrebbero telefonato presto per avere mie notizie. Lui insistette parecchio, cosa alquanto strana e, alla fine, accettai. Lo avevo visto in ansia per tutta la sera ma non ne capivo il motivo. C'era sicuramente qualcosa che lo preoccupava ma tutte le volte che glielo chiesi mi rispose di non preoccuparmi. Arrivati in ufficio notai che il divano letto era aperto ma non ricordo come lo giustificò, io pensai che c'avesse portato qualche squinzia durante il pomeriggio. Andai in bagno e, dopo, come è mia consuetudine mi lavai.
Ci sedemmo nell'ufficio e io feci lo spinello che, successivamente, fumammo. Mentre fumavamo stavamo scherzando come sempre quando gli dissi ridendo che era un pezzo di merda perché non mi aveva fatto nessun regalo. Lui mi rispose: "È chi te l'ha detto?" al che io ribattei che il mio compleanno era terminato a mezzanotte e non avevo ricevuto niente da lui, quindi bisognava fare 2+2. Mi disse che la mezzanotte non contava, che noi avevamo festeggiato quella sera e che, adesso, mi avrebbe dato il mio regalo. Mi trovai d'accordo e, scherzando, gli risposi: "Ok coglione. Vediamo!" Si fece serio come non lo avevo mai visto ma era anche molto calmo e rassicurante.
F: "Mario io ho capito da mesi cosa vorresti più di tutto e stasera ho deciso di concedertelo..."
Stava continuando ma lo interruppi spontaneamente: "Oddio l'x-box???"
F: "Ma che mi hai preso per Babbo Natale? No, non è l'x-box ma sono sicuro che lo apprezzerai lo stesso."
Detto questo mi bendò e mi disse di non muovermi. Pensai subito che avesse escogitato uno scherzo ma, con riluttanza, accettai di sottopormi al suo gioco. Lo sentii uscire dalla stanza, andare in bagno e, dopo qualche minuto, tornare.
F: "Adesso puoi togliere la benda".
Eseguii e ciò che vidi mi lasciò senza fiato. Francesco era di fronte a me, a un paio di metri di distanza. Aveva un'espressione maliziosa e divertita in quello splendido viso. Indossava solamente un paio di stranissimi slip neri con sopra un grande fiocco rosso. Non potevo crederci! Cosa gli passava per la mente? Le sue braccia muscolose erano unite dietro la schiena e, in questo modo, il suo grosso petto era estremamente evidenziato. I capezzoli turgidi e la pelle d'oca delle gambe segnalavano che la frescura notturna si faceva sentire sul suo corpo nudo.
Ero senza parole ma non c'erano molte cose da dire. Con espressione divertita Francesco mi disse: "Buon compleanno!" mentre io boccheggiavo in cerca di ossigeno. Disse di aver capito da tempo che lo desideravo ma che lui era etero. Aveva deciso di assecondarmi, per quella notte solamente, a patto che la nostra amicizia fosse proseguita come prima. Io non capivo più niente. Mi ero fermato a quando aveva detto che avrebbe scopato con me. Ero shockato, in trance.
Francesco venne verso di me finché il mio regalo di compleanno non fu a pochi centimetri dal mio viso. "Avanti, apri il tuo regalo. Tira i due lembi del fiocco". Come un automa eseguii e, quando tirai il fiocco gli slip sembrarono dissolversi e si rivelarono costituiti da un unico nastro bicolore che restò per intero nelle mie mani. Così facendo mi trovai davanti una grossa salsiccia penzolante. Scendeva per almeno 15-16 cm e un piccolo ciuffo di ricci peli biondi la sovrastava. Sotto c'era una grossa borsa soda, la pelle tesa dal suo contenuto. Il suo odore mi invase le narici. Il forte odore che Francesco emanava sempre e che mi inebriava proveniva interamente dal suo poderoso sesso. Inspirai a pieni polmoni quella fantastica fragranza e Francesco, ridendo, mi disse: "Guarda che sulla candela bisogna soffiarci non inspirare". Risi e, finalmente trovai il coraggio di toccare il mio dio. Mi alzai e poggiai le mie mani sui suoi pettorali. Una mano la portai ai suoi capezzoli e l'altra sulla sua schiena. La sue pelle era morbida e i suoi muscoli si tendevano al mio tocco. Alzai lo sguardo incrociando il suo. Le sue labbra si mossero: "Puoi baciarmi se vuoi". Non me lo feci ripetere e vi poggiai sopra le mie. Fu un bacio timido finché non sentii la sua lingua cercare la mia: in quel momento mi scatenai e il bacio divenne appassionato. Le mie mani esploravano vogliose la parte superiore del suo corpo mentre le sue mi stringevano ardenti di desiderio. Passai le dita tra i suoi ricci e, afferratili, li tirai indietro. Il suo collo si offrì a me e lo leccai e lo succhiai. Morsi i lobi delle sue orecchie udendolo gemere. Mi spostai sui suoi capezzoli che leccai e mordicchiai.

Per tutto il tempo avevo sentito, tra i nostri corpi, la sua virilità crescere e adesso la sentivo premere potente contro di me: era una spada che desiderava infilzarmi. L'afferrai notandone la grossezza e la lunghezza. Le mie dita si sfioravano appena e lui, di certo, non aveva mentito sui suoi 22 cm. Dopo le medie era il primo membro che vedevo ad un mio coetaneo ma non avrei mai immaginato che esistessero mostri del genere. La mia mano, portandosi verso la base di quell'asta maestosa, scoprì una cappella violacea. Quando le dita risalirono e il prepuzio nascose nuovamente il frutto proibito, una goccia venne spremuta fuori e io la raccolsi con l'indice dell'altra mano. Mentre lo facevo accarezzai il frenulo con il dito e tutto il corpo del manzo sussultò. La goccia si trovò, così, sulla punta del mio indice e brillava come una perla. Francesco lesse il mio desiderio negli occhi e mi sussurrò: "Leccala". Aveva un sapore salato che condivisi con lui tramite un focoso bacio.
Francesco prese il mio viso tra le sue mani e, guardandomi negli occhi, disse: "Succhiamelo". Il suo tono non ammetteva repliche (non che io avessi intenzione di farne), così mi misi in ginocchio, spinto dalle sue mani. Dopo il pre-cum l'odore del suo membro si era intensificato ancora rendendolo il miglior afrodisiaco del mondo. Guardai quel tronco eretto a pochi centimetri dal mio volto. Non era la prima volta che giacevo con un uomo: avevo avuto un paio di esperienze da attivo con sconosciuti delle chat. Tuttavia Francesco era ciò che avevo sempre desiderato e il suo uccello che violava, per primo, i miei pertugi era un sogno che si realizzava. Impugnai il palo e feci scivolare via la pelle. Spalancai la bocca e imboccai la cappella; ne sentii la consistenza carnosa. La esplorai tutta con la lingua e quando fui soddisfatto la feci uscire. Aprii ancora la bocca e, stavolta, inserii dentro più carne possibile. Raggiunsi a malapena la metà e, resomi conto di non potere proseguire cominciai un lento su e giù. Mentre mi muovevo con la bocca, ruotavo con la lingua e aspiravo con la gola. Quando raggiungevo il frenulo lo titillavo perché adoravo sentire quel mostro pulsare. Il suo palo era liscio e tremendamente duro. Con una mano strizzavo il suo scroto e con un dito gli accarezzavo il perineo. Stava godendo parecchio e potevo percepirlo non solo dai suoi lamenti ma, anche, dalla grande quantità di pre-cum che mi riversava in gola. Mi diceva: "Si dai...", "Così...", "Vai Mario si...", "Leccalo tutto...", "Sei bravissimo...", eccetera e la sua voce che mi incitava contribuiva a far aumentare la mia eccitazione. Il mio pacco stava scoppiando perché aspettava questo momento da mesi. Dopo diversi minuti volle provare a scoparmi la bocca ma ero ancora troppo inesperto e i conati ebbero il sopravvento. Mi fece alzare e mi aiutò a spogliarmi. Il mio uccello, finalmente libero, colava umori come una fontana e lui lo prese in mano. Fu una sensazione stupenda, che aumentò quando cominciò a muovere le dita avanti e indietro. Dovetti fermarlo subito altrimenti sarei venuto e volevo prolungare il più possibile quell'idillio.
Francesco mi prese per mano e mi condusse verso il divano letto. Potei, così, ammirare le sue natiche che sembravano scolpite nel marmo. Mi venne istintivo toccarle ed ebbi un lampo di eccitazione così forte che quasi venni. Mi fece mettere a 90 sul letto e avvicinò il viso al solco tra le mie mele. Sentivo il suo respiro affannoso sul mio buco e fui immensamente contento di essermi lavato poco prima. Sentii la sua lingua sfiorarmi dapprima timidamente per dare, poi, lappate sempre più decise. In poco tempo la sua lingua mi stava limonando il buco e le sensazioni che provai furono indescrivibili. Era la prima volta che ricevevo questo genere di trattamento e il godimento fu estremo. Anche lui gradiva perché mi diceva spesso quanto fosse buono e profumato. Dopo qualche minuto non riuscivo più a trattenere i miei gemiti e Francesco escogitò un modo per impedirmi di svegliare il palazzo. Cominciammo un splendido 69 in cui io, sopra, succhiavo quel magnifico palo pulsante e lui, sotto, continuava a leccarmi. Poco dopo sentii una presenza fare pressione sul mio buco e il suo dito scivolò facilmente dentro me grazie alla grande stimolazione e alla lubrificazione ricevuta. Si muoveva piano, lo girava, mi faceva adattare e, solo successivamente, lo usciva e lo rientrava diverse volte, per poi tornare a leccarmi. Così facendo passò un quarto d'ora alla fine del quale, senza accorgermene, le dita dentro di me erano 3. Io ero inebriato: puro piacere. Francesco avrebbe potuto fare di me ciò che voleva.
Mi sollevai con un solo pensiero in mente che gli sussurrai all'orecchio: "Ti voglio dentro di me". Francesco sorrise e mi fece distendere sul materasso a pancia sotto. Sentii che si alzava e tornò con un tubetto di lubrificante. "Questo l'ho preso apposta per te". Aveva proprio pensato a tutto il mio amico! Me ne spalmò una grande quantità sul buco già allagato. Si stese sopra di me e, per la prima volta, potei sentire quell'albero tra le mie natiche. Partiva all'altezza dal buco e lo sentivo appoggiarsi sulla schiena: era immenso e presto sarebbe stato dentro di me. Lo muoveva così, facendomelo sentire e desiderare ardentemente. Ogni tanto lo appoggiava al buco per poi lasciarlo scivolare via. Io gemevo e soffrivo di desiderio. Quando mi reputò cotto a puntino spalmò altro lubrificante dentro e fuori dal mio buco e sul palo lasciandone una noce sulla punta. Portò un braccio a stringermi il collo e la sua bocca, dietro il mio orecchio, mi sussurrava "Adesso ti faccio mio". Si appoggiò al buco e cominciò a fare pressione. Il mio desiderio era tale che le pareti dello sfintere cedettero immediatamente e, seppur vergine, egli entrò facilmente (ma lentamente) dentro me per metà. Sentivo molto bruciore e le pareti lacerarsi ma non gli avrei mai detto di smettere. Lui lo intuì dall'espressione del mio viso ed uscì completamente. Dopo avermi fatto riposare qualche secondo spalmò altro lubrificante e si immerse nuovamente. Questa pratica fu ripetuta diverse volte e, ad ogni affondo, il suo membro guadagnava qualche centimetro. L'ultimo ingresso mi diede esclusivamente piacere; il dolore era scomparso, lasciando il posto ad un estremo godimento che si accentuò quando il suo pube si appoggiò alle mie natiche e la sua voce mi disse "Sono tutto dentro di te. Adesso sei mio". In quell'istante la mia eccitazione raggiunse il punto di non ritorno e io venni senza neanche toccarmi. Le pareti del mio retto stringevano quel palo e Francesco mi diceva di continuare. Lui pensò che la mia eccitazione fosse scemata e che non avrei voluto continuare, perciò si stupì quando gli dissi: "Scopami Fra..."
In quel momento cominciò la vera cavalcata del mio toro, dapprima con affondi lenti e decisi che divennero sempre più forti e veloci. Mi sentivo completamente pieno e non avrei voluto smettere mai.
Ben presto mi ritrovai a pecora e, in quella nuova posizione, potevo sentire tutta la grandezza del suo uccello che mi stava stravolgendo le budella.
Dopo un tempo indeterminato in cui riceverlo dentro di me era l'unica cosa veramente importante, Francesco uscì e mi fece alzare. Si sedette sulla sedia da ufficio blu e mi invitò a cavalcarlo. Così, dandogli le spalle mi impalai su quell'obelisco ma non prima di averlo ancora lubrificato. Se riceverlo passivamente mi aveva fatto impazzire, la possibilità di decidere il ritmo e le sue mani che mi toccavano ovunque mi fecero completamente perdere la testa. Ormai riuscivo a prenderlo tutto dentro di me ed era meraviglioso. Continuammo così per diverso tempo finché, stanco, gli chiesi di cambiare posizione. Mi fece poggiare sulla scrivania a 90 e ricominciò a scoparmi in questa posizione. Il mio bacino si muoveva verso di lui facilitandogli l'ingresso e facendogli capire quanto lo desiderassi. Quando era dentro di me, inoltre, stringevo i muscoli facendolo urlare di piacere.
Cambiammo nuovamente posizione: lo stallone mi fece distendere sul materasso e portò le mie gambe sulle sue spalle. Entrò dentro di me stimolando punti che finora non aveva raggiunto. Ricominciò a scoparmi e, nel mentre, mi baciava e mi diceva quanto adorasse scoparmi e rompermi. Io gli accarezzavo le natiche o la schiena, gli strizzavo i capezzoli, gli accarezzavo petto e addome oppure con la bocca (quando potevo trattenermi dal gemere o dai suoi baci) gli leccavo e mordicchiavo il collo.
Francesco aumentò il ritmo diventando un martello pneumatico e, dopo un paio di minuti, stavo per chiedergli pietà quando vidi i suoi movimenti farsi scomposti e sentii nettamente il suo palo ingrossarsi.
Con un urlo animalesco scaricò tutto il suo seme dentro di me ed io mi sentii allagare. Nello stesso istante io venni, per la seconda volta, senza toccarmi.
Lui ansimava ed era sudato come un animale ma continuava a muoversi dentro di me. Dopo 5 minuti si muoveva ancora e la sua virilità era dura più che mai. Voleva un secondo round ma il mio buco era tumefatto e dolorante... non avrebbe retto un altro giro.
Uscì e, sedutosi sul letto a gambe larghe, mi invitò a ripulirgli il palo dal suo seme. Mi inginocchiai tra le sue gambe e lo impugnai. Aveva un sapore dolciastro dato dal lubrificante più un retrogusto salato, credo, grazie al suo sperma e qualcos'altro che non saprei identificare, a causa dei miei umori. Ben presto quel palo fu lucido e pulito ma io continuai a lustrarlo con devozione. Mi invitò a sedermi accanto a lui e, mentre glielo succhiavo lui mi segava. Era una sensazione stupenda e, dopo diversi minuti, quando la mia mascella era diventata dolorante per tutto quell'avanti e indietro, sentii il randello ingrossarsi e lo sperma risalire lungo l'asta. Il primo schizzo mi arrivò dritto in gola mentre gli altri 5 li presi in bocca. Assaporai bene quel magnifico succo prima di ingoiare e, contemporaneamente, venire sulla mano di Francesco che, ancora, mi stava toccando. Lo pulii, nuovamente, con la lingua e mi distesi sul letto. Anche lui si distese. Eravamo esausti e le nostre voglie, finalmente, appagate. Io gli sorrisi, lui mi sorrise e, in quel momento, sentii dentro di me come uno specchio frantumarsi: l'incantesimo era rotto. Adesso vedevo Francesco come avrei voluto vederlo da quando lo avevo conosciuto: solamente come un amico.


Ho già scritto che questo racconto è frutto della mia fantasia. Solo ed esclusivamente per questo c'è stato un bareback ed ho ingoiato lo sperma. Nella vita reale utilizzate SEMPRE il preservativo e non ingoiate MAI da nessuno. Proteggetevi con tutti; la salute al primo posto.
Un abbraccio.
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