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Gay & Bisex

In vacanza


di onlyfg
27.12.2023    |    17.849    |    44 9.8
"Sembrava la cosa più naturale del mondo ma la sua mano grande e calda mi scosse..."
Come ogni anno finalmente arriva il tanto agognato momento delle vacanze. Ho davvero bisogno di un po' di relax.
Tutto programmato, valigie pronte, biglietto fatto. Si parte...
Non amo fare lunghi viaggi in auto, quindi spesso preferisco il treno. Una rottura per via degli orari rigidi, ma sicuramente si viaggia più rilassati.
Arrivato in stazione con largo anticipo, come mia abitudine, mi dirigo al bar per comprare qualcosa da sgranocchiare durante il viaggio e per prendere un caffè. Per mia fortuna non è molto pieno, odio la confusione, prendo il mio caffè, rigorosamente macchiato, e mi avvio verso l'uscita.

Avvisano che il mio treno porta ritardo. - "Cavolo, cominciamo bene..." Penso tra me e me. - "Forse è meglio tornare al bar".
Mi siedo al tavolino e cazzeggio un po' al cellulare. Non mi accorgo che una persona si era seduta vicino a me, ad un tratto una voce richiama la mia attenzione:
- "Anche il tuo treno è in ritardo?" Alzo lo sguardo e vedo un uomo molto carino con un magnifico sorriso.
Un po' imbarazzato rispondo: - " Purtroppo sì, e anche di parecchio".
- "Non mi dire che vai a Milano?"
- "Sì, anche tu?" Sorrido ironicamente.
- "Già, che coincidenza... Comunque io sono Luca piacere".
- "Enzo, piacere mio. Come mai vai a Milano?"
- "Ci vivo per lavoro, tu?"
- "Devo prendere un aereo per andare finalmente in vacanza".
Nel frattempo si alza e va verso il bancone, ha un bel fisichetto snello, un jeans molto attillato che ne risalta le forme, un viso dolce ma allo stesso tempo un po' sbruffoncello. Mi chiedo come mai si sia fermato a chiacchierare con me, che di solito passo inosservato. Dopo aver comprato le sigarette si dirige di nuovo verso di me sorridendomi. Mi chiede se fumo e mi porge il pacchetto.
- "No, grazie. Non fumo più da 10 anni. Non è il caso di ricominciare". Sorridendo controbatte:
- "Beato te, io non riesco a smettere. Se ti va accompagnami fuori, così ne fumo una io".
Prendo la valigia e lo zaino e lo seguo. Continuammo a chiacchierare fino all'annuncio del treno. Finalmente stava arrivando.
Non potevo credere ai miei occhi quando tiriamo fuori i biglietti e coincidenza, i nostri posti sono nella stessa cabina, uno di fronte l'altro. Ci facemmo una grossa risata per questa cosa davvero bizzarra, e soprattutto eravamo entrambi contenti di poter continuare la nostra conoscenza.
Forse stava nascendo una bella amicizia...

Aveva un non so ché di familiare ma non diedi peso alla cosa. Ad essere bello era bello e quando sorrideva si apriva un mondo. Entrarono altre due persone, quindi lui si spostò sulla poltrona accanto a me per far sedere loro vicini. Nello spostamento gli cadde l'accendino dal taschino e si chinò per prenderlo. Facendo questo mise la mano sul mio ginocchio per rialzarsi. Sembrava la cosa più naturale del mondo ma la sua mano grande e calda mi scosse. Alzando la testa Luca se ne accorse e mi chiese scusa: - "Non farci caso è la vecchiaia, ho bisogno di un sostegno" - sobbalzò sempre sorridendo.
- "Figurati tranquillo, non è successo nulla" - replicai io, avvertendo un calore in viso che palesava il mio imbarazzo.
La cosa lo divertì molto, infatti non faceva altro che prendermi in giro e fare battutine stupide.
Mentre io volevo prendermi a schiaffi da solo, perché come al solito non riesco a celare le mie emozioni, sono praticamente un libro aperto.
Intanto anche i due amici entrati poco prima nello scompartimento si erano uniti pian piano alla conversazione e gli facevano da spalla. Erano studenti universitari e ci raccontarono qualche aneddoto un po' osé di ciò che succedeva nel dormitorio del campus. A quanto pare i racconti avevano stimolato le fantasie di Luca che ascoltava con molto interesse. Abbassando lo sguardo non potetti fare a meno di notare un notevole rigonfiamento sui suoi pantaloni, ma nello stesso istante spostò il giornale che aveva sulle ginocchia, prima che qualcuno lo notasse.
Il viaggio proseguiva, passò il controllore e avvisò i due ragazzi che la prossima stazione era Pescara e dovevano scendere.
Ci salutammo con loro e, stranamente, pur essendo salita molta gente, nessuno entrò nella nostra cabina. Rimasti soli e sapendo che per un paio d'ore non ci sarebbero state altre fermate, ci preparammo per la notte. Ormai era l'una e mezza e avere la fortuna di restare soli ci consentì di metterci più comodi, allungando le poltrone per stenderci. Togliemmo le scarpe, chiudemmo le tendine e spegnemmo la luce.
Io non sono mai riuscito a dormire in treno, sicuramente non avrei chiuso occhio. Nemmeno Luca riusciva a dormire, si rigirava continuamente.
- "Non riesci a dormire?" - chiesi, conoscendo quella sensazione.
- "Il rumore delle rotaie mi da fastidio. Non riesco mai a dormire in treno" - disse con tono un po' seccato.
- "Ti capisco, succede anche a me".
Io ero steso sul fianco con la testa rivolta verso il finestrino e davo le spalle a Luca. Lui speculare a me aveva la testa verso il corridoio. Ad un tratto si girò e si avvicinò leggermente a me, tanto che la sua mano mi sfiorò i capelli. Non ci diedi peso, visto che nel voltarsi sicuramente non l'aveva fatto di proposito.
Si rannicchiò e lo sentivo molto vicino. La sua mano era ancora vicino alla mia testa e ora anche le ginocchia mi sfioravano la schiena. Mi chiese se i racconti dei due ragazzi mi avessero scandalizzato e io gli dissi di no.
- "Ho visto che ti sei eccitato" - gli dissi sorridendo, - "devi essere proprio messo male se ti basta un racconto spinto per provocarti un'erezione".
Lui si distese e nel farlo strusciò la sua patta sul mio sedere. Avvertii che lo aveva duro e mentre stavo per sbraitare, mi anticipò: - "Non ero eccitato per il racconto" - disse, avvicinandosi col le labbra al mio orecchio. - "La colpa è tua".
Mi girai di scatto e sbalordito dissi: - "Miaaaa..., ma che cavolo dici?"
Non feci in tempo a finire la frase che mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Come un'automa le aprii lasciando che le nostre lingue si cercassero. Non so quanto durò quel bacio, mi sembrò un'eternità. Non capivo più nulla, forse lo stavo sognando e basta. Poi ci staccammo e provai un enorme imbarazzo. Con un filo di voce riuscii solo a dire: -"Ma che fai?"
Luca mi guardò negli occhi e tornò a baciarmi senza proferire un suono. Non riuscivo a respingerlo, era un bacio bellissimo.
- "Non ti piace?" - mi sussurrò. Lo guardai e invece di dargli una risposta, presi la testa tra le mie mani e lo baciai di nuovo, con più passionalità di prima.
Iniziò a sbottonarmi la camicia e a baciarmi sul collo, io feci lo stesso. Piano piano scese sui miei capezzoli, leccandoli, baciandoli e a volte mordicchiandoli. Nel frattempo si abbassò i pantaloni e fece lo stesso con i miei. Eravamo entrambi durissimi e iniziò a strusciare il suo cazzo contro il mio. Era una bella sensazione, ero completamente perso, ormai in suo potere. Scese con la testa fino alla mia pancia, la leccò, poi mi guardò con uno sguardo dolce, come se volesse tranquillizzarmi e sprofondò con la testa sul mio inguine. Ero eccitatissimo, sentii la sua lingua scivolare lungo la mia asta, per poi risalire e ingoiarla tutta nella sua bocca caldissima. Continuò per alcuni minuti, poi risalì e riprese a baciarmi. Era su di me, con un balzo mi ritrovai il suo cazzo davanti alla faccia. Era bello, dritto, con una cappella gonfia e turgida. La presi fra le mie labbra e iniziai a giocarci con la lingua. Mi piaceva e pure tanto. Sentivo Luca ansimare e ad ogni mio colpo di lingua avvertivo una pulsazione sulla sua cappella. Si girò di scatto restando sopra di me, capovolto, con la testa sul mio membro desideroso delle sue attenzioni e iniziammo a succhiarci a vicenda. La mia lingua lo faceva sussultare di piacere e anche lui non si risparmiava, anzi sentivo la sua, avida di godimento, assaporare ogni millimetro del mio scettro.
Era quasi una competizione a chi faceva godere di più l'altro. I nostri corpi avvinghiati, non esisteva più nulla, avevamo perso completamente la cognizione del tempo e dello spazio, solo un turbine di piacere che ci portò ad esplodere, senza rendercene conto nella bocca dell'altro con una foga mai provata prima con nessuno.

Continua...
Ovviamente solo se vi piace ;)
Questo è il primo racconto che scrivo, fatemi sapere nei commenti... Grazie
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