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Il sadico, il dolce e il dottore Pt. 1 - Il rapimento -


di Youngpervert
21.05.2020    |    2.225    |    4 9.4
"Sono ancora cosciente, mi rendo conto di non avere grandi traumi..."
Ciao a tutti!
Questa “parte 1” è solo per dare un primo sguardo al personaggio e al retroscena se volete passare subito all’azione ed eccitarvi di più consiglio di passare alla pt. 2 😝 Buona lettura!
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Quella mattina mi sveglio, come molte altre mattine prima, con la luce del sole che filtra dalle tapparelle obbligando i miei occhi a socchiudersi delicatamente.
Come un computer la mia mente si riavvia gradualmente, e la mano si appoggia istintivamente alla poderosa e bagnata erezione mattutina che svetta dai boxer.
Mi accarezzo la cappella e mi gratto i testicoli portando poi al viso la mano, annusando il mio stesso odore e trovandolo piacevole. Sorrido pensando a quante volte l’ ho fatto con palle che non fossero le mie trovando la cosa eccitante e nello stesso tempo divertente,intima.
All’improvviso mi torna alla mente il sogno erotico che aveva reso movimentata quella notte e avverto tutta la violenza della mia libido animale.
Mi ricordo un dettaglio: capelli biondi; quel ciuffo che si adagia ripetutamente sulla fronte imperlata di sudore ad ogni affondo dentro di me, mentre io a gambe aperte non posso far altro che subire e ammirare quel corpo sudato che mi sta procurando piacere e dolore.
Il suo corpo, un corpo di un uomo nei suoi trent’anni ossessionato dalla palestra, il corpo di un adone.
Il suo sguardo, quasi sadico e cattivo mentre mi apre il culo con rabbia con affondi profondi e rapidi del suo uccello durissimo.
Mi guarda e sorride, anzi ghigna, mi bacia e senza smettere di trapanarmi il culo mi sussurra all’orecchio che mi ama, che sono il suo cucciolo da coccolare, da proteggere e da riempire di cazzo e di sborra.
Spalanco completamente gli occhi e la luce mi ferisce le retine ma almeno mi sveglio completamente e torno alla realtà.
Sognare di scopare con l’ex: che cliché terribile. Ora poi che speravo di averla superata dopo mesi e mesi di malinconia.
Smetto di accarezzarmi i genitali e mi alzo dal letto e mi obbligo a preparare il caffè, devo tenere a freno la voglia o farò tardi in università.
Ho 22 anni, gli ormoni impazziti di un’adolescenza terminata da non troppo tempo e aggiungiamo che non ho contatti fisici da un po’ e che siamo in pieno periodo primaverile: oltre ai fiori la primavera fa sbocciare le mia pulsioni più istintive.
L’uomo del sogno, il mio ex ragazzo, è l’unico che io abbia mai amato ed è l’unico che mi ha spezzato completamente il cuore.
Un uomo di 33 anni, il fisico palestrato di un dio, ma l’anima falsa e ingannatrice di satana.
Mi ha manipolato e usato per quasi un anno e alla fine, superata la prima fase in cui gli tenevo testa, ho ceduto alle sue moine, mi sono fidato ed è riuscito a farmi innamorare perdutamente.
Per poi passare al ragazzetto successivo, lasciandomi col culo aperto da mesi e mesi di cavalcate selvagge e in mano i cocci di quello che una volta era il mio cuore, ora spezzato in mille pezzi.
Sarà stato uno stronzo colossale ma a letto era un animale impazzito, un uomo
perverso che mi faceva raggiungere vette di piacere mentale e fisico che mai avevo pensato di raggiungere.
Una volta Bevuto frettolosamente il caffè, fumo uno sigaretta seduto sul water mentre combatto con ciò che rimane dell’erezione mattutina per non allagare il bagno con indesiderati schizzi di urina e sospiro travolto dai ricordi: la routine mattutina mi da sicurezza in questo periodo di fragilità.
Mi lavo i denti e non posso fare a meno di ammirare narcisisticamente il mio corpo allo specchio: sono tendenzialmente asciutto ma anni di sport,palestra e dieta equilibrata mi hanno fatto venire dei muscoli definiti nei punti giusti.
Mi obbligo ad uscire di casa in tutta fretta, promettendo a me stesso che tornato dall’università mi sarei svuotato le palle giocando viziosamente col mio buchetto (mi sono appena comprato un vibratore che fa egregiamente il suo lavoro).
Ed è probabilmente a causa di questi pensieri e della mia libido che attraverso la strada senza minimamente fare caso alla macchina che si dirige nella mia direzione.
Lo stridulo rumore di una frenata improvvisa.
L’impatto.
Il dolore al fianco su cui cado, atterrando sul duro asfalto bollente.
Sono ancora cosciente, mi rendo conto di non avere grandi traumi. Grazie al cielo lo zaino pieno di testi universitari ha attutito il colpo.
Sento un rumore di portiera che si apre, poi un’altra.
Sento delle voci, distinguo le voci di due uomini ma non riesco a riconoscere le parole, sono intontito; tento di aprire gli occhi ma la luce del sole non mi permette di delineare poco più che sagome indistinte.
Sento due forti braccia che delicatamente mi tirano su, e l’inconfondibile odore muschiato di un uomo, la dolcezza di una buona marca di ammorbidente.
Sento una voce profonda e virile dire chiaramente:
“Ora ci penso io a te”
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-Fine prima parte-
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